ITALIANI!!! CALABRESI!!! SANGIOVANNESI!!!

Ecco perché poi NON è possibile il reddito di cittadinanza! Combattere la povertà! Non è possibile aumentare le pensioni minime! Non è possibile mandare  la gente in pensione prima dei 70 anni dopo una vita di lavoro! Non è possibile poter far lavorare i giovani! Non è possibile poter avere una sanità e una scuola decenti! E cosi via…

ITALIANI!!! CALABRESI!!!  SANGIOVANNESI!!!

Dal blog dei giornalisti dell’Ora della Calabria

“L’ORA SIAMO  NOI”

Regione, nuova“infornata” di “pensioni d’oro”

Sull’ultimo Bollettino ufficiale della Regione Calabria scorrono 8 determine del consiglio regionale. Sono le determine che riconoscono il vitalizio a ex consiglieri che non hanno superato l’esame delle Regionali del 23 novembre scorso oppure hanno preferito non ricandidarsi o non sono stati ricandidati dai rispettivi partiti. Dall’1 gennaio sono i nuovi “pensionati di lusso” della politica calabrese, pagati dalla Regione e quindi dai cittadini. A godere del vitalizio sono in particolare Pino Gentile (quasi7,5 mila euro lordi al mese), Piero Aiello (anche per lui quasi 7,5 mila euro lordi al mese) e poi Giovanni Dima (7,4 mila), Mimmo Tallini (6 mila), Salvatore Magarò (6 mila), Piero Giamborino (3,9 mila), Mario Magno (3,5 mila) e Salvatore Pacenza (3,5 mila).

Per Gentile, Aiello e Tallini la pensione è al momento sospesa in quanto ancora in servizio, per così dire (Gentile eTallini in consiglio regionale, Aiello al Senato), ma comunque è stata loro riconosciuta. Secondo un calcolo sommario, solo questi 8 d’ora in poi graveranno sulle casse della Regione per 45 mila euro al mese e per circa 550 mila euro all’anno. Ma andranno ad aggiungersi ad altri 22 “privilegiati”che si sono visti riconoscere il vitalizio nelle scorse settimane. I nomi e le cifre, che – va sempre precisato – sono lorde e ovviamente sono graduate in base al numero di anni trascorsi sulle poltrone di palazzo Campanella: Peppe Bova, Nicola Adamo, Gigi Fedele, Giovanni Nucera (7.490 euro), Pasquale Tripodi (7.265 euro), Gianpaolo Chiappetta (6.175 euro), Damiano Guagliardi e Gesuele Vilasi (entrambi 6.366), Sandro Principe, Piero Amato Francesco Sulla, Agazio, Loiero(6.085), Giulio Serra (5.149 euro), Aurelio Chizzoniti (4.681), Giuseppe Caputo, Mario Franchino, Franco Pugliano, Ottavio Bruni, Emilio De Masi e Candeloro Imbalzano (3.745), Rosario Mirabelli (2.808). C’è anche Giovanni Bilardi, oltre 3 mila euro di vitalizio sospeso però fin quando Bilardi sarà senatore.

All’appello comunque mancano ancora parecchi ex consiglieri, compreso l’ex presidente dell’Assemblea Franco Talarico, che a occhio dovrebbe viaggiare anch’egli oltre le 7 mila euro di pensione mensile. In ogni caso, si ingrossa sempre di più il plotone di ex consiglieri che godono del vitalizio: oggi sono quasi 150, e altri ne arriveranno. Perché è vero che da questa legislatura il vitalizio non c’è più, ma intanto vita natural durante la Regione Calabria dovrà sempre sborsare una bella cifretta per i diritt iacquisiti. Altri calcoli. Con le “new entry” la spesa per i vitalizi alla Regione sarà di oltre 650 mila euro al mese, moltiplicata per dodici mesi arriverà a sfiorare gli 8 milioni all’anno. Tanto ai calabresi costerà garantire la pensione a quanti certo non hanno aiutato la regione a uscire dal sottosviluppo e dall’isolamento. Ma si può andare avanti così?… (Ant. Cant.)

