A tutti voi:
Un
OTTIMO
2011 !!!
La società del consumismo più sfrenato e la perdurante crisi economica in cui viviamo ha aumentato l’individualismo, soprattutto dei più abbienti.
Eppure nel pittoresco e soleggiato borgo del timpone sangiovannese un giovane emigrato, dell’era globalizzata, ha compiuto il miracolo!
Ieri sera l’associazione Gunesh, fondata dal cosmopolita florense Alfredo Federico, ha dato l’ennesima dimostrazione di umanità civica.
Gunesh, sole in turco, che il piccolo mecenate timponese ha voluto celebrare sottolineandone la sua generosità nell’irradiare luce e calore al quartiere dove vive.
Nome esotico, frutto delle sue incursioni internazionali in paesi lontani per ragioni di lavoro.
Una testimonianza della voglia di creare ponti di dialogo culturali con altre civiltà, che spesso stupiscono per la loro impensabile vicinanza alla terra florense.
Come il caso della città di Puebla in Messico il cui schema urbano – secondo quanto riferito dall’architetto Lopetrone in base a quanto sentito dalla relazione di uno studioso di quella università – mutuerebbe quello delle dodici tavole di Gioacchino da Fiore.
Ieri sera, all’interno della chiesa della Cona, è stato confortante e interessante vedere dialogare, in modo diretto e semplice, le parti essenziali dello sviluppo di ogni territorio: la società civile e la politica.
Forse un po’ troppo lunghi gli interventi di alcuni assessori che però, comprensibilmente, denudano i propositi giovani di un attivismo immediato, finora umiliato da una politica di squallido potere.
Un connubio diverso dai soliti teatrini a cui si è abituati ad assistere.
Una classe politica più attenta alle iniziative che partono dal basso, dalla strada, dalle nuove piazze internaute.
Si è respirato nella Cona ieri una voglia di fare e costruire viva, interattiva, che rende giustizia alla generosità e al dinamismo della popolazione silana spesso neutralizzata per colpa di una politica miope e autoreferenziale, che però è sempre in agguato.
Il filmato sull’emigrazione sangiovannese, recuperato dal tecnico Rai Francesco Mazzei, ha emozionato la platea che in quei visi provati ha spesso ritrovato la sofferenza di una partenza struggente di un parente, o di se stessi.
Un pezzo di memoria storica che purtroppo ancora oggi si ripropone e che l’Unità d’Italia, disgraziata, ha voluto infliggerci per il benessere di una sola parte del paese.
Da qui la riflessione di come il nostro sud possa risollevarsi grazie a delle iniziative come queste, per ritrovare la fiducia in se stessi e l’orgoglio di appartenere ad una terra che sicuramente non ha bisogno di miti lontani per rinsaldare la propria identità.
Occorre conoscere meglio la propria storia, la propria cultura, le origini per contrapporci fieramente alle politiche padane e celtiche di un nord spesso egoista e invasore.
Meno panettoni e più pitte m’pigliate!
Le slides di alcuni amministratori hanno poi evidenziato i progetti che la giunta ha in serbo per rivitalizzare il centro storico, che aspetteremo di vedere al più presto al fine di poter giudicare sui fatti.
E’ tuttavia incoraggiante sentire parlare del centro storico come di un volano importante della città e non come un ramo secco su cui riversare pietosi getti d’acqua .
E poi la carrellata di progetti già compiuti e di altri ancora in grembo che Gunesh, grazie alla collaborazione dei tanti timponesi attivi e fieri del proprio situs, vuole portare avanti in nome di una cittadinanza attiva che si faccia autrice e ispiratrice di un nuovo sodalizio poli-civico.
La serata è culminata poi con un gioviale e gustoso ritrovo enobirrogastronomico nel ritiro del Calvario.
Luogo sacro di un quartiere straordinariamente ricco di umanità e baciato dalla natura che ha voluto donargli l’acqua del Neto, la montagna di Gimmella e il sole di Gunesh.
Una festa di popolo genuina e autentica.
I visi della gente svelavano una eloquente gioia di stare insieme e di vivere in pacifica comunità le attese di un futuro migliore.
Buon anno a Gunesh e a tutti gli altri soli che vorranno sorgere su tutte le altre rughe di San Giovanni Fiore.
