La vera informazione non avrà più confini.

16447-White-Person-A-Workaholic-Floating-On-A-Yellow-Inner-Tube-In-The-Ocean-While-Typing-On-A-Laptop-Computer-Clipart-Illustration-Graphic.jpg
Oggi molti giornalisti di grandi testate scendono in sciopero come quelli del  Corriere che sono reduci da 2 giorni di sciopero. A La7 diversi giornalisti rischiano il licenziamento. L’Eco di Bergamo, dopo 120 anni, da pochi giorni è diventato un piccolo tabloid. Il Giornale perde 30 milioni l’anno. I dipendenti di Telegenova non prendono lo stipendio da luglio. La Rai agonizza nei debiti. Un rapporto mostrato al recente Forum del World Association of Newspapers tenuto ad Amburgo, indica per la prima volta il segno meno a livello mondiale di vendite di giornali. Il calo totale è dello 0,8% di cui Europa e Nord-America registrano il calo più vistoso: rispettivamente il 13,9 e il 4,9%. In Italia molti giornali tirano avanti grazie ai finanziamenti pubblici, senza di essi chiuderebbero bottega in un attimo.
In compenso Google Italia fattura pubblicità per 600 milioni l’anno, più del gruppo Espresso e Mondadori messi assieme. L’Agcom (L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) gli fa i conti in tasca, ma tra un po’ sarà roba morta pure quella. Altro che “regolazione internazionale della Rete da farsi in sede Onu” come vorrebbe qualcuno, o qualche ministro. Un ministro voleva regolamentare le dirette web con un insulso e inutile decreto del governo: aria fritta. Vogliono far pagare il canone Rai nelle bollette Enel: ancora aria fritta. I network sono ormai social. La rete è social. E’ democrazia diretta. Partecipazione. Tutti siamo potenziali giornalisti corrispondenti o inviati dal luogo in cui ci troviamo. Anche se qualcuno cerca di bloccare lo sviluppo del Wi-fi, il risultato, in ogni caso, si vede: l’Italia ha poco più di 4 mila hot-spot pubblici, la Francia oltre 30 mila. La Gran Bretagna circa 28 mila, la Svezia 7.700 e rotti nonostante una popolazione ben più ridotta. È per questo che da noi è così anomalo vedere studenti o ragazzi con il computer nei caffè, come invece è ormai usuale in molte città europee. Il valore per sopravvivere in rete è la reputazione, l’onestà, il non essere sotto un padrone. La visibilità ce l’hai se la meriti, non se ti fai raccomandare dal produttore e dalla produttrice della televisione.
Blog e siti video hanno ormai soppiantato il miliardario mercato delle frequenze. L’informazione in rete non si paga. Mantenere un blog ogni giorno è un lavoro che non dà introito economico. Richiede tempo per il mantenimento,  ma dà grande soddisfazione rinfrescare la vetrina agli occhi del popolo di naviganti che esige libertà libertà libertà. Tutto ciò è un passaggio che non so quanto durerà e a cosa porterà. Certamente trasformerà molto. Forse, un domani, scompariranno i confini nazionali, le cortine di ferro, presidenti e sottosegretari saranno soprammobili. Tutti in rete ad aggiornare le pagine di Wikipedia sulla storia del giornalista, figura che sarà vetusta in quanto superata dalla tecnologia della rete che ci trasforma tutti in testimoni del nostro tempo. Sempre in diretta.
Siamo noi gli agenti del cambiamento, non aspettiamo che siano gli altri ad agire per nostro nome, è arrivato il nostro momento, siamo noi gli attori della differenza!
Solo attraverso una corretta informazione potremo essere liberi!

San Giovanni in Fiore – CENTRO STUDI GIOACHIMITI.

 66316_158860830811821_107550559276182_343395_1004900_n.jpg

La cultura dei fac-simili.

 

Ho appreso che è stato donato un fac-simile di un codice miniato di profezie illustrate gioachimite da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena al Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Grande entusiasmo per l’arricchimento della biblioteca del Centro Studi. Nulla togliere all’impegno dei membri del Centro Studi e al fac-simile donato, ma non si può pensare di costruire una grande biblioteca con una raccolta di copie e fac-simili delle opere di Gioacchino. Quello che doveva essere la riscossa del Centro Studi Gioachimiti a livello culturale si sta trasformando in una cultura della raccolta delle copie e dei fac-simili delle opere gioachimite.

Non si costruisce una politica culturale per la città con superficialità e facendo passare la donazione di alcune copie e fac-simili come eventi importanti.

