I saggi di Napolitano a sigillo di un pessimo settennato.

Di Peter Gomez

Giorgio Napolitano di peggio non poteva fare. A coronamento di un brutto settennato, che solo una Casta politica e giornalistica sempre più scollegata dalla realtà riesce a continuare a osannare, il futuro ex presidente della Repubblica affida a dieci supposti saggi il compito di concordare un pugno di riforme istituzionali ed economiche. Tra di loro non ci sono donne e non ci sono giovani. In compenso nell’elenco compaiono cariatidi in politica da 40 anni e dinosauri dell’italica burocrazia.

Ci sono garanti nominati alla testa delle loro Authorithy (Giovanni Pitruzzella) non per la “notoria indipendenza” o per la specifica competenza, ma perché legati da rapporti di amicizia e professionali con l’attuale capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. Ci sono parlamentari (il leghista Giancarlo Giorgetti) che conoscono le regole dell’omertà da quando hanno ricevuto e poi restituito – senza denunciare nulla – una busta piena di soldi gentilmente portata dall’ex big boss della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani; ex magistrati di sinistra folgorati dalla politica (Luciano Violante) e specializzati nel compromesso opaco alle spalle di elettori e cittadini. Poi, ovviamente, c’è Gaetano Quagliariello, passato con nonchalance dalle file del Partito Radicale ai banchi del Pdl da dove, dopo la morte di Eluana Englaro, dava degli assassini agli avversari.

Insomma, salvo rare eccezioni, la lista dei saggi che dovrebbe portare a un nuovo governo indicando al Paese le quattro o cinque cose importanti da fare nei prossimi mesi, è una perfetta fotografia della classe dirigente, bugiarda, incompetente e voltagabbana, che lo ha affossato.

Questa volta però non basta prendersela con i partiti cattivi. O con il risultato elettorale confuso che obbliga il Parlamento a trovare qualche tipo di accordo. Il responsabile di questo scempio, va detto chiaro, è Giorgio Napolitano: il Capo dello Stato che, se proprio riteneva che la strada dei saggi fosse quella da seguire (cosa che dubitiamo), aveva il dovere di trovare dei nomi diversi. Oppure, e avrebbe fatto bene, avrebbe dovuto dimettersi senza indugio, in modo da far eleggere subito un successore. Un nuovo Presidente che, forte del voto appena ricevuto e del potere di sciogliere le Camere, mettesse immediatamente i partiti davanti all’alternativa: o trovate il modo di dare la fiducia a un governo, o andate a casa.

Ma Napolitano ha deciso altrimenti. E adesso è nudo di fronte a un Paese costretto a poco a poco ad accorgersi della realtà: i risultati politici dei suoi sette anni al Colle di fatto non esistono, quelli istituzionali neppure.

Dietro le spalle di Re Giorgio restano solo una serie di moniti e appelli – dalla riforma elettorale alla situazione delle carceri – sempre inascoltati; la promulgazione, senza tentennamenti, di tutte le leggi ad personam di Berlusconi (dal Lodo Alfano al legittimo impedimento) poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta; le risposte stizzite rivolte ai cittadini che subito dopo l’approvazione dello scudo fiscale, gli chiedevano: «Presidente, non firmi, lo faccia per le persone oneste».

Restano gli interventi a piedi uniti nelle indagini della magistratura e il fallimento dell’operazione Mario Monti, il tecnico che doveva essere il suo successore e che invece gli ha voltato le spalle entrando, con poco successo, direttamente in politica. Dietro Napolitano rimane insomma solo un cumulo di partitocratiche macerie. E adesso l’unica cosa saggia da fare non è affidarsi ai suoi supposti saggi, ma pensare a scegliere un capo dello Stato nuovo che non provenga dalle file dei partiti. Un uomo, o una donna, che conosca l’Italia per davvero e non solo la toponomastica delle stanze e delle segreterie dei Palazzi del Potere.

San Giovanni in Fiore – Disoccupazione: il dramma di tante famiglie.

sgf panorama.jpgAnche qui da noi la disoccupazione è esplosa nel suo aspetto più drammatico. Spesso si

parla della disoccupazione giovanile, drammatica e ignobile, ma anche per molti padri di famiglia, con qualche anno di età in più, significa emarginazione sociale.

Come in altre parti anche a San Giovanni in Fiore la disoccupazione è un drammatico fenomeno sociale in continua crescita, che coinvolge già tantissime persone e famiglie.

