San Giovanni in Fiore – Le conseguenze in caso di dissesto finanziario del Comune.

418142_352573268107242_2069634953_n.jpgOrmai da mesi si vocifera che la massa debitoria del Comune, per effetto delle passate dissolute gestioni dell’Ente e del peso dei debiti, sia tale da non poter essere soddisfatta.

 

A norma di legge (art. 244 T.U.O.E.L. TESTO UNICO DELLE LEGGI SULL’ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI) si ha dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero se ha debiti cui non può far fronte con le procedure ordinarie.

 

Pare che entrambe queste condizioni si siano manifestate o stiano per manifestarsi nel Comune di San Giovanni min Fiore.

 

A prescindere dai tecnicismi in ordine alle condizioni che determinano il dissesto ed alle cause che avrebbero prodotto il manifestarsi di quelle condizioni, cause sulle quali i politici si scontreranno a lungo, è interessante capire, però, le conseguenze che un’eventuale dichiarazione del dissesto finanziario comporterebbe per i cittadini e la città anche perché si tratterebbe di conseguenze molto salate.

 

Vediamole.

 

Entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera di dichiarazione del dissesto il Consiglio Comunale deve deliberare:

 

1.   L’adozione delle aliquote massime per tutti i tributi locali, con efficacia per tutto il periodo del risanamento.

 

2.  La misura massima per tutte le tariffe degli altri servizi produttivi.

 

Elevare al massimo compatibile con le disposizioni vigenti i canoni patrimoniali.

 

4.  Aumento delle tariffe dei servizi a domanda individuale (mensa scolastica, ad esempio).

 

L’aumento delle tariffe, delle imposte e delle tasse, tuttavia da solo, non può essere sufficiente al risanamento. Dall’entrata in vigore della legge Costituzionale n. 3 del 2001, infatti, non è più previsto che lo Stato possa concorrere al finanziamento dei debiti pregressi tramite mutuo ventennale, conseguentemente, per raggiungere il risanamento tutte le risorse finanziarie devono essere reperite nell’ambito comunale.

Si dovrà, quindi, necessariamente mettere mano alla pianta organica del Comune, disponendo la mobilità per i dipendenti in soprannumero, provvedere a drastici tagli di spesa (e quindi di servizi), di inefficienze e diseconomie ed ad alienare beni patrimoniali.

Provvedimenti drastici dovranno essere adottati anche, se ve ne sono presenti, per le aziende speciali, di cui, allo stato è facile prevedere la svendita.

 

Novità molto interessanti sono state introdotte dal D. Lgs. 149 del settembre 2011: gli amministratori che siano riconosciuti responsabili dalla Corte dei Conti di danni cagionati con dolo o colpa grave nei 5 anni precedenti la dichiarazione di dissesto non avranno la possibilità di ricoprire incarichi di Assessore o revisore di Enti locali per i successivi 10 anni.

Insomma in caso di un comune dissestato, si prospetterebbero solo tempi duri per la popolazione.

La dichiarazione di dissesto finanziario rappresenterebbe senza dubbio un fallimento, ma a pagarne il prezzo sarebbe ancora una volta la cittadinanza.

L’ipotesi di bilancio da allegare alla delibera deve essere redatta sulla base di modelli ufficiali conformi alle disposizioni di legge e formulata in base:

1) alla previsione di aumento delle imposte, delle tasse e dei canoni patrimoniali nella misura massima consentita dalla legge, con il recupero della base imponibile totalmente o parzialmente evasa, quindi per l’imposta comunale sugli immobili, l’Ente deve obbligatoriamente deliberare l’aliquota massima e deve applicare e riscuotere con la massima speditezza i proventi derivanti dal rilascio delle concessioni edilizie, inoltre deve determinare in misura tale da assicurare la copertura integrale dei costi di gestione del servizio per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

2) alla eliminazione dei servizi non indispensabili ed al contenimento degli altri livelli di spesa entro limiti di prudenza;

3) alle rate di ammortamento conseguenti al consolidamento dell’esposizione debitoria con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri soggetti esercenti attività creditizie;


4) alle risorse assegnate dal Ministero dell’Interno per il trattamento economico del personale posto in disponibilità;


5) al contenimento delle perdite di gestione degli enti ed organismi dipendenti dall’Ente Locale nonché delle aziende municipalizzate, provincializzate, consortili e speciali, entro limiti compatibili con il bilancio riequilibrato dell’ente e sino al definitivo risanamento della gestione degli enti, organismi e aziende;


6)
per i servizi a domanda individuale l’Ente è tenuto ad approvare le tariffe che assicurino la copertura del 36% dei costi complessivi dei servizi con i soli proventi degli utenti; Contestualmente alla delibera dell’ipotesi di bilancio, l’ente deve deliberare ai livelli massimi di legge le tariffe relative a tutti i tributi (imposte, tasse, oneri di urbanizzazione e canoni o diritti), e ai canoni patrimoniali, con il conseguente recupero della base imponibile in presenza di fenomeni di evasione.