È necessario, invece, fare quello che prima non si è mai fatto per mancanza di attenzione e di progettualità: lavorare con iniziative di ampio respiro per la valorizzazione delle strutture e del patrimonio culturale della città. A cominciare, ad esempio, dall’organizzare, con impegno, una mostra di tutte le opere originali di Gioacchino (magari in Abbazia) raccogliendole e facendole pervenire in città da tutto il mondo, coinvolgendo esperti, artisti e studiosi internazionali, in quanto esse    rappresentano una risorsa di grande originalità sia sotto il profilo culturale, artistico, storico-teologico e turistico. Poi intorno a questa mostra si potrebbe costruire il percorso e la struttura di un centro culturale incentrato sul tema della multimedialità che spazi dalla comunicazione su carta a quella cinematografica e televisiva.

Non è certo inseguendo e dando importanza ad alcune copie e fac-simili delle opere di Gioacchino che si possono ottenere risultati importanti.

La risposta di Caridi al Deputato Franco Laratta e Naccari per le loro critiche: è evidente che la sconfitta elettorale non è stata ancora digerita.

Da “Il Domani della Calabria”

CATANZARO – In merito alle dichiarazioni critiche sull’attività della giunta regionale da parte del deputato del Pd Franco Laratta e del dirigente nazionale dello stesso partito, Demetrio Naccari Carlizzi,  pubblicate ieri sulle pagine de “Il Domani della Calabria”, l’assessore alle attività produttive, Antonino Caridi, ha voluto replicare precisando che «ancora una volta, il carneade Laratta ed il plurisconfitto Demetrio Naccari, tentano di screditare l’azione di Scopelliti e del sottoscritto attraverso note e comunicati che, di concreto, non hanno nulla se non la solita acredine verso chi è stato eletto con larghi consensi». «Leggendo con attenzione la nota dell’ineffabile duo – ha sottolineato ancora l’assessore – non notiamo, al di là della propaganda anti Scopelliti/Caridi, nessun argomento di natura tecnica sul quale confrontarsi. Mi chiedo, ma è possibile che questi signori della politica, capaci solo a criticare il lavoro altrui, quando hanno avuto la possibilità di governare, nessuno ricorda opere ed azioni messe in campo?». L’assessore ha successivamente spiegato alcuni dettagli tecnici, rispondendo punto per punto alle critiche degli esponenti del Pd. «Per entrare nel dettaglio – ha aggiunto Caridi – il bando messo in campo dall’attuale Giunta regionale ha ricevuto plausi e consensi, non solo sul piano politico, ma soprattutto sul piano strettamente tecnico, poiché è frutto di un lungo lavoro di concertazione con le categorie interessate. Probabilmente questo passaggio è sfuggito all’ineffabile duo, i quali, non trovano di meglio che continuare ad attaccare con dichiarazioni fumose Scopelliti e la sua giunta». L’assessore è intervenuto sulle altre questioni messe in campo nella nota di ieri e ha dichiarato che: «Vorrei ricordare che il fondo di garanzia è stato deliberato con delibera di giunta del dicembre 2009, ma tale delibera non era in linea con il Por e in ogni caso mancava il regolamento attuativo. Per quanto riguarda i pacchetti agevolati per l’industria, sono gli unici strumenti operativi che questo Por, costruito in modo pressoché ermetico e di difficile attuazione dalla precedente giunta, ci consegna. Proprio per questo stiamo procedendo alla modifica, in effetti non sarebbero attuabili così come sono, perché non rispecchiano i reali meccanismi del nostro mercato. In merito alla graduatoria 266 mi piacerebbe che Naccari Carlizzi ci spiegasse come mai la commissione nominata con decreto del Direttore Genarale del 22 Marzo non ha proceduto alla valutazione delle domande. Insomma, sono solo argomenti vuoti, pensieri senza contenuto tecnico, che hanno come unico obiettivo quello di più avere spazio sui media. In particolare del lavoro dell’ex assessore al Bilancio, stiamo pagando le conseguenze, per un modo scellerato di amministrare la cosa pubblica. La politica degli annunci, cari Laratta e Naccari è finita. La stagione delle promesse si è ormai conclusa. E’ evidente a questo punto la sconfitta elettorale non è stata ancora digerita.

Non si trovano falegnami, sarti, cuochi e altre figure professionali.

Immagine18.jpg

Difficile reperire 147mila lavoratori

 Studio di Confartigianato

Mancano installatori di infissi, panettieri, pasticceri, sarti ma anche falegnami e cuochi: per le aziende italiane nel 2010 sarà difficile reperire il 26,7% delle figure professionali delle quali hanno bisogno: è quanto emerge da uno studio della Confartigianato che elabora i dati del Rapporto 2010 Excelsior-Unioncamere secondo il quale a fronte di circa 550.000 nuove assunzioni previste per l’anno le aziende avranno difficoltà a coprire oltre 147.000 posti.

