SGF – La pioggia, la buca e la TASI.

TASI è l’acronimo di Tassa sui Servizi Indivisibili, la nuova imposta comunale istituita dalla legge di stabilità 2014 voluta dal Segretario del PD nonché Capo del Governo. Essa riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività, come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale.

Questa sarebbe una buca proprio davanti alla porta della mia abitazione principale riparata un paio di mesi fa, ma oggi, a causa di una semplice pioggia, è nuovamente in auge, facendo schizzare, al passaggio delle auto, l’acqua piovana su tutto il portoncino d’ingresso.

Certo, ci sono problemi più importanti (ci sono sempre problemi più importanti), ma sono importanti anche gli spazi dove i cittadini devono vivere e muoversi. Fra qualche giorno (16 dicembre prossimo) dovrò pagare il saldo della TASI, tassa destinata anche alla manutenzione delle strade cittadine.

Mi piacerebbe vedere una piccola quantità dei soldi pagati, utilizzata per risolvere questi “piccoli” problemi una volta per sempre.

PGS

P.S.  Va preso atto, e si ringrazia, che oggi 2 dicembre 2015, l’amministrazione comunale sta provvedendo alla manutenzione di diverse strade cittadine tra cui anche la strada dove abito. PGS

La processionaria distrugge la nostra Sila.

Mentre imperversano gli inutili convegni e dibattiti sulla Sila, sui suoi boschi, sul suo territorio e sulla sua agricoltura, essa viene distrutta dalla processionaria.

Ad oggi nessun provvedimento serio è stato adottato per salvaguardare la nostra Sila, eppure esistono delle leggi che dovrebbero essere applicate in merito.

Auspichiamo che le autorità e le istituzioni preposte si sveglino e facciano qualcosa!

Intanto ripostiamo un nostro articolo a riguardo affinché si possa sensibilizzare qualcuno:

http://blogsgfinpiazza.myblog.it/…/calabria-la-sila-faccia…/

Meetup M5S SGF

L’illusione di vivere in una vera democrazia.

In questa nostra democrazia, di fronte agli abusi e ai soprusi delle oligarchie partitiche e non solo ( fra i più consueti c’è di favorire, in ogni settore e modo, i propri adepti a danno degli altri, premiando la fedeltà di gruppo sul merito), il cittadino singolo è inerme.

In questa nostra democrazia il cittadino singolo è isolato e completamente senza difese di fronte alle prepotenze delle oligarchie.

Questa nostra democrazia è un estremo paradosso. Nata nel solco del pensiero liberale, inteso a difendere i “diritti naturali” dell’individuo, a valorizzarne capacità, meriti, potenzialità, finisce per mortificare proprio il singolo, l’uomo libero, che rifiuta appartenenze feudali, colui che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse davvero, e che ne diventa invece la vittima designata.

Ma mentre questa nostra democrazia calpesta la libertà del singolo facendogli credere che ne ha più di quanta ne abbia mai avuta in passato solo perché può scegliere fra diverse marche di frigorifero, di automobili e di bottiglie di champagne, questa democrazia non realizza nemmeno la volontà della maggioranza dei cittadini. Sono sempre le oligarchie, le piccole minoranze organizzate, i partiti politici, i veri detentori del potere. Non siamo che sudditi.

In questa democrazia i cittadini comuni si rendono conto di vivere in un’epoca di grandi decisioni, ma nessuna decisione dipende da loro. Ed effettivamente decisioni, politiche, economiche, tecnologiche, scientifiche che hanno un peso determinante sulla nostra vita sono prese in luoghi, istituzionali, concettuali, geografici, lontanissimi da noi, in qualche punto indefinito della globalizzazione, fuori da ogni nostro controllo.

Il fatto è che l’uomo moderno, nato col liberalismo, individualismo, la democrazia, è divenuto ostaggio del meccanismo, industriale, tecnologico, produttivo ed economico, di cui questa stessa democrazia è l’involucro legittimante, che lui stesso ha creato e che è sfuggito di mano agli stessi apprendisti stregoni che pretendono di governarlo. Un meccanismo che si autoregola esclusivamente in funzione della propria crescita, indifferente alla condizione umana.

L’uomo non è stato mai così condizionato, fin nelle ultime fibre, come nell’odierna società democratica di massa, di cui fa parte come semplice ingranaggio dell’onnipotente meccanismo che la sovrasta, fungibile e sostituibile come gli oggetti che produce, senza valore, senza identità, senza dignità e senza onore.

