San Giovanni in Fiore – Consiglio Comunale: nessuna proposta seria e concreta per la sanità locale e il nostro ospedale.

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 Buone Feste

Ieri nel Consiglio Comunale si è discusso dei problemi della nostra sanità locale. Nessuna proposta seria e concreta è venuta fuori, solo Auguri di Buone Feste per alcuni consiglieri di maggioranza in quanto tutta l’opposizione aveva già abbandonato la sala consiliare.

Un Consiglio Comunale deserto. Atmosfera spettrale.  Che dire… siamo alla frutta.

 C’era veramente bisogno di convocare  un consiglio comunale per scambiarsi gli auguri?

 Ai cittadini restano tutti i problemi nonché il caso poco definito e nebuloso dell’Abbazia Florense.

Per un intervento di appendicite o per una lineetta di febbre in più, o per  un punto di sutura, bisogna recarsi a Cosenza o a Crotone.

Buone Feste ai calabresi con l’aumento delle spese!

In vista delle elezioni della prossima primavera, la Regione Calabria sta cercando di accelerare i tempi sulla riforma elettorale. Tra eventuali supplenti, assessori esterni e sottosegretari, che il futuro Governatore avrà il potere di nominare, ci sarà un aumento dei rappresentati del popolo alla regione con conseguente aumento delle spese. Tutto alla faccia della povertà che aumenta in modo vergognoso , delle famiglie che non arrivano alla fine del mese e che sbattono la testa per come sopravvivere, del libro “la Casta” di un noto giornalista, dell’intenzione di diminuire la spesa della politica, dei disoccupati, dei giovani che lasceranno la Calabria, degli studenti e di tutti i calabresi. E infine alla faccia della Calabria stessa che è la regione più povera d’Italia.

Ma facciamo un passo indietro per capire meglio le cose. Oggi, con la legge elettorale votata da tutti all’epoca della scorsa legislatura, abbiamo 50 consiglieri e due assessori esterni. . Prima del 2005 erano 40. Ora, se vogliamo essere ottimisti, con la prossima legislatura ci troveremo almeno con 60 tra consiglieri, assessori, sottosegretari e supplenti. In pratica, in soli sei anni da quaranta super stipendi, ci troveremo con sessanta super stipendi, più 50% a fronte di una popolazione calabrese di circa 2 milioni.  Facendo un po’ di conti e tenendo presente che lo stipendio mensile di un consigliere è di sedicimila e cinquecento euro al mese più quattromila di spese di segreteria, con questo tipo di riforma la politica costerà alla popolazione calabrese circa due milioni e cinquecentomila euro in più l’anno, ossia 5 miliardi in più delle vecchie lire, l’anno. In Emilia Romagna, invece, con una popolazione di circa quattromilioni e trecentomila residenti, con una legge già approvata, dal 2010 i consiglieri passeranno da ottantasette a cinquanta, dieci in meno rispetto alla Calabria.

Mi domando: non è questa l’ennesima umiliazione per i calabresi? Non sono questi i motivi per cui la gente e i giovani, in particolare, si allontanano dalle istituzioni? Non sono questi i motivi della mancanza di affidabilità delle istituzioni calabresi? Persino gli appelli del Capo dello Stato G. Napolitano, sulla moralità e sobrietà dei rappresentanti politici e istituzionali, in Calabria cadono nel vuoto. Come si giustifica questo enorme aumento dei costi della macchina regionale di fronte al fatto che la Calabria è sempre la regione più povera non solo d’Italia, ma anche d’Europa?

Se passa questa riforma non ci sono dubbi, ci saranno migliaia e migliaia di candidati alla ricerca di voti per assicurarsi un bel posto di lavoro super remunerato per cinque anni.

Vorrei sapere se ci fosse una riforma che diminuirebbe le remunerazioni di tutti i nostri rappresentanti politici, pari al salario di un operaio o di un impiegato, ci sarebbe la stessa corsa a essere eletti!!! Forse si che avremmo la possibilità di verificare quante persone sarebbero i veri servitori dello Stato e delle Istituzioni per il bene della collettività.