La manovra tariffaria relativa ai comuni dissestati non può limitarsi all’applicazione delle tariffe massime di legge, gli enti sono tenuti a trasmettere all’Ufficio Risanamento Enti Dissestati presso il Ministero dell’Interno, tutti i provvedimenti adottati al fine di accelerare i tempi per le riscossioni e per l’eliminazione dell’evasione.

L’Ente locale, inoltre, deve deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza secondo quanto previsto dalle norme. La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio. La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi, assicurando prioritariamente quelli indispensabili.

Redazionale

La Calabria agonizzante.

imagesCA15C2AV.jpgReggio Calabria, Catanzaro, Rende. Tre situazioni e tre luoghi simbolo del fallimento, non della politica, ma di questa politica, di questi politici, di questi partiti politici, dei politici locali, provinciali, regionali e parlamentari, nessuno escluso. Una regione allo sbaraglio, esposta a grave pericolo. Bisogna che tutti prendiamo coscienza e diciamo come stanno realmente le cose! La situazione politica, economica e sociale qui in Calabria è ormai talmente drammatica che non si può più tollerare. Non si può più far finta di niente. Non si può più accettare, vedere ed assistere, ormai quotidianamente, alla demolizione delle fondamenta delle istituzioni pubbliche, dello stato di diritto e della democrazia stessa. Dentro di me, dentro la mia coscienza sento che bisogna reagire per non accettare una morte civile così passivamente.

Non scrivo queste cose con l’intento di pormi in contrapposizione ad altri cittadini o a qualcuno in particolare. La guerra tra poveri, tra cittadini, tra giovani, tra lavoratori, tra disoccupati non mi piace, è controproducente, e poi sarebbe anche da stupidi. Se si vuole guardare il dito o la luna, ognuno è libero di farlo, ma la questione è un’altra: il rispetto dei diritti va chiesto con forza e determinazione, senza timori. Credo sia giusto ribellarsi per i diritti, a meno che non si sia succubi di qualcuno o di qualcosa. Ѐ indispensabile, se si vuole veramente cambiare questo stato di cose e sperare in un futuro migliore, avere un’altra visione e concetto della politica e dei politici: coloro che sono a capo delle istituzioni pubbliche sono nostri dipendenti, e non noi loro sudditi. Appena possibile questa gente va mandata via, in pensione! Spazio ai giovani, alle nuove idee, alle nuove capacità. Alle persone oneste, con più titoli, con più lungimiranza e più entusiasmo!

Basta con questa gente pagata a 20 mila euro al mese! Uno stipendio, più che sufficiente come tanti altri, di 3 mila euro, basta e soverchia! La politica dovrà farsi nell’interesse del bene comune con passione e come una missione, e non nell’interesse del proprio egoistico arricchimento!

La nostra Calabria potrà risorgere se lo vorremo noi! Dipenderà solo da noi cittadini tutti, giovani, donne, anziani, pensionati, lavoratori, studenti  e operai tutti! Non potrà risorgere con questa vecchia classe dirigente e con questi vecchi partiti politici!

Le vie del Signore sono infinite!

Pietro Giovanni Spadafora

Cittadino calabrese

Per rinfrescare la memoria.

crisi-italia1.jpgQuesti partiti politici sono sempre lì. Fanno finta di rinnovarsi, ma vediamo sempre le stesse facce.  Chi su facebook, chi in televisione e chi alla radio, a esibirsi, a pontificare e a raccontare corbellerie tutto il giorno. Questi politici e questi parlamentari sono convinti che il popolo li ami ancora. Sono convinti che loro con la crisi non abbiano nulla a che vedere, che con le riforme mancate di quest’Italia non abbiano nulla a che vedere, che con il debito pubblico non abbiano nulla a che vedere, come se la colpa della crisi fosse della gente, dei cittadini. Sono convinti che gli italiani, tutti, siano degli smemorati e che ancora li premieranno per avere salvato l’Italia, o meglio, per avere massacrato il ceto medio, lavoratori, pensionati e famiglie.

Come si può pensare a un’Italia governata nuovamente da questa gente?

