San Giovanni in Fiore – Elezioni politiche: l’illusione del cambiamento.

A parte che questa in corso è la più deprimente campagna elettorale da quando è nata la Repubblica, svolgendosi essa con attacchi personali e non con discussioni sulle reali questioni del Paese, le elezioni politiche sono un rito che serve solo a chetare gli animi del popolo adirato, in collera, o su tutte le furie. Ci azzuffiamo, ci arrabattiamo, spesso, in preda all’angoscia, facciamo una guerra tra poveri, ma noi non contiamo nulla, ognuno di noi non conta nulla, né potrà mai cambiare alcunché.

Se una volta le popolazioni e le comunità avevano un relativo controllo del territorio su cui vivevano, oggi noi non siamo nemmeno in grado di decidere se nella nostra strada, magari al buio pesto, va messo o no un lampione. La nostra potestà si ferma sulla porta d’ingresso della nostra casa, sull’uscio del nostro appartamento.

In cambio di tutto questo, però, partecipiamo e applaudiamo, con il meccanismo rappresentativo di cui ci hanno dotato, alla grande politica, al governo del Paese, o quanto meno possiamo controllare quelli che detengono il potere. Questo, ovviamente nella teoria. Perché nella pratica, invece, la nostra partecipazione al governo della cosa pubblica e il nostro controllo sono poco più che una pia illusione, sono una rappresentazione esteriore non rispondente alla realtà. E questo è sotto gli occhi di tutti.

Tutti sanno che il nostro sistema, cosiddetto democratico, si regge sul principio rappresentativo. Ma i nostri rappresentanti non ci rappresentano. Il più delle volte non li conosciamo neppure, né abbiamo alcuno strumento reale per sapere chi sono e a chi diamo il voto. Ma quand’anche conoscessimo bene un candidato, il nostro consenso sarebbe ininfluente perché esso, proprio perché è un voto libero, si diversifica, si perde nei meandri dello stesso meccanismo rappresentativo, laddove i veri detentori del potere elettorale, vale a dire i partiti, i movimenti e le coalizioni, facendo blocco su questo o su quel nome, hanno un peso decisivo.

Questa è la realtà!

E nonostante la cosiddetta democrazia sia, etimologicamente, il “governo del popolo”, in realtà le masse non governano mai, non partecipano alle decisioni, né direttamente né indirettamente, non controllano nulla a cominciare dai propri rappresentanti.

E nonostante in tanti evochino, dopo 2500 anni, il grande Pericle, quando nel 461 a.C., fece il suo discorso agli Ateniesi su come la democrazia venisse applicata ad Atene: “Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.”, questa nostra democrazia rappresentativa favorisce i pochi invece dei molti.

Quasi in tutti i Paesi del mondo, occidentali e non, il potere decisionale è nelle mani di gruppi ristrettissimi, di lobbies, degli apparati di partito, dei movimenti e delle forze politiche tutte, della cosiddetta “NOMENKLATURA”.

Oggi, con la finta democrazia, il problema dell’espropriazione del potere decisionale dei cittadini travalica ormai lo stesso assetto istituzionale più o meno democratico di una nazione. Le decisioni e le scelte più importanti che incidono profondamente sulla nostra vita di tutti i giorni, sono sovrannazionali ed extranazionali, e vengono prese in luoghi e sedi lontanissime dal nostro territorio, e totalmente al di fuori di ogni nostro controllo. Basti pensare a tutte le grandi manovre economiche, alle manovre di questa nostra “democratica” Europa, al rialzo o al ribasso dei tassi di sconto, all’aumento dei prezzi del petrolio, alle speculazioni sull’euro, agli accordi economici transnazionali e alle strategie produttive delle grandi multinazionali ecc. Le sedi del vero potere sono sempre più lontane da noi, dal nostro territorio, dalle nostre comunità.

Quindi, con la finta democrazia, con la cosiddetta democrazia rappresentativa, non solo è diminuita la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la nostra vita di tutti i giorni, la possibilità di controllo sul potere centrale che oggi è uguale a zero, ma viceversa, il controllo e le ingerenze che questo e altri poteri hanno sulla nostra vita, sono aumentati notevolmente, in misura enorme.

Ancora oggi, poi, con l’avvento delle nuove tecnologie, si offre agli Stati, ma anche a tanti gruppi di potere politico, economico e lobbies varie, mezzi di controllo e di coercizione sulla gente, che una volta erano solo impensabili.

Tecnologie (computer, telefonini, social network ecc.) di cui attualmente si celebrano, con giubilo e gioiosamente, i trionfi, non faranno che radicalizzare questa tendenza di controllo delle masse, dei popoli, delle comunità, dei servizi, dell’economia ecc. Un meccanismo a loro disposizione potentissimo.

E a noi tutti, nonostante il quotidiano azzuffamento, non rimane altro che una doppia frustrazione: quella di vivere anonimi ma schedati.

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Elezioni politiche: l’illusione del cambiamento.ultima modifica: 2018-02-11T17:57:20+01:00da pietrogiovanni1
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