Italia: un Paese con tanti anziani.

Minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia a oggi, 15 mila in meno. Lo certifica l’Istat nel Report 2015  sugli indicatori demografici. Nel frattempo non si arresta il processo di invecchiamento, assoluto e relativo, della popolazione italiana. Ormai questa è una tendenza che è in atto già da parecchi anni. 

Tutto ciò, è chiaro, pone dei problemi economici e sociali. Di sicuro in questo calo delle nascite influisce la disoccupazione giovanile ormai dilagante, ma credo che sia anche un problema di egoismo, di questo nostro modello sociale, del nostro stile di vita, delle aspettative e delle smisurate ambizioni personali. Sì,  perché anche nelle famiglie e nelle coppie benestanti, con il lavoro, con alte retribuzioni e alti redditi, non si fanno figli.

Tuttavia, come potrà fare, un limitato numero di giovani, in futuro, a mantenere un esercito di anziani, per la maggior parte acciaccati, fiacchi, deboli, mezzi disabili e forse, da non escludere, anche un po’ rimbambiti? E che futuro aspetta questi giovani una volta diventati a loro volta anziani? E quale forza e vitalità si possono aspettare da una nazione per lo più composta da tanti anziani?

Certo il problema delle nascite è un problema comune a quasi tutti i Paesi cosiddetti occidentali, ma noi siamo quasi all’ultimo posto in questa particolare classifica. Qualcuno dice che ci saranno gli immigrati a risolvere il problema della natalità, ma la cosa spiacevole e triste è che anche gli immigrati, che nei paesi d’origine fanno figli come conigli, una volta arrivati nel nostro Paese si bloccano.

Mentre in altri Paesi i giovani, con proteste e rivolte, pacifiche, riescono a rovesciare anche dei governi, qui da noi, con un’età media della popolazione di 44,6 anni, non riusciremmo a togliere di mezzo, politicamente parlando, non dico il finto giovane Bomba a capo del nostro governo, ma nemmeno uno Scilipoti, un Razzi, una Serracchiani.

Penso, inoltre, che ci sia qualcosa che non quadri più in questa nostra società. La scienza e la medicina moderne, tecnologicamente applicate, a mio avviso in modo sbagliato,  ha convinto le nostre giovani madri e donne che si possono avere figli a qualsiasi età. Sono convintissimo, invece, che non è così. Madre Natura, con la sua forza, ed essendo imparziale, in queste cose è spietata.

Conosco diverse colleghe di lavoro sulla quarantina che credono di essere ancora delle ragazzine, e che dopo aver bruciato anni importanti della loro esistenza a una qualche carriera, adesso vorrebbero avere dei figli. Ma i figli non arrivano quando ci pare e piace. Ed ecco allora gli stressanti e affannosi “viaggi della speranza” per procurarsi qualche fecondazione artificiale.

Ma anche i giovani di oggi non scherzano mica. Prima di decidere di avere un figlio pretendono che gli sia assicurata la danza, la palestra, il calcio, il tennis, corsi di qualsiasi tipo. Forse ci vorrebbe un po’ più di audacia e temerarietà, come i nostri padri e nonni, sebbene la maggior parte di essi fosse senza un lavoro fisso. Bisognerebbe valutare di meno a agire di più, perché il tempo passa così inesorabilmente e velocemente senza neanche immaginarcelo ed accorgercene!

Qualche anno fa, sempre parlando con una bella collega di lavoro di 50 anni, le ho chiesto se aveva figli, anziché fare l’arrogante dicendo che non ne aveva voluti, ha risposto che non aver avuto dei bambini le dispiaceva moltissimo. “Ho un bravissimo marito, un  pubblico e ambizioso dirigente, ho sempre prestato, e lo faccio tutt’ora, la massima attenzione nei suoi confronti preparandogli diverse leccornie e manicaretti, e lui è contento. Però sono convinta che se, a suo tempo, avessimo fatto meno sacrifici per le nostre rispettive carriere, ingerito meno alimenti e fatto all’amore di più, le cose sarebbero potute andare in modo diverso”.

Pietro Giovanni Spadafora

SGF – Sanità: la nostra risposta alla nota del Sindaco.

