San Giovanni in Fiore – Elezioni del 31 maggio scorso: il bluff del rinnovamento e del cambiamento.

Se andiamo ad analizzare con un po’ più di attenzione gli eletti al Comune di San Giovanni in Fiore che sono usciti dalle urne del 31 maggio scorso, non vi è dubbio che vi è un congruo numero (circa una decina) di attempati signori, sempre politicamente parlando e mai giudicando le persone, politici e consiglieri che hanno sempre rappresentato e rappresentano il passato politico della nostra Città. 

Qualcuno, però, potrebbe obiettare che vi sono delle new entry: giovani, ragazze e volti nuovi. È vero! Ma, se anche qui analizziamo con più attenzione i nomi, sono tutti parenti e discendenti di famiglie che in vario modo sono sempre appartenute, e appartengono tutt’oggi, al vecchio apparato e sistema dei noti tradizionali partiti politici. Non che queste new entry non possano fare politica attiva, ci mancherebbe altro! Il problema è che questi nuovi ragazzi sono già stati indottrinati in famiglia, nelle sezioni dei partiti, e raccolgono, di conseguenza, l’eredità della solita partitocrazia.

Detto questo, appare evidente che ha vinto l’astuta strategia della vecchia politica, dei noti partiti, dei soliti marpioni, mentre i candidati dell’unica lista in opposizione alle altre sei, sebbene con qualche vecchio cliché al suo interno e qualche sfegatato sostenitore dell’ultima fallimentare amministrazione, si sono rivelati o confermati dei dilettanti allo sbaraglio.

Sono convinto che buona parte del popolo sangiovannese è stato ancora una volta tratto in inganno nel momento in cui qualche stratega ha condotto il quadro politico sangiovannese dove voleva, imponendo, con poche mosse, determinati uomini e candidati con il ricompattamento della vecchia politica al fine di resistere alle istanze sociali che emergono con forza dal paese, e ne è una testimonianza la grande percentuale di astensionismo che si è avuta in questa tornata elettorale locale.

Questo non significa che la Città di San Giovanni in Fiore non potrà avere un’ottima Giunta Comunale ed  essere governata bene. Ma ciò è tutto da vedere e verificare. Stiamo aspettando, con la speranza che la nuova governance amministrativa sarà varata con criteri meritocratici e professionali e non da manuale Cencelli. Comunque sia, pare che il popolo, la gente, forze e nuovi movimenti, la società civile e tanti liberi cittadini ci siano e ci saranno, operando da controllori!

Ma c’è anche un ma: la crisi. Una comunità, la nostra, con poche chances di lavoro, una povertà che va radicandosi nel corpo vivo della collettività, generazioni senza futuro in questo paese, la debacle dei servizi, le condizioni disastrose della viabilità, il dissesto finanziario, ecc. Insomma, e questo è sotto gli occhi di tutti, il quadro sociale sangiovannese non regge più il peso della crisi, e la vecchia politica appare sempre più come dominio, prepotenza, imposizioni, tasse, disoccupazione, povertà, e di conseguenza facendo scaturire una nuova, titolata e specializzata emigrazione dei nostri giovani, dei nostri figli.

Così stando le cose, è ovvio che comincia quella macerazione delle coscienze che porta a comprendere che il sistema non è più correggibile, che nessun sistema si riforma da sé, che l’unica soluzione è liberarsene. Ci vorrà tempo, ma la crisi accelera tali processi. Nessun cambiamento è possibile con le vecchie idee e i vecchi soggetti politici, nessun rinnovamento o evoluzione possibili in questo sistema: occorre superare l’orizzonte del vecchio modo di concepire e di fare politica.

Certo tanti sangiovannesi sono andati a votare in modo cosiddetto libero, nessuno lo nega, ma sono stati  ingannati con una grottesca pantomima politica orchestrata in modo geniale.

Specialisti degli agguati politici, hanno mosso i loro uomini, reclutando determinati soggetti per bruciare tutti i concorrenti.

E il rinnovamento e il cambiamento? Restano, a mio avviso, una chimera, un bluff. Nessun sistema politico, come ho già detto, si emenda da sé: è la lezione trasmessa dalla cronaca politica sangiovannese degli ultimi lustri, ma anche degli anni più recenti, che ormai sono storia.

Probabilmente, ma mi auguro di no, di nuovo avremo solo il Palazzo Comunale.

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Elezioni del 31 maggio scorso: il bluff del rinnovamento e del cambiamento.ultima modifica: 2015-06-08T15:15:59+02:00da pietrogiovanni1
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