Il Presidente e Commissario Straordinario Giuseppe Scopelliti ha presentato uno schema che prevede la salvaguardia e la valorizzazione dei presidi di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli.
CATANZARO. Non più la chiusura degli ospedali rispetto al numero di posti letto, fissati dalla precedente Giunta regionale a 120 posti, ma un riordino basato su criteri scientifici che vanno dall’appropriatezza delle strutture e delle attività alla situazione locale. Uno schema che ha permesso di individuare e mantenere quattro strutture con la categoria di ospedali di montagna. Si tratta dei presidi di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli. Un “esperimento” illustrato dal presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, e dal presidente della terza commissione consiliare, Nazareno Salerno, nel corso di una conferenza stampa alla quale erano presenti anche gli assessori Michele Trematerra e Mario Caligiuri. “La sperimentazione – ha spiegato Scopelliti – prevede la configurazione definitiva di questi quattro ospedali nella seconda fase di attuazione del piano di riordino, con una verifica che avverrà sul campo e che potrà condurre, in caso di una positiva conclusione del piano di rientro, a rivedere la configurazione degli ospedali di montagna”. Critiche molto forti sono state espresse dal governatore a quanti “dicono una cosa quando sono maggioranza e un’altra quando sono opposizione”, riferendosi alle iniziative del centrosinistra contro la chiusura dei presidi. Scopelliti ha, infatti, ricordato la delibera di Giunta regionale numero 585 di settembre 2009 che individuava cinque ospedali da chiudere, sei da valutare e nove da riconvertire. “Sulla sanità – ha aggiunto il presidente – si è creato fermento e c’è bisogno di fare chiarezza e non demagogia pura, perchè sulla sanità si rischia, ci sono da prendere decisioni difficili. In Calabria non solo la criminalità organizzata è interessata alla sanità, ma anche le lobby e una parte della politica”. Critiche dure, dunque, perchè “ignorano il piano di rientro – ha spiegato Scopelliti – o non lo hanno mai visto”. La riconversione, dunque, dopo questa nuova programmazione della Regione che ha portato all’individuazione dei presidi di zona montana, riguarderà 14 ospedali. Anche il presidente della commissione, Salerno, ha sottolineato le incongruenze del centrosinistra: “Loiero – ha detto – non si è reso conto della reale situazione della sanità calabrese. Ora gli ospedali montani sono pilastri fondamentali per garantire l’assistenza sanitaria nella regione”.
Grande partecipazione e interesse dei cittadini sangiovannesi all’evento che è stato organizzato dall’assessore alla cultura Dott. Giovanni Iaquinta.
Gli elettori italiani rischiano di essere chiusi nei panni di spettatori passivi. Nella politica del nostro paese c’è voglia e necessità di una massiccia iniezione di partecipazione. Lo dimostra il successo delle primarie del Partito democratico quando milioni di cittadini si sono radunati per scegliere un leader. Da quella esperienza nasce l’idea delle ‘doparie’. Mentre le primarie si fanno prima delle elezioni, le doparie sono pensate per svolgersi nel corso del normale cammino di legislatura. Potranno essere richieste dai cittadini, per verificare dal basso scelte e comportamenti dei politici, ma anche proposte dai partiti, per conoscere l’umore dell’opinione pubblica su grandi temi d’interesse generale. Il testamento biologico, la Tav in val di Susa, il caso Alitalia, le alleanze: questioni sulle quali, se le doparie fossero già una realtà, si sarebbe potuta chiedere l’opinione dei cittadini. Ad andare a caccia della possibilità delle doparie è un immaginario ‘elettore errante’ di questi anni italiani, Gabriele Battistini, emblema di quel ceto medio che in Italia si è drammaticamente impoverito. Nasce così un’ambiziosa, spericolata, sperimentale opera di letteratura, a metà tra il romanzo e il saggio politico, tra il diario personale e il pamphlet. Alla ricerca della risposta a una domanda sostanziale: può esserci oggi in Italia felicità individuale senza felicità pubblica?
Mentre alcuni partiti, in particolare PD e PDL, fanno i bilanci annuali delle loro attività parlamentari con alcuni dei suoi rappresentanti, raccontando fandonie e bugie, in Parlamento c’è chi pagherebbe per vendersi.