L’homo democraticus è massificato senza far parte di una comunità, è single senza essere individuo, è solo senza essere libero.

Dal libro di Massimo Fini “Sudditi”.

Sindacato Scuola SNALS a San Giovanni in Fiore.

Esordio toccante dell’assemblea sindacale dello SNALS che si è tenuta stamattina presso l’aula magna del Liceo Scientifico statale di San Giovanni in Fiore. Toccante perché è stato doverosamente ricordato il prof. ENZO ARCUDI, dirigente sindacale dello SNALS, che tanto si è speso per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori della scuola, fino a quel tragico 6 giugno 2013, quando, in punta di piedi, ha lasciato questo mondo.

Partecipata e coinvolgente poi, grazie alle sollecitazioni giunte dai dirigenti sindacali il prof. Carmelo Costanzo,  il tecnico Angelo Siciliano, e la proff.ssa Maria Gabriella Militerno, che ha svolto il ruolo di moderatrice, è stata l’assemblea in sé che ha raccolto il malcontento dei lavoratori, soprattutto in merito alla legge 107/15, indegnamente definita Buona Scuola. Interessanti anche gli interventi dei docenti che hanno espresso tutta la loro indignazione contro un sistema ormai malato.

San Giovanni in Fiore – La poca concretezza e il buonismo dell’Amministrazione Comunale.

Dall’ultimo consiglio comunale svoltosi oggi, sono emerse tutta la difficoltà e la poca manovra di questa Amministrazione Comunale. Nulla di nuovo, nulla di concreto. Si certo, la colpa è del dissesto finanziario. Come se ciò non si conoscesse. E poi, dov’è il programma? Dov’è sono andate a finire le cose che si sono promesse in campagna elettorale?

È evidente che la cosiddetta “annuncite” regionale è molto contagiosa. Sono passati mesi e non si vede alcunché. Fino ad oggi solo un tirar a campare senza alcun progetto politico, un’idea, un programma serio e realizzabile, e la paura è quella che con la scusa del dissesto finanziario, e con la scusa di nuove regole sopraggiunte in diversi ambiti, il solito tirar a campare potrebbe continuare per altri mesi, e forse anni.

Per non parlare del buonismo e del clima positivo che si è venuto a creare.

Infatti non sappiamo da cosa scaturisca, ma in quest’ultimo periodo l’Amministrazione Comunale sangiovannese sta manifestando, con diversi suoi membri, una sorta di buonismo, di benevolenza, di trionfalismo.

Abbiamo creato un clima di serenità, un clima di partecipazione, un clima di collaborazione, un clima di pace, e non necessita alcuna contrapposizione politica. È peccato!

Va tutto bene! Vogliamoci bene, e abbracciamoci tutti!

BALLE! La realtà della comunità sangiovannese è tutta diversa! Piena di problemi e difficoltà, sia per i singoli cittadini, sia per i giovani che per tante famiglie.

Un buonismo, a nostro parere, messo in atto per esorcizzare le tante difficoltà che emergono nell’amministrare la comunità di San Giovanni in Fiore. Difficoltà quasi insormontabili che sono state create, va ricordato, in decenni di mala politica, dagli stessi partiti con i loro esponenti, vecchi e nuovi, che oggi sono al governo e nel consesso civico della Città.

Guai a criticare, guai a contraddire, guai a dissentire, guai a parlare un linguaggio diverso, guai a rompere questo equilibrio di pace e serenità, di collaborazione e di partecipazione, che questa Amministrazione avrebbe creato! Guai a criticare l’operato di questa Amministrazione Comunale! Operato, poi, che rientra, a nostro parere, nei più bassi limiti di un’ordinaria amministrazione.

Noi del Meetup M5S SGF diciamo che la critica, il pensare in modo diverso, il dissentire, il vedere le cose da un’altra angolazione, siano un fatto positivo, un fatto di democrazia, un fatto di libertà, un fatto di trasparenza, un fatto del convivere civile! Noi del Meetup diciamo, apertamente, liberamente e democraticamente, che, sino ad oggi, quest’Amministrazione Comunale non ha risolto alcuno dei problemi che attanagliano la nostra comunità! Né si intravede una qualche prospettiva a riguardo!