Lo scandalo dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore.

Di Emiliano Morrone

già su il Crotonese del 18 dicembre 2009, a pag. 30

Lo scandalo, situazione

Con sua deliberazione, inviata martedì scorso (15 dicembre 2009) al Comune e all’impresa esecutrice, l’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha sciolto diversi nodi circa l’intricata e grave vicenda del restauro dell’Abbazia florense; di San Giovanni in Fiore (Cosenza) fermo da tempo, con finanziamento europeo sospeso, sequestro di un’ala del monumento dalla Procura di Cosenza, tecnici e responsabile del procedimento indagati per danni e risarcimento milionario chiesto dall’appaltatore per inadempienze del municipio, investito il Tribunale civile cosentino.
L’Autorità di vigilanza ha rilevato irregolarità del Comune, che con delibera di giunta designò tre direttori dei lavori; nella fattispecie già progettisti su incarico dell’allora parroco don Franco Spadafora, durante il cui mandato la casa di riposo per anziani all’interno dell’Abbazia florense –  secondo il dirigente comunale Pietro Marra originariamente concessa in comodato gratuito alla Diocesi di Cosenza – passò a privati che la trasformarono in attività di lucro, “senza mai corrispondere un fitto al municipio”.

Le responsabilità del Comune di San Giovanni in Fiore

Per l’organo nazionale di controllo e garanzia sui Lavori pubblici, il Comune non poteva incaricare tre direttori dei lavori, doveva limitarsi a uno. Non poteva farlo con delibera di giunta municipale; così violando la legge, che separa le funzioni dell’amministrazione pubblica. Per la realizzazione delle opere, a parere dell’Autorità di vigilanza si doveva prevedere la figura del restauratore; si doveva convocare una conferenza di servizi per concordare le misure adeguate con gli organi interessati; si dovevano avere i pareri delle soprintendenze prima della ristrutturazione.
Nel finale della deliberazione, il Consiglio dell’Autorità di vigilanza ha precisato che, “nella procedura adottata per la realizzazione dell’intervento”, si ravvisa “inosservanza delle disposizioni” di legge, “nonché dei princìpi di correttezza, trasparenza e libera concorrenza sanciti dall’ordinamento interno e comunitario”. Quindi ha disposto, “attesa la rilevanza degli aspetti sopra evidenziati”, “segnalazione del caso alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica”.

L’eco del caso in Italia

Una vicenda del genere non era mai capitata nella città di Gioacchino da Fiore, della cui opera e teologia della storia, peraltro, l’Abbazia florense rappresenta il simbolo principale. Mai la città dell’abate, citato da Dante Alighieri nel Paradiso della Divina Commedia, aveva subito un simile affronto, che si estende a tutta la regione e all’Italia; tanto più che nei mesi scorsi c’era stato un appello corale, per la pronta ripresa dei lavori, di Salvatore Borsellino, Marcello Veneziani, Vittorio Sgarbi, Derrick de Kerkchove, Rosanna Scopelliti, Beppe Grillo, Cosimo Damiano Fonseca, Mauro Minervino. C’erano state due distinte interrogazioni parlamentari sul caso, una del deputato Angela Napoli (Risveglio Ideale), l’altra del suo collega Franco Laratta (Pd). S’erano pronunciati perfino i parlamentari europei (di Idv) Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Luigi De Magistris; questi partecipando a un convegno per superare i problemi emersi, organizzato dal giornale elettronico “la Voce di Fiore”, presenti gli stessi Napoli, Laratta, il sindaco Antonio Nicoletti, Antonio Barile e Fabio Madia; capogruppo del Pdl in consiglio comunale il primo, presidente di “Azione Giovani” il secondo.