“Per indicare la presa in giro nei confronti dei cittadini e la connivenza del Pd con questa truffa politico-finanziaria che chiamano crisi, vediamo i dati di “tutte le volte che non erano in Parlamento, sempre quelli del PD”. Malgrado il Governo avesse 100 deputati in più, in questa legislatura è stato battuto 72 volte! Causa le endemiche assenze dei suoi deputati! Ma avrebbe potuto esserlo molto di più se il Pd avesse voluto. Per 200 volte (e dico duecento volte) il Pd avrebbe battuto e fatto cadere il Governo se 20 dei suoi non fossero stati assenti! 30 volte lo avrebbe battuto per soli 5 voti! Alla sfiducia di qualche esponente della Lega, che ha legalizzato la banda armata, erano assenti in 35! Per le autorizzazioni a procedere, richieste da ben 3 procure contro qualche inquisito, 20 del Pd si astennero e 2 votarono contro salvandoli! Le Province (17 Mld l’anno, che avrebbero consentito di evitare tagli ai servizi pubblici) non sono state eliminate per 8 voti, con 22 del Pd assenti! Per lo scudo fiscale che ha legalizzato patrimoni neri di persone poco raccomandabili gli assenti furono 55 e il decreto passò 267 a 215, il Pd poteva fermarlo! … Il pessimo decreto per la nostra compagnia aerea Alitalia passò per 23 voti, ma c’erano 24 assenti tra Pd, IdV e Udc! La legge sui rifiuti della Campania che non ha risolto niente è passata per 25 voti e 30 del Pd assenti! Gli ammortizzatori sociali ai lavoratori Eutelia e Phonemedia-raf sono stati bocciati per 5 voti con 12 assenti del PD! (e da questi conti sono stati anche tolti i deputati in missione, sennò va anche peggio). E i deputati del PD ci vengono a raccontare che si rimboccano le maniche, che devono ricostruire il partito e devono stare più vicino alla gente? Ma si vergognino piuttosto! Anziché prendere in giro la gente facendo conferenze stampe di qua e di là.
Basta con le sanguisughe, i lavativi, i parassiti (mantenuti con i nostri soldi) e i venduti!!!
Un’occasione per fare il punto della situazione, valutare e proporre soluzioni o nuovi progetti sulla base delle istanze ed esigenze dei residenti nelle diverse frazioni del paese.
Circa otto mesi di lavoro per il Sindaco Antonio Barile e la Giunta di San Giovanni in Fiore che hanno incontrato i cittadini per un secondo bilancio dell’impegno sostenuto dall’insediamento ad oggi. Nella Scuola Elementare del quartiere Olivaro, a partire dalle 17,30 per circa tre ore, i sangiovannesi hanno potuto chiedere conto all’Amministrazione Comunale del suo operato, in quella che si può definire come una seconda “verifica democratica” di quanto è stato fatto e delle azioni che il primo cittadino e gli assessori intendono attivare per il nuovo anno ormai alle porte.
Non erano mai accadute cose simili a San Giovanni in Fiore. Non era mai successo che gli amministratori decidessero di mettersi davanti ai cittadini per rispondere direttamente, e senza la mediazione di un consiglio comunale, alle loro domande. Non lo fanno per appuntarsi un primato sulla giacca, piuttosto credono sia doveroso, in un momento di forte crisi e massima tensione nei rapporti tra cittadini e istituzioni, recepire le istanze di chiarezza e la necessità di dialogo con la Comunità. Problemi e soluzioni vanno discussi insieme, apertamente, e questo è il modo con cui questa nuova Amministrazione intende fare politica e occuparsi al meglio del bene comune.
Ѐ fondamentale, per la crescita culturale, economica e sociale di San Giovanni in Fiore, aprire realmente alla trasparenza amministrativa, alla rappresentanza e alla partecipazione popolare, che già questa estate nel mese di settembre scorso in occasione del primo incontro, per i primi cento giorni, organizzato in Piazza Abate Gioacchino, si era voluto lanciare un segnale di apertura al confronto e al dialogo diretto con i cittadini.
