PROVIAMO!

Marco Travaglio al Corriere: “M5S ha fatto errori nelle liste, ma proviamoli”.

Marco Travaglio crede che sia il momento di dare una chance al Movimento 5 Stelle. Risponde “probabilmente no” al Corriere della Sera che gli domanda se li ritenga pronti per governare, ma sottolinea che “vanno messi alla prova”, anche perché “se quelli che li avversano fossero stati così competenti, i 5 Stelle non sarebbero mai nati”.

Non sono mancati problemi, ad esempio nella composizione delle liste, ma non sui rimborsi, perché secondo Travaglio sono “stupefacenti i tanti che li hanno fatti piuttosto che i pochi furbi”. Sulle liste però c’è stata “improvvisazione”.

“Quando ti apri alla società civile ti esponi al rischio che ti possano fregare. Certi casi fanno ridere, altri sono seri, come quello del presidente del Potenza Calcio. Che puoi fare? Se lo scopri, lo cacci: è questo che fa la differenza con gli altri. Avrebbero dovuto preparare le liste molto prima. Farle all’ultimo minuto è stata improvvisazione”.

I veri valori della sinistra.

Oggi i veri valori della sinistra sono incarnati dalla forza politica “Liberi e Uguali”.

Sempre oggi, i veri valori della sinistra, non certo possono trovare realizzazione nel PD di Renzi, Prodi, Casini, Gentiloni, Boschi, Napolitano, Franceschini & Company, ormai democristianizzati a tutti i livelli.

Un progetto serio, credibile e nobile, quello di “Liberi e Uguali”: ricostruire la vera sinistra italiana, insieme ad altre forze di sinistra.

BLOG SGF IN PIAZZA – Redazionale

Lo “Sconnessi day”.

Per la prima volta l’altro ieri, 22 febbraio 2018, è stato lo “Sconnessi day”.

Oggi siamo più informati e meno consapevoli, più veloci e meno critici, più in contatto e meno insieme.

Mettiamo telefonini, tablet ecc. nelle mani dei bambini già all’età di pochi mesi. Siamo sicuri che cresceremo persone dotate di ragionamento e di indipendenza?

Platone aveva previsto tutto.

PGS

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Platone-L’invenzione della scrittura (Plat. Phaedr. 274c-275a)

Ho sentito dunque che presso Naucrati d’Egitto c’era uno degli antichi dèi di là, al quale era anche sacro l’uccello che chiamano appunto Ibis; e il dio stesso aveva nome Theuth. (Ho sentito che) questi appunto inventò dapprima il numero e il calcolo e la geometria e l’astronomia, e inoltre i giochi della scacchiera e dei dadi, e certo anche la scrittura. E poi, essendo allora re di tutto l’Egitto Thamo presso la grande città della regione superiore che i Greci chiamano Tebe Egizia, e il dio (chiamano) Ammone, Theuth, recatosi da lui, (gli) mostrò le (proprie) arti e disse che bisognava che fossero distribuite agli altri Egizi; ed egli chiese quale utilità avesse ciascuna (di esse), e mentre Theuth le passava in rassegna, ciò che (gli) sembrava dire bene o non bene, qualcosa disapprovava, qualcosa invece lodava. Molte cose si dice dunque che Thamo dichiarò nell’uno e nell’altro senso a Theuth su ciascuna arte, cose che sarebbe lungo discorso elencare; ma quando fu alla scrittura: «E questa conoscenza, o re, – disse Theuth, – renderà gli Egizi più sapienti e più capaci di ricordare: infatti essa fu escogitata (quale) sostegno della memoria e della sapienza.» Ed egli disse: «O ingegnosissimo Theuth, uno (è) capace di produrre i risultati dell’arte, un altro invece di giudicare quale parte di danno e di vantaggio ha per coloro che hanno intenzione di farne uso; e adesso tu, essendo padre della scrittura, per benevolenza hai detto l’opposto di quello che può fare. Questa invenzione infatti produrrà dimenticanza nelle menti di coloro che l’apprendono, per mancanza di esercizio della memoria, in quanto rammenteranno dal di fuori per fiducia nella scrittura per opera di caratteri altrui, non dal di dentro loro stessi da se stessi; hai escogitato non dunque un sostegno della memoria, ma del suggerimento alla memoria. Invece a coloro che apprendono tu procuri, di saggezza, apparenza, non verità: infatti divenuti grazie a te ascoltatori di molte nozioni senza insegnamento crederanno di essere conoscitori di molte cose, (pur) essendo per lo più ignoranti, e difficili da sopportare, essendo divenuti presuntuosi anziché saggi.»