Valutazione della mortalità, dell’incidenza dei tumori e malattie varie a San Giovanni in Fiore.

MH900436005.JPG

Anche se nessuno ne parla, qui a san Giovanni in Fiore esiste una certa preoccupazione nella popolazione (anche riguardo ai bambini) che vi sia una maggiore mortalità o frequenza di malattia, in particolare tumori e malattie cardiovascolari. Questa preoccupazione dovrebbe essere raccolta dalle varie Autorità Amministrative locali (in particolare Provincia e Comune) e trasmessa alle Autorità Sanitarie competenti. C’è bisogno di dati di malattia (una statistica), più informazione e trasparenza perché ciascun cittadino possa farsi la propria opinione.

Forse c’è bisogno di uno studio approfondito dei dati relativi al numero di decessi per cancro, leucemia, malattie cardiovascolari ecc. registrati nel Comune di San Giovanni in Fiore almeno negli ultimi dieci anni se non più. Che i dati ottenuti vengano (possibilmente) confrontati con quelli dei comuni limitrofi e con i valori di incidenza di queste malattie a livello provinciale, regionale e nazionale.

In sintesi le domande sono queste:

Abbiamo delle informazioni disponibili in modo tale da evidenziare una maggiore mortalità o una maggiore incidenza di tumori e altre malattie a San Giovanni in Fiore legata alle condizioni sociali ed economiche, a fattori ambientali, al suo territorio, agli stili di vita, all’accesso ai servizi e altro?

Abbiamo un “Piano per la Salute” o meglio, un “Patto Locale di Solidarietà per la Salute” che coinvolga i cittadini, tutte le istituzioni e gli organismi competenti, associazioni e volontariato, per lavorare insieme attivamente, costantemente e con metodo, per migliorare veramente la salute dei cittadini sangiovannesi tutti?

250.000 € per una sera in tv a Benigni?!

x19926623.jpg

La questione del programma televisivo Fazio/Saviano sembra, a prima vista, la solita prepotenza di qualche vertice della RAI contro un programma probabilmente percepito come non in linea o, comunque, “contro”. Ho sempre avuto la massima stima di Saviano come scrittore ed uomo che paga sulla propria pelle il coraggio della denuncia e Fazio, pur non condividendo molte delle sue cose, mi ha sempre divertito. Ho seguito, con un certo fastidio, gli articoli che si sono susseguiti sulla stampa a questo proposito, sempre pensando che in fondo si volesse esercitare una forma di «censura preventiva». Fino ad oggi. Quando il manager di Benigni tranquillamente dice che per garantire la presenza dell’attore toscano erano stati offerti (e ovviamente prontamente accettati) duecentocinquantamila euro. DUECENTOCINQUANTAMILA EURO? Per essere presente ad una puntata di un programma televisivo? Non voglio fare il moralista e capisco la necessità di fare audience per attirare pubblicità e mi rendo conto che la RAI probabilmente spende (spreca?) più soldi per garantirsi la presenza di personaggi meno interessanti e meno qualificati di Benigni in altri programmi, ma duecentocinquantamila euro? Con la scuola in disastro, con la sanità che in tante regioni è da terzo mondo, con tagli orizzontali alla spesa pubblica che non permettono alcuno sviluppo dell’economia? Saranno anche una goccia nel mare, ma il canone RAI è pagato da tutti ed è una vera e propria tassa. Proprio perché esiste un canone la gestione della RAI è interesse di tutti e la logica meramente aziendale può essere applicata solo fino ad un certo punto. Dispiace che parecchi capi-partito e politici vari abbiano perso una buona occasione per tacere facendo diventare la presenza del povero (scusate ricchissimo) Benigni una faccenda di vita o di morte su cui si gioca la libertà di parola.

I parlamentari non vorrebbero andare a casa: aspettano la pensione!!!

parlamento-italiano.jpg
Antonio Borghesi del partito “Italia dei Valori” il 21 Settembre 2010 ha presentato una mozione per ridurre la pensione ai parlamentari, o meglio per rapportarla alla pensione di tutti gli altri lavoratori italiani.
Ecco come è andata la votazione: su 525 parlamentari presenti, di tutti i partiti, nessuno escluso, 498 hanno votato no alla riduzione della pensione, si 22 e astenuti 5.
E quando mai si e’ vista una maggioranza cosi schiacciante!?
Chissà se invece oggi si è formato un partito trasversale per bocciare l’ipotesi del voto subito!?
Anche molti parlamentari calabresi rischiano di “trovarsi in mezzo a una strada” e probabilmente per loro non ci sarà l’agognata pensione.