A parte qualche bazzecola, qualche annuncio e qualche richiesta a qualche referente politico, i problemi della comunità sangiovannese sono ancora tutti sul tappeto.

Bene l’istituzione del “Baby Consiglio”, ma certamente bambini e ragazzi, sebbene si facciano partecipare, fatto positivo, alla vita sociale della comunità, non potranno certo risolvere i tanti problemi! Bene ad avere annunciato l’inizio della raccolta differenziata, ma ad oggi, sebbene dovesse partire prestissimo, non abbiamo visto alcunché! Bene la costituzione di una “short list” di esperti in ingegneria e architettura per l’affidamento di incarichi, ma per gli incarichi, poi, ci vogliono i progetti e il lavoro, e ancora non si intravvede nulla! Va bene la promessa di incrementare qualche posto letto presso il nostro Ospedale, ma certo con ciò non si garantisce il diritto alla salute, mentre i cittadini continuano ad andare altrove per avere garantito un minimo di servizio sanitario.

Non si incominci a dire che i problemi sono tanti e di difficile soluzione, che non ci sono molti soldi per fare alcune cose, che c’è poco spazio di manovra e che tutto, quindi, è più complicato, perché questo lo si sapeva già sin dall’inizio della campagna elettorale, ed invece si raccontava tutt’ altra storia negando oltretutto la drammatica situazione debitoria e finanziaria del Comune!

Non si dica cosa avremmo fatto noi del Movimento 5 Stelle, perché il punto non è cosa avremmo fatto noi, ma è cosa sta facendo questa Amministrazione!

Non si aspettino, per decidere e governare, disposizioni dagli alti ranghi politici, ma si governi in modo libero in base alle esigenze della collettività sangiovannese, perché gli “alti ranghi politici”, domani, potrebbero non esserci più!

Non si dica che la porta del Comune è aperta a tutti! Ci mancherebbe solo che la si chiudesse. E poi, la “porta del Comune aperta”non è una concessione, ma è un diritto di tutti i cittadini!

Non si dica che noi del Meetup attacchiamo le persone e l’Amministrazione Comunale in modo gratuito ed arbitrario, per esibizionismo o per ottenere visibilità, perché questo è falso, né è nostra abitudine farlo! Riteniamo, invece, che sia un nostro diritto, soprattutto come cittadini, mettere in evidenza la realtà dei fatti della nostra comunità, ed in particolar modo l’operato, o meglio, lo scarso operato politico-amministrativo di questa Amministrazione Comunale.

La si smetta con quest’inutile autocelebrazione, e si cerchi di risolvere, almeno, qualche problema in modo concreto e tangibile!

Per onestà intellettuale una cosa, comunque, va detta: apprezziamo molto il Sindaco, persona educata, disponibile, aperta al dialogo, che ha un sorriso per tutti e presenzia ogni pubblica manifestazione con il giusto entusiasmo.

Ed infine, come i soliti rompiscatole, riproponiamo alcune domande, ancora senza risposte, che già qualcuno dei nostri attivisti aveva posto:

1. Si parla tanto di turismo e di cultura, ma in occasione del Giubileo come si intende affrontare la questione della R.S.A. sita in un’ala del nostro più importante monumento, ossia, l’Abbazia Florense, individuata come Porta Santa, e quali iniziative si intende porre in essere per salvaguardarlo e rilanciarlo dal punto di vista culturale e turistico?

2. Come si intende gestire alcuni importantissimi immobili e strutture comunali, fatiscenti e non, di proprietà del Comune, per il loro recupero, utilizzo e rilancio?

3. Considerato il randagismo imperante e i costi del Comune per il recupero di tanti cani randagi presso altre strutture, che fine farà il canile comunale realmente, opera già iniziata e mai ultimata?

4. Quali provvedimenti si intendono prendere contro il parcheggio selvaggio di tante auto, in particolar modo nel centro storico?

5. Quale sarà realmente il destino dell’Ospedale dopo i vari annunci circa un suo potenziamento?  

6. Quali atti amministrativi si intende porre in essere, concretamente, per risanare il dissesto finanziario?

7. Si parla tanto di  Politiche Sociali, ma cosa si intende promuovere per gli anziani e per gli handicap di tante persone?

8. Come si intende rivedere una serie di contratti fortemente onerosi che il Comune ha sottoscritto con diverse aziende ed imprese per la fornitura di servizi?