Intanto, ancora oggi, ricordo quattro o cinque belle notizie:

– I politici non si sono tagliati un solo centesimo. Anzi!
– La legge elettorale porcata è sempre lì.
– Le province sono sempre lì.
– I finanziamenti pubblici (soldi nostri) ai partiti politici sono sempre lì.
– I finanziamenti con i nostri soldi ai giornali sono sempre lì.
– 30 miliardi di sussidi pubblici a determinate imprese sono sempre lì.
– I privilegi sono sempre lì.
– Le prebende sono sempre lì.
– Le caste e le corporazioni sono sempre lì.
– I lavoratori, i pensionati, i giovani disoccupati e massacrati, le famiglie con le loro difficoltà sono sempre, in silenzio, lì.

Anche qui nella nostra comunità, nel loro piccolo e mediocre mondo politico, gli adepti, i seguaci, gli affiliati, gli aderenti e i fedeli di questi partiti politici pontificano e parlano di diritti dei cittadini, di nuovi programmi e di rinascita, come se, trovandosi San Giovanni in Fiore in una disperata situazione economica e sociale, la colpa non fosse loro che hanno sempre sostenuto, e continuano ancora a farlo oggi, i capi partiti responsabili di questa drammatica crisi che attanaglia la nostra già tanto martoriata cittadina.

Basta con questa gente!!!

Svegliamoci!!!

PGS

No alla corruzione! Si al rispetto dei diritti dei cittadini!

Immagine3.png536204841.jpgAlla luce delle ultime e note vicende che hanno visto coinvolti alcuni esponenti dell’ente provinciale cosentino ai quali viene contestato, dalla Dda di Catanzaro, lo scambio di voti e sostegno elettorale da parte di alcune cosche criminali in occasione delle elezioni provinciali del 2009, si chiede di porre fine al contenzioso, caratterizzato da dispetti e personalismi con sperpero di denaro pubblico, tra l’ente provinciale cosentino e l’ente comunale sangiovannese, e la consegna immediata, attivando tutte le procedure tecniche, amministrative e legali, del PALASPORT alla comunità di San Giovanni in Fiore, completato da ormai 3 anni e costruito con sodi pubblici di tutti i cittadini contribuenti.

 

Si chiede altresì, sempre alla luce delle vicende suddette, di convocare con urgenza un consiglio comunale straordinario nel quale discutere e redigere, da parte di tutto il consesso civico, organismo della più alta e democratica rappresentanza a difesa dei diritti  dei cittadini sangiovannesi, un documento di richiesta ufficiale, condiviso alla unanimità, per la consegna del PALASPORT.

 

Basta alla costituzione di fantomatici comitati, alla produzione di protocolli d’intesa e chiacchiere varie per la consegna del PALASPORT!

 

I diritti dei cittadini vanno rispettati a prescindere dalla lotta politica a dai personalismi!

 

Subito il PALASPORT  alla città di San Giovanni in Fiore!

 

Pietro Giovanni Spadafora

 

Meetup M5S SGF

http://www.meetup.com/MOVIMENTO-5-STELLE-SAN-GIOVANNI-IN-FIORE/

San Giovanni in Fiore – Comune a un passo dal tracollo finanziario.

2043234843.jpgPericolo crac anche per il Comune di San Giovanni in Fiore. Ѐ quanto trapela dalle esternazioni e dalle preoccupazioni  del Sindaco Barile, nel corso di una sua conferenza stampa svoltasi ieri giorno 10 novembre 2012,  per la situazione della tenuta dei conti.

Insomma San Giovanni in Fiore è sull’orlo del dissesto finanziario. Ecco, questo è quello che la politica di questi partiti negli ultimi due decenni è riuscita a fare nel nostro paese!

Si ammetta, almeno, il clamoroso fallimento di questa classe politica locale e per una volta si dica ai cittadini sangiovannesi la verità. E cioè che se il futuro della nostra città è seriemente compromesso, la colpa è solo di chi non ha saputo amministrare San Giovanni in Fiore in questi ultimi anni, sancendo il totale fallimento di una stagione politica che ha prodotto solo e sempre annunci e causato solo tantissimi  danni.

Nonostante l’impegno quotidiano del Sindaco Barile con i migliori presupposti per fronteggiare le difficoltà del Comune, frutto palese delle cattive gestioni del passato, che si uniscono alle nuove disattenzioni di un governo nazionale che sta massacrando i Comuni, con la silente complicità di tutti i maggiori partiti, non si è riusciti, dopo quasi due anni di amministrazione, ad invertire il trend negativo, vecchio ormai da più di 20 anni, dei conti.

Se malauguratamente dovessero entrare  in crisi i servizi essenziali che non potranno più essere erogati per la paralisi dell’ente che non potrà più nemmeno tappare una buca, allora si capirà e ci si renderà conto del danno immenso che hanno fatto alla nostra comunità i nostri cari politici locali, vecchi e nuovi, di opposizione e di maggioranza, che ancora oggi hanno il coraggio di parlare di programmi, di ricostruzione e di futuro per San Giovanni in Fiore.