Abbiamo tutti una dignità!

#Redditodicittadinanza contro la povertà.

Il reddito di cittadinanza contro povertà e sfiducia. Dieci milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà. La UE stessa ci ha chiesto (da tempo) di introdurre il reddito di cittadinanza che in Europa è assente solo in Grecia, Ungheria e Italia. I nuovi dati dell’osservatorio socio-economico ixè fotografano la stagnazione dell’economia italiana ai livelli più bassi raggiunti in questi anni di crisi. L’indagine si basa su interviste sulla percezione rispetto alla ripresa dell’economia, al reddito familiare, al risparmio e alla sicurezza del posto di lavoro.

“La ripresa dell’economia e l’ottimismo di famiglie e imprese esiste solo nelle favole di Renzi e dei suoi ministri.
Entriamo nel dettaglio.
Al 12 marzo 2015 il 64% degli italiani vede la ripresa ancora lontana e il 9% crede che non ci sarà. La grande maggioranza è molto sfiduciata sull’azione del Governo Renzi (73%), mentre gli ottimisti scendono di un punto percentuale rispetto al luglio 2014 (da 25% a 24%).
Per il risparmio aumentano di ben 11 punti percentuali gli intervistati di un nucleo familiare che non sta risparmiando: dal 51% del luglio 2014 al 61% di oggi. La memorabile uscita di Renzi (“Gli italiani si stanno arricchendo“) è una barzelletta ogni giorno di più.
Aumentano coloro che sono preoccupati per la perdita del proprio lavoro o di un famigliare. Il Jobs Act spaventa gli italiani. Ad oggi il 47% teme di rimanere senza occupazione nel giro di sei mesi.
Le conclusioni più interessanti, però, si traggono dalla percezione degli italiani riguardo al reddito familiare. Diminuiscono nettamente le famiglie che grazie ai redditi percepiti riescono a vivere “serenamente e senza particolari affanni” (dal 41% del luglio 2014 al 32% del marzo 2015), mentre aumentano le famiglie che riescono a “pagare appena le spese” (dal 41% al 52%). Questo significa che la classe media sta scomparendo, erosa dall’austerità, dalla pressione fiscale e dallarepressione salariale. Ma a (non) sorprendere è il dato sulle famiglie più ricche. Crescono infatti di un punto (dal 3% al 4%) i nuclei che hanno la fortuna di “vivere agiatamente” e si possono anche “concedere dei lussi”.
Impoverimento generale e redistribuzione al contrario sono le facce della stessa medaglia neoliberista.
Il tutto inserito in un contesto di povertà dilagante e in crescita.
Secondo i dati Istat per il 2013 i poveri assoluti sono sei milioni, ovvero il 10% della popolazione, mentre tra assoluti e relativi si raggiunge il vertice impressionante dei 10 milioni (16,6% della popolazione).
È evidente che disoccupazione, povertà, sfiducia, crisi e stagnazione si alimentano a vicenda. Serve una politica economica espansiva con provvedimenti che permettano al ciclo di invertirsi grazie all’aumento della liquidità familiare (non bancaria, vero Draghi?). Della ripresa dei consumi gioverebbero immediatamente sia le imprese che i lavoratori in cerca di impiego.
Il reddito di cittadinanza proposto con serietà, coerenza e coperture finanziarie dal M5S è la chiave di volta di questa drammatica situazione. Si tratta di un vero piano di lavoro e di diritti sociali. 780 euro al mese garantiti a chi non raggiunge una soglia minima di sopravvivenza, che aumentano in base al numero di componenti familiari secondo un criterio di progressività.
Il M5S vuole inaugurare al più presto l’era del reddito di cittadinanza, per ridare dignità agli italiani e per rilanciare la spesa, e quindi la produzione industriale, attraverso i consumi”.
M5s Senato

Il perbenismo ha gli occhi chiusi.

