CALABRIA: L’AVVILENTE RASSEGNAZIONE DELLE ISTITUZIONI.

Martin Luther King diceva: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti”.

Vivendo nella mia terra di Calabria che spesso e volentieri diviene sempre più opposta al mio modo, e credo di tantissimi altri calabresi, di essere, di sentire e di pensare, provo una profonda amarezza per l’avvilente rassegnazione delle istituzioni regionali, comunali, pubbliche e private calabresi nei confronti del “fattaccio” che, oltre ad avere colpito l’opinione pubblica tutta, ha colpito, soprattutto, una ragazzina che per alcuni anni ha dovuto sottostare alle angherie sessuali di diversi energumeni. Pare che in questa nostra terra di Calabria manchi, ormai, sempre più vistosamente e volgarmente, la capacità di ragionare e di distinguere, premessa fondamentale dell’onestà verso gli altri e verso noi stessi.

Sebbene il corpo di una fanciulla nella fase adolescenziale subisca lentamente una trasformazione e diventi donna nel fisico, ma non nella mente, a tredici anni è ancora una bambina.

Evidentemente per tanti e forse, soprattutto qui in Calabria, questa teoria non vale, e se a tredici anni una ragazzina ha la sfortuna di innamorarsi di uno più grande di lei e per giunta del figlio di un qualche criminale, essa è spacciata. Se poi questi fattacci si verificano in luoghi dove le leggi e persino le regole del vivere civile le detta una qualche onorata società, l’ avvilente rassegnazione delle istituzioni tutte, della politica e della classe dirigente, diventa profondamente più volgare, più triviale, più oscena, più sconcia, ripugnante, laida.

Cose di Calabria, si direbbe, di una terra arida di sentimenti, immonda come questo “fattaccio”che non può avere alcuna attenuante, né tanto meno giustificazioni per i carnefici. Carnefici che puntano il dito contro una ragazzina, additata come inquieta, una poco di buono che non sa stare al suo posto e tutto sommato quanto le è successo se l’è cercato, bollandola come ragazzina facile che a causa dell’amore finisce per restare incastrata nella tela del ragno. Che importa poi se per anni l’adolescente diventa un gioco per il branco che se la passa di mano in mano infierendo su un corpo, annientando volontà e dignità di una giovane vittima? Di giovani vittime? Di una famiglia? Di un popolo?

Certo, dovrebbe essere la società civile tutta ad indignarsi, per non permettere che dei criminali possano decidere della vita degli altri, ma soprattutto dovrebbero indignarsi quelle rassegnate e quasi inesistenti istituzioni pubbliche! Purtroppo qui nella nostra terra di Calabria le cose marciano all’incontrario, e l’omertà la fa da padrona, tanto che si diserta anche le fiaccolate organizzate contro questo “fattaccio”. Si, perché gli intoccabili si rispettano e al “Minotauro”si devono offrire giovani figlie, sorelle, tutto, pur di non infrangere le leggi dell’onorata società.

Care istituzioni calabresi tutte, sapete bene che la Calabria è da giorni sotto la lente d’ingrandimento per via di un “fattaccio”? Sapete bene dei comuni le cui amministrazioni risultano assai movimentate e ondivaghe? Conoscete bene quelle cause per le quali noi calabresi abbiamo acquisito una fama poco raccomandabile e che dibattiamo, fra altri, un tema vecchio e al contempo attuale come il Sud che per definizione raffigura la grande superficie dove vige la presenza contemporanea di uno stato legittimo ed un altro in teoria senza documenti ufficiali ma vivo, vegeto e malavitoso? Ecco! Come vi adattate, come reagite davanti a tale convivenza?

Care istituzioni regionali e comunali calabresi tutte che rappresentate l’intera cittadinanza, l’intero popolo calabrese, eravate presenti alla fiaccolata organizzata contro il “fattaccio”come reazione allo squallido episodio occorso alla giovinetta, ed a cui hanno partecipato poche decine di persone?

Vi accuso di arrendevolezza, remissività, omertà e talvolta impotenza nei confronti di un destino, ormai pare segnato definitivamente, e al quale non vi ribellate! Non ci ribelliamo!

Quella ragazzina, care istituzioni tutte, ricordatelo, simboleggia un qualcosa che esula dalla brutalità umana ricevuta!

Care istituzioni calabresi, avete in animo una qualche reazione?

Care istituzioni calabresi tutte, è inutile riempirvi la bocca di promesse e belle parole se al contempo non reagite al malaffare, anche quello turpe!

Su avanti, care istituzioni calabresi tutte, abbiate uno scatto di reni ed organizzate un’adunata regionale con la presenza di migliaia di concittadini, interpellate il territorio e le comunità calabresi chiedendo, in contempo, allo Stato, un aiuto per debellare i criminali! Ma non abusate della secolare fiducia accordatavi: cambiate marcia e venite fuori!!!

Pietro Giovanni Spadafora

CALABRIA: L’AVVILENTE RASSEGNAZIONE DELLE ISTITUZIONI.ultima modifica: 2016-09-15T09:54:00+02:00da pietrogiovanni1
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