Caro Sindaco Giuseppe Belcastro,

premettiamo che apprezziamo il suo impegno, ma nella sua nota vi sono una serie di contraddizioni evidenti:

1. Un verbale non è altro che la scrittura di quello che si dice in una discussione! Un pezzo di carta! Non è nessuna promessa né alcun decreto ufficiale di qualsivoglia volontà di fare e concretizzare qualcosa! Non è nero su bianco di alcun atto ufficiale, quindi nessuna luce accesa per gli anni bui che la partitocrazia ha prodotto nei confronti della sanità locale!

2. Quale sarebbe il premio alla vostra tenacia se ancora non è stato sottoscritto alcunché? Non si rende conto che lei parla di settimane e di mesi per iniziare un nuovo cammino?

3. Non si rende conto che lei scrive che “continueremo nei prossimi mesi per dare una svolta importante alla sanità della nostra città!” Dove sarebbe il risultato odierno?

4. Quale sarebbe il contributo concreto che il dipartimento sanità della regione Calabria ha dato per la sanità della nostra comunità?

5. Con Fatarella ha parlato solo, e ripetiamo solo parlato, di sanità e del nostro Ospedale: quali sarebbero i risultati concreti?

6. Il direttore Fatarella ha detto senza giri di parole, ma anche senza alcun fatto, atto e decreto concreto, che il nostro Ospedale deve essere potenziato!

7. Fatarella, ancora, le ha detto che la nostra comunità, oltre i mille metri, non può essere privata dei livelli essenziali di assistenza, ma continua, non si sa ancora per quanto, a essere privata dei LEA!

8. Ancora, le cose richieste non sono lunari ma fattibili, intanto, come comunità, continuiamo a guardare la luna! Per quanto tempo ancora?

9. Si ha avuto solo conferma, e ripetiamo solo conferma, ma senza alcun atto concreto, che la regione Calabria è dalla parte della nostra comunità e sanità!

10. Infine, caro Sindaco, se si aspetta di concretizzare questi importanti risultati per i prossimi mesi, significa che non vi è, ancora, alcun risultato!

Insomma , caro Sindaco, a noi pare che lei abbia avuto esclusivamente solo una bella discussione senza niente, NULLA!

Aspettiamo i prossimi mesi, ci dica almeno quanti, come dice lei, per vedere alcuni risultati, dopodiché, se non ci sarà alcun risultato concreto, tangibile e visibile, con tutto il rispetto che le portiamo, dovrà dimettersi, per aver preso in giro il popolo sangiovannese, insieme a tutta la sua giunta!

Meetup M5S SGF

Politica: siamo solo sudditi! – SEMPRE PIÙ ATTUALE! NO, ANZI, ATTUALISSIMO!

Politica: siamo solo sudditi!Massimo-Fini[1]

Quello che ha scritto il giornalista e scrittore Massimo Fini è sempre più attuale.

DEMOCRAZIA: il grande imbroglio dei partiti politici, movimenti, dei loro capibastone, adepti, affiliati e codazzi vari.

Molti cittadini sostengono che i partiti politici, movimenti ecc., siano il sale della democrazia. Nulla di più falso. Anzi! I partiti politici e le forze politiche tutte, hanno ucciso la democrazia.

Ma che cos’è, realmente, la democrazia?

Dal libro “Sudditi” di Massimo Fini

Democrazia significa, etimologicamente, “governo del popolo”. Scordiamoci che il popolo abbia mai governato alcunché, almeno da quando esiste la democrazia liberale. Se c’è qualcosa che fa sorgere nell’animo di un liberale un puro sentimento di orrore è il governo del popolo.

A molti miei conoscenti, di buona cultura, quando ho posto la domanda quale fosse la caratteristica essenziale della democrazia, essi mi hanno dato le risposte più disparate: “il consenso”, “la libertà”, “l’uguaglianza”, “la rappresentanza”, “le elezioni”, “il criterio della maggioranza”, “il controllo sull’attività dei governati”. Si potrebbe andare avanti, per pagine e per decenni, ma non si troverebbe la regola base della democrazia liberale.

Anche fra gli addetti ai lavori, gli studiosi delle dottrine politiche, circolano svariate e quasi infinite definizioni. Però nessun elemento, preso di per sé, sembra esclusivo della democrazia e quindi abile a definirla.

Ma allora potrebbe essere il pluripartitismo la caratteristica essenziale della democrazia in quanto esso sarebbe il sale della democrazia? Niente affatto! Già negli anni Venti del Novecento, come sostengono illustri economisti, sociologi e filosofi, l’esistenza dei partiti non è contemplata da nessuna Costituzione democratica e liberale.