Da un’inchiesta di Domenico Marino “Gazzetta del Sud” pubblicata il 15 ottobre 2010 emerge quanto segue:

Da Gazzetta del Sud del 15 ottobre 2010.

Pensioni parlamentari, chi gode e chi spera Decisamente più folto il fortunato gruppo degli ex che il vitalizio lo ricevono già ed è pure assai più ricco.

Domenico Marino

Il partito trasversale degli aspiranti al vitalizio. Sono numerosi i parlamentari calabresi che non hanno ancora maturato la pensione. Sono gli sfortunati eletti nelle ultime legislature, perché fino al 2007 bastavano due anni e mezzo di intenso lavoro in aula per ottenere il diritto al vitalizio. Diamo spazio a nomi e cognomi degli aspiranti cosentini e calabresi.

Aurelio Misiti (Gruppo Misto) maturerà la pensione il 28 aprile 2011, quindi mancano ancora più di 190 giorni. Stesso discorso per Franco Laratta (Pd) e le compagne di partito Maria Grazia Laganà Fortugno e Rosa Villecco Calipari. Sono tutti stati eletti per la prima volta nel 2006 ma quella legislatura targata Prodi e Ulivo durò troppo poco. Così come potrebbe succedere con questa in corso. Se la generazione 2006 trema per questo, sono addirittura terrorizzati gli esordienti del 2008 che matureranno il diritto al vitalizio il 28 aprile 2013, quindi devono “lavorare” ancora per quasi 930 giorni: Santo Versace (Pdl), Ignazio Messina (IdV), Doris Lo Moro (Pd), Roberto Occhiuto (Udc), Elio Belcastro (gruppo Misto), Michele Traversa (Pdl), Giovanni Dima (Pdl).

Al Senato, mancano poco più di 190 giorni al senatore del Pd e commissario regionale del partito calabrese, Adriano Musi, che maturerà il diritto alla pensione il 28 aprile 2011, così come l’ex Pd ora Api Franco Bruno. Dovranno aspettare sino al 28 aprile 2013, invece, quindi quasi 930 giorni, Vincenzo Speziali (Pdl), Luigi De Sena (Pd).

Ricordiamo, a questo punto, quanti il diritto al vitalizio l’hanno già maturato in passato. E quanto ricevono mensilmente. Procediamo in rigoroso ordine alfabetico aprendo con Natino Aloi, storico esponente calabrese del Msi, che grazie a quattro legislature ha maturato il diritto a 8.455 euro di pensione della Camera dei deputati. Quindi Giuseppe Aloise, eletto nelle file del Ppi: una legislatura alla Camera, 3.108 euro. Tre legislature al Montecitorio e 6.590 euro per l’assessore comunale Franco Ambrogio. Quindi l’ex Dc Dario Antoniozzi: 31 anni di parlamento e 9.947 euro di pensione dalla Camera dei deputati. Due legislature e 4.725 euro per Sandro Bergamo. Due legislature alla Camera e 4.725 euro per l’ex Dc Pasqualino Biafora. Ha inanellato tre legislature nell’aula di Montecitorio il comunista Mario Brunetti, guadagnando il diritto a 6.590 euro. Due volte eletta al Senato l’ex sindaco di Paola Antonella Bruno Ganeri (Ds). Per lei 4.725 euro di pensione. Cinque legislature e 9.387 euro di pensione per lo storico leader democristiano Pietro Buffone. Un legislatura e 3.108 euro per l’ex Dc Geppino Camo. Due legislature a Palazzo Madama con la Democrazia cristiana e 4.725 euro di pensione per Franco Covello. Cinque legislatura tra Camera e Senato per Salvatore Frasca (Psi): 9.387 di pensione pagata da Palazzo Madama. Solo una legislatura, quindi appena 3.108 per l’antropologo Luigi Lombardi Satriani. Come lui anche l’ex sindaco di Cosenza Pietro Mancini. Tre elezioni per Antonio Mundo (Psi): 6.590 euro. Ancora, tre legislature e 6.590 euro di pensione all’ex assessore comunale Anna Maria Nucci. Quattro elezioni alla Camera dei deputati e 8.455 euro per il presidente dell’amministrazione provinciale Mario Oliverio. Ammonta a 4.725 euro, invece, la pensione di Giuseppe Pierino (Pci). Una sola elezione al Senato e quindi 3.108 euro per Franco Pistoia (Dc). Tre legislature e 6.590 euro ai Dc Carmelo Pujia e Pierino Rende. Una legislatura in meno per Massimo Veltri: 4.725 euro. Il vitalizio si cumula con tutti gli altri redditi. Quindi con le indennità di sindaco, assessore, presidente della Provincia e molto altro.