Se la disoccupazione giovanile frena la crescita, sotto molteplici aspetti, di tanti nostri giovani, impedendo loro di progettare e costruire il proprio futuro, la disoccupazione adulta si abbatte sulle persone devastando famiglie, facendo sparire percorsi esistenziali. Se poi non si è supportati da un reddito di salvataggio, o magari da parenti e amici, o se non si dispone di adeguate risorse proprie, è la morte civile, il nulla, l’annientamento dello stesso diritto di vivere, in quanto la disoccupazione adulta fa precipitare persone e famiglie in una spirale di povertà, anticamera di un’emarginazione ed esclusione sociale dalle quali può non esserci ritorno.

Troppo spesso ai disoccupati adulti il mercato del lavoro preclude qualsiasi opportunità di reinserimento lavorativo, discriminandoli, anche e soprattutto, per motivi anagrafici. Penso agli over 50, ma anche 40 e 35, e alle pensioni che si allontanano sempre di più, diventando una chimera. Ormai è una deriva inarrestabile.

La disoccupazione giovanile e quella adulta sono due facce della stessa bruttissima medaglia. Persone e famiglie umiliate da una precarietà assoluta, totalizzante, che giorno dopo giorno distrugge e avvelena la stessa esistenza, negando il presente e il futuro a intere generazioni: genitori e figli.

La disoccupazione dei padri di famiglia, di quelli un po’ più anziani, spesso è meno conosciuta, quella di cui si parla di meno. Invece sarebbe ora di riconoscerne l’esistenza, e forse per contrastarla bisognerebbe analizzarne le dinamiche e le peculiarità.

Essere disoccupati come capo famiglia e adulti spesso vuol dire non riuscire a far fronte alle scadenze economiche più impellenti: alle bollette di acqua, luce, gas, rate del mutuo, canoni per il fitto della casa, alle spese per la salute della famiglia, per l’istruzione dei figli, e tante volte, in silenzio, anche alle spese alimentari.

Oggi qui a San Giovanni in Fiore sono molte le persone e le famiglie che per la mancanza di adeguati ammortizzatori sociali rischiano di finire letteralmente sul lastrico. La situazione diventa sempre più angosciosa. Molte volte nessuno se ne rende conto, ma qui nel nostro paese vi è un aspetto molto inquietante che è quello dell’incremento della povertà assoluta degli insospettabili, persone e famiglie che si presentano bene, con dignità, e per le quali non si direbbe affatto si trovino in situazioni economiche drammatiche, che chiedono cibo, vestiti e anche soldi.

Non solo, ma anche le famiglie monoreddito oggi sono in crisi. Il loro reddito viene ogni mese aggredito da nuovi e vecchi balzelli (soprattutto addizionali regionali e comunali) e dall’inflazione determinando difficoltà oggettive per andare avanti dignitosamente.

Infine in questi ultimi tempi nella nostra città molti sono interessati al fiorire della cultura, fatto encomiabile, ma i più poveri sembra siano relegati nell’ignoranza e sono trattati da incolti. Invece la cultura dovrebbe essere creazione, sviluppo, opportunità, speranza per tutti, incontro di uomini e scambi tra loro per il bene comune.

In molti paese europei è in vigore il reddito di cittadinanza. In Italia l’unica forza politica ad avere nei punti del suo programma il reddito di cittadinanza è il M5S.

PGS

Consultazioni: il M5S ha chiesto al Presidente della Repubblica di formare il nuovo Governo.

Immagine3.pngGiusta e coerente richiesta da parte del M5S di formare il nuovo Governo. Essendo il M5S la prima forza politica, votata dal popolo italiano, con un programma serio per uscire dal tunnel in cui i vecchi partiti politici e la vecchia politica ci hanno portato, deve poter realizzare i punti del suo programma. Se non sarà così, il M5S farà opposizione dura per il bene del Paese.

Ecco i 20 punti del programma:

https://www.facebook.com/beppegrillo.it?fref=ts#!/photo.php?fbid=10151340952101545&set=a.371637426544.160262.56369076544&type=1&theater

Dizionario dell’inciucio.