Le reazioni politiche

Nonostante i richiami, prima garbati, poi più decisi, di opposizione politica e società civile, la maggioranza in Comune ha spesso scaricato sulle soprintendenze, promettendo invano una rapida ripresa del restauro; bloccato inizialmente dalla Soprintendenza Bap di Cosenza, con invito al sindaco, per iscritto, di rammentare ai tecnici incaricati l’importanza del loro compito.
Su questa pagina nera della storia di San Giovanni in Fiore, non sono mancate le immediate reazioni di Napoli, Alfano, Vattimo, “la Voce di Fiore” e Barile, all’indomani della deliberazione dell’Autorità di vigilanza. Per Napoli, della commissione parlamentare Antimafia, “le preoccupazioni espresse sul restauro dell’Abbazia florense avevano fondamento, vista la pronuncia dell’Autorità di vigilanza”. Durante il suddetto convegno, raccontò che “il Comune di Taurianova (Rc) fu sciolto per infiltrazioni, a causa di motivi anche meno gravi”.
Secondo Alfano e Vattimo, “va condivisa in pieno la richiesta d’immediate dimissioni della giunta comunale di San Giovanni in Fiore, avanzata in rete e tramite i quotidiani da “la Voce di Fiore”; non solo per tutelare l’Abbazia florense, ma anche per riprendere un percorso di legalità chiaramente compromesso dai comportamenti e responsabilità rilevati dagli organi di controllo”.
A giudizio di Barile, convinto sostenitore delle dimissioni della giunta Nicoletti, la “ristrutturazione del monumento forse più importante dell’intera Calabria non poteva né doveva essere gestita come un piccolo lavoro, da assoggettare alle logiche di partiti e d’approssimazione, come sono soliti fare i nostri amministratori”.
Per Gerardo Tangaro, presidente del primo circolo di Idv, “i partiti di maggioranza, che su manifesti murali avevano detto di volere, a definizione, le indagini della magistratura, pure offendendo in modo triviale le voci critiche nel merito, dovrebbero persuadere sindaco e giunta, ad evitare incoerenza e una vergognosa figura, a dimettersi subito; poiché l’Autorità di vigilanza s’è pronunciata pesantemente, condannando l’operato del municipio”.
Per Napoli, Alfano, Vattimo, “la Voce di Fiore”, Barile e Tangaro, s’è aperta, insomma, una vera e propria questione di legalità; per cui, al fine di garantire i cittadini, è indispensabile che la giunta Nicoletti rassegni le dimissioni, quale atto di responsabilità politica indipendente dai procedimenti, in corso o futuri, delle magistrature.

L’appaltatore rinuncia a danni se la giunta comunale di San Giovanni in Fiore si dimette

Con l’atto dell’Autorità di vigilanza, il rischio di revoca del finanziamento europeo è altissimo, come quello d’una condanna del municipio, in sede civile, a risarcire l’appaltatore per milioni di euro; questi disposto a rinunciare alla causa per danni, ricevendo solo i pagamenti per i lavori già effettuati, adempimento ad oggi rifiutato dalla stazione appaltante, “se il sindaco e la giunta rassegnano immediatamente le dimissioni”.
Si chiude nel peggiore dei modi l’esperienza amministrativa della giunta Nicoletti, ad avviso di chi ne pretende le dimissioni.

La manifestazione pubblica del prossimo 5 gennaio a San Giovanni in Fiore

Il prossimo 5 gennaio, davanti all’Abbazia florense ci sarà una manifestazione pubblica, a prescindere da colori di partito, per ribadire la gravità dell’accaduto e l’urgenza d’intervento. Pronta disponibilità, in proposito, è stata data da Napoli, sacerdoti, movimenti della rete civile antimafia, gruppi della società civile e forze politiche che ritengono doveroso sensibilizzare le coscienze. “La partecipazione all’iniziativa segnerà – per il Comitato civico pro Abbazia florense –  una linea di discrimine tra chi vuole gli interessi della Calabria e chi si rifugia nelle vecchie logiche della conservazione del potere, anche davanti all’evidenza”.

Il malaffare.

Quanti sarebbero disposti a rinunciare al lusso, al successo, al potere in nome di principi sani, di grandi valori, dell’etica e della coerenza? E quanti possono affermare che l’integrità morale non ha prezzo?

Forse oggi sono questi i dubbi che assalgono e tormentano la coscienza di molti cittadini.