Alla faccia della crisi!!!

Solidarietà ai giovani, agli operai e ai lavoratori senza lavoro.

sangiovanni02confolla.jpg

Senza alcun dubbio sono solidale con gli operai di Piazza San Giovanni a Roma, ma non con coloro che erano lì per finta o per cercare visibilità.

Non sono solidale con i sindacalisti che hanno venduto tutti i lavoratori e che si spianano la strada per poi diventare parlamentari.

Non sono solidale con i vari rappresentanti dei partiti politici, presenti alla manifestazione, con gli stipendi più alti d’Europa pagati dai noi italiani, lavoratori, pensionati e da tutti i cittadini disoccupati.

Non sono solidale con i giornalisti presenti che vivono di finanziamenti pubblici, con i nostri soldi.

Non sono solidale con i teorici ( filosofi) che stanno sempre al caldo e sempre in prima fila alle manifestazioni del popolo per la loro visibilità.

Non sono solidale con quelli che fanno solo parole, ma non hanno mai risolto un solo problema.

Sono solidale con  chi ha perso il lavoro perché molte aziende italiane (grazie ai sindacati, governi di sinistra e di destra) hanno portato le loro fabbriche in altri Paesi, ma producono sempre Made in Italy“.

Sono solidale con chi è precario grazie alle leggi dei vari governi di destra e di sinistra con il silenzio assenso dei sindacati.

Sono solidale con chi ha perso il TFR (la liquidazione) che grazie ai sindacati hanno investito in fondi e che poi si sono rivelati perdenti facendo sparire i loro soldi.

Sono solidale con tutti quegli operai e lavoratori che hanno visto migliaia di colleghi morire sul lavoro a causa della “non sicurezza” nel silenzio più assoluto delle Istituzioni.

Sono solidale con tutti quei genitori che hanno salutato i propri figli, partiti a decine di migliaia verso altri Paesi europei per un lavoro, e soprattutto dopo una laurea pagata dalla famiglia con grandi sacrifici.

Sono per un sussidio di disoccupazione dello Stato per vivere in attesa di un lavoro, come avviene in altri Paesi europei.

Sono per veri uffici di collocamento che funzionino e che aiutino realmente le persone a trovare un lavoro.

Sono per la lotta all’evasione, una lotta dura, implacabile, per evitare che i pensionati e i lavoratori dipendenti paghino sempre per tutti.

Sono per tutti quegli operai e lavoratori presi per i fondelli una volta di più da coloro che li hanno venduti.

Sono solidale con gli operai di Piazza San Giovanni a Roma perché erano lì ad ascoltare promesse da parte di chi non ne ha mai mantenuta una, per incapacità o per calcolo.

Sono solidale con tutti i giovani laureati e diplomati sangiovannesi, calabresi e con tutti coloro che ancora un lavoro non lo hanno trovato e che manifestano in maniera civile e responsabile la loro preoccupazione per il futuro.

Oggi gli unici autorizzati a manifestare e a parlare sono i giovani, i laureati, i diplomati, gli operai e i lavoratori disoccupati, perché ormai nessuno li rappresenta più.

SGF – INTERVISTA ALL’ASSESSORE COMUNALE GIOVAMBATTISTA BENINCASA.

 

benincasa_battista_3.jpg
ETA’? 46 anni

 

SPOSATO? Con Giuseppina Pastore, una figlia, Annarosa, di 16 anni.

 

PROFESSIONE? Funzionario Regionale e dallo scorso giugno distaccato presso la struttura speciale  dell’On. Giuseppe Caputo, Presidente della prima commissione permanente presso il Consiglio Regionale della Calabria.

 

ULTIMO LIBRO LETTO? Le affinità elettive di Goethe.

 

SQUADRA DEL CUORE? Non ho alcun interesse per il calcio.