20inciucio.jpgDi Marco Travaglio

“I 5 Stelle che han votato Grasso contro Schifani sapevano bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni.
Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”,
dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini – Grasso.
Dissenso. Da che mondo è mondo il parlamentare che approfitta del segreto dell’urna per impallinare il suo partito è un “franco tiratore”. Ma, se è di M5S, la sua è una sana manifestazione di dissenso contro la pretesa di Grillo di telecomandarlo.Indipendenza. Per vent’anni, se uno passava da destra a sinistra era un “ribaltonista”, mentre se passava da sinistra a destra era un “responsabile”. Ora, se un grillino porta acqua al Pd è un bravo ragazzo fiero della sua indipendenza; se resta fedele al suo movimento e ai suoi elettori, è un servo del dittatore Grillo.
Scouting. Quando B. avvicinava uno a uno gli oppositori per portarli con sé, era “mercato delle vacche”, “compravendita”, “voto di scambio”. Se Bersani sguinzaglia gli sherpa ad avvicinare i grillini uno a uno, è “scouting” e odora di lavanda.
Epurazione. Se Pd, Pdl, Udc, Lega espellono un dirigente che ha violato le regole, è legalità. Se lo fa M5S, è “epurazione”. Rivolta. Ci avevano raccontato che Adolf Grillo e Hermann Casaleggio lavano il cervello al popolo del web e censurano sul blog i commenti critici (un po’ incompatibili col lavaggio del cervello). Ora scopriamo che c’è la “rivolta del web” pro-dissenzienti. Ma anche, dal sondaggio di Mannheimer sul Corriere, che il 70% degli elettori M5S è contro l’inciucio col Pd. Gentili tromboni, potreste gentilmente mettervi d’accordo con voi stessi e poi farci sapere come stanno le cose, possibilmente chiamandole col loro nome?” Marco Travaglio, editoriale del Fatto Quotidiano del 19 marzo 2013

San Giovanni in Fiore – Comune: con un buco di 10 milioni di euro non andremo da nessuna parte.

sgf rione costa.jpgNei giorni scorsi il Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore, assenti quasi tutti i consiglieri d’opposizione,  ha approvato il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, un piano di rientro in dieci anni per recuperare 10 milioni di debiti con la procedura del pre-dissesto, il cosiddetto decreto salva comuni. Si sono evitati sì il dissesto e il commissariamento del Comune, ma i debiti rimangono tutti intatti, e a pagare è sempre Pantalone.

Non tutti i cittadini ne sono consapevoli, ma questo significa lacrime e sangue per la comunità sangiovannese. Una comunità senza futuro. Una comunità sotto controllo e quasi perennemente, di fatto, commissariata. Da un paese come si è ridotto il nostro, in cui nel corso degli ultimi anni, probabilmente a causa di una cattiva e allegra gestione della res publica, si è venuto a creare un buco  di 10 milioni di debiti (quasi 20 miliardi delle vecchie lire), oggi molti giovani cittadini, forse, pensano solo di scappare via. Ciò sarebbe un ulteriore danno per il paese, ma in questi casi la gente non avrebbe tutti i torti. I responsabili di questo buco? Non si sa! Si parla in modo generico delle passate amministrazioni. I sicuri danneggiati? Noi tutti cittadini!

Il nostro Comune non ha avuto più scelta. Ha dovuto accedere al “Fondo di rotazione” approvando la procedura del pre-dissesto. Avremo così consistenti tagli alla spesa, meno servizi, il divieto di nuove assunzioni, l’incremento delle tasse e dei tributi (acqua, rifiuti ecc.) e l’alienazione di beni immobili ritenuti non necessari.

Molti non ne sono consapevoli, ma anche per la nostra San Giovanni in Fiore è iniziata una nuova era, forse un’era glaciale che blocca ogni possibilità di sviluppo e di benessere. Non saranno più tollerati, dunque, gestioni allegre e ulteriori indebitamenti, ma questo forse è un bene. La mannaia delle tasse, però,sarà ancora molto più gravosa a carico dei cittadini e penderà per tanti anni sulle teste di noi contribuenti e soprattutto dei giovani. Il Comune, per pagare i debiti, potrà, infatti, deliberare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita, anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legislazione vigente.

Ma… c’è un però!

Oltre ad esserci il decreto che prevede che gli amministratori responsabili di aver contribuito, con condotte dolose o gravemente colpose, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, se il Comune di San Giovanni in Fiore avesse in mano delle concrete, certe, reali e documentali prove di avvenute e volontarie irregolarità nella gestione del denaro pubblico, soldi nostri, di noi cittadini e contribuenti tutti, significherebbe che il Sindaco, rappresentante di tutti i cittadini e delegato anche alla tutela degli interessi degli stessi, sarebbe obbligato a denunciare il tutto all’autorità giudiziaria competente costituendosi, come ente comune, parte civile per il risarcimento di tutti i danni che un tale debito comporta nei confronti dei cittadini sangiovannesi e nei confronti del futuro di questa nostra comunità. Forse, anche così, potrebbero essere risollevate le sorti della città e potrebbe essere garantita una boccata d’ossigeno anche alle casse comunali.

