San Giovanni in Fiore – Una scelta insensata.

San-giovanni-fiore-protesta-comune.jpgFascisti, squadristi, democrazia sangiovannese bloccata, atti inqualificabili, dissociazioni varie. Non esageriamo! Linguaggio superato e stantìo di quasi 70 anni fa.  Certo, c’è stata una forte arrabbiatura da parte di qualcuno, ma vorrei vedere chi di questi signori, che usano questo  tipo di linguaggio e parlano di democrazia in ostaggio, e che addirittura hanno cercato di investire della questione anche il Governo Centrale, come farebbero a vivere con solo 480 euro mensili con moglie e figli a carico, sapendo anche di rischiare di perdere questa elemosina. Chi poi  vuole fare apparire una realtà sangiovannese diversa da quella reale e mistificare, può farlo. Chi vuole forse poi,  impostare una campagna elettorale su queste cose, tentando di nascondere le vere questioni nodali della comunità sangiovannese, è libero di farlo. Sarebbe solo un arrampicarsi sugli specchi. Ma si deve sapere che il cittadino è ormai sveglio e vigile, e non cadrà più in queste trappole. Alla fine le dimissioni in blocco ci sono state.  Il Sindaco e la sua Giunta sono stati mandati a casa ed è di questo che bisogna discutere. Questo è il punto!

San Giovanni in Fiore non aveva bisogno di commissari prefettizi né di un ulteriore campagna elettorale, ma ormai è successo e bisogna andare avanti.

Fino ad un attimo prima che decadesse il Sindaco Barile e la sua Giunta, qui a San Giovanni in Fiore, la vera democrazia politica ed amministrativa era in una botte di ferro. Avevamo il controllato e il controllore, condizioni che in un ente pubblico vengono a verificarsi raramente. Avevamo un Sindaco e una Giunta (controllato) e un’opposizione-maggioranza (controllore). Un’attività amministrativa è fatta soprattutto di atti, atti ufficiali, e nelle condizioni in cui si trovava la situazione sangiovannese non vi erano rischi di atti che potessero favorire la corruzione, concussione, malversazione nè interessi specifici di qualcuno in particolare, cosa che può avvenire in condizioni diverse favorendo gli amici degli amici. Se ciò avveniva a San Giovanni in Fiore nelle condizioni di controllo democratico in cui si trovava, poteva essere bloccato dall’opposizione-maggioranza. Opposizione-maggioranza che, intelligentemente, poteva anche governare e stimolare il Sindaco e la sua Giunta, in modo costruttivo e nell’interesse dei cittadini, doveva essere solo un po’ più umile e avere pazienza, forse i cittadini avrebbero apprezzato meglio. Ma la sete di potere, o non l’avere digerito la sconfitta per il Sindaco, o anche l’assenza di potere, come ho già avuto modo di dire, ha prevalso.  Ecco perché la scelta delle dimissioni in blocco è stata una scelta, secondo me, insensata e sconsiderata, e direi poco consapevole dalla maggior parte dei consiglieri dimissionari, comunque consigliati male, sempre a mio parere, da chi non ha molta dimestichezzza con la vera democrazia e la vera politica , ma ne ha molta con il potere e la poca considerazione della comunità. La questione ospedale (anche perché, nonostante il loro impegno concreto, Sindaco e Giunta non hanno molto potere e competenze su tale materia) è stata solo un becero pretesto e un tranello. Tranello in cui sono caduti, sempre a mio avviso, senza rendersene conto sia i consiglieri dimissionari che i sindacati, nonché le varie associazioni. Associazioni, partiti e sindacati, nei quali, fortunatamente, vi sono individui e persone con un cervello in grado, ancora, di elaborare e di riflettere.

Il popolo di San Giovanni in Fiore è ricaduto in una fossa, adesso dovrà risalire con coraggio, e sono convinto che lo farà con intelligenza e consapevolezza riflettendo su tutto.   Ora affrontiamo una nuova campagna elettorale , e intanto teniamoci, cose di cui in questo momento non ne avevamo bisogno, il commissario prefettizio, e il capo con tutti i suoi vassalli, valvassori e valvassini, una razza ormai, politicamente parlando, molto vecchia e anacronistica.

Pietro Giovanni Spadafora

Lettera aperta all’Onorevole Franco Laratta.

pic.jpgCaro Onorevole Franco Laratta,

come cittadino sangiovannese sono molto indignato per il modo con il quale mi ha rappresentato e mi rappresenta in Parlamento.  Ha forse dimenticato che rappresenta anche tutti i sangiovannesi? Ha dimenticato forse che Lei è stipendiato anche dai contribuenti sangiovannesi? Il Governo e i Ministri dovrebbero essere fatti intervenire per altre cose:

per il tema del lavoro, dell’ambiente, della scuola, della disoccupazione, della salute, del turismo e soprattutto della cultura, e non per manganellare quattro operai che si sono arrabbiati per paura di perdere quel poco di pane. Solo 480 euro al mese per famiglia e con 3 o 4 figli a carico.

Lei nella sua attività di parlamentare (fortuna sua, e grazie a quella legge porcata su cui Lei, insieme a tutti i partiti politici sputa sopra, ma solo per finta) che cosa ha fatto per San Giovanni in Fiore? Una beata mazza! Per dirla alla”Cetto La Qualunque” Niente! Zero assoluto! Non una proposta seria e concreta  per la comunità sangiovannese!

Grazie Onorevole Franco Laratta!

Grazie per averci riportato (con un suo intervento alla Camera) alle cronache del Parlamento Italiano e di tutta l’Italia come un paese di violenti, aggressori, irresponsabili, intolleranti, delinquenti, antidemocratici, di istigatori alla violenza, e di fatti gravi e violenti come speculatori politici, e di avere determinato una situazione cosi grave per San Giovanni in Fiore da invitare ad intervenire addirittura Governo e Ministero dell’Interno affinché mandassero rinforzi per impedire l’