 

QUANDO E PERCHE’ HA INIZIATO A FARE POLITICA? Diciamo che sin da bambino ho iniziato a respirare in un ambiente in cui si parlava e si faceva politica. Nella casa paterna infatti abitava con noi un fratello di mio padre, dirigente del M.S.I., più volte consigliere comunale; da casa mia quindi passarono personaggi importanti del partito, come il famoso Ciccio Franco dirigente reggino e senatore della Destra Nazionale nonché principale guida dei moti di Reggio Calabria del 1970,  l’on. Pino Romualdi uno dei fondatori della Fiamma Tricolore assieme ad Almirante, e tanti altri che mi fecero appassionare a quei valori, tradizioni ed idee che la destra di allora, fuori dal c.d. arco costituzionale, portava con estrema austerità come bandiere. Poi gli eventi che cambiarono la politica nazionale ed il fatidico 28 gennaio del 1994, quando nell’ultimo congresso del Movimento Sociale Italiano venne lanciata l’operazione Alleanza Nazionale e venne cambiato il simbolo del partito con Fini che dichiarò: “ci lasciamo alle spalle l’alternativa al sistema per diventare forza di governo”. Fu proprio in quell’anno che anche a San Giovanni in Fiore nacque A.N. e tra i primi fondatori oltre al sottoscritto vi erano Antonio Barile, Francesco Martire e Bernardo Spadafora. Bene, mentre in quegli anni in tutta Italia sparivano e venivano annientati i vecchi partiti e la destra conquistava Comuni, Provincie e  Regioni, la città di Gioacchino invece continuava a mantenere al potere sia i partiti politici tradizionali che la vecchia classe dirigente, pertanto un piccolo gruppo di giovani appartenenti al centro-destra iniziava a costruire l’alternativa al sistema politico sangiovannese. Insomma posso affermare che mi sono sempre impegnato per combattere quella classe politica dirigente che anziché governare per il bene del paese, non ha fatto altro che cercare di espandere il proprio predominio sugli elettori bisognosi per specularci sopra e garantirsi così quel bacino di voti sufficiente per continuare a fare carriera e a stringere patti più o meno leciti. 

 

CI PRESENTA IL SUO ASSESSORATO? Nella concezione della sinistra, l’ambiente è una dimensione meccanica che condiziona l’uomo, nella concezione della destra invece, è una realtà vivente che può avere un armonico rapporto con l’uomo. Al di la delle locuzioni comunque, il problema serio legato all’ambiente è da sempre lo smaltimento dei rifiuti ed è purtroppo una delle voci di bilancio più gravose per il nostro comune, infatti per la raccolta e lo smaltimento versiamo la modica cifra di € 1.300.000 ad una società cosentina, la quale a sua volta si avvale di una cooperativa locale. Visto che i rifiuti domestici meglio conosciuti come “rifiuti solidi urbani”, comunque vanno a finire nella discarica del “vetrano” la cooperativa locale può assolvere benissimo a questo compito con un risparmio almeno del 40% sui costi di gestione. Questo è l’obiettivo che si è posto l’intera amministrazione, infatti tra non molto sarà revocata l’ordinanza alla ditta Calabria-maceri ed il tutto sarà affidato alla cooperativa città pulita. Inoltre ci stiamo attivando affinché decolli un settore fondamentale, ancora poco sviluppato nella nostra comunità e cioè la raccolta differenziata; a tal proposito giace presso l’Assessorato Regionale all’Ambiente un progetto redatto dai precedenti amministratori, che purtroppo in una prima fase è stato valutato negativamente e che a seguito di un ricorso stiamo cercando di far riammettere e finanziare, se il tutto andrà a buon fine  potremo iniziare da subito con la raccolta porta a porta e potremo offrire ai cittadini un servizio diverso, così facendo si potranno togliere dalla circolazione anche quegli odiosi e maleodoranti cassonetti. A parte il problema relativo ai rifiuti, l’ambiente comprende anche tutte quelle attività ad esso connesse come ad es. l’agricoltura, la zootecnia e la forestazione. Penso che questi tre importanti settori vadano aiutati incentivati e rilanciati anche perché possono costituire una fonte di reddito non indifferente per il nostro territorio, anche su questo fronte ci stiamo fortemente impegnando per aiutare questi comparti.  

 

IL 12 APRILE SVOLTA STORICA?