Molte volte affascinati dal potere si finisce per perdere l’ingenuità e l’idealismo. Ci si lascia gradualmente trascinare in un vortice d’illegalità, in un mondo che produce e accumula ricchezza a discapito dei riconosciuti valori morali.

Forse un giorno, di fronte alla crudeltà del sistema, alla perdita del lavoro per migliaia di lavoratori, al vero e proprio furto del futuro di molti giovani, al furto della vita della gente comune, sarà solo l’indignazione generale a far recuperare l’integrità e l’onestà, e a far smascherare i responsabili del malaffare.

Meno consiglieri e assessori comunali.

Nell’ultima finanziaria approvata dalla Camera vi è una norma che riduce i consiglieri e gli assessori comunali. In Calabria la riduzione sarà di circa 1.200 amministratori locali. Per molti questa norma non è condivisibile, prima perché non si può attuare il federalismo facendo scelte centralistiche, poi questa norma significherebbe una compressione ingiustificata della rappresentanza democratica. Personalmente, invece credo, che ci sarà una riduzione, se pur minima, del costo della politica e del carico fiscale a carico dei cittadini calabresi, e non una diminuzione della democrazia e della rappresentanza democratica, e questo non è cosa da poco. Ci lamentiamo sempre che in Italia il costo della politica è alto, anche i politici ne parlano, ma poi quando si incomincia a fare qualcosa non si condivide  più. Se mai si parte, mai si arriva. Certo c’è molto da fare anche come consiglieri provinciali, regionali e parlamentari, ma questo potrebbe essere un buon inizio. Forse anche la nostra macchina amministrativa comunale, se questa norma sarà approvata definitivamente, lavorerà meglio con qualche consigliere in meno anziché con gli attuali 20. E poi parliamoci chiaro, non è una questione di quantità, ma di qualità. Meglio pochi amministratori e di ottima qualità, che un numero elevato di amministratori e di qualità scarsa.

Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore.

 

INFORMAZIONE

Il Consiglio dell’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, con la deliberazione n. 106 del 19 novembre 2009, ha ravvisato, nella procedura adottata per la realizzazione del restauro dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, importantissimo monumento religioso, “inosservanza delle disposizioni” di legge e “dei principi di correttezza, trasparenza e libera concorrenza sanciti dall’ordinamento interno e comunitario” per aver conferito alcuni incarichi tecnici in violazione della normativa vigente. Inoltre, per la gravità della vicenda, ha disposto “segnalazione del caso alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica”.

Diversi sangiovannesi nonché il Direttore del giornale online “La Voce di Fiore”, chiedono le dimissioni del Sindaco e della Giunta Comunale tutta.

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Pubblica Amministrazione: fannulloni per scelta o per forza?

Secondo uno studio ISTAT, i fannulloni “per scelta” ammontano all’1% dei dipendenti della P.A.. Da un analogo studio ISPESL emerge che i lavoratori mortificati nella P.A., cioè coloro che vengono privati del tutto del lavoro, o adibiti a mansioni di gran lunga inferiori alle loro qualifiche, e poi fatti oggetto di angherie di ogni specie sono circa il 30%, quindi più di un milione di “fannulloni per forza”, lasciati a far nulla, costretti a non lavorare. 

I motivi di questo ostracismo professionale possono essere i più disparati: vuoi perché sono bravi ed efficienti, o pretendono di rispettare le leggi, quindi danno fastidio al dirigente; vuoi perché il dirigente li ha in antipatia; vuoi perché pretendono che i loro diritti vengano rispettati; e l’elenco potrebbe proseguire.

Numeri che contano su San Giovanni in Fiore.