“A volte per far aprire gli occhi si può scegliere di usare immagini molto forti. Solo scardinando i piani si possono smuovere le coscienze per costringere a vedere quanto altrimenti rimarrebbe nascosto. Charlie Hebdo ne è un esempio lampante. Facile attaccarci per un confronto forte espresso con l’intento di accendere i riflettori su una realtà che rischia di inghiottirci. Dichiarazioni fatte per far riflettere, certo non per piacere, meno che mai per strumentalizzare il dolore altrui. Abbiamo piene le orecchie di espressioni edulcorate e vuote come quelle usate dal premier per coprire una spregiudicata azione di governo, con l’intento di restringere spazi di democrazia, e per nascondere incapacità o inerzia nell’affrontare questioni che davvero dovrebbero essere affrontate e risolte. Lecito criticare un’opinione espressa in modo estremo, ma rifugiamo dal perbenismo che avalla un marketing politico usato per far digerire decisioni scomode, scelte scellerate che pesano ogni giorno sulle vite di milioni di cittadini. Io sono per dire le cose come stanno. Sempre. Anche con parole amare. E mai vorrei alla guida del mio paese l’uomo solo al comando”.
  Roberto Fico, M5s Camera

Ecco che fine fanno molte delle tasse pagate con il sangue di noi contribuenti italiani:

Interrogazione parlamentare M5S su MPS – #Sorgenia

Un’azienda di De Benedetti, Sorgenia, ha ottenuto in passato un prestito di 600 milioni (provate voi a chiedere un fido di qualche decina di migliaia di euro…) da MPS , banca notoriamente sotto l’influenza del PD, partito che ha ormai la Repubblica come suo organo ufficiale. La Sorgenia sostanzialmente fallisce (ha un debito di 1,8 miliardi di euro), la banca invece di chiedere il rientro del prestito si offre per uno scambio di quote con il prestito erogato, ma che valore hanno oggi le quote? C’è poi un piccolo particolare. MPS ha ottenuto da parte del governo Monti un finanziamento di circa 5 miliardi per evitare il fallimento. Quindi, lo Stato è oggi uno dei principali azionisti di MPS (che a rigor di logica dovrebbe essere nazionalizzata). In sostanza con  i soldi dei contribuenti dati a MPS stiamo salvando un imprenditore privato. Il M5S ha presentato una interrogazione parlamentare. Aspettiamo risposte dal Governo.

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze

Premesso che:

Sorgenia spa, nata nel 1999, è uno dei principali operatori del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, con circa 400.000 clienti su tutto il territorio nazionale, concentrati in particolare nel segmento dei professionisti e delle piccole e medie aziende. Dispone di impianti di generazione per circa 5.000 MW di potenza installata. Sorgenia spa in circa 10 anni di attività, ha accumulato un debito societario pari a 1,8 miliardi di euro per il quale si è reso necessario giungere ad un accordo di ristrutturazione con le banche creditrici a norma dell’art. 182 bis della legge fallimentare che disciplina in forma negoziale i risanamenti di aziende. Le principali banche creditrici della società erano Monte dei Paschi (600 milioni), IntesaSanpaolo (371 milioni), Unicredit (180 milioni), Ubi (180 milioni), Bpm (177 milioni), Banco popolare (157 milioni); il piano dei creditori ha dato vita ad un nuovo veicolo controllante, che ha quale primo azionista MPS con il 22%, seguito da Ubi con il 18%, Banco popolare con il 11,5%, Unicredit con il 9,8%, Intesa Sanpaolo con il 9,7%, Bpm con il 9%. Cir, Sorgenia Holding e Verbund non detengono più azioni di Sorgenia. Il processo di ristrutturazione dell’indebitamento di Sorgenia attuato nell’autunno 2014 ha previsto, tra l’altro, un aumento di capitale da 400 milioni di euro interamente sottoscritto dalle banche finanziatrici – e dunque anche MPS – attraverso la conversione di crediti nel capitale della società. A parere degli interroganti è inaccettabile che la MPS sia diventata la principale azionista di Sorgenia; nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano nella prospettiva della vigilanza europea, il 26 febbraio 2015 presso la VI^ Commissione Finanze e Tesoro del Senato della repubblica si è tenuta l’audizione dei rappresentanti di MPS; in quella sede, il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola hanno rappresentato che “il Gruppo MPS ha superato l’AQR (Asses Quality Risk) confermando la solidità della struttura patrimoniale della Banca” e che “il Common Equity Tier 1 (CET1) post AQR è stato del 9,5% (al 31 dicembre 2013), sopra la soglia minima prevista (8,0%)“. Gli interroganti contestano queste affermazioni che non rispondono in alcun modo al vero poiché dal rapporto stilato dalla BCE sulla Banca Monte Paschi Siena (pagina 2, cella B18) risulta che la banca abbia evidenziato un deficit di capitale per l’AQR pari a 847 milioni di euro, a fronte di un livello di capitale (CET1) di 6.99% ovvero 101 punti base sotto la soglia dell’8%. A questo risultato negativo sull’AQR si aggiunge poi il deficit generato dagli stress test per un importo cumulato di ben €4,2 miliardi incluso l’AQR. Nonostante la banca sia stata salvata grazie allo Stato italiano, cioè ai 4 miliardi di euro di prestiti (cosiddetti Monti Bond) di cui oltre un miliardo ancora da restituire ed il successivo aumento di capitale di 5 miliardi nel giugno 2014, il 26 ottobre 2014 la Banca Centrale Europea ha stabilito che mancano ancora 2,5 miliardi di capitale per mettersi in regola. Monte Paschi Siena, dal 2011 ad oggi ha registrato perdite per circa quindici miliardi di euro di cui circa dieci miliardi nel corso della gestione degli attuali vertici (Presidente Profumo, Amministratore Delegato Viola). Sempre dal rapporto della BCE del 27 ottobre 2014 è emerso che la vigilanza europea ha trattato come derivati una gigantesca operazione riportata da MPS come investimenti in titoli di stato (la c.d. Operazione Nomura) con questo potendosi prefigurare possibili profili di responsabilità  sui bilanci. I cinque miliardi di aumento di capitale versato dagli azionisti, la cui maggioranza è oggi costituita da migliaia di piccoli azionisti, sono andati letteralmente in fumo in meno di sei mesi (piu di quanto abbia perso la capitalizzazione di Parmalat nei mesi che hanno preceduto il fallimento)  i vertici attuali della banca, a fronte di nuove perdite per oltre 5 miliardi appena annunciate per l’esercizio 2014, si apprestano a chiedere ai risparmiatori di versare altri tre miliardi in un nuovo aumento di capitale che si intende varare a maggio-giugno 2015; di fatto gli aiuti di stato pagati con i soldi dei contribuenti ed i quattrini raccolti con l’aumento di capitale (5 miliardi) eseguito a giugno 2014 e quelli che ancora si vuole raccogliere saranno serviti anche per convertire il debito di Sorgenia in azioni evitando il fallimento della società di De Benedetti. Sul Mps ed in particolare sul mancato commissariamento da parte da parte della Banca d’Italia in virtù degli articoli 70 e ss. del Testo unico bancario è stata presentata, in data 11 febbraio 2015, un’interrogazione a risposta in VI^ Commissione Finanze della Camera dei deputati, ad oggi rimasta inevasa. Si chiede se il Ministro interrogato: – sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa; – ritenga opportuno che Sorgenia sia stata salvata da MPS salvata a sua volta salvata con i quattrini dei contribuenti  che dunque sono andati anche a Sorgenia – se intende domandare alla Banca d’Italia per quale motivo l’autorità di vigilanza non abbia presentato istanza di commissariamento ai sensi dell’art 70 TUB a seguito delle ingenti perdite (15 miliardi in 4 anni) e di possibili profili di responsabilità  per l’errata contabilizzazione dell’Operazione Nomura evidenziati dalla BCE – ha intenzione di chiedere alla Consob di verificare la correttezza del prospetto dell’aumento di capitale di MPS eseguito nel giugno 2014 posto che l’AQR ha fatto emergere rettifiche sui crediti per oltre quattro miliardi a valere sul bilancio 2013 (ultimo bilancio approvato disponibile prima di eseguire l’aumento di capitale); – condivida la riconferma del vertice di MPS (Presidente Profumo e dell’Amministratore Delegato Viola), proposta dalla Fondazione MPS su cui il MEF ha funzioni di controllo” M5S Parlamento

Ecco il partito unico! SVEGLIA GENTE!!!

