Teatro all’aperto di San Giov. in Fiore: pubblico delle grandi occasioni.

Di Maria Gabriella Militerno

Tardiva giunge la mia breve recensione alla rappresentazione teatrale messa in scena mercoledì 17 agosto presso il teatro all’aperto dell’Abbazia, non perché io abbia dovuto pensarci su, ma solo perché non ho avuto il tempo materiale per farlo. E allora andiamo a noi. Un giusto e meritato riconoscimento va alla brillante e abile Maria Teresa Guzzo che, ancora una volta, non ha esitato a dar vita a un testo veramente pregnante. Pregnante per il messaggio lanciato alle nuove generazioni. Pregnante per aver ricordato i pregiudizi che hanno accompagnato questa nostra società, il cui retaggio si può ancora trovare in menti chiuse. Pregnante perché tutti noi possiamo capire quanto importante sia crescere e vivere con dignità nel luogo in cui siamo nati. Un altrettanto giusto e meritato riconoscimento va alla simpaticissima e brava Maria Teresa Caputo che con la sua vis comica ha saputo suscitare nel pubblico un riso amaro che ha spinto ad una sana e costruttiva riflessione proprio come, aspergendo “di soavi licor gli orli del vaso” “l’egro fanciullo da l’inganno sua vita riceve” (T. Tasso). Infine un giusto e meritato apprezzamento va agli altri membri della compagnia che hanno dato, con il loro estro, un valido contributo alla buona riuscita dello spettacolo. Un grazie di cuore, naturalmente, va anche a tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte per gli allestimenti. 
Alla prossima!

Teatro all’aperto di San Giov. in Fiore: pubblico delle grandi occasioni.ultima modifica: 2016-08-20T12:21:01+02:00da pietrogiovanni1
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