San Giovanni in Fiore – Cultura: la figura dell’illustre archeologo GASPARE OLIVERIO irrompe nella NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO.

Di Pietro Giovanni Spadafora

La figura dell’illustre archeologo ed epigrafista sangiovannese GASPARE OLIVERIO è stata presentata nella III EDIZIONE DELLA NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO qui a San Giovanni in Fiore che si è svolta ieri 13 gennaio 2017 dalle ore 18,00 alle ore 24,00, proprio nella sede del Liceo Classico cittadino.

Massiccia la partecipazione di studenti, genitori e cittadini, tra cui giornalisti, scrittori, associazioni culturali e autorità del luogo.

Grazie, poi, alla Professoressa Maria Gabriella Militerno, docente presso il Liceo Classico locale, che ha esposto ed illustrato la vita e le opere del grande archeologo ed epigrafista Gaspare Oliverio, in stretto contatto con i parenti e la famiglia dello studioso, e grazie ad un suo pronipote, il Dott. Avv. Angelo Oliverio, proveniente dalla Città di Napoli dove vive, che ha presenziato alla manifestazione, è stata proposta, con fondi sempre della famiglia di Gaspare Oliverio, con modalità e criteri da definire, una borsa di studio per gli studenti sangiovannesi più meritevoli per quanto riguarda gli studi classici ed artistici, intitolata alla memoria dell’illustre archeologo ed epigrafista sangiovannese.

Ma chi era Gaspare Oliverio?

GASPARE OLIVERIO: archeologo ed epigrafista illustre di San Giovanni in Fiore che tanti sangiovannesi non conoscono.

Gaspare Oliverio nacque il 5 ottobre 1887 a San Giovanni in Fiore (Cosenza) nella casa di famiglia sita tra Via Maruzza e via Rovello da Francesco Antonio e da Maria Felice Romei.

Sin da giovane iniziò gli studi classici e compì studi umanistici presso l’Ateneo di Napoli sotto la guida di Giulio De Petra, Antonio Sogliano e Alessandro Olivieri. Tra il 1908 e il 1910 pubblicò brevi saggi dedicati a iscrizioni e monumenti di Napoli e Pompei. Si perfezionò alla Scuola Archeologica Italiana di Atene, all’epoca diretta da Luigi Pernier, come allievo borsista nel 1913, riconfermato nel 1914, e durante il soggiorno prese parte alla missione archeologica italiana di Creta condotta da Federico Halbherr, per poi tornandovi nuovamente nel 1921.

Nei pressi del Pretorio di Gortina, nel 1913, scoprì un piccolo santuario di età flavia dedicato alle divinità egizie; l’anno dopo, ampliando lo scavo, individuò una serie di stele incise con iscrizioni votive appartenenti a un santuario di epoca anteriore. Nella primavera del 1914, con Pernier e Biagio Pace, intraprese lo studio topografico del territorio a nord-ovest di Creta ed ebbe l’incarico di collaborare alla silloge delle iscrizioni cretesi a cura di Domenico Comparetti e Halbherr.

Sempre nel 1914, assieme a Giangiacomo Porro e Silvio Ferri, seguì Ettore Ghislanzoni in Libia per coadiuvarlo nell’esplorazione di Cirene. Nel 1916 fu nominato ispettore ai monumenti e scavi della Cirenaica e nel 1924 soprintendente alle antichità, ruolo ricoperto sino al 1933. A Cirene fu affiancato da una missione archeologica composta da Carlo Anti, Luigi Giammuti e Italo Gismondi, guidata da Pernier che, dal 1925 al 1929, concentrò l’attività di scavo sui grandi cantieri dell’agorà e del santuario presso la fonte di Apollo. Protagonista delle prime scoperte epigrafiche di Cirene, ne diede conoscenza attraverso una serie di brevi monografie tra 1932 e 1936.

Fra i documenti più importanti rinvenuti: per l’età greca, la stele di Tolomeo Neòteros con il lascito del regno cirenaico ai Romani e il decreto contenente il giuramento dei fondatori; per l’età romana, la stele di Augusto dell’agorà relativa all’amministrazione giudiziaria e finanziaria della provincia; per il periodo bizantino, la nuova costituzione promulgata dall’imperatore d’Oriente Anastasio. Oliverio intuì il funzionamento del raro sistema numerico impiegato in Cirenaica per operazioni di computo monetale tra V e II secolo a.C. Seppur geloso delle proprie scoperte, si confrontò spesso con Gaetano De Sanctis, ottenendo suggerimenti per le pubblicazioni.

Nel 1930 collaborò al vol. VIII dell’Enciclopedia Italiana e nel 1931, dopo aver pubblicato la prima guida storico-archeologica di Cirene, diede alle stampe la relazione sulla prima spedizione italiana di ricognizione topografica e archeologica in Cirenaica (1910).

Frequentò l’Università di Berlino, coltivando rapporti di studio con Friedrich Gaertringer von Hiller e Ulrich von Wilamowitz Moellendorff. Nel 1933 ottenne la libera docenza in antichità ed epigrafia greca, nel dicembre dello stesso anno fu nominato professore straordinario di antichità classiche presso l’Ateneo fiorentino. Il 29 ottobre 1935 fu chiamato a Roma, dove l’anno seguente divenne ordinario in antichità greche e romane all’Università La Sapienza.