Oggi, pur avendo i partiti occupato ogni ambito del settore pubblico e anche parte di quello privato, la Costituzione italiana ne fa cenno in un solo, scarno, articolo per dire che: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Cost.). Ma questa possibilità di associarsi è diventata un obbligo cui non ci si può sottrarre senza condannarsi a una vita al margine. I partiti non sono l’essenza della democrazia, ne sono la fine.

In realtà nessuna democrazia rappresentativa è una democrazia, ma un sistema di minoranze organizzate che prevalgono sulla maggioranza dei cittadini singolarmente presi, soffocandoli, limitandone gravemente la libertà e tenendoli in una condizione di minorità. È un sistema di oligarchie come preferiscono chiamarle diversi studiosi e costituzionalisti.

Chi appartiene a queste oligarchie non ha qualità specifiche. La classe politica democratica è formata da persone che hanno come elemento di distinzione unicamente, e tautologicamente, quello di fare politica. La loro legittimazione  è tutta interna al meccanismo politico che le ha prodotte. Sono i professionisti della politica, che vivono di politica e sulla politica.

La democrazia è innanzitutto e soprattutto un metodo per determinare la scelta dei governanti.

Infatti il voto del cittadino singolo, libero, non intruppato in gruppi, si diversifica e si disperde, proprio perché libero, laddove gli apparati dei partiti, facendo blocco, sono quelli che effettivamente decidono chi deve essere eletto. Il voto di opinione, cioè il voto veramente libero, non ha alcun peso rispetto al voto organizzato, facendolo diventare, in sostanza, un voto non più libero con il consenso truccato. Noi non scegliamo i candidati alle elezioni. Li scelgono i partiti, cioè le oligarchie. Il popolo che teoricamente e formalmente detiene la sovranità subisce quindi una serie di espropriazioni.

Questo enorme ceto medio si divide fra destra e sinistra con la stessa razionalità con cui si tifa Roma invece che Lazio, Milan o Inter.  E quando il cosiddetto “popolo della sinistra” (o della destra) scende in piazza per festeggiare qualche vittoria elettorale, ballando, cantando, saltando, agitandosi, è particolarmente patetico perché i vantaggi che trae da quella vittoria sono puramente immaginari, o, nella migliore delle ipotesi, sentimentali, mentre i ricavi reali vanno non a quegli spettatori illusi ma a chi sta giocando la partita del potere.

Ad ogni tornata elettorale c’è un solo sconfitto sicuro, che non è la fazione che l’ha perduta ma proprio quel popolo festante insieme a quell’altro che è rimasto a casa a masticare amaro per le stesse ragionevoli ragioni per cui l’altro è sceso in piazza. Vinca il Milan o l’Inter è sempre lo spettatore a pagare lo spettacolo. Quanto ai giocatori, ai vincitori andrà certamente la parte più consistente del bottino, ma anche ai perdenti non mancheranno i premi di consolazione. Fra le oligarchie politiche esiste infatti, checché gridino il contrario, un tacito patto per non portare il gioco alle estreme conseguenze. Non conviene a nessuno. C’è tutta la vasta area del sottogoverno e del parastato che consente di ritagliare le giuste prebende per i perdenti, garantendosi così che alla tornata successiva, a parti invertite, sia ricambiato il favore. Per quanto in competizione per il potere le oligarchie politiche sono unite da un interesse comune che prevale su tutti gli altri: l’interesse di classe.

Quella politica, con i suoi addentellati, è in pratica la sola classe rimasta in piazza. Presa nel complesso è una nomenklatura, non molto diversa da quella sovietica, il cui obiettivo primario è l’autoconservazione, il mantenimento del potere e dei vantaggi che vi sono connessi. E il nemico mortale di un oligarca non è tanto un altro oligarca, col quale si può sempre trovare un accordo, perché si fa parte della stessa classe, si partecipa allo stesso gioco, ci si sbertuccia di giorno davanti agli schermi TV e si va a cena la sera, strizzandosi l’occhio, quasi increduli per aver fatto colpo alla ruota della Fortuna, ma è proprio il popolo di cui va vampirizzato e magari, una volta ogni cinque anni, anche pietito il consenso, ma che va tenuto a bada e a debita distanza dagli arcana del potere democratico, perché continui a credere, o almeno a fingere di credere, al gioco.