#Renzie finanzia Mediaset

“Si fa presto a dire fine del patto del Nazareno. Un recente articolo del Fatto Quotidiano riporta uno studio della società Nielsen sulle spese pubblicitarie affrontate dal governo in carica e da quello precedente. Secondo il dossier, nel 2013, quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta, le reti Mediaset avrebbero raccolto il 10% della pubblicità istituzionale del governo, ovvero circa 540 mila euro in 12 mesi. Si tratta degli spot e delle comunicazioni che ministeri e presidenza del consiglio diffondono abitualmente su tutti i media per far conoscere l’attività dei dicasteri, eventuali nuovi provvedimenti o per approfondire temi di interesse generale. Bene. Da quando c’è Renzi a capo dell’esecutivo, queste cifre sarebbero cresciute in modo esponenziale. Nel 2014 il governo avrebbe infatti acquistato spazi pubblicitari sulle reti del gruppo di Silvio Berlusconi per un totale di 2,5 milioni di euro. Avete letto bene: il 369% in più rispetto all’anno precedente. Giù gli introiti, invece, per web, radio e per altre emittenti private come La 7 e Sky. Occorre vederci chiaro, anche perché esiste una normativa che stabilisce precisi paletti per l’acquisto da parte delle pubbliche amministrazioni di spazi sui mezzi di comunicazione di massa. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri. Se, infatti, tali dati fossero confermati, ci troveremmo di fronte a plurime violazioni della legge e a un’evidente ed ingiustificata predilezione del governo nei riguardi di Mediaset. Renzi, infatti, non solo avrebbe destinato il 57% degli investimenti in pubblicità istituzionale a Canale 5, Italia 1, Rete 4 e a tutto l’impero televisivo del Biscione, ma avrebbe anche drasticamente ridotto le campagne informative su internet (500 mila euro a fronte di 1,7 milioni impegnati da Letta), cosa che appare oltremodo contraddittoria rispetto alla stessa strategia di promozione ed utilizzo di internet, tanto declamata dal premier. Chiediamo, dunque, di conoscere l’ammontare esatto della spesa in pubblicità per il 2014, la ripartizione di tale spesa tra i vari mezzi di comunicazione e la percentuale indirizzata alle reti di Berlusconi, che a sua volta, quando era Presidente del Consiglio, ci aveva già abituati a questo genere di operazioni in una situazione di lampante conflitto di interessi. Ora che Silvio non siede più in Parlamento (grazie al M5S), ci pensa Matteo a tutelarne gli interessi e a non ostacolarne gli affari”. Roberto Fico  M5S

Meetup M5S SGF

San Giovanni in Fiore – L’inciviltà di tanti cittadini.

Di Pietro Giovanni Spadafora

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma nella nostra comunità l’inciviltà di tanti cittadini regna sovrana.

Credo sia arrivato il momento di sottolineare e rimarcare in modo forte, con la speranza e lo scopo di riuscire a sensibilizzare queste anime prave al rispetto di qualche regola, l’inciviltà nella nostra comunità.

Ѐ vero che il più delle volte la politica non dà risposte, ma non possiamo sempre pensare, per ogni cosa, che la colpa sia sempre degli altri. Non possiamo sempre pensare che ognuno di noi sia un puro, che il nostro comportamento non c’entri, e che tutto dipenda dal comportamento della politica, delle istituzioni, di altri cittadini. La società, la comunità, le istituzioni, la mentalità, siamo noi stessi.