Il 7 gennaio 1936 sposò Ida Agnesi Crema, più giovane di 16 anni.

Dal 1936 al 1942 ricoprì il ruolo di direttore dell’Istituto di Storia Greca e, dal 1951 fino alla sua morte, quello di direttore dell’Istituto di Antichità Greche e Romane. Fu socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei (dall’agosto 1947) e dell’Istituto Germanico, membro del Consiglio Direttivo della Società Atene e Roma, Cavaliere della Corona d’Italia e Grand’ufficiale della Stella d’Italia. Dal 1946 al 1950 diresse la Scuola Nazionale di Archeologia di Roma, con la quale nel 1950, avviò un’ampia campagna di scavi a Locri in contrada Centocamere (1950-56), riportando alla luce uno dei più importanti complessi urbanistici della Magna Grecia, la Locri Epizefiri. Tali scavi riguardarono un’area molto vasta dell’antico abitato, riportando alla luce un intero quartiere e permettendo agli studiosi di meglio approfondire la conoscenza di alcuni aspetti di quella che fu la vita quotidiana nell’antica Locri Epizefiri. Scavi che, non ancora terminati, si interruppero nel 1956 a causa della sua prematura scomparsa.

Morì a Locri il 5 gennaio 1956. Fu sepolto nella cappella di famiglia presso il cimitero di San Giovanni in Fiore.

La morte arrivò proprio nel suo “campo di battaglia”, il campo di scavi a Locri, zona ricca di memorie dell’antichità, di una civiltà classica che ha lasciato tracce evidenti di ricchezza culturali e che, ancora oggi, può offrire nuovi tesori documentari. E di questi tesori, gravidi di storia e di arte l’Oliverio ha fatto motivo di tutta la sua indagine speculativa.

Persona generosa, non fece mai mancare tutto il suo affetto ai suoi cari nonché ai tanti amici che lo conobbero.

Studiò con metodo,rispetto delle competenze e subordinò tutte le sue opere a puri fini scientifici.

Fu un sangiovannese esemplare con una volontà di ferro, con una grande tenacia e una sterminata dedizione al lavoro, contro ogni difficoltà, rischi ed ostacoli.

Si parta anche da questi grandi uomini, da questi grandi studiosi e da queste eccellenze per ricostruire la tradizione, la cultura e l’identità del popolo sangiovannese!

Pietro Giovanni Spadafora

In allegato

Alcune foto inedite (documenti storici), provenienti dall’archivio di famiglia, di Gaspare Oliverio nel sito archeologico di Cirene in Libia con il Re d’Italia Vittorio Emanuele III; con Maria José, l’ultima Regina d’Italia come consorte di Re Umberto II, (poiché il suo regno durò solamente dal 9 maggio al 18 giugno 1946, venne soprannominata dagli italiani Regina di maggio); con l’allora Governatore della Libia Italo Balbo, e poi mentre scopre un’erma insieme all’allora Preside della Facoltà di Lettere Classiche dell’Università di Pisa; ed infine con alcuni suoi famigliari.

*****
P.S.

Da settembre 2016 i nuovi scavi a Locri Epizefiri.

Saranno condotti dalla Scuola Normale Superiore di Pisa grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia della Calabria e il Polo Museale regionale.

Domenica, 17 Luglio 2016 16:39
Pubblicato in Cronaca Corriere Calabria

LOCRI – Grazie a un accordo di collaborazione scientifica pluriennale tra la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Soprintendenza Archeologia della Calabria e il Polo Museale della Calabria saranno avviate, a partire da settembre 2016, nuove ricerche archeologiche e attività nel sito dell’antica città greca di Locri Epizefiri e nel suo territorio. Le ricerche, individuate, concordate e promosse in stretta collaborazione con il Museo e Parco Archeologico di Locri e Kaulon, diretto da Rossella Agostino, rientrano nel programma del Laboratorio di Storia Archeologia Epigrafia e Tradizione dell’Antico (Saet) della Scuola Normale di Pisa, diretto da Andrea Giardina, con il coordinamento scientifico di Gianfranco Adornato.

Forte della trentennale attività in Sicilia e in Magna Grecia, e delle competenze e professionalità maturate in questi ambiti, il Laboratorio, fondato nel 1984 da Giuseppe Nenci, e diretto successivamente con risultati di grande rilievo da Carmine Ampolo, sceglie oggi la città di Locri come osservatorio privilegiato in campo archeologico e come vera e propria palestra di formazione e di metodo per gli studenti e i perfezionandi della Scuola. Al tempo stesso il Saet concorre a un piano di valorizzazione del Museo e di alcune aree importanti del Parco Archeologico di Locri.

San Giovanni in Fiore – Cultura: la figura dell’illustre archeologo GASPARE OLIVERIO irrompe nella NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO.ultima modifica: 2017-01-14T01:48:27+01:00da pietrogiovanni1
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