Niente di nuovo sotto il sole. La democrazia non è un regime diverso da altri. È solo una delle tante forme, forse la più subdola, che nella Storia ha preso il potere oligarchico. Quelli del mondo feudale si erano inventati i diritti di sangue, questi il consenso democratico.

SGF – Sanità: per un Pronto Soccorso normale.

Di Maria Gabriella Militerno

PRETENDIAMO CHE LA BELLA NOTIZIA DELLA SALVEZZA DI UNA VITA DA PARTE DEGLI OPERATORI DEL PRONTO SOCCORSO DIVENTI NORMALITA’

Va certamente il nostro plauso all’intera equipe del nostro pronto soccorso che, in questa occasione, come in tutte le altre, si è prodigata per strappare alla morte questa giovane donna, madre e professionista della nostra comunità! Ma si è chiesto il nostro Sindaco, come sarebbe potuto andare se insieme alla donna in questione ci fossero stati più casi urgenti in contemporanea? Cosa avrebbero dovuto fare i medici? Forse avrebbero dovuto scegliere tra chi far morire e chi far vivere? Non è la vita un diritto irrinunciabile di tutti? Se ad ogni intervento del genere, che dovrebbe essere una normalissima attività di pronto soccorso, dobbiamo applaudire, significa che non siamo messi affatto bene. Alla luce di ciò, allora, più che mai l’Amministrazione tutta e noi cittadini dobbiamo pretendere che il PRONTO SOCCORSO SIA POTENZIATO e siano garantiti i livelli essenziali di assistenza. Non dimentichiamo, altresì, che la popolazione invecchia sempre più, con conseguente aumento dei rischi a carico della salute. NON C’E’ PIU’ TEMPO DA ATTENDERE E DA PERDERE, MA BISOGNA “A G I R E” IN MODO TEMPESTIVO!!!

P.S. Naturalmente l’invito vale anche per la massima rappresentanza istituzionale calabrese che appartiene a questa comunità, il Presidente della regione, ON.le MARIO OLIVERIO.

COMUNICATO STAMPA

San Giovanni in Fiore – Sanità e Ospedale.

Dal “Comunicato Stampa” emesso dal Sindaco, dal Presidente del consiglio e dai capigruppo consiliari di San Giovanni in Fiore, circa l’incontro avvenuto con la Direzione Generale dell’ASP di Cosenza nella giornata di ieri, si evince il NULLA. Una presa per i fondelli, solo parole, solo chiacchiere, solo promesse. Nessun atto concreto nei confronti della cittadina e della comunità sangiovannese. Nessuna garanzia futura circa il rispetto del diritto alla salute e ai servizi sanitari per la nostra comunità di montagna. Nessuno scritto nero su bianco! Nessun atto concreto!

Basta con le prese in giro!!!

Noi del Meetup M5S SGF diciamo che, a questo punto, a prescindere da consigli comunali aperti o meno, sia necessario autodeterminarci come società civile. Non possiamo più pendere dalle labbra dell’Amministrazione Comunale!

Sia indetta una riunione pubblica come società civile per discutere sul da farsi.

Il Meetup M5S SGF c’è!!!

Ci aspettiamo che il consigliere di minoranza si attivi in tal senso!

Meetup M5S SGF

San Giovanni in Fiore – Comune: stanare gli evasori!

Premesso che non vogliamo fare alcuna polemica sterile, premesso che vogliamo essere costruttivi, premesso che la nostra non vuole essere un’opposizione strumentale, ma un’opposizione esterna al consesso civico, efficace e civile, ci preme fare alcuni rilievi. Non ci interessano le chiacchiere, né tanto meno siamo come quei medici che mentre studiano il da farsi, il paziente se ne va, vogliamo semplicemente fare alcune constatazioni che speriamo possano essere un aiuto e uno stimolo per l’Amministrazione Comunale per poter far migliorare la nostra comunità e alcuni servizi.

In primis la sanità: ad oggi checché se ne dica, checché si attenda e checché si speri, il diritto alla salute è perennemente negato ai cittadini. Non basta una nuova struttura per il Pronto Soccorso! Va bene anche quella! Ma quello che necessita sono i servizi ed un incremento di personale specializzato per un Pronto Soccorso all’avanguardia, per saper far fronte alle emergenze, e nel caso salvare le vite dei cittadini sangiovannesi e non solo!