9. Come intende il Comune rivedere alcuni canoni di fitto (irrisori) di immobili di proprietà dello stesso concessi a privati?

10. Il Comune paga circa 2.500.000,00 euro (duemilionicinquecentomila), quasi 5 miliardi delle vecchie lire, per il servizio idrico a fronte di 1.000.000,00 euro (unmilione), circa 2 miliardi delle vecchie lire, di introiti da parte dei cittadini che pagano le bollette dell’acqua. Ora, è evidente che all’appello mancano 1.500.000,00 euro (unmilionecinquecentomila), circa 3 miliardi delle vecchie lire.

La domanda è: questo mancato introito è dovuto tutto all’evasione dei cittadini che non pagano le bollette, o è dovuto al maggiore costo che il Comune paga alla società (privata) che gestisce il servizio idrico? Se si paga di più, forse sarebbe il caso di rivedere la convenzione con la società che fornisce il servizio. (Abbiamo avuto anche un referendum del 12 e 13 Giugno 2011, in Italia così come a San Giovanni in Fiore, dove ben il 65% dei cittadini florensi ha espresso la volontà di rendere pubblica la gestione dell’acqua con relativo risparmio sulle bollette) Se invece è dovuto ad un’evasione dei cittadini, come intende, il Comune, stanare questi evasori, in particolar modo per le case di campagna, ville, villini, orti ecc. ecc.? Non si dica con i contatori elettronici! Con tutto il tempo e i maggiori costi che ci vogliono figuriamoci!

Meetup M5S SGF

Il Jobs Act è una legge sul lavoro fatta dal Governo Renzi per licenziare in modo più facile.

ECCO IL JOBS ACT!!!

Di Stefano De Agostini – Il Fatto Quotidiano.it – 14 novembre 2015

Jobs act, ecco i primi licenziati a tutele crescenti. A casa dopo otto mesi di lavoro.

La cartiera Pigna Envelopes di Tolmezzo giustifica la decisione, appena comunicata a tre operai, con “un calo di produzione”. A marzo aveva fatto assunzioni, sfruttando gli sgravi contributivi, perché gli ordini erano aumentati. I sindacati: “”Mandare via chi è a tempo indeterminato è diventato conveniente”.

Ci sono i primi licenziati a tutele crescenti. Si tratta di tre operai della cartiera Pigna Envelopes di Tolmezzo, in provincia di Udine. Assunti a marzo con il contratto a tempo indeterminato introdotto dal Jobs act, dopo soli otto mesi l’azienda li ha lasciati a casa. E’ bastato un calo di produzione, così sostiene l’impresa, e il posto fisso ha evidenziato tutta la sua fragilità. Eppure, la società ha potuto beneficiare dei generosi incentivi previsti dalla legge di Stabilità 2015, che esonerano il datore di lavoro dal pagamento dei contributi per tre anni.

Nella lettera di licenziamento, l’azienda giustifica la scelta con una “riorganizzazione della turnistica dovuta a un persistente calo di lavoro” e con la “impossibilità di adibirla utilmente ad altre mansioni”. “A marzo, la società ha assunto quattro lavoratori con il contratto a tutele crescenti – spiega Paolo Battaino, segretario Uilcom Uil di Udine – Le nuove assunzioni erano giustificate da un aumento di lavoro e dal passaggio a una turnazione a ciclo continuo”. Eppure, una volta registrato un calo negli ordini, è terminata l’impostazione della turnistica e i nuovi assunti sono stati licenziati. E per loro non c’è articolo 18 che tenga: non è prevista la reintegrazione al posto di lavoro. Potranno ricevere solo unindennizzo commisurato al periodo di permanenza in azienda. “Sono contratti precari a tempo indeterminato – si sfoga un lavoratore della Rsu – E l’indeterminato potrebbe finire domani”.

“Oltre agli operai assunti con il Jobs act, c’erano apprendisti e lavoratori a termine – aggiunge Paolo Morocutti, segretario Slc Cgil di Udine – Gli apprendisti non si possono mandare via a meno che non abbiano fatto qualcosa di grave. Per licenziare i lavoratori a tempo determinato, bisogna pagarli fino al termine del contratto. Hanno lasciato a casa i nuovi assunti perché la legge lo permette, è più conveniente“. Intanto, l’azienda ha potuto godere degli sgravi contributivi per i nuovi assunti, pari a 8mila euro per tre anni. E allo stesso tempo, i lavoratori si sono trovati senza occupazione, anziché contare su un lavoro stabile. Secondo quanto riporta il Messaggero Veneto uno dei licenziati, per andare a lavorare in Pigna, aveva lasciato un altro impiego. E ora si trova senza lavoro, con una moglie e due figli da mantenere.