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/passare-24-ore-…/4177873/

SGF – Lettera aperta al cittadino incivile.

Caro incivile,

ti rammentiamo, nel caso in cui tu non ne fossi ancora a conoscenza, che anche qui da noi si fa la raccolta differenziata.

Il cittadino, educato e civile, rispetta le regole. E nel caso, una delle regole da rispettare, è quella di trattenere presso la porta della propria abitazione, le buste dei rifiuti. Rifiuti che vengono raccolti dagli addetti nei giorni prestabiliti. Sì, perché vi è un calendario settimanale in cui ogni tipo di rifiuto viene raccolto a seconda del ciclo di differenziazione.

Possiamo anche comprendere che tu, magari non essendo nelle condizioni economiche di pagare la tassa sui rifiuti, per non farti scoprire che sei moroso, non metti mai i rifiuti vicino alla tua porta. Ciò non giustifica il tuo comportamento. E nel caso tu fossi realmente impossibilitato a pagare la tassa sui rifiuti, siamo convinti che se esporrai e certificherai la questione all’Amministrazione Comunale, questi potranno indicarti una qualche soluzione.

Ti rammentiamo, altresì, che la tutela e il rispetto dell’ambiente e del decoro urbano, oltre a essere un tuo diritto, è anche un diritto di tutta la comunità, dei nostri figli, dei nostri nipoti e di tutte le persone che arriveranno in questo mondo.

Vogliamo sperare e desideriamo che per il futuro il tuo comportamento sia civile, educato e rispettoso di tutti gli altri membri e famiglie della nostra comunità.

Infine alla nostra Amministrazione Comunale diciamo di essere più vigile e attenta, e nel caso in cui sarà necessario, sanzionare gli incivili!

SGF IN PIAZZA

CALABRIA: poveri noi!

Per le prossime elezioni politiche nelle liste calabresi vi sono impresentabili, vecchi volponi, riciclati, massoni e gatte morte.

È chiaro che questi soggetti non si sono autocandidati. C’è chi li ha segnalati, nominati e candidati. Tutti sanno chi sono i responsabili.

Tutti sanno, ancora, che le dimissioni di un parlamentare, dopo essere, eventualmente, stato eletto, sono una barzelletta.

A parte che non vi è vincolo di mandato, uno può sempre fare parte di un altro gruppo politico, il parlamentare che dovesse decidere di dimettersi, deve spiegare le proprie motivazioni all’aula, la quale poi voterà sulle dimissioni. Il voto su una persona, da regolamento, sia della camera che del senato, deve essere fatto a scrutinio segreto. È prassi che la prima votazione abbia esito negativo, come gesto di cortesia nei confronti del deputato o senatore.

Il processo è quindi molto lungo, sia per calendarizzare la votazione, che per poi mettere in piedi la macchina che porta, eventualmente, alla nomina del primo dei non eletti (che potrebbe comunque a sua volta decidere di dimettersi dall’incarico).

Un’intera legislatura, 5 anni, potrebbe non bastare.

POVERA CALABRIA! POVERI NOI! POVERI GIOVANI!

SGF IN PIAZZA

San Giovanni in Fiore – Elezioni politiche: l’illusione del cambiamento.

A parte che questa in corso è la più deprimente campagna elettorale da quando è nata la Repubblica, svolgendosi essa con attacchi personali e non con discussioni sulle reali questioni del Paese, le elezioni politiche sono un rito che serve solo a chetare gli animi del popolo adirato, in collera, o su tutte le furie. Ci azzuffiamo, ci arrabattiamo, spesso, in preda all’angoscia, facciamo una guerra tra poveri, ma noi non contiamo nulla, ognuno di noi non conta nulla, né potrà mai cambiare alcunché.

Se una volta le popolazioni e le comunità avevano un relativo controllo del territorio su cui vivevano, oggi noi non siamo nemmeno in grado di decidere se nella nostra strada, magari al buio pesto, va messo o no un lampione. La nostra potestà si ferma sulla porta d’ingresso della nostra casa, sull’uscio del nostro appartamento.

In cambio di tutto questo, però, partecipiamo e applaudiamo, con il meccanismo rappresentativo di cui ci hanno dotato, alla grande politica, al governo del Paese, o quanto meno possiamo controllare quelli che detengono il potere. Questo, ovviamente nella teoria. Perché nella pratica, invece, la nostra partecipazione al governo della cosa pubblica e il nostro controllo sono poco più che una pia illusione, sono una rappresentazione esteriore non rispondente alla realtà. E questo è sotto gli occhi di tutti.