Attendiamo risultati concreti e soddisfacenti conseguenti alla strada intrapresa dall’Amministrazione Comunale, ma non ci possiamo permettere di arrivare alle calende greche, né tantomeno accettare elemosine in materia di salute, con la speranza, in caso di risultati deludenti, che prima o poi, anzi speriamo subito, ci si svegli e si intraprenda una lotta senza quartiere, nei confronti di tutte le istituzioni preposte, e lo ribadiamo ancora, tutti insieme, affinché venga ripristinato il nostro diritto ai sevizi sanitari come si addice ad un Paese civile.

Doveva partire presto e poi prestissimo la raccolta differenziata. Qual è il problema? Perché tanti kit non sono stati ancora ritirati? Si informi la cittadinanza in modo adeguato!

Ci giunge voce che molte famiglie non sarebbero in regola con il pagamento delle bollette TARI nonché con le bollette per la fornitura idrica.

Riteniamo che sia giunto il momento, non più procrastinabile, di iniziare a mettere in campo, oltre che per la sanità, qualche atto concreto da parte del Sindaco e della sua Giunta, anche per altri servizi.

Riteniamo, e volendo non sarebbe difficile, che si stanino eventuali evasori, e pare che siano in tanti, rispetto al servizio idrico e al servizio di raccolta dei rifiuti.

Bisognerà avviare, nell’immediato, una fase di monitoraggio per accertare eventuali casi di evasione dell’approvvigionamento idrico, per i soggetti che non risultino avere una posizione contrattuale regolare per acqua e rifiuti e stanare, eventualmente, situazioni di abusivismo della rete idrica con allacci illeciti e manomissioni di contatori.

Auspichiamo, con la dovuta considerazione, valutazione e attenzione per le famiglie bisognose e senza alcun reddito, che l’Amministrazione guidata dal Sindaco Giuseppe Belcastro, faccia, al più presto, regolarizzare la posizione di tali eventuali evasori. Pagare tutti significa anche pagare meno, e pagare tutti significa contribuire anche a risanare il dissesto finanziario comunale.

Si rammenta che non pagare le bollette per acqua, rifiuti e ricorrere ad allacci abusivi alla rete idrica, rappresentano un illecito sia dal punto di vista delle responsabilità civile che penale perseguibile con sanzioni amministrative e penali.

Lo ribadiamo: in questa nostra martoriata comunità c’è bisogno di atti concreti (amministrativi e politici )! Bando alle chiacchiere, alle strumentalizzazioni e ai tirare a campare!

Ad oggi non si è fatto nulla per evitare quello che ormai i cittadini sangiovannesi definiscono una grave violazione dei diritti personali, economici, sociali, ambientali e costituzionali!

Infine chiediamo più informazione, oggettiva e veritiera, all’attuale Amministrazione, perché, diversamente, la disinformazione, insieme al tirare a campare, fa più danni della politica ad un territorio, qual è quello florense, nonché alla sua popolazione, privandoli del dovuto rispetto!

Meetup M5S SGF

San Giovanni in Fiore – Ospedale: i colori politici della sanità.

Qui a San Giovanni in Fiore, ormai da anni, la sanità, o meglio, la malasanità, agita, giustamente, gli animi dei sangiovannesi. In questi giorni, per difendere la sanità, si stanno intonando, da più parti, dei cori unanimi gridando e sostenendo che la sanità non ha colore politico.

Sciocchezze! Corbellerie! Balle! La sanità ha sempre avuto, ha ed avrà sempre colori politici. Essi sono i colori della partitocrazia. Partitocrazia alla quale, da moltissimi anni, affidiamo, con altissime percentuali di voti, il compito di gestire la cosa pubblica, la sanità! Partitocrazia locale e non solo, che ha portato la sanità, il nostro nosocomio e i servizi sanitari nelle condizioni in cui oggi essi sono!

Partitocrazia alla quale la popolazione sangiovannese ha dato voti, nelle consultazioni elettorali, pari quasi al 99%! Partitocrazia, oltre che dai politici, costituita dalla maggior parte dei cittadini: medici, infermieri, ausiliari, liberi professionisti, giornalisti, docenti, pensionati, giovani, donne e chi più ne ha più ne metta! Si, perché la partitocrazia, nel momento in cui la votiamo, la sosteniamo e la portiamo avanti, facendoci perennemente illudere, senza fare alcuna valutazione, siamo tutti noi! Tutti a votare questa partitocrazia!