1.050

i metri sul livello del mare del nostro comune

279

 i km² di superficie del nostro territorio

18.184

gli abitanti a fine 2008

9.413

punta minima di abitanti dall’Unità d’Italia

  (anno 1861)

20.179

punta massima di abitanti dall’Unità d’Italia

(anno 1981)

1.449

oggi i ragazzi fino a 14 anni di età

1.399

oggi le ragazze fino a 14 anni di età

6.112

oggi i maschi tra 15 e 64 anni

6.220

oggi le femmine tra 15 e 64 anni

1.330

oggi i maschi oltre 65 anni

1.732

oggi le femmine oltre 65 anni

10

sono le  persone che hanno dichiarato oltre 100.000 euro di reddito annuo nel 2005

433

le persone con cognome Oliverio

301

le persone con cognome Iaquinta

275

le persone con cognome Loria

273

le persone con cognome Spadafora

272

le persone con cognome Barberio

11

sono gli altri comuni con i quali confina San Giovanni in Fiore (Castelsilano (KR), Caccuri (KR), Savelli (KR), Cotronei (KR), Bocchigliero (CS), Longobucco (CS), Taverna (CZ), Serra Pedace (CS), Spezzano Piccolo (CS), Aprigliano (CS), Pedace (CS).

12

sono le frazioni del nostro paese (Acquafredda, Cagno, Carello, Ceraso, Fantino, Germano, Lorica, Monteuliveto, Rovale, Serra San Bernardo, Serrisi, Torre Garga)

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Una notizia positiva.

Adesso siamo meno isolati.

Dopo cinque anni torna all’aeroporto “Pitagora” di Sant’Anna (Crotone) la compagnia di bandiera, l’Alitalia, che effettua ogni giorno due voli per e da Roma Fiumicino ed un volo per e da Milano Linate.

Si tratta di una notizia davvero positiva anche per San Giovanni in Fiore. Non è di poco conto il fatto che ora abbiamo un aeroporto a circa mezz’ora dal nostro centro, e si aprono serie e concrete prospettive non solo per il trasporto, ma anche per settori della nostra economia che possono cosi superare quelle che sono le croniche carenze infrastrutturali che tengono a freno tante potenzialità del nostro comprensorio. E’ un primo grande passo per far compiere quel salto di qualità indispensabile per l’erogazione di tutti quei servizi indirizzati a soddisfare cittadini ed operatori e consentire, quindi, anche lo sviluppo turistico e culturale di questa parte della Calabria.

Ottima intesa per lo sviluppo del turismo nel Parco della Sila.

 

 

Il Presidente della Provincia di Cosenza ha sottoscritto un’importante intesa con l’Ente Parco nazionale della Sila e le Ferrovie della Calabria per il recupero e la valorizzazione, a fini turistici, della tratta ferroviaria a scartamento ridotto che va da Moccone a San Giovanni in Fiore. L’intesa, che prelude all’utilizzo della tratta, attraversata dal treno a vapore, è stata sottoscritta dal Presidente della Provincia di Cosenza, dalle Ferrovie della Calabria e dal Parco della Sila.

Obiettivo del progetto è il recupero e la valorizzazione a fini turistici della tratta ferroviaria a scartamento ridotto, una delle strade ferrate più alte d’Europa sotto il profilo altimetrico, che attraversa luoghi di rara suggestione e bellezza.

Le opportunità a sostegno del progetto sono quelle derivanti dal quadro di programmazione comunitario 2007-2013 che consentiranno l’attuazione di previste iniziative di turismo sostenibile sul territorio silano, mobilità eco-compatibile, divulgazione del patrimonio culturale e paesaggistico, promozione dell’offerta eno-gastronomica.

Le linee presenti nell’intesa sono quelle relative ad interventi di natura diversa che comprendono sia la ristrutturazione della linea ferrata che dei caselli lungo la tratta; la ristrutturazione e la trasformazione di immobili originariamente adibiti a stazioni di sosta, in centri di accoglienza e di orientamento alla visita del Parco; la creazione di una serie di attività turistico-ricettive quali B&B, ristoranti tipici, vendita di prodotti locali e di gadget del Parco, centri didattici del Parco, e comunque azioni volte all’offerta di servizi di accoglienza e di intrattenimento per i turisti. “La sottoscrizione di questo importante protocollo, afferma la provincia cosentina, è sicuramente un primo tassello di una direttrice che porta verso un più ampio progetto di sviluppo sostenibile per un’area che non è solo un patrimonio naturalistico, antropologico e culturale della nostra provincia, ma è una fra le più interessanti d’Italia. Rilanciare il vecchio tracciato ferroviario che attraversa la Sila, utilizzando il “Treno del Parco” con la locomotiva a vapore, costituisce motivo di attrazione turistica e di recupero di una tradizione che ha segnato per decenni la vicenda economica e sociale dell’altopiano silano”.