Gettare una carta, mozziconi di sigarette ancora accesi e altro, fuori dallo sportello dell’auto, mentre si è in marcia, non va bene; parcheggiare l’auto sopra un marciapiede non va bene; fermarsi a parlare dalla propria auto con amici e conoscenti pedoni, facendo formare una lunga fila di auto dietro, non va bene; non rispettare uno stop non va bene; abbandonare rifiuti per strada non va bene; gettare la cenere del proprio caminetto con carboni ancora ardenti nei vari cassonetti, per poi costringere, in assenza di un corpo dei vigili del fuoco sul posto, chi ha un senso civico, a spegnere le pericolose fiamme prodotte dagli stessi, non va bene; abbandonare rifiuti in campagna non va bene; abbandonare pneumatici vecchi della propria auto vicino ai cassonetti in centro paese, non va bene; non mettere i rifiuti nei cassonetti, quando sono vuoti, non va bene; divellere insegne, segnali stradali, panchine, grate di tombini, inferriate e ringhiere pubbliche, non va bene; sputare davanti l’ingresso di un’attività commerciale non va bene, e l’elenco potrebbe essere lungo.

Il fatto è che l’inciviltà di qualcuno viene sempre pagata dalla collettività. Molte volte, come a tanti altri credo, mi capita di assistere in prima persona a una tale inciviltà e maleducazione che mi lasciano esterrefatto. E dentro di me dico: ma quando le persone impareranno a rispettare il bene comune? Certo non si può pretendere di avere una guardia accanto ad ogni cafone e incivile, ma ho l’impressione che persiste una mentalità orrenda che tutto ciò che non è tuo non va rispettato. Quel che mi lascia perplesso è il mancato rispetto dell’ambiente, delle cose altrui e della propria città.

Il punto fondamentale è: se non si è in grado di rispettare le piccole regole, come si possono rispettare le grandi?

Quando un cittadino “onesto” non rispetta una regola piccola, perché un cittadino “non onesto” dovrebbe rispettarne una grande? Di sicuro il tutto è affidato al comportamento del singolo cittadino., ma, se non si cambia quell’atteggiamento di “arrangiarsi” infrangendo le piccole e importanti regole di una comunità, che sono alla base di una società veramente civile, non si andrà da nessuna parte.

Siamo più responsabili dei nostri comportamenti e riflettiamo su ogni nostro gesto! Diamo un segnale di civiltà a noi stessi per dare un segnale di civiltà agli altri! Sarebbe un forte contributo nel partecipare, senza alcun costo, ad un vero cambiamento della nostra città e di tanti suoi incivili, cafoni e scostumati cittadini!

#EclissiDiLupi, l’intervento di Di Battista.