Tutti sanno che il nostro sistema, cosiddetto democratico, si regge sul principio rappresentativo. Ma i nostri rappresentanti non ci rappresentano. Il più delle volte non li conosciamo neppure, né abbiamo alcuno strumento reale per sapere chi sono e a chi diamo il voto. Ma quand’anche conoscessimo bene un candidato, il nostro consenso sarebbe ininfluente perché esso, proprio perché è un voto libero, si diversifica, si perde nei meandri dello stesso meccanismo rappresentativo, laddove i veri detentori del potere elettorale, vale a dire i partiti, i movimenti e le coalizioni, facendo blocco su questo o su quel nome, hanno un peso decisivo.

Questa è la realtà!

E nonostante la cosiddetta democrazia sia, etimologicamente, il “governo del popolo”, in realtà le masse non governano mai, non partecipano alle decisioni, né direttamente né indirettamente, non controllano nulla a cominciare dai propri rappresentanti.

E nonostante in tanti evochino, dopo 2500 anni, il grande Pericle, quando nel 461 a.C., fece il suo discorso agli Ateniesi su come la democrazia venisse applicata ad Atene: “Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.”, questa nostra democrazia rappresentativa favorisce i pochi invece dei molti.

Quasi in tutti i Paesi del mondo, occidentali e non, il potere decisionale è nelle mani di gruppi ristrettissimi, di lobbies, degli apparati di partito, dei movimenti e delle forze politiche tutte, della cosiddetta “NOMENKLATURA”.

Oggi, con la finta democrazia, il problema dell’espropriazione del potere decisionale dei cittadini travalica ormai lo stesso assetto istituzionale più o meno democratico di una nazione. Le decisioni e le scelte più importanti che incidono profondamente sulla nostra vita di tutti i giorni, sono sovrannazionali ed extranazionali, e vengono prese in luoghi e sedi lontanissime dal nostro territorio, e totalmente al di fuori di ogni nostro controllo. Basti pensare a tutte le grandi manovre economiche, alle manovre di questa nostra “democratica” Europa, al rialzo o al ribasso dei tassi di sconto, all’aumento dei prezzi del petrolio, alle speculazioni sull’euro, agli accordi economici transnazionali e alle strategie produttive delle grandi multinazionali ecc. Le sedi del vero potere sono sempre più lontane da noi, dal nostro territorio, dalle nostre comunità.

Quindi, con la finta democrazia, con la cosiddetta democrazia rappresentativa, non solo è diminuita la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la nostra vita di tutti i giorni, la possibilità di controllo sul potere centrale che oggi è uguale a zero, ma viceversa, il controllo e le ingerenze che questo e altri poteri hanno sulla nostra vita, sono aumentati notevolmente, in misura enorme.

Ancora oggi, poi, con l’avvento delle nuove tecnologie, si offre agli Stati, ma anche a tanti gruppi di potere politico, economico e lobbies varie, mezzi di controllo e di coercizione sulla gente, che una volta erano solo impensabili.

Tecnologie (computer, telefonini, social network ecc.) di cui attualmente si celebrano, con giubilo e gioiosamente, i trionfi, non faranno che radicalizzare questa tendenza di controllo delle masse, dei popoli, delle comunità, dei servizi, dell’economia ecc. Un meccanismo a loro disposizione potentissimo.

E a noi tutti, nonostante il quotidiano azzuffamento, non rimane altro che una doppia frustrazione: quella di vivere anonimi ma schedati.

Pietro Giovanni Spadafora

Oggi, 10 febbraio, GIORNO DEL RICORDO DELLE FOIBE.

Mino Maccari (Siena, 24 novembre 1898 – Roma, 16 giugno 1989) scrittore, pittore, incisore e giornalista italiano diceva:

“I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti.”

Norma Cossetto era una giovane studentessa istriana di circa 23 anni che studiava lettere e filosofia all’università di Padova. Catturata e imprigionata, dopo l’armistio dell’8 settembre 1943, da un gruppo di partigiani italiani e slavi di Josip Broz Tito, maresciallo, rivoluzionario, politico, militare e dittatore jugoslavo, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri (17 aguzzini abusarono di lei mentre veniva tenuta legata su di un tavolo) e poi il suo corpo nudo venne barbaramente gettato in una foiba.

Non esistono morti di serie A e di serie B, non esistono tragedie di serie A e di serie B, non esistono vincitori bravi e vinti cattivi, non esistono guerre di serie A e di serie B, non esistono orrori di serie A e di serie B, non esiste la storia di serie A e di serie B!

ESISTE LA STORIA!

Per ricordare, per imparare, per essere vigili, per essere consapevoli!

NO a tutti gli ORRORI!

SEMPRE!

PGS