Politica – Una classe dirigente che fa i fatti suoi.

Parlamento_Italiano.jpgOrmai sulla Maggioranza che tiene in piedi il Governo e il Presidente del Consiglio sappiamo tutto, manca invece un’acuta analisi dei nodi e dei problemi seri che stanno strangolando questo nostro Paese.

Capisco che il Presidente del Consiglio  è come la pizza, e quando si parla di problemi italiani all’estero non se ne può fare a meno, ma insistere solo sul Capo, qui in Italia, come fa questa opposizione da anni, non aiuta certamente a risolvere i problemi che attanagliano la nostra Nazione.

Un’opposizione, la quale nei momenti decisivi in Parlamento è sempre assente, che non sa dire altro che il Capo del Governo si deve dimettere. Va bene sono d’accordo! E poi? Qual è l’alternativa? Quali sono le proposte alternative?  Qual è il programma alternativo? Con quale maggioranza? Con quali uomini? Con gli stessi che non danno credibilità ai loro mandati, frutto del Porcellum?  Suvvia andiamo!

Si parla ormai ogni giorno del nostro altissimo debito pubblico, un macigno sulla nostra economia, un macigno che ormai sgretola tutto cancellando anche il futuro dei nostri figli e forse anche dei nostri nipoti. Ma chi ha generato questo debito pubblico se non tutte le maggioranze di governo che si sono succedute fino a quella odierna insieme a tutta la classe politica con tutta una serie di provvedimenti assurdi e sballati?  Non certo noi cittadini! Ma davvero dobbiamo essere noi lavoratori,  pensionati, dipendenti pubblici, la scuola, la sanità, i malati, i disabili, le donne, i giovani, a dover pagare il conto? La cosa che più mi indigna è che mentre questo disastro sociale è in corso, questi uomini politici e questi partiti continuano a massacrarci con ulteriori scelte scellerate. Loro non si sono tagliati neanche un centesimo. Addirittura alcuni tagli sono stati rinviati alle prossime legislature, come è avvenuto in questi giorni alla Regione Calabria. E perché non subito?

Nonostante tutto, questa classe dirigente, e quando dico classe dirigente significo maggioranza, opposizione, politici, economisti, grandi imprenditori, grandi intellettuali, grandi giornalisti e quotidiani vari, fa i fatti suoi. Una classe dirigente che si è ormai costituita in una nuova classe dei ricchi, dei privilegiati nonché oligarchia nobiliare. Noi cittadini tutti, invece,  siamo ridotti a sudditi, fra poco senza neanche un minimo di dignità, una massa di pecoroni da tosare, bestie al basto ad uso dei politici tutti, nazionali, regionali e anche provinciali, che mentre l’Italia affonda, questi continuano a fare i soliti giochetti con le loro grette battaglie di potere infischiandosene di quell’unico obiettivo che dovrebbe essere il “bene comune”, e con cui ogni giorno si riempiono la bocca.

Non mi si venga a dire che questa è antipolitica! La vera antipolitica è quella che quotidianamente attua questa classe dirigente senza fare alcuna politica seria, e oggi c’è, invece, un disperato bisogno di “Politica Sana”.

PGS

L’Oscar di Bilancio.

images.jpgFermo restando che le province vanno abolite in quanto enti intermedi inutili e costosi, gli Oscar di Bilancio sono un fatto burocratico, una barzelletta all’italiana, una propaganda mediatica. Infatti, non sono attribuiti dai cittadini. I bilanci degli enti pubblici , soprattutto quello degli enti locali, non sono altro che una dimostrazione di bravura contabile. Insomma l’Oscar di Bilancio non è sinonimo di buoni servizi, si vedano strade statali e provinciali dissestate, depuratori non funzionanti, ambiente e spiagge inquinati, e poi tante scuole ormai fatiscenti nelle province. Tutte queste iniziative aumentano la spesa pubblica e danneggiano le Istituzioni. Non è obbligatorio partecipare a questi Oscar, ma bisogna avere il coraggio di non aderire ad iniziative simili e pensare al fare. Non è necessario apparire con queste iniziative, ma è necessario gestire la cosa pubblica con responsabilità dando credibilità alle Istituzioni perché esse siano veramente forti senza perdere l’unico obiettivo che è il bene comune.