Accorato appello per San Giovanni in Fiore da parte del Presidente dell’Associazione degli Emingrati “HERITAGE CALABRIA” FrancoisXavier Nicoletti attraverso il blog.

Carissimo,
il testo della lettera di Pippo Callipo a noi emigrati puo darti uno stimolo a inviarla sul tuo blog,trasmettendo il tuo pensiero sulla situazione che si vive a Sangiovanni come pure in Calabria…pensiero che hai chiaramente espresso nei tuoi messaggi quotidiani a noi tutti.
 Forse é la volta buona per cambiare rotta e avviarci verso un destino piu generoso e comunque piu giusto per il nostro popolo.La Calabria ha un ruolo importante nell`EUROPA di domani,ma noi calabresi dobbiamo esseri coscienti delle nostre responsabilità e mutare il nostro comportamento e le nostre analisi…aumentare i nostri sforzi cercando in tutti i modi di migliore la nostra ricerca verso una cultura piu sociale,piu umana,piu universale.
 E Sangiovanni in Fiore?
  Uno sforzo particolare deve essere fatto da chi sente passione e amore per quest nostro afflitto paese e tentare  di costituire un ” COMITATO “di uomini capaci di parlare,spiegare,convincere gli amici, i paesani,confidenti e non confidenti,simpatici e a volte noiosi,calmi e nervosi,vecchi politici e simpatizzanti di ogni sorta di “setta”creatasi nel nostro ormai irrequieto paesello…insomma parlarsi e convincersi che TUTTI NOI portiamo sulle nostre spalle la responsabilità dell`auspicato cambiamento!
 L`esperienza organizzativa ed umana delle “Primarie Sangiovannesi”,andate  allo sfando per colpa di chi sapeva e voleva solo perdere tempo e farlo perdere a chi poteva utilizzarlo piu proficualmente,puo certamente ora servire per il bene del paese e per profittare di tutti gli insegnamenti dei quali ha beneficiato chi ha lavorato con passione e ardore,perché voleva il bene del paese: ecco.ora vi é l`occasione e l`opportunità di lavorare e con ardore tentare di scegliere una persona,un sangivannese,un paesano onest e buono,capace di amministrare bene il nostro territorio.
 Io penso che questa dovrebbe essere oggi la tua battaglia.Certo non ho titoli ne merito che tu  mi dia ascolto,ma io ho ascoltato il tuo appello quando hai aperto il blog e sono sinceramente convinto che a Sangiovanni vi é tanta gente e tanti giovani disposti come me a dare inizio a questa sfida per riscattare il paese di Gioacchino e tentare di procurarci un po di benessere,dopo tante sofferenze morali e fisiche.
   Vedi tu.
Un augurio di buone feste e un saluto fraterno,
 FrancoisXavier Nicoletti
LETTERA APERTA DI PIPPO CALLIPO AGLI EMIGRATI CALABRESI

Cari Amici,

 

mi rivolgo a Voi che da tempo siete lontani dalla nostra Calabria.

Terra che avete dovuto abbandonare ma che, sono certo, è sempre nei Vostri cuori.

A Voi desidero rivolgermi per rendervi partecipi delle ragioni della mia scelta di candidarmi alla presidenza della Regione Calabria.

La realtà che quotidianamente viviamo in questa Regione è drammatica.

Molte aree sono in mano alla mafia ed alla cattiva politica,
la sicurezza del cittadino è a rischio, la legalità marginale, imperversano codici, regole e metodi che non sono quelli dello Stato.

La salute dei cittadini e del territorio è solo oggetto di interessi politici e clientelari.