Questi incontri senza dubbio sono un fatto di democrazia e di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica nonché un modo di dialogare direttamente con chi li rappresenta nelle istituzioni e contestualmente amministra la città. Il secondo appuntamento di questa sera si è caratterizzato quale rinnovata opportunità di confronto anche e soprattutto con chi la pensa diversamente e ha voglia di dire la sua in modo costruttivo. Il Sindaco e la nuova Giunta si sono insediati lo scorso aprile e tutto ciò è un segnale di forte discontinuità col passato. Un’amministrazione, questa, caratterizzata da una forte trasparenza, disponibilità, dialogo con i cittadini e vera voglia di risanare e ricostruire questa nostra comunità da tanto tempo vessata.
Vorrei focalizzare l’attenzione sul fatto che questo nuovo Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore sta spopolando soprattutto tra la gente semplice e i giovani. Questi giovani amministratori (tranne qualcuno ovviamente) risulterebbero essere mediamente più colti e preparati dei soliti politici , sono molto più aperti di mente, trasversali e…agguerriti!
Rifiutando vecchi schemi e obsoleti schieramenti di identità politica (sebbene iscritti a qualche partito) sanno in ogni momento dialogare meglio con i cittadini, trovare compromessi e sono per una gestione della cosa pubblica dinamica e non statica. La loro propensione all’utilizzo dei mezzi tecnologici li porta ad essere antiburocratici per natura e ad adempiere ai propri doveri di amministratori in maniera più veloce ed intuitiva e si confrontano con i cittadini senza filtri di sorta. Questi nuovi amministratori sono degli innovatori e penso che per la ‘politica del fare’ occorre andare oltre ogni pregiudiziale ideologica…nell’interesse dei cittadini, ovviamente. L’impegno, la competenza, la disponibilità e il merito sono al centro della loro politica e il colore della propria bandiera non rappresenta un ostacolo nel dialogo con la gente e la comunità tutta. Questi nuovi giovani nati e cresciuti al di fuori della vecchia logica politica e delle ideologie, ormai obsolete e incapaci ad interpretare i bisogni e l’evoluzione della società moderna, rinnegano quasi l’appartenenza alle famose corporazioni politiche, differenziandosi da quei giovani politici che in realtà vivono all’ombra dei vecchi politici, e che sono giovani invecchiati, e che continuano la solita politica da prima repubblica. Questi fatti rappresentano, a mio avviso, una prima smentita alla questione che i giovani non si interessano di politica e che a San Giovani in Fiore non ci sia un possibile ricambio generazionale. Il ricambio c’è e come, ma chiaramente fa talmente paura alle vecchie aquile della politica che cercano in ogni modo di screditare i giovani politici se non addirittura di negare l’esistenza di una nuova generazione di politici sangiovannesi che nulla ha a che vedere con l’attuale classe dirigente locale dei partiti.
Tutto ciò dimostra che ormai, comunque, ci sono dei segnali di apertura da parte del mondo dei palazzi del potere, e denota un grosso passo in avanti, visto che qui da noi si investe poco sui giovani.
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SGF – Il Sindaco e la Giunta in Piazza tra la gente.
Il Sindaco e la Giunta scenderanno di nuovo in Piazza per discutere con i cittadini, come avevano promesso, dei primi 200 giorni della nuova amministrazione. L’appuntamento è per il 26 dicembre 2010 alle ore 17,30 presso la “Scuola Elementare Olivaro”. Cogliamo l’occasione per partecipare e intervenire numerosi per conoscere ed eventualmente fare proposte e chiedere cosa si sta facendo e come si sta amministrando questa nostra città! Più trasparenza di cosi…
Il Blog a gentile richiesta riceve e pubblica.