PGS

San Giovanni in Fiore – Ospedale: per questa volta le campane suonino a festa!

untitled.pngMolta paura per una giovane gestante alla nona settimana. In brevissimo tempo dallo sconforto si passa alla gioia. Mentre il medico di turno pensa di effettuare un raschiamento, il suo ginecologo rassicura la giovane che tutto va benissimo. Una vicenda, fortunatamente, finita bene.

La vicenda: una ragazza di circa venticinque anni si è recata qualche mattina fa presso l’ambulatorio di ginecologia del nostro nosocomio cittadino per un controllo di routine essendo alla 9° settimana di gravidanza. Il medico di turno, dopo averla visitata, le avrebbe ordinato il raschiamento perché il feto, secondo il suo parere e i suoi controlli medici, ormai era morto, anzi se non si fosse intervenuti subito, sempre secondo il medico, si poteva compromettere la salute della stessa mamma, quindi, ordina immediatamente il ricovero per effettuare l’intervento il giorno seguente.  Ma la ragazza sentendosi bene e non avvertendo alcun malore, per sicurezza, si è rivolta al suo ginecologo di fiducia per ulteriori accertamenti.
Il medico di fiducia, dopo avere effettuato i dovuti controlli insieme ad un’ecografia, le fa subito notare che il bambino è sano e sta molto bene, il suo cuore batte forte e tutto procede nel migliore dei modi. La futura mamma che aspetta il suo primo bambino, rivelando l’incredibile vicenda, passa dallo sconforto più cupo alla gioia più grande insieme a tutta la sua famiglia.

Tante domande mi sorgono spontanee, ma forse in questi momenti è meglio stare in silenzio  e riflettere ognuno nel proprio intimo, anche perché, fortunatamente, come ha voluto il Signore, è andato tutto bene.

Speriamo non si perda ulteriore fiducia nel nostro nosocomio!

E che le campane, questa volta, suonino a festa!

PGS

Politica – Questi partiti che non vogliono cambiare.

partiti.gifSe non cambieranno gli uomini in questi partiti, i partiti non cambieranno finché questi ci rimarranno attaccati come cozze.

Anche in Calabria qualcuno cerca di radunare vecchie cozze per rilanciare il suo partito sapendo che è distante mille miglia dalla gente e dai giovani.

Questi partiti non sono la democrazia, ma la sua degenerazione. La diffidenza, anzi l’avversione, di molti giovani liberi e di tanti cittadini nei confronti dei partiti è facilmente comprensibile. Un partito veramente democratico, aperto, moderno e liberale dovrebbe valorizzare meriti, capacità, potenzialità dell’individuo, del singolo, mettendo tutti i cittadini e gli iscritti alla pari. Invece le rendite di posizioni, le lobbies o qualsiasi altro tipo di consorteria, pregiudica nelle fondamenta la vera democrazia. Questi partiti, oggi, non sono altro che minoranze organizzate, di oligarchie, di lobbies, di mafie, di aristocrazie mascherate che pretendono l’obbedienza in cambio di vantaggi e che schiacciano l’individuo, il singolo, l’uomo libero, che ha ancora coscienza della propria dignità e non accetta di sottomettersi a questi umilianti infeudamenti, cioè proprio il soggetto che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse davvero, e ne diventa invece la vittima designata. Oggi abbiamo sotto una forma diversa, una nuova feudalità che, in parte, riproduce la sostanza dell’antica. Ai tempi di questa i signori radunavano i vassalli per fare la guerra e, se conseguivano vittoria, li ricompensavano col bottino. Oggi i politicanti operano nello stesso modo e radunano le loro truppe per le elezioni, per compiere atti di arroganza e per conseguire per tale modo utili di cui la parte vittoriosa beneficerà.