Leggere attentamente per capire come il SISTEMA della corruzione e dei partiti politici provoca danni ai cittadini!
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Dalla Camera abbiamo seguito la diretta dell’#eclissidiLupi Per il MoVimento 5 Stelle è intervenuto Alessandro Di Battista. Di seguito il suo discorso:
“Deputato Lupi, stia tranquillo. Non siamo qui ad elencarle le pessime azioni che ha commesso come Ministro. Non abbiamo alcuna voglia di toglierci sassolini dalle scarpe o di sfruttare il momento per dire all’Italia intera che il M5S aveva ragione. Non ha alcun senso intestarci le sue dimissioni, anche se, e lei lo sa, il M5S è stata l’unica forza politica a chiedere l’allontanamento di Incalza ben 8 mesi fa, quando venimmo derisi e, come sempre, ignorati dal 99% dei media italiani. L’ho osservata in questi giorni. Ho osservato il suo volto provato dagli eventi, avrà sentito un grande dolore pensando a suo figlio finito in questa vicenda. Avrà avuto difficoltà a prendere sonno o voglia di fuggire, lontano, senza sapere dove. Brutto sentirsi senza via di uscita, abbandonato da tutti gli amici, che poi amici non sono, sono squali, pronti a sacrificarla per mantenere un posto di governo. Alcuni sono seduti accanto a lei, le avranno dato pacche sule spalle ma hanno venduto le sue dimissioni senza indugio per mantenere in piedi il “sistema”. Lei oggi è una pietra che rotola, e mi creda non ne proviamo alcuna soddisfazione. Al contrario, pensiamo ai milioni di italiani, che provano le sue stesse sofferenze anche se non sono causa del loro male. Anche loro di notte non riescono a dormire perché hanno il terrore che Equitalia gli porti via tutto. Anche loro sono disperati, così disperati da giocarsi mezzo stipendio ad una slot machine sotto casa, quelle slot machine che sostengono economicamente il sistema dei partiti che voi, che lei, che Renzi rappresentate, quelle slot machine che noi vorremmo tassare per dare a chi ne ha bisogno un reddito di cittadinanza. Tanti italiani, come lei, vorrebbero fuggire, ma dalla disoccupazione, dal ricatto del voto di scambio, dalle estorsioni di qualche boss senza pietà pronto a taglieggiarli e poi finanziare la campagna elettorale di qualche suo collega di partito. La disperazione che prova lei adesso la provano in molti. Ma la provano per via di quel sistema di corruzione che lei ha difeso, sostenuto, protetto all’interno del suo Ministero. E glielo dico senza urlare nella speranza che queste parole possano toccarla. Sa cosa significa corruzione? Significa rompere in tanti pezzi. La corruzione ha rotto in tanti pezzi questo Paese, l’ha sbriciolato garantendo abbondanti mangiatoie a pochi e briciole a tutti gli altri. La corruzione ha prodotto il cancro nella Terra dei Fuochi e l’abbandono dell’Italia da parte dei suoi giovani migliori. Ha provocato notti insonni a padri che non sanno come pagare gli studi ai figli, attacchi di panico di neo-laureati che non sanno come trovare un lavoro. La corruzione ha prodotto il dramma di imprenditori che preferiscono mettersi un cappio al collo piuttosto che dire in giro che stanno fallendo o le lacrime di malati costretti ad aspettare mesi per trovare un posto letto in un’ospedale. La corruzione ha trasformato l’Italia in una giungla dove delinquenti ottengono appalti, conti correnti milionari, case da sogno o barche di lusso che attraccano sulle coste ligure, sarde o in qualche porto nel Gargano. La Liguria, la Sardegna, il Gargano, dove migliaia di italiani aspettano le briciole da uno stato corrotto che non sa proteggerli neppure dalla pioggia. Lei si sentirà svuotato oggi, così come le casse dello stato, svuotate da malfattori che hanno occupato le posizioni di comando relegando gli onesti al ruolo di comparse, di illusi, o di “rompicoglioni”. Lei è stato per due anni il Ministro delle grandi opere. Lei sa quanto aumentano i loro costi in Italia. Del 40% secondo gli inquirenti. Parliamo di miliardi di euro se sommiamo “tangentifici” come il MOSE, opere folli come il TAV o fallimentari come l’EXPO. Opere utili solo a far fatturare i partiti attraverso l’indecenza degli appalti truccati concessi agli amici, siano essi mandanti ciellini o cooperative rosse, un tempo comuniste ma ormai capaci solo di mettere in “comune” intelligenze criminali e esperienze delinquenziali per potersi spartire soldi nostri e con questi comprare il voto da chi è talmente disperato da venderselo per non perdere un lavoro da 3 euro l’ora. Lei è stato il Ministro delle grandi opere, conosce il “sistema”. Raccontarcelo sarebbe l’atto più coraggioso che possa fare. Tutti gli uomini sbagliano ma a tutti è concessa la possibilità di riparare. Incalza non parlerà. E’ abituato a stare zitto. Lei al contrario potrebbe spiegarci perché un km di autostrada in Italia costa il triplo rispetto agli altri paesi europei! Glielo chiede un cittadino che mai avrebbe pensato di parlare a un Ministro il giorno delle sue dimissioni e glielo chiedono 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà e che – senza i furti delle grandi opere – potrebbero ottenere un reddito con cui campare dignitosamente nell’attesa di trovare un lavoro. Le chiedo un’ultima cosa. Restituisca al popolo italiano i suoi compensi dell’ultima legislatura. Non morirà di fame per questo, piuttosto si arricchirà di dignità. Potrebbe usare il fondo dove noi parlamentari del M5S destiniamo i nostri stipendi tagliati. E’ un atto dovuto verso quei cittadini onesti ingannati anche da lei, da 20 anni di immoralità, di bassa politica ad uso personale, di meeting pubblici e colloqui privati, di ostentazioni di fede cristiana e comportamenti da fariseo, di adunate di Comunione e Liberazione e ristrette spartizioni di poteri. La restituzione di questo maltolto, deputato Lupi, prescinde dalle sue dimissioni e siamo sicuri che sapere che con quei soldi delle imprese potranno partire o dei giovani – senza un padre Ministro – trovare un lavoro, allevierebbe la sofferenza dei suoi ultimi giorni. Coraggio.”