I “prenditori” fanno buoni affari, mentre per noi imprenditori vivere ed operare in Calabria è diventato sempre più un atto eroico.

I giovani sono costretti ad emigrare in cerca di un futuro, , esattamente come un secolo fa.

In questo triste scenario ho sentito il dovere morale di raccogliere l’esortazione dei tanti Calabresi che mi hanno chiesto – dopo anni di battaglie a favore dello sviluppo socio-economico di questa terra – un mio impegno personale alle prossime elezioni regionali.

Ridare dignità alla Calabria, ulteriormente impoverita da questi moderni “barbari”, e renderla  semplicemente una regione “normale” sono gli obiettivi del mio impegno.

Voi, che avete provato il dolore del distacco dalle Vostre radici e dai Vostri affetti, potete certamente comprendere i sentimenti che animano questa mia scelta.

Per tale motivo proprio con Voi – molto spesso ignorati dalle istituzioni calabresi perché lontani e non più nel subdolo gioco del potere – vorrei aprire un ponte ideale ed avviare un dialogo concreto in modo da ricevere preziosi suggerimenti e indicazioni, per cercare di rilanciare e “rianimare” questa nostra, nonostante tutto,  amata Calabria.

A questo scopo chiunque volesse rispondere a questo mio appello può farlo scrivendomi direttamente al seguente indirizzo di posta elettronica: calabresi@callipopresidente.it

Ve ne sarò grato.

 

Con sincera amicizia e cordialità.

 

Filippo Callipo

Cultura e musica: lettera aperta di Enzo Gigliotti.

 

Anche la cultura e la musica in particolare, nella nostra cittadina, deve avere una certa appartenenza o quantomeno simpatia politica per poter emergere.

 

Sono ormai lontani i tempi, quando la Banda cittadina Paidea prima e Nuova Paidea dopo, supportata da idonei finanziamenti dei vari Enti pubblici, allietava per le strade gli uditi dei più raffinati.

Altri tempi, altre storie.

Oggi per ascoltare una Banda Musicale per le strade del nostro centro accompagnare solenni Riti Religiosi, bisogna subire per una città di 20.000 abitanti circa la mortificazione di rivolgersi verso i piccoli comuni del nostro circondario, Caccuri, Cerenzia e Rocca Bennarda (evito di citare altri piccoli centri) e chiedere di poter accompagnare le nostre Processioni.

Comuni molto più piccoli del nostro, ma lungimiranti, di sicuro con Amministrazioni locali che hanno tenuto in debito conto la cultura musicale che per chi non ne fosse edotto, è anche Cultura di vita e di sana crescita formativa dell’individuo.

Tutto questo con semplici gesti fatti di passione politica ed amore per il proprio paese ed i propri giovani, non penso che gli amministratori di quei piccoli Comuni abbiano investito nelle Bande locali dei  soldi di tasca propria, piuttosto hanno chiesto alla Provincia ed alla Regione, di sostenere quei progetti.

Una Banda Musicale per costituirsi e mantenersi ha bisogno di aiuto, è impossibile che riesce a mantenersi con i ricavi delle sole manifestazioni che effettua, servono soldi per pagare il Direttore pagare un minimo ai Maestri che seguono i ragazzi nei vari strumenti musicali, cosa più onerosa, comprare quegli strumenti che nessuno vuole suonare tantomeno comprarsi da solo, tipo Bassi Tuba, Corni, Bombardini ecc. e se non si vuole gravare sulle tasche dei partecipanti, questi soldi da qualche parte devono arrivare.

Non possiamo certamente affermare che il nostro Comune non investi in Cultura o in attività di sostegno, di sicuro possiamo affermare che le simpatie o antipatie politiche o altro, possano essere determinanti nel successo di ogni iniziativa.

Con questo non si vuole in nessuno caso schierarsi contro le tante iniziative attive nella nostra cittadina ben vengano altre cento di queste, ma sappiamo che la Banda Musicale è l’emblema di una città, colei che più di ogni altra identifica la cultura di un paese.

 

Enzo Gigliotti