I sindacati aggiungono che la società non li aveva avvisati degli esuberi. Anche se sono note le difficoltà economiche dell’azienda madre, la Pigna di Bergamo, che a fine settembre ha chiesto il concordato in bianco. “La notizia ci ha colto di sorpresa – ammette Battaino – La società ci aveva solo illustrato le proprie difficoltà economiche, senza parlare di esuberi di personale. Ma a questo punto non escludiamo altri licenziamenti nel prossimo futuro”.

PARIGI

Editoriale

Nessuna giustificazione per l’attacco a Parigi, per l’attacco al cuore dell’Europa! Nessuna giustificazione per il sangue versato di civili indifesi, colpiti in maniera vigliacca da uomini armati!

Tutto ciò è scioccante. Non si può che essere vicini alle famiglie delle vittime, alla Francia, a tutto il popolo francese, colpito da questo attacco terribile, che va deplorato con fermezza.

Detto questo, e sentendo, crediamo, ognuno di noi, un forte dolore nell’animo, con coraggio va anche detto quest’altro:

“Crollato il contraltare sovietico, i cosiddetti Paesi democratici, con in testa gli Stati Uniti, ovviamente appoggiati dall’Europa e dal nostro Paese, grandi produttori di armi, nel ventennio che va dal 1991 al 2011, hanno scatenato cinque guerre di aggressione con scuse banali e ridicole: 1. La guerra del Golfo (1991). 2. Attacco alla Serbia (1999). 3. Invasione e occupazione dell’Afghanistan (2001). 4. Invasione e occupazione dell’Iraq (2003). 5. Attacco alla Libia (2011).

L’Occidente credendo di possedere “una cultura superiore”, e credendo di avere creato “il migliore dei mondi possibili”, pensa di avere non solo il diritto, ma il dovere di insegnare la buona educazione a Paesi e popoli che hanno culture, tradizioni, storie, costumi, religioni, concezioni di vita e di morte, completamente diversi dai nostri.

Resta il fatto che l’Occidente, tra cui oggi anche la Russia di Vladimir Putin, per poter crescere ancora un po’ dal punto di vista economico, per dopare ancora di più il cavallo della crescita, ma non si può crescere all’infinito in quanto gli esponenti di crescita all’infinito esistono solo in matematica, e per poter allontanare lo spettro di un collasso finale, ha urgenza di appropriarsi delle risorse e delle fonti di energia altrui con interventi militari, scuse, armi, droni e bombardamenti vari, per conquistare nuovi mercati in quanto i suoi sono ormai saturi.

Tutto ciò, è ovvio, provoca lo sradicamento delle popolazioni del Terzo Mondo e non solo, producendo i fenomeni, inevitabili, delle migrazioni bibliche e del terrorismo. Così facendo, l’Occidente, perdendo probabilmente il controllo della situazione, si è cacciato in condizioni e circostanze, quasi ormai irrisolvibili, che esso stesso ha creato.

Eppure l’Occidente, nato da un pensiero, avendo un pensiero, quello greco, il profondo pensiero greco, che fu il primo a riconoscere il diritto di esistenza e la dignità dell’altro, oggi, forse, non è più in grado di accettarli!”

“NESSUNA CULTURA PUÒ VIVERE SE VUOLE ESSERE ESCLUSIVA” (Gandhi)

“L’UNICO MODO PER FAR FINIRE LA VIOLENZA È SMETTERE DI USARLA” (GINO STRADA)

POLITICA

Se non si vota, o si continua a votare i corrotti, i voltagabbana, gli affaristi, i delinquenti, i condannati, quelli che in trenta e più anni di politica non hanno mai concluso niente, chi predica bene e razzola male, chi si è semplicemente arricchito con la politica, gli stessi politicanti e sempre gli stessi lestofanti, non comprendo, poi, tutte queste lamentele, azzuffamenti e baruffe varie (in particolar modo sui social network) tra la gente, tra cittadini disoccupati, giovani, emigrati, anziani, pensionati, lavoratori, casalinghe e seguaci vari della partitocrazia.