BASTA CORRUZIONE!!!

Mentre Renzi, il suo Governo e i partiti politici parlano di cambiare l’Italia con tasse e una pressione fiscale altissime contro cittadini, famiglie, piccole imprese e disoccupati, gli stessi non fanno alcunché per contrastare la piaga dilagante della corruzione che mangia miliardi di euro.

Cari cittadini italiani state sereni e continuate a votare questa gente!!!

Il Paese più corrotto d’Europa

Legge anticorruzione subito!

“Nel mondo Il livello di corruzione raggiunto dall’Italia nel 2014 è lo stesso di paesi come il Senegal e lo Swaziland, piccola monarchia del Sud Africa. Nell’area dell’euro, invece, non abbiamo rivali: pur allineandoci sullo stesso piano della Grecia, nessuna altra nazione presenta un indice di percezione della corruzione superiore al nostro. L’elaborazione è stata realizzata dall’Ufficio studi della CGIA su dati Transparency International, istituto che ogni anno elabora un interessante indice sulla corruzione in più di 170 paesi del mondo. Le vicende emerse dalle azioni giudiziarie che hanno interessato l’Expo di Milano, il Mose a Venezia e mafia Capitale sono solo alcuni episodi che ci delineano un quadro generale molto preoccupante. Negli ultimi 5 anni, fa notare la CGIA, la situazione si è addirittura aggravata. Sempre secondo la graduatoria stilata da Transparency International, abbiamo peggiorato la nostra posizione a livello europeo di 6 posizioni. Le statistiche dicono che la crisi economica e la corruzione procedono di pari passo, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra. Ciò mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investitori stranieri, determinando una perdita di competitività del Paese che dobbiamo assolutamente contrastare.” CGIA di Mestre

Jobs Act = licenziamenti più facili!

Qualcuno si sta già entusiasmando e ringalluzzendo che con il Jobs Act migliaia di imprese sarebbero pronte ad assumere molti lavoratori a tempo indeterminato. Ѐ vero! Ma è altrettanto vero che il giorno dopo queste imprese sono pronte anche a prenderli a calci nel sedere e mandarli sul lastrico.

Con il Jobs Act  

IL TEMPO INDETERMINATO = PIU’ PRECARIATO  = PIU’ LICENZIAMENTI FACILI.

Una signora di Milano era rimasta contenta che, grazie al Jobs Act, finalmente sua figlia aveva ottenuto un contratto a tempo indeterminato dal suo datore di lavoro. Ebbene, sfortuna per la ragazza, non appena il suo datore di lavoro ha appreso che era rimasta incinta, è stata licenziata il giorno dopo. Altro che tutele crescenti, queste sono le tutele di paglia!

Il Jobs Act è un provvedimento per licenziare e non per assumere!

Il Jobs Act, appena possibile, va abolito!

SVEGLIA GENTE!!!!!!!

PGS