COORDINAMENTO DI SAN GIOVANNI IN FIORE
COMUNICATO STAMPA
A seguito dell’articolo apparso sulla stampa in merito ad un documento a firma di alcune sigle sindacali, associazioni e partiti di centro sinistra, ci corre l’obbligo di precisare che il citato documento è stato sottoposto al P.d.L. ed al Sindaco Barile già pronto e confezionato, e pare che all’incontro in cui è stato redatto lo stesso, ai sindacati ed alle associazioni che chiedevano spiegazioni sull’assenza del P.d.L. e dell’Amministrazione, sia stato riferito da alcuni esponenti del centro sinistra, che il Sindaco ed il suo partito, erano stati avvisati ma non avevano ritenuto opportuno partecipare; ovviamente la cosa è totalmente falsa e pretestuosa in quanto né il Sindaco né alcun dirigente del Popolo della Libertà è stato mai contattato dai rappresentanti dei partiti del centro sinistra. Premesso ciò, soltanto umana comprensione. E’ quella che proviamo nei confronti di chi fino a ieri sgovernava la Città di Gioacchino e che, nonostante il baratro profondo nel quale ci ha fatto sprofondare, per accertata incapacità politica ed amministrativa, non perde oggi occasione per rendersi protagonista di iniziative demagogiche e strumentali. Chiediamo alle forze politiche di centro-sinistra, al Deputato locale, al Presidente della Provincia ed agli ex amministratori locali, da quali grandi impegni istituzionali erano presi, quando qualche anno fa chiudeva definitivamente i battenti il reparto di Pediatria? Passerelle e sceneggiate offerte nei giorni scorsi, all’epoca in cui si stava perdendo la struttura pediatrica pare che i cittadini sangiovannesi non ne ricordino. Inoltre i cittadini ancora si chiedono dove si trovava chi oggi è divenuto per incanto amico e difensore di questo territorio quando, l’ex Presidente Loiero smantellava le aziende sanitarie ed il nostro territorio veniva depauperato dal suo naturale bacino d’utenza; oppure quando si studiavano, tra quattro mura, piani sanitari che poi non venivano approvati; o ancora quando l’allora centro sinistra regionale, incapace di assumersi un minimo di responsabilità, rinviava sistematicamente la presentazione e l’approvazione di un piano di rientro immolato sull’altare delle peggiori clientele di cui è stata invasa la sanità pubblica regionale ed in modo particolare quella cosentina. Dove erano quanti, oggi, in una evidente fase ereditata di emergenza e di collasso della sanità, pretenderebbero far finta di non esser stati, fino a qualche mese, co-protagonisti o muti osservatori dell’assalto quotidiano e dell’occupazione militare della sanità, a danno esclusivo della qualità e del diritto alla salute che oggi si reclama solo a parole? Su questo fronte difficile, comunque ci stiamo impegnando affinché il nostro presidio ospedaliero non subisca depotenziamenti pesanti e vitali, il Sindaco Barile inoltre ha attivato un tavolo tecnico coinvolgendo tutte le forze politiche, associazionistiche e sindacali quindi, su questo restiamo disponibili a qualsiasi confronto e non chiudiamo la porta in faccia a nessuno, ma sia altrettanto chiaro che non accettiamo accuse e lezioni da nessuno, poiché come i sangiovannesi sanno, una buona dose di serietà e di coerenza, personali e pubbliche, fanno la differenza rispetto ad un certo passato del quale, questa Città, si è definitivamente liberata.
San Giovanni in Fiore 19/12/2010
Tantissime industrie e imprenditori italiani hanno delocalizzato le proprie produzioni, dall’automobile alle macchine per il gelato, dai pantaloni ai prodotti elettronici, tranne i giornali. La produzione delle corbellerie che fanno piacere ai partiti (politici) è rimasta sul suolo italiano al 100%, redattori, giornalisti e direttori. Gli imprenditori dei quotidiani, si sa, sono già falliti e per sopravvivere hanno bisogno dei nostri soldi, soldi dei cittadini. Hanno chiesto e ottenuto 329 milioni di euro (circa 637 miliardi delle vecchie lire). Sussidi di Stato sottratti alla Sanità e alla Scuola (Pubbliche) per leggere e sentire tutte le opinioni di lestofanti e imbroglioni. Se un cittadino è interessato a un’opinione è lecito pagarla, ma essere tassato per leggere l’opinione di uno scrittore o giornalista che si pone al servizio di chiunque gli offra un compenso economico o altri vantaggi è un atto che va contro natura. Se un padrone ha un servo se lo paghi da solo e non con i contributi dei cittadini, se non ci riesce delocalizzi la produzione del proprio giornale in Romania o in Cina.