Intelligentemente bisognerebbe guardare dentro le cose, dentro le persone, dentro i fatti.

Così facendo, credo, si possa arrivare, in modo naturale ed onesto, ad una vera e seria alternativa politica.

Mettiamoci alla prova!

PGS

Lavoro – Domina ancora il precariato.

Secondo i giornali, i giornalisti e i mass media della disinformazione, nonché secondo la comunicazione di questo governo, il problema della disoccupazione, qui in Italia, sarebbe quasi sparito.
Menomale che c’è qualcuno che racconta la verità secondo numeri e dati reali.

LAVORO, A SETTEMBRE FRENANO I CONTRATTI: -1.680. E DOMINA ANCORA IL PRECARIATO

Frenano i contratti e il precariato continua a farla da padrone. A settembre i rapporti di lavoro sono diminuiti di 1.680 unità. Ad attestarlo sono i dati dell’osservatorio sul precariato dell’Inps, confermando così i numeri non esaltanti dell’Istat che a settembre davano sì atto di un calo dei disoccupati (-35mila), ma allo stesso tempo rivelavano una flessione degli occupati (-36mila) e un aumento degli inattivi (+53mila), cioè le persone che non hanno un lavoro e neanche lo cercano. D’altra parte, bisogna dire che, se si somma settembre ai precedenti otto mesi dell’anno, il saldo rimane positivo: si parla di +599mila contratti. Ma a fare la parte del leone sono ancora quelli a termine, che si attestano al 77%. Questo dato, unito all’inarrestabile ascesa dei voucher, fornisce il quadro della dimensione della precarietà nel nostro Paese.

Nel dettaglio, secondo i dati Inps, a settembre si sono registrate 495.353 attivazioni di contratti, contro le 497.033 cessazioni. La differenza, dunque, è un poco confortante segno meno: -1.680 unità. Ma se si allarga l’orizzonte a tutto l’anno, segnala l’Inps, il dato diventa positivo: nei primi nove mesi del 2015, si parla di +599mila contratti, con 4,1 milioni di rapporti attivati e 3,5 milioni cessati. “Ciò che è rilevante – sottolinea l’istituto – è il confronto con l’analogo valore per l’anno precedente, pari a 310.595 unità: il miglioramento è dunque prossimo alle 300mila unità”.

Tutto vero, ma resta il fatto che su quei 600mila rapporti di lavoro in più il 77%, pari a 462mila unità, sono a termine, mentre quelli stabili si fermano a 98mila, il 16%. Gli 1,8 miliardi spesi per il bonus contributivo nel 2015, che sono stati confermati con altri 800 milioni nel 2016, non hanno quindi inflitto un colpo mortale alla precarietà. Anche se, grazie alla spinta della decontribuzione, il contratto a tempo indeterminato ha fatto passi in avanti. Nei primi nove mesi, spiega l’Inps, il numero di assunzioni stabili sono aumentate di 340mila unità rispetto al 2014, pari al +34,4%. E a settembre si sono registrate 85mila assunzioni che hanno goduto del bonus contributivo, portando il totale dell’anno a 704mila unità. Ma a ben guardare, questi dati non significano nuova occupazione, bensì soprattutto trasformazione di vecchi contratti precari in stabili.

Infatti i nuovi rapporti a tempo indeterminato, al netto delle cessazioni, sono 469mila. Di questi, le trasformazioni arrivano a quota 371mila: si tratta del 79% del totale. Tra l’altro, laretribuzione media mensile dei nuovi contratti stabili si abbassa dell’1,4% rispetto al 2014, passando da 1.909 euro a 1.883 euro.
In questo mosaico, che conferma il lavoro a termine come la regola in Italia, bisogna poi incastrare la continua ascesa dei voucher, i buoni lavoro usati per retribuire il lavoro occasionale. Non a caso, lo stesso presidente Inps Tito Boeri li aveva definiti “la nuova frontiera del precariato”. Nel 2015 siamo arrivati a 81,3 milioni di voucher venduti, con un aumento del 69,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con punte del 99,4% in Sicilia e dell’87,7% in Puglia. Si tratta di un’impennata incoraggiata dallo stesso Jobs act, che ha alzato da 5mila a 7mila euro annui il tetto di reddito cumulabile con questo strumento.

di Stefano De Agostini | 10 novembre 2015

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