L’inganno linguistico dei politici.

Col passare degli anni la classe politica ha affinato notevolmente la sua tattica di comunicazione.

Uno dei mezzi più potenti e insidiosi in questa operazione è il linguaggio.

Con campagne stampa ben orchestrate, vengono, continuamente, utilizzate espressioni ingannevoli, prive di senso e distorte che, ossessivamente ripetute, entrano nell’immaginario collettivo come se fossero vere, realizzabili, logiche. Così facendo diventa più facile creare un clima di fiducia, di credibilità nei confronti dei politici.

Ecco qui di seguito solo alcuni esempi della truffa linguistica che si sente in giro, in quest’ultimi tempi, soprattutto, qui in Calabria.

Non possiamo rischiare di perdere questa occasione – Non si capisce mai, in dettaglio di quale occasione concreta si parli.

Dobbiamo decentrare alcune responsabilità – Quali responsabilità? E poi a chi? Dove? Quando? Come?

Qualcuno vuole condizionare il nostro operato –  Chi? Come? Quale operato?

Si mina la nostra credibilità – Per che cosa? Chi mina la credibilità? Per cosa siete credibili?

Dobbiamo migliorare la nostra comunicazione –  Perché che cosa non si comunica? Per quali fatti?

Parlano i fatti – Quali fatti? In concreto che cosa si è realizzato? Dove? Quando? Per chi?

C’è una svolta politica – Quale sarebbe? Cosa? Con quali obiettivi?

È in arrivo un  miliardo per infrastrutture – Quando arriverà? Come sarà speso se sarà utilizzato? Per quali progetti servirà? Cosa sarà realizzato?

Stiamo cambiando la nostra terra, la nostra regione, il nostro comune – Su che cosa? Per che cosa? Per chi? Dove sono i risultati? In base a quali programmi? Dov’è la percezione di questo cambiamento? Chi percepisce questo cambiamento?

Abbiamo aperto diversi cantieri – Dove? Quando? Per che cosa? Per quali opere? Per quanti lavoratori? Per quanto tempo? Con quali pubbliche gare?

La burocrazia blocca tutto – In questi anni i dirigenti delle varie istituzioni avrebbero fatto un’azione di supplenza politica sostituendosi ai vari consigli e giunte regionali, comunali e anche parlamentari. Ma un dirigente non può fare altro che applicare il regolamento vigente, le normative, e non può supplire nessuno. Svolge solo il suo lavoro che gli compete, e se viola qualche cosa ne risponde personalmente. I dirigenti supplirebbero la politica se si sostituissero ai consigli, alle giunte, emanando leggi, decreti e regolamenti invece di applicarli. Le due cose sono quindi separate. È vero che le giunte, i consigli regionali, comunali ecc. sono inerti e che c’è un vuoto politico, ma, certamente, non lo riempiono i dirigenti che semplicemente applicano i regolamenti vigenti.

La burocrazia è una scusa dei politici che non adempiono al loro dovere: “governare” per il bene comune!

Così le parole “ingannano” il popolo.

Pietro Giovanni Spadafora

L’inganno linguistico dei politici.ultima modifica: 2017-09-20T17:13:30+02:00da pietrogiovanni1
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