PRODUZIONE, CONSUMISMO E RIFIUTI.

Un tale modello di sviluppo come il nostro, quello occidentale, a mio avviso, crudele, che ormai nessuno può più governare, ci sta stritolando tutti. Siamo proiettati verso un futuro con un consumismo sempre più sfrenato, privo di moderazione e di ritegno.

È chiaro che la colpa è dei tanti governanti, politici e imprenditori, con i loro silenzi, con i loro arricchimenti illeciti, ma anche della disinformazione in genere, che contribuiscono a far percepire che quella della infinita produzione di beni, la maggior parte inutili, insieme allo sfrenato consumismo, siano la migliore “way of life” possibile.

Il denaro deve girare, non si deve fermare! La produzione deve sempre più inventare e aumentare! L’arricchimento deve essere sempre maggiore! The show must go on! Fino a quando?

Siamo diventati una società priva di princìpi, di valori condivisi che non siano il “Dio Denaro”, inguaribilmente consumistica, e, spesso e volentieri, volgare.

Tutto ciò, ovviamente, produce rifiuti di ogni tipo. Ed è chiaro che nella civiltà industriale, qual è la nostra, si può solo spostare il fronte del rifiuto, ma non lo si può eliminare. Democrito, filosofo greco antico, diceva che in natura “nulla si crea e nulla si distrugge”. L’idea che i rifiuti possano essere eliminati è solo utopica.

Prendiamo, per esempio, uno dei metodi che oggi ci sta più a cuore: raccolta differenziata e riciclaggio. Intanto anche gli impianti di riciclaggio producono scorie per circa il 50% del raccolto, che è sicuramente un concentrato delle sostanze più inquinanti. E l’altro 50%? In genere i rifiuti riciclati sono così scadenti che nessuno li vuole e se ne fa un enorme stoccaggio, in pratica altre discariche a cielo aperto. Ma poi questo stoccaggio dovrà pur finire in qualche inceneritore, che naturalmente produce a sua volta altre scorie con tutte le conseguenze. E si torna da capo.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti non si risolve facilmente, anche con l’uso di nuove tecnologie drogando sempre di più il sistema. È praticamente irresolubile. I rifiuti si possono nascondere, come la polvere sotto al tappeto, o come detto, bruciare, ma non cambia assolutamente niente se l’inquinamento si dirige verso l’atmosfera invece che restare al suolo.

In un quadro del genere sono ridicole, per non dire grottesche, alcune beghe per la lotta alla salvaguardia dell’ambiente. Di sicuro molte regole andrebbero fatte rispettare sotto ogni profilo, ma il vero problema è un altro, e lo sappiamo tutti qual è, anche se continuiamo a girarci intorno: i rifiuti non sono che l’altra faccia, spudorata e quasi nascosta, della civiltà dei consumi.

O ci convinciamo a ridurre il consumo (ne saremmo capaci?), almeno di quei beni inutili, e quindi produrre di meno, rinunciando a determinati princìpi demenziali come “l’usa e getta”, nonché, ma in questo molte aziende dovrebbero essere obbligate a farlo nella loro produzione, alla “obsolescenza programmata” di tanti beni strumentali, e quindi a gran parte dell’illecito guadagno, oppure è inutile versare lacrime di coccodrillo cercando di tappare qualche falla della nave che ormai sta affondando.

Ormai la nostra società occidentale è su una bicicletta costretta ad andare sempre più veloce per tenersi in equilibrio.

L’industrialismo e il frenetico consumismo ci hanno portato a questo punto di non ritorno, e solo un qualche crack, o lo sbandamento in qualche curva, può farci fare un salto indietro di qualche milione di anni.

La verità è che al posto del mondo naturale ce ne siamo costruito uno artificiale, senza essere più capaci di governarlo.

Il denaro deve girare! La produzione deve andare avanti! The show must go on! Fino a quando?

Il resto sono solo bugie, luride bugie!

PGS

PRODUZIONE, CONSUMISMO E RIFIUTI.ultima modifica: 2017-02-25T22:46:33+01:00da pietrogiovanni1
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