L’amministratore pubblico non può fare solo il curatore fallimentare di una comunità, ma possibilmente denunciare anche eventuali responsabili che si fossero arricchiti illecitamente ed indebitamente con i soldi dei contribuenti e dei cittadini tutti! In alcune realtà comunali, ciò è già avvenuto.

Oggi, ma come si suol dire la speranza è l’ultima a morire, la verità è questa!

Per il resto tutte le altre cose sono solo chiacchiere: l’autoreferenzialità, le interviste, la televisione , il caffè, il bar, abbiamo fatto, faremo,  abbelliremo il paese, faremo la raccolta differenziata, non sono altro che un modo per esorcizzare la cruda e amara realtà e tirare a campare. Forse, se anche la Provincia di CS, auguriamoci di no, ricorrerà in appello  presso il Consiglio di Stato, sarà rimandato, chissà ancora per quanto altro tempo, anche l’utilizzo del PALASPORT, struttura completata da 3 anni e mai utilizzata.

Una buona strada poteva e potrebbe essere quella dell’utilizzo dei fondi europei con progetti seri, ma anche sotto questo aspetto l’incapacità delle amministrazioni è stata ed è totale.

Pietro Giovanni Spadafora

MoVimento 5 Stelle San Giovanni in Fiore

http://www.meetup.com/MOVIMENTO-5-STELLE-SAN-GIOVANNI-IN-FIORE/

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MoVimento 5 Stelle SGF – A scanso di equivoci: cos’è il M5S? Qual è lo spirito del M5S? Dov’è il M5S SGF? Chi comanda nel M5S SGF?

Immagine3.pngIl MoVimento 5 Stelle di San Giovanni in Fiore non è un partito politico!

Il MoVimento 5 Stelle non è, né è strutturato in sezioni, come un partito politico!

In questi giorni sto ricevendo tante e-mail e telefonate in cui mi si chiede a quale indirizzo si trova la sezione del MoVimento 5 Stelle di San Giovanni in Fiore, come ci si tessera, chi è il segretario, il leader e chi coordina il M5S. A questo punto mi preme, a scanso di equivoci, fare delle precisazioni. Intanto invito tutti a leggere il “Non Statuto”, il Programma e la Carta di Firenze del M5S. Poi qui di seguito riporto alcuni concetti fondamentali che mi sembrano molto esplicativi:
 
 il MoVimento 5 Stelle non ha una struttura in sezioni, circoli, coordinamenti locali, provinciali, regionali e nazionali, e neanche tessere, non ha direttivi né segreterie, capi, leader e né coordinatori. Il M5S è un movimento di liberi e consapevoli cittadini, e l’unico punto di riferimento certo è il blog beppegrillo.it., mentre qui nella nostra città è la piattaforma online del Meetup Movimento 5 Stelle di San Giovanni in Fiore.

Spesso i liberi e consapevoli cittadini del M5S di SGF si incontrano e discutono in diversi luoghi e date che sono sempre comunicati e diffusi con precisione in tempo utile nella piattaforma del Meetup M5S SGF. Nel Meetup ognuno conta uno e tutti hanno gli stessi diritti. Tutti possono dare suggerimenti, avere idee, fare proposte e redigere progetti. Saranno certamente discussi, tutti insieme, e se validi portati avanti.

Il MoVimento 5 Stelle non è un partito per chi cerca una prima occupazione in politica, non si assegnano poltrone.

La formazione di una lista civica, obbligatoriamente certificata, del M5S, o la candidatura in una lista del MoVimento, non sono l’obiettivo e neanche il punto di partenza, la candidatura è solo uno dei tanti strumenti che si può utilizzare per migliorare questo paese e questa nostra comunità nel momento in cui si presenta l’occasione nelle tornate elettorali.

Il contributo che ogni cittadino può dare al MoVimento è la propria “intelligenza”. L’intelligenza di ciascuno di noi è l’ultima risorsa che ci rimane per uscire da questa crisi, economica, politica e sociale, ma l’intelligenza del singolo non basta, serve un’intelligenza collettiva.

Il MoVimento si propone come canale attraverso il quale cittadini consapevoli mettono in Rete le proprie energie, le proprie intelligenze, le proprie esperienze, culture, idee, proposte.

Nel MoVimento 5 Stelle non si entra. Nel MoVimento 5 Stelle ci sei già dentro nel momento in cui decidi di non delegare più a questo sistema partitico né ai dirigenti di questi vecchi partiti politici, ormai non più credibili, le scelte strategiche e amministrative.