Oserei definirlo il miracolo della rivoluzione sangiovannese, dopo quasi settanta anni di dominio incontrastato della sinistra, la c.d. piccola Stalingrado del sud viene conquistata da un manipolo di uomini. E’ stata infatti una battaglia veramente impari quella che abbiamo affrontato al primo turno, nonostante giocassimo venti contro duecento, siamo riusciti a guadagnare il ballottaggio con Antonio Barile che, riesce ad andare oltre la stessa lista intascando quasi 1500 consensi in più. Poi al secondo turno il trionfo, l’apoteosi con 7 sangiovannesi su 10 che scelgono l’uomo del cambiamento, mandando così a governare persone con idee e programmi completamente diversi dai  precedenti e con il gravoso compito di mutare le cose senza avere nemmeno la maggioranza in consiglio. Stiamo anche convertendo chi ci considerava incapaci ed invece  sta constatando che si trova davanti a gente che riesce anche ad amministrare con competenza. Comunque, c’è da aggiungere che nonostante siano passati oltre sei mesi dal fatidico giorno, qualcuno non riesce ancora a digerire la sconfitta, non riesce ad ammettere che ha provocato danni irreparabili all’economia sangiovannese, non riesce a rassegnarsi ed a collaborare come hanno fatto altre forze politiche che contrariamente hanno dimostrato grande senso di responsabilità e di amore verso questo paese e questa comunità. In ogni caso siamo determinati ad andare avanti, abbiamo deciso di amministrare la cosa pubblica con passione, vigore ed innovazione e con una grande differenza rispetto a chi ci ha preceduto; loro consideravano la politica come mera gestione dell’esistente o, peggio ancora, alla stregua di una ragioneristica amministrazione della quotidianità, noi invece abbiamo questa aspirazione, non vogliamo amministrare, vogliamo trasformare.

 

SU CHE COSA BISOGNA PUNTARE?

Come prima cosa bisogna investire sul prodotto tipico per rivitalizzare un territorio e creare nuove opportunità di crescita occupazionale,  in tal senso ad una riunione avuta nei mesi scorsi con gli allevatori ed il dott. Franco Cimino, ho lanciato e sto lavorando all’idea del prodotto de.c.o. che significa il riconoscimento del prodotto di “denominazione di origine comunale”, solo incentivando la produzione del prodotto nostrano secondo me si può riscoprire nell’agricoltura una forte dimensione identitaria del territorio e questo può inoltre fare da traino ad un ulteriore sviluppo del turismo e di conseguenza dell’intera economia del nostro territorio.

In secondo luogo, bisogna creare una moderna filiera foresta/legno e legno/energia che sia in grado di valorizzare le risorse locali, fornire opportunità di reddito e di lavoro, contribuire alla promozione delle fonti rinnovabili e alla riduzione delle emissioni di CO2. Valorizzare inoltre la risorsa legno, ad esempio puntando sul cippato come combustibile “ecologico” rilanciando così un comparto importante per il nostro territorio, una risorsa fondamentale per aiutare lo sviluppo economico della montagna”. Nei prossimi mesi l’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste riaprirà i termini per la presentazione di progetti legati alla forestazione ed attraverso il P.S.R. l’amministrazione comunale può interagire con la Regione per dare la possibilità alle ditte boschive di poter migliorare il loro parco macchine, in modo da garantire una migliore imprenditorialità per l’esbosco, lo stoccaggio e la prima lavorazione, mentre i proprietari forestali  potrebbero avere la possibilità di realizzare miglioramenti boschivi, di adeguare la viabilità e di vendere il legname alle ditte boschive.

 

PRIMA I 400 DELLE COOPERATIVE E SIAL…ORA ALTRI 400 SENZA LAVORO. SENZA CONTARE I TANTI LAUREATI E DIPLOMATI  A SPASSO. MA PER OTTENERE UN LAVORO, COSA BISOGNA FARE?

La città di Gioacchino ha un problema atavico, la disoccupazione, sin dai primi anni del novecento e fino agli anni cinquanta l’unico modo per risolvere tale problema era l’emigrazione, dopo gli anni cinquanta invece si iniziò a parlare dei c.d. “ammortizzatori sociali”, ciò significava caricare sullo Stato l’onere di garantire il lavoro nei territori svantaggiati al fine di evitare lo spopolamento. Iniziarono così le famose assunzioni di massa degli operai forestali nell’Opera Valorizzazione Sila e si continuò ad assumere ininterrottamente fino alla famosa legge n° 442 del 1994, quell’anno la legge fu promulgata appunto per bloccare qualsiasi tipo di assunzione nel comparto della forestazione. Il blocco delle assunzioni ovviamente non fece altro che far crescere il problema dei senza lavoro ed infatti si organizzarono successivamente alla citata legge gruppi di disoccupati che iniziarono a protestare duramente sbarrando più volte la superstrada, nacque da qui il famoso fondo sollievo della disoccupazione con l’assunzione di oltre settecento persone a carico della Regione ed oggi dell’Afor, poi recentemente le note lotte di sial e cooperative con l’epilogo positivo di questi giorni. Insomma da questa breve cronistoria si capisce chiaramente che il nostro territorio ha continuamente bisogno di essere assistito, che l’unico datore di lavoro che può garantire  sicurezza economica alle famiglie residenti sono le Istituzioni ed inoltre sono sempre di meno quelli che puntano su attività artigianali e commerciali. Possiamo far invertire anche su questo problema la rotta? Ci proveremo, cercando soprattutto di far capire al nuovo gruppo  che si sta organizzando che attingendo ai rubinetti della comunità europea si possono recuperare ed intercettare fondi sufficienti per consentire l’avvio di una serie di attività commerciali ed artigianali che possono altresì assicurare un reddito fisso sia a loro che alle loro famiglie.       