Probabilmente per le nostre prossime feste natalizie, non sarà accesa (parole del Sindaco) neanche una luminaria per le strade della città.

Vanno bene i sacrifici e le rinunce quando si deve migliorare davvero, ma con la giusta sofferenza!

I sangiovannesi non possono più essere, ancora una volta, traditi dai loro rappresentanti!

Se così fosse, la strada sarebbe una sola!

PGS

San Giovanni in Fiore – Equitalia e il dissanguamento dei cittadini.

equit.jpgIn questi giorni si stanno recapitando a tutte le famiglie sangiovannesi  i bollettini postali inviati da Equitalia per il pagamento della tassa dei rifiuti solidi urbani per l’anno 2012 nei confronti del nostro Comune. Fin qui nulla di anormale.  Il fatto inaccettabile è che in un momento di crisi drammatica, in cui la maggior parte dei cittadini sangiovannesi è disoccupata,  in cui le famiglie sono allo stremo delle forze, e in cui molte famiglie non arrivano ormai più alla fine del mese, Equitalia, rispetto alla riscossione della stessa tassa dell’anno scorso, anticipa di 3 mesi il pagamento di quella di quest’anno.  Infatti, mentre per la tassa rifiuti solidi urbani dello  scorso anno il pagamento delle rate iniziava la fine di febbraio del nuovo anno, per la tassa rifiuti solidi urbani di quest’anno, anziché iniziare la fine del prossimo febbraio 2013, inizierà la fine di novembre 2012. Non solo, sempre Equitalia pare che, oltre al compenso (soldi nostri, di tutti noi contribuenti) che percepisce da parte del nostro Comune, per la convenzione esistente tra le parti per la riscossione dei tributi, percepisca dalle famiglie, quando vanno a pagare le rate dei bollettini, anche un’ulteriore commissione di 0,13 centesimi di euro per bollettino in aggiunta alla già esosa tassa sul bollettino postale di 1,30 euro. Tutto ciò è un vergognoso ed ulteriore lento dissanguamento nei confronti dei cittadini e delle famiglie che forse potrebbe essere evitato.

Come?

Mandando via Equitalia!

Per avere delle  regole diverse di pagamento e di riscossione delle tasse, senza far rischiare ai cittadini eventuali sovrattasse e pignoramenti vari affidando la riscossione dei tributi allo stesso Comune, o magari anche a qualche altra istituzione locale.  Già qualche Comune lo ha fatto e la decisione è operativa. Potrebbe essere una realtà anche per gli abitanti di San Giovanni in Fiore con un notevole risparmio per le casse del Comune stesso. Sarebbe anche un modo per far risparmiare le famiglie ed essere più vicini ai cittadini contribuenti, senza la burocrazia e la “lontananza” di Equitalia.

Anche perché la legge 166/2011 prevede già la possibilità per i Comuni di non utilizzare Equitalia, ma forse anche la nostra  amministrazione  ha paura e non si è mai mossa in tal senso (diciamoci la verità: Equitalia fa il lavoro sporco e fa comodo a tutti, tranne che ai cittadini).

Maggior tutela, quindi, per i cittadini di San Giovanni in Fiore! Che magari avranno la fortuna di riscoprire un rapporto più umano con le tasse. Cosa molto estranea ad Equitalia.

Pietro Giovanni Spadafora

Meetup M5S SGF

http://www.meetup.com/MOVIMENTO-5-STELLE-SAN-GIOVANNI-IN-FIORE/

San Giovanni in Fiore – Il potenziale turistico, artistico, culturale e di crescita sociale della figura del nostro Gioacchino da Fiore.

capp.jpgPer quanto riguarda la Cappella Sistina, uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano, visitata ogni anno da circa 5 milioni di persone, e della quale quest’anno ricorrono i 500 anni, il pensiero e la teologia gioachimita hanno influito decisamente sul programma iconografico. Insomma Michelangelo fu ispirato dal nostro Gioacchino da Fiore. Lo ha confermato il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci che in una intervista rilasciata al settimanale “Parola di Vita” afferma: “ il pensiero gioachimita attraversa come un grande fiume tutta la spiritualità cristiana dell’Occidente. Gioacchino da Fiore è stato uno dei grandi profeti dell’occidente cristiano”.

Michelangelo studiando molto bene le Scritture e i testi sacri, senz’altro  conosceva profondamente il pensiero e tutta l’iconografia di Gioacchino da Fiore.

Infine  il direttore del settimanale Don Enzo Gabrieli ha detto che avendo voluto  dedicare un approfondimento agli affreschi della volta della Sistina, hanno scoperto che in essa c’è anche un po’ della Calabria.

Redazionale