Se c’è un male originario di cui ha sofferto e soffre San Giovanni in Fiore è la partitocrazia che invade la sanità nelle varie forme più o meno invasive e oppressive! È successo nel passato e succede anche oggi in forme diverse e rinnovate!

Adesso tutti gridiamo allo scandalo, che la sanità non funziona, che non è più garantito il diritto alla salute e che la malasanità nostrana continua a mietere vittime innocenti!

Ma la cosa che più preoccupa è che noi sangiovannesi, pare, siamo tutti una massa di appecoronati. Non reagiamo, non ci arrabbiamo, non ci indigniamo, non protestiamo più!

Pretendiamo, così in modo passivo, che gli altri risolvano per la nostra comunità il problema della nostra sanità!

È indecente, stupido e illusorio pretendere che la partitocrazia, i suoi adepti, seguaci, uomini e affiliati di ogni sorta, che hanno distrutto la sanità, debbano, ora, ridarci il diritto alla salute. Non sarà così! Bisogna andare a riprendercelo, da soli, quel minimo diritto alla salute!

Si è chiesto insistentemente fino a poche ore fa, comunque con risposta negativa da parte dell’amministrazione partitocratica locale, sempre con cori intonati, un consiglio comunale aperto per discutere dei problemi della sanità, come se tale consiglio avesse potuto risolvere chissà quale problema. Sarebbe stato solo ulteriore tempo perso! Sciocchezze strumentali! Sciocchezze inutili che sarebbero servite solo a fare qualche endorsement a qualcuno, a qualche consigliere per creargli un minimo di visibilità, visto che di visibilità, nelle cose concrete, non se ne vede neanche l’ombra!

Si richiede, anche insistentemente, che il nostro Ospedale venga potenziato da chi per anni lo ha depotenziato! Ma l’Ospedale di San Giovanni in Fiore potrà essere solo fumo negli occhi perché oggi non ci sono più i presupposti, i soldi, ed è irrealistico pensare di tenerlo aperto. Non si può più perdere altro tempo con le sciocchezze!

La nostra proposta.

Chiediamo pubblicamente, in primis, al Sindaco Belcastro, nonché alla sua Giunta insieme a tutta l’Amministrazione Comunale sangiovannese di organizzare, prima di tutto, una fiaccolata in memoria delle persone che, a causa della malasanità, hanno perso anche la vita.

Poi, sempre al Sindaco Belcastro, nonché alla sua Giunta insieme all’Amministrazione Comunale sangiovannese, ma anche a tutta la comunità, dal momento che la popolazione sangiovannese, appecoronandosi, ha votato per il 99% in una determinata maniera, chiediamo di avere, almeno per una volta, nella vita, uno scatto di reni! Di far sentire in modo deciso e forte la nostra voce con una grande manifestazione in paese, organizzando una forte protesta, tutti insieme, nessuno escluso, e ribadiamo nessuno escluso!

Infine scegliere e costituire una competente delegazione che rappresenti tutte le forze sociali, politiche e professionali di tutta la comunità sangiovannese, per andare a trattare presso la cosiddetta “Cittadella” regionale, pare ora anche sede del Commissario alla sanità calabrese, appena inaugurata insieme al Presidente della Repubblica Italiana, pretendendo, senza muoversi da lì, con nero su bianco, determinati atti, per ottenere almeno un Pronto Soccorso Speciale ed avanzato sotto ogni profilo per poter far fronte alle emergenze della nostra comunità, insieme ad un servizio di Cardiologia potenziato, con la presenza di uno specialista 24h/24h. Che poi i pazienti debbano essere trasferiti in altra struttura può anche andare, ma almeno pretendiamo che quando le circostanze lo richiedono, le vite dei cittadini vengano soccorse e salvate come si deve in un Paese civile.

Si pretenda con vigore e determinazione, visto il consenso dato, che la Regione Calabria faccia la sua parte e dimostri vicinanza ed attenzione nei confronti di una comunità montana a oltre mille metri di altitudine, dei sangiovannesi, dei medici e operatori sanitari del nostro Ospedale, e che dia un servizio sanitario di emergenza qualificato ed avanzato!

Si prenda il toro per le corna e si batta fortemente il pugno sul tavolo del Commissario alla salute e della Regione Calabria senza alcuna soggezione, paura e viltà!

Se non lo si farà è il caso di dire che “chi è causa del proprio mal, pianga sé stesso”!

Meetup M5S SGF