E’ necessario che ogni proposta o idea sia accompagnata dalla vostra disponibilità ad essere i primi ad attivarsi perché possa essere applicata.

I cittadini a 5 Stelle, insieme, si informano in Rete cercando di bypassare i mass-media locali e nazionali, Tv, quotidiani e radio, tradizionalmente e notoriamente asserviti al potere temporaneo. Essi cercano la fonte delle notizie, si formano un pensiero personale, approfondiscono, studiano, guardano alle esperienze positive di altre amministrazioni italiane e non solo.

I cittadini a 5 Stelle attivano le proprie capacità intellettive e di analisi e le mettono in Rete con altri cittadini.

Sembra difficile, ma in realtà è semplicissimo, basta essere “VIVI” nell’accezione più bella di questo aggettivo.

Quindi cercatori di poltrone, di incarichi, di carriere politiche, di raccomandazioni, di privilegi e prebende varie, sappiate che non cerchiamo candidati, ma cittadini attivi e consapevoli, cittadini a 5 Stelle, che vogliono riappropriarsi della facoltà di poter decidere del proprio futuro.

Il futuro è adesso!!! Attiviamoci e siamo cittadini consapevoli!!! Non restiamo a guardare!!! Iscrivetevi al Meetup M5S SGF!!!

Se qualcuno non è d’accordo con questi concetti , mi dispiace , ma il MoVimento 5 Stelle di Sa Giovanni in Fiore non fa per voi! I partiti politici vi aspettano a braccia aperte.

Pietro Giovanni Spadafora

Meetup M5S SGF

http://www.meetup.com/MOVIMENTO-5-STELLE-SAN-GIOVANNI-IN-FIORE/

A mio modesto parere non è necessario che il MoVimento 5 Stelle partecipi a un governo!

untitled.pngAncora si vedono le stesse facce da… cera in televisione e nei talk show che pontificano, raccontano corbellerie e fanno disinformazione insieme a tutti i conduttori e i giornalisti pennivendoli.
Non ci possiamo fare insozzare, politicamente parlando, da questi partiti ormai morti. Il M5S è sinonimo di una nuova idea politica, di politica nuova, di politica giovane, con la P maiuscola!
Il M5S non è alla ricerca di ministeri, poltrone, governi, presidenti e incarichi vari!
Il M5S è stato votato per un programma ben preciso e non per delle alleanze a scatola chiusa!
Che il PDL e il PD menoelle si facciano il loro governo! Più stabilità e governabilità di queste dove le trovano? Possono salvare il Paese con le loro proposte.
Tranquilli, il M5S è pronto a votare qualche provvedimento:
– Legge sul conflitto d’interessi.
– accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti (subito)
– modernizzazione e informatizzazione della macchina dello Stato centrale con un taglio del 30% dei costi (in 5 anni)
– cessazione di ogni missione di pace, in realtà vere missioni militari, all’estero (subito)
– eliminazione Province (subito)
– stop alla costruzione di opere inutili come la Tav in Val di Susa, la Gronda a Genova, la Pedemontana in Lombardia (subito)
– eliminazione contributi all’editoria (subito)
– eliminazione di ogni auto blu tranne per il presidente della Repubblica e del Consiglio (subito)
– eliminazione contributi elettorali ai partiti (subito)
– riduzione di almeno la metà delle consulenze esterne per lo Stato e per gli enti locali (subito)
– Recupero dei 98 miliardi di euro evasi dalle società di slot machines (subito)
– Taglio di 2/3 delle spese del Quirinale (subito)
– Adozione di software open source per la Pubblica Amministrazione (subito)
– Adeguamento stipendi dei parlamentari a media europea (subito)
– Diminuzione del numero parlamentari del 50% (durante la legislatura)
– Rinuncia all’acquisto dei cacciabombardieri F35 (subito)
– Efficienza/risparmi acquisti per la Sanità per un 1/5 della spesa (subito)
– Taglio/vendita di due canali RAI nazionali (subito)
– Taglio Expo 2015 (subito)
– Dimezzamento stipendio e numero consiglieri regionali (subito)
– Taglio delle pensioni sopra i 5.000 euro lordi mensili (subito)
Insieme ai tagli elencati va inserito il reddito di cittadinanza presente in molte nazioni europee, come la Germania, per chi non abbia un lavoro.
Do you remember?
Vediamo se ci riescono!
Se no, elezioni subito! Si, di nuovo!
PGS

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