Lettera aperta alla comunità di San Giovanni in Fiore.

Immagine3.pngE adesso? Come si farà a ritornare alla cosiddetta normalità? Con quale forza? Come faremo? Questa volta NON SARA’ FACILE! Non si potrà fare finta di niente! Non si potrà dimenticare tutto e subito! Qualcuno mi ha detto che la vita continua. Certo che la vita, anche dopo quest’immane tragedia, anche se con enorme difficoltà, anche se le nostre Feste Natalizie non saranno più le stesse, anche se la nostra comunità non sarà più la stessa, continuerà, ma a San Giovanni in Fiore, adesso, la vita dovrà continuare con un impegno diverso. Basta divisioni, contrapposizioni, invidie, protagonismi, veleni, dispetti, ricatti e capricci! Qui nel nostro paese, le divisioni e le contrapposizioni, insieme agli altri vizi che ho elencato, sono le cose che riusciamo a fare meglio, veramente, come delle vecchie zitelle sempre rancorose: è anche questa, forse, la vera malattia della nostra comunità! Certo, il confronto è importante e necessario per dare un segno di democrazia e navigare sempre con la prua e la schiena diritte, ma non può certo essere deleterio e distruttivo. Anzi! Questa città deve ritornare ad essere governata in modo serio, da tutti. Molti errori sono stati fatti! Sì, è vero, ma credo che ora sia il momento di cancellare i tanti sbagli, di guardare avanti e dimostrare la capacità di questo nostro paese di affrontare con dedizione tutti i problemi. Tutti insieme! Lo dobbiamo innanzitutto ai nostri ragazzi scomparsi, ai loro familiari, ai giovani e a noi stessi tutti! Bisogna cercare di uscire di corsa da quest’impasse! Certe divisioni storiche vanno superate, bisogna che questa nostra collettività lavori, senza isterismi, per il bene comune, lasciando in un angolo la propria appartenenza politica d’origine. Bisogna mettersi al servizio della città per risolvere, insieme, i problemi dei sangiovannesi. Bisogna essere in grande sintonia. Nulla e nessuno potrà più cancellare né lenire questo nostro immenso dolore, ma tutti insieme possiamo fare tanto. Politici in primis, Chiesa, associazioni, giovani, emigrati e cittadini lavoriamo per questa nostra collettività! Non possiamo più permetterci di non far crescere San Giovanni in Fiore! Provincia e Comune, insieme alla Regione, lavorino in sinergia per il futuro del nostro paese sotto tutti gli aspetti: del lavoro, dell’economia, della sanità, della cultura, dello sport e, soprattutto, sotto l’aspetto della prevenzione e della sicurezza delle nostre strade. Più presidio del territorio, più istituzioni pubbliche, più forze dell’ordine, più controlli, più educazione stradale. Più scuola e formazione per l’insegnamento e, quindi, l’apprendimento di tante altre cose. Non possiamo più permetterci di perdere i nostri ragazzi in questo modo. No, non è più possibile! Abbiamo bisogno di una rinascita interiore! Le lacrime del Presidente della Provincia Mario Oliverio, quelle del nostro Sindaco Antonio Barile, le nostre tutte, e soprattutto quelle dei familiari dei nostri giovani, resteranno, ormai, impresse per sempre nella mia mente. Per me significano che abbiamo bisogno di una rappacificazione e di un nuovo periodo di impegno civile, sociale, politico e culturale per questa nostra comunità quasi definitivamente distrutta, sconquassata, sconvolta, sbigottita, smarrita.

Ѐ indispensabile un risveglio collettivo globale sangiovannese con iniziative speciali rivolte a tutta la comunità e soprattutto ai giovani e alla loro creatività la quale, troppo spesso, viene sottovalutata.

Care Istituzioni tutte, giovani, cittadini, genitori, politici, sangiovannesi emigrati, questo è il mio appello a voi e a me stesso, come comunità sangiovannese, per un progetto globale di rinascita!

Non dimentichiamo mai questi nostri figli!!!

Pietro Giovanni Spadafora

Una San Giovanni in Fiore gelida rende omaggio ai suoi cinque ragazzi.