Chi oggi appartiene alle oligarchie di questi partiti non necessariamente deve possedere qualità specifiche. Questa classe politica è formata da persone che hanno come elemento di distinzione unicamente quello di fare i politicanti e non di amministrare per il bene della collettività. La loro legittimazione è tutta interna al meccanismo politico che le ha prodotte. Sono i professionisti della politica che vivono di politica e sulla politica.

La selezione della nomenclatura è autoreferenziale, puramente burocratica, avviene all’interno degli apparati di partito, attraverso lotte oscure, feroci, degradanti e con un ricorso sistematico alla furbizia per procacciarsi il consenso. Oppure avviene per cooptazione sulla base della fedeltà canina dell’adepto o per un qualche capriccio del capobastone. Se quindi, per caso, l’uomo entrato in politica aveva qualche qualità la perde facendo politica in questo pantano di questi partiti. L’oligarca cosiddetto democratico è perciò, necessariamente, un uomo senza qualità. La sua unica qualità è non averne alcuna.

Che noi contribuenti, persone formalmente libere, paghiamo della gente così perché ci comandi e ci sottometta è una manifestazione di un masochismo incredibile che dovrebbe lasciare stupiti tutte le persone con un minimo di cervello. Sottometterci ai Frattini agli Scajola ai Cicchitto alla Carfagna o domani, nell’alternanza di un governo, sia esso nazionale, regionale o provinciale, ai Franceschini, ai Veltroni o a altri parassiti di sinistra che cambiano facilmente forma, è cosa talmente deprimente e mortificante che in altri luoghi, con cittadini più responsabili, provocherebbe indignazione e incazzature varie. Ma poiché non siamo più uomini ma dei bambini deboli e timorosi senza capacità alcuna di reazione, non cambierà nulla e tutte le cose rimarranno così come sono. Almeno per qualche tempo ancora. Perché prima o poi, come è sempre avvenuto nella Storia, verrà anche per questi partiti l’ora della resa dei conti.

PGS

Politica – Ogni tanto una buona notizia.

300px-Palazzo_della_Consulta_Roma_2006.jpgSe la politica non si autoriforma conservando i propri privilegi, ci pensa la Consulta.
Niente più doppio incarico per i parlamentari-sindaci. La Corte Costituzionale ha bocciato la legge n.60 del 1953 nella parte in cui non prevede l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un comune con più di 20mila abitanti.
A sollevare la questione dinanzi alla Consulta è stato il Tribunale civile di Catania, al quale un elettore, aveva fatto ricorso contro un parlamentare che aveva mantenuto il doppio incarico.
La decisione della Consulta, la n.277, ha tuttavia valore per tutti quei parlamentari divenuti sindaci di grandi città e che dovranno dunque scegliere quale dei due incarichi mantenere.
La strada è lunga e tortuosa, ma è un ottimo inizio del percorso verso la riduzione dei costi della politica.

San Giovanni in Fiore – Per chi suonano le campane.

C_2_articolo_1025066_imagepp.jpgUna trovata oscurantista e passatista con una forte arretratezza culturale. Un’indebita ingerenza clericale nella gestione della cosa pubblica biasimando la legislazione vigente, offendendo la libertà delle donne e facendosi beffe di una grande conquista sociale e di civiltà ottenute al costo di grandi lotte da parte dei cittadini italiani.

Fare suonare le campane a morto per ogni aborto che si praticherebbe qui a San Giovanni in Fiore è un fatto retrivo. Se poi si strumentalizza la libertà della donna per meri motivi di lotta politica, sociale e addirittura sanitaria, oltretutto da parte di un parroco, il fatto è ancora peggio. Allora si dovrebbero far suonare le campane a morto 24 ore al giorno. Le campane dovrebbero essere fatte suonare a morto per ogni condannato alla pena capitale; per ogni separazione legale e divorzio perché così si uccide il matrimonio; per ogni bambino che muore di fame; per ogni posto di lavoro che si perde; per ogni impresa che chiude; per ogni condannato che sta in Parlamento in quanto fa morire la democrazia; per tanti diritti che si negano ai diversamente abili, e chi più ne ha più ne metta.

L’ammissibilità morale dell’aborto, o interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è soggetta in gran parte alle convinzioni etiche, agli orientamenti religiosi, all’idea che una certa cultura abbia di concetti quali l’anima, la vita, eccetera.

A partire dagli ultimi decenni del XX secolo, l’IVG è una pratica autorizzata per legge in buona parte del mondo, soprattutto in quello occidentale, a discrezione della donna nei primi mesi della gestazione.

Le motivazioni oggi ammesse sono diverse. In primo luogo i casi di salute della madre, di gravi malformazioni del feto e di violenza carnale subita.

Le motivazioni ammesse sono, oltre a quelle qui sopra, il solo giudizio della donna sulla propria impossibilità di diventare madre ad esempio per giovane età, per rapporti preesistenti al di fuori dei quali è stato concepito il bambino, per timore delle reazioni del proprio nucleo famigliare (o della società in genere) nei confronti di una gravidanza avvenuta fuori da quanto si percepisca come lecito. In diversi paesi, tra cui l’Italia, l’aborto è garantito anche alle minorenni, cui, in assenza dei genitori, viene affiancato un tutore del tribunale minorile.

 

La legge 194

La legge italiana sulla IVG è la Legge n. 194 del 22 maggio 1978 (detta anche più semplicemente “la 194”) con la quale sono venuti a cadere i reati previsti dal titolo X del libro II del codice penale con l’abrogazione degli articoli dal 545 al 555, oltre alle norme di cui alle lettere b) ed f) dell’articolo 103 del T.U. delle leggi sanitarie.

La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge (vedi sotto), di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.

Il prologo della legge (art. 1), recita:

 

Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.

 

L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite

 

Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

L’art. 2 tratta dei consultori e della loro funzione in relazione alla materia della legge, indicando il dovere che hanno della donna in stato di gravidanza:

 

  • informarla sui diritti garantitigli dalla legge e sui servizi di cui può usufruire;
  • informarla sui diritti delle gestanti in materia laborale;
  • suggerire agli enti locali soluzioni a maternità che creino problemi;
  • contribuire a far superare le cause che possono portare all’interruzione della gravidanza.

Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna

 

che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).

Come risulta dalle amplissime formule usate dalla legge, le possibilità di accedere alla IVG nei primi novanta giorni sono praticamente illimitate. Dunque, la legislazione italiana permette alla donna piena libertà di accedere alla IVG durante il primo trimestre di gravidanza.

 

Donne sangiovannesi, se ci siete, battete un colpo!

PGS

Politica – Ennesima sconfitta del PD in Molise.

imagesCAAJBMP1.jpgA scanso di equivoci non sono contro il sistema dei partiti, ma contro questi partiti politici. Sono contro il loro finanziamento pubblico e il loro modo di essere chiusi e poco democratici. I movimenti politici, spontanei o organizzati che siano, le vere associazioni politiche, sono indispensabili e sono vitali per la democrazia di una nazione.

Detto questo ho riflettuto sull’ennesima disfatta del PD in Molise.

Un ulteriore tracollo del PD in Molise significa che questa forza politica ha qualche problema serio. Sinceramente molte volte ho pensato che questo partito non sia un partito di sinistra, né di destra né di centro. A livello europeo snobba sia i popolari che i socialisti. Forse aspira ad essere un partito di massa, ma finora ha preso ben poco. Questo Partito Democratico, dopo quest’ulteriore sconfitta nella Regione Molise, pare voglia continuare la sua fallimentare avventura nonostante i tragici risultati raccolti fin dal giorno della sua nascita. Dalle politiche del 2008, passando per le europee del 2009 per giungere alla disfatta delle regionali 2010, il cammino del PD è costellato di brucianti sconfitte. E’ chiaro che quando si è già morti ancor prima di nascere non si può andare lontano! Ѐ chiaro che si riaccende lo scontro interno come succede oggi anche in Calabria! Ѐ chiaro che il Paese rimane nelle mani di Berlusconi che gira e rigira questo nostro Paese a suo piacimento, senza che una vera opposizione sia in grado di contrastarlo!

Anche qui in Calabria la situazione del Partito Democratico è molto critica. Se decidesse di perseverare nell’agonia, che almeno facesse piazza pulita di tanti suoi esponenti calabresi. L’assurda idea di candidare qui in Calabria, sia per il Parlamento che per la Regione, alcuni soggetti, si sta rivelando un suicidio politico. Come minimo, dopo questa disfatta molisana, auspico, per la vera democrazia, anche un cambiamento dei vertici del PD calabrese: persone che da troppi anni siedono sulle poltrone che contano e che stanno lasciando marcire una grande forza politica. Spazio ai giovani se si vuole salvare la grande sinistra italiana!

Per quanto riguarda San Giovanni in Fiore, dopo circa trent’anni e più di torpore, oggi alcuni partiti di sinistra dichiarano che il paese stia dormendo. Sarebbe veramente ora che i vecchi politicanti si facessero definitivamente da parte.

Anche nella sinistra sangiovannese c’è bisogno di aria pulita!

PGS

I soldi alle province calabresi.

calabria.gifTramite una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta, La Ragioneria Generale della Regione Calabria fa sapere di aver provveduto all’assegnazione e al versamento delle somme determinate nel Piano di Trasferimento delle risorse finanziarie in favore delle amministrazioni provinciali per emolumenti fissi e stipendiali. Si tratta dell’importo relativo al secondo semestre del 2011 e riguarda i fondi assegnati per la copertura delle spese del personale assegnato in corso di trasferimento definitivo. Per l’anno 2011 alla Provincia di Cosenza dove sono stati trasferiti 434 dipendenti vengono liquidati 6.639.770 euro, alla Provincia di Catanzaro che eredita 115 unità, 1.794.629 euro. A Reggio, che ha 589 dipendenti trasferiti, vanno 9.628.884, alla Provincia di Crotone, con 61 dipendenti, 1.071.589 euro e infine a Vibo Valentia (101 dipendenti) vengono versati 1.631.784 euro. Sempre in favore delle cinque Province calabresi, la Ragioneria ha provveduto al trasferimento delle risorse finanziarie relative ai primi due semestri del 2011 per le spese di funzionamento per l’esercizio delle funzioni amministrative.

L’assessore al Bilancio e Programmazione Comunitaria Giacomo Mancini afferma che nonostante il momento di difficoltà per le casse regionali viene garantito il funzionamento di tali amministrazioni provinciali.

Io dico, invece, che in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, il trasferimento di tali finanziamenti alle province, non fa altro che causare un ulteriore aumento dei costi della politica e di conseguenza un aggravio economico alle famiglie tutte. Se tutto questo travaso di fondi alle province fosse mandato direttamente ai comuni, insieme allo stesso personale, in quanto quello dei comuni è molto carente, a mio avviso, sarebbe molto più conveniente. Si risparmierebbero dei soldi, verrebbero impiegati con più adeguatezza e le macchine amministrative comunali funzionerebbero stupendamente. Per questo le province andrebbero abolite. Le province non sono altro che degli intermediari inutili e costosi!

PGS

Giovani indignati.

s3_672-458_resize.jpgSe un certo tipo di governo rimane in piedi è perché dall’altra parte non vi sono politiche serie e proposte concrete soprattutto per i giovani e il futuro di questo Paese. Inutile giocare con i numeri legali o meno in Parlamento. Un governo si fa cadere con un’alternativa vera e una proposta politica migliore e non con vecchi giochini di vecchi politici. Qualcuno ha detto che questa classe dirigente è marcia fino al midollo in ogni sua componente, politica, amministrativa, burocratica. Ѐ vero!  Se tutti  gli italiani non fossero ormai privi di ogni vitalità e fossero come i giovani indignati, la rovescerebbero in un paio di giorni.

Sono solidale con questa ragazza! Sta lottando per il suo futuro e per non pagare i debiti che gli altri hanno fatto per lei. Ѐ questo quello che si riserva ai nostri giovani?

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Gli indignati e l’informazione dei media italiani (vignetta).

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