 

>=========<

 

 Il Progetto “Adotta un bimbo della tua città”.

 

SAN GIOVANNI IN FIORE – L’Amministrazione Comunale di San Giovanni in Fiore ha promosso un progetto di solidarietà avanzata “Adotta un bimbo della tua città”. Il progetto è nato per far fronte alla situazione di difficoltà che vivono molte famiglie di San Giovanni in Fiore. “Appena ci siamo insediati, ha detto il Sindaco Antonio Barile, abbiamo promosso uno studio capillare sul tessuto sociale, e da un’analisi dettagliata è emerso un quadro desolante: più di 200 le famiglie in una situazione assai preoccupante”. In questo senso il pensiero non poteva che essere rivolto innanzitutto ai più piccoli, quelli che rischiano di pagare il prezzo più alto. “Adotta un bimbo” va in questa direzione e vuole assolvere con determinazione ad un compito in partenza difficile: dare quanto più possibile pari opportunità a tutti, uguale dignità. L’Amministrazione Comunale, per la delicatezza del tema, ha coinvolto nel Progetto la Chiesa locale. “Un incontro assai proficuo ha detto l’Assessore alla Cultura Giovanni Iacquinta. Quello con tutti i Parroci della città che ha messo in rilievo grande sensibilità da parte loro, disponibilità ad impegnarsi e a condividere, nel pieno rispetto dei ruoli, un’operazione interessante e molto utile di solidarietà. Solidarietà di “vicinato”, appunto, che ha l’obiettivo di non lasciare nessuno in isolamento sociale. Il progetto promosso dall’Amministrazione Barile guarda dunque al bambino della porta accanto, a chi, a due passi da casa nostra, chiuso nel silenzio, si fa vincere dalla timidezza, e non grida i propri bisogni, anche urgenti”. Per adottare un bimbo a San Giovanni in Fiore basta poco. Con un euro al giorno se ne può prendere uno per mano e accompagnarlo negli studi, nel più totale anonimato fra richiedenti e disponibili ad esaudire le richieste di essi.

 

San Giovanni in Fiore – Disoccupati: basta assistenzialismo, ma dignità.

quarto_stato.jpg

Una nuova dignità per 410 disoccupati e le loro famiglie.  Non più mero assistenzialismo.  Dato un vero lavoro a queste persone, non soldi per niente. Grazie alla nuova Amministrazione Comunale e al Sindaco Barile una chance, ma non un vitalizio, dalla Regione. Un risultato veramente importante per il nostro paese, una svolta storica, unica comunità, per il momento, ad usufruire di tutto ciò, una vera vittoria del Sindaco Barile e della sua Giunta.

“Una Regione Calabria che garantisca lavoro e progetti a questi cittadini sangiovannesi. Da parte nostra c’è il massimo impegno affinché, dopo decenni di governo di centrosinistra, San Giovanni in Fiore possa vivere una stagione di riscatto.  Non ci interessa la politica volta all’assistenzialismo che ha portato il territorio ad una situazione drammatica, abbiamo le idee chiare e daremo agli amministratori gli strumenti necessari per lo sviluppo. Noi staremo al fianco del Sindaco Barile e lo aiuteremo a rilanciare il suo comune”. Queste le parole del Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, alla festa di insediamento del Sindaco Barile.

Insomma si sta lavorando seriamente per realizzare interventi finalizzati a rilanciare l’occupazione sangiovannese. Per adesso questi lavoratori saranno impiegati in squadre nei diversi quartieri del paese e in qualche struttura comunale tipo il nuovo canile. Alcuni saranno impiegati in vari servizi del Comune tipo la raccolta differenziata che dovrà ripartire in meglio e subito, e altri in aiuto ai vigili urbani per l’entrata e l’uscita degli alunni delle varie scuole della città. Insomma un grandissimo vantaggio per il nostro territorio, e soprattutto per la città di San Giovanni in Fiore che diventerà senz’altro più bella e più efficiente nei vari servizi comunali.

Lavoro vivo, dunque, che liberandosi dall’assistenzialismo, può produrre vita, ricchezza, società e cultura.