Immagine1.pngUn cielo plumbeo, freddo, con una pioggerellina fitta, come se anch’ esso si fosse messo a piangere. Le bare, coperte di fiori, erano allineate davanti all’altare dell’Abbazia dell’Abate Gioacchino con sopra i poster con i volti dei giovani. Lo strazio dei familiari si è concretizzato con le mamme dei ragazzi accasciate a terra, abbracciate a quelle bare bagnate dalle loro copiosissime lacrime. All’uscita dell’Abbazia la bara bianca di Emanuela Palmeri, appena 15 anni, la più piccola del gruppo, e le quattro degli altri ragazzi, i fratelli Robert e Frank Laurenzano, di 20 e 22 anni, Domenico Noce 20 anni, Samuel Crivaro 21 anni, sono state accompagnate da un lunghissimo applauso nonché dal lancio di petali di fiori,  palloncini bianchi insieme ad alcune colombe liberate in cielo e da cinque forti botti, uno per ciascuno di loro. Tutta San Giovanni in Fiore ha partecipato alle esequie dei giovani. L’Abbazia non è riuscita a contenere tutte le migliaia di persone ed esse si sono sistemate negli spazi adiacenti per assistere alla funzione dai maxschermi allestiti per l’evento. Il nostro paese era deserto, spettrale, gelido, sbalordito, stretto interamente alle famiglie dei giovani. Questa mattina si presentava così la nostra San Giovanni in Fiore. Tutti i negozi avevano abbassato le saracinesche in segno di lutto ed in giro non si vedeva anima viva. Non molto lontano dall’Abbazia si percepivano le grida e i pianti strazianti dei genitori, degli amici, dei giovani e dei tantissimi convenuti a dare l’ultimo saluto ai nostri ragazzi,  grida e pianti che rompevano in ogni istante il silenzio surreale della fiaccolata della sera precedente.

PGS

SGF – Avviso per fiaccolata e funerali.

400649_314082175289685_107550559276182_1009432_1609631095_s.jpgA seguito di apposita riunione convocata questa sera dal Sindaco alla presenza della Giunta, di tutti i Parroci, di Esponenti delle Associazioni ARCI, Pro Loco, Assopec, in merito alle fasi immediatamente precedenti le esequie dei 5 giovani tragicamente scomparsi, si è deciso quanto segue:

Organizzazione della fiaccolata silenziosa Martedì 27 dicembre 2011 alle ore 18.30 con concentramento dei partecipanti presso la Parrocchia dello Spirito Santo e partenza alle 19.00 attraversando Viale della Repubblica, Via Roma, Via XXV Aprile, P.zza Abate Gioacchino, Via Sele, Abbazia Florense. Alle 21.00 inizio della veglia di preghiera in Abbazia.

Relativamente ai Funerali che dovrebbero essere tenuti Mercoledì 28 dicembre 2011 alle ore 11.00, molto probabilmente in Abbazia, l’Amministrazione Comunale sta definendo e predisponendo i particolari relativi alla proclamazione del lutto cittadino, alla gestione logistica, alla predisposizione di sicurezza e a tutto quanto necessario affinchè il programma si svolga nel migliore dei modi. Tuttavia, sempre nella giornata di Martedì mattina, 27 dicembre 2011, sarà ufficializzato il programma in modo completo.

In ogni caso per la giornata di Martedì 27 dicembre 2011, sia per la fiaccolata, sia per la veglia e sia per i funerali di mercoledì 28 dicembre 2011, SI INVITANO TUTTI A MUOVERSI ASSOLUTAMENTE A PIEDI EVITANDO DI USARE LE AUTO, SOPRATTUTTO PER RECARSI AD ASSISTERE AI FUNERALI, nonché per aiutare l’organizzazione e la gestione di tutto il piano di sicurezza !

San Giovanni in Fiore – Fiaccolata in ricordo dei nostri giovani.

untitled.pngOttima idea quella dei giovani sangiovannesi di organizzare una fiaccolata per la vigilia di Capodanno. Un Capodanno diverso per la Città di San Giovanni in Fiore. Città dalla quale dovrà e potrà partire un messaggio forte per la prevenzione degli incidenti stradali e non solo, sensibilizzando giovani, istituzioni e cittadini tutti, e soprattutto per essere vicini alle famiglie di questi nostri cari giovani figli. E’ il minimo che si possa fare. Non si potrà tornare subito alla cosiddetta normalità dopo i funerali!

Impegniamoci e partecipiamo tutti: associazioni, giovani, genitori, cittadini ed istituzioni varie per stare vicini e dare un sostegno a questi nostri giovani!

San Giovanni in Fiore – Gravissimo incidente stradale: 5 giovani, tutti sangiovannesi, sono morti.

373915_313671268664109_107550559276182_1007369_154340834_n.jpgScontro tra due vetture in questa notte di Natale sulla Statale 107 nei pressi della galleria di Castelsilano. Cinque giovani, tra cui due fratelli e una ragazza quindicenne, tutti di San Giovanni in Fiore, sono morti sul colpo e altre tre persone sono rimaste ferite. L’auto, su cui tutte le vittime viaggiavano, per cause ancora da accertare, si è scontrata frontalmente con un’altra. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.

 

 

La questione morale: i partiti non fanno più politica.

250px-Enricoberlinguer.jpgEnrico Berlinguer diceva:

“Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.

A 30 anni dall’intervista di Berlinguer cosa è cambiato?

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”.

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.

Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano.

Voglio dire però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire.

Con quale coraggio questi partiti politici di oggi parlano della questione morale?

Con quale coraggio si appoggia la manovra Monti?

Ebbene, chi è che oggi avrebbe l’autorità morale e politica di parlare in questo modo? Quale segretario di partito, quale leader, quale politico di primo piano? Quale discepolo politico? Nessuno! Assolutamente nessuno!

Spazio ai giovani, alle associazioni, ai movimenti e alle liste civiche di cittadini onesti!

Governo tecnico? Più politico dei governi politici imposto dall’Europa.

gioco65.jpgAlla fine cosa ci dice questo governo cosiddetto tecnico? Ci dice che “senza sacrifici addio ai risparmi familiari“. Qualcuno dice che “sono necessari sacrifici anche per i meno abbienti“. Come se i meno abbienti non avessero mai pagato. Anzi, sono stati sempre gli unici a pagare. Nessuno è contrario ai sacrifici, quello che è inaccettabile, è che non sono stati stabiliti in modo giusto, equo e proporzionato alle capacità reddituali di ognuno, come prevede la Costituzione all’Art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Lo abbiamo capito tutti che questo governo e i suoi ministri sono marionette guidate da questa classe dirigente e da questi partiti. Gli stessi deputati sono ancora tutti lì (la maggior parte tutti insieme) a ricattare il governo sulla fiducia al decreto “delle liberalizzazioni e della crescita“. Addirittura un deputato donna, da 25 anni in Parlamento, in un noto programma televisivo, afferma che qualche volta il suo stipendio è inferiore a quello di un commesso e che ci vorrebbe uno stipendio più dignitoso. Poi dici che uno si indigna! Come se la dignità di tutti gli altri lavoratori, pensionati e cittadini disoccupati, fosse meno importante della sua, e come se tutti fossero dei cretini.
Ai meno abbienti si chiedono sacrifici, ma nessun taglio ai finanziamenti pubblici all’editoria, nessun taglio agli stipendi dei parlamentari, nessun taglio alle province, e nessun, ripeto, nessun partito che rinunci ai rimborsi elettorali. È la solita politica all’italiana che, non potendo o volendo risolvere i problemi, li sposta nello spazio o nel tempo, per rinviarne sine die la soluzione, possibilmente accollandola a chi verrà dopo. Intanto i focolai di protesta e i segnali del degrado sociale di questo Paese si fanno sempre più vistosi.
Non possiamo più permettere al disprezzo della cultura, alla televisione beota, ai vaniloqui di alcuni deputati, alla scadente qualità di alcuni politicanti e al terreno dell’ignoranza, di far nascere ed alimentare il declino della democrazia!
La vera politica deve essere per la gente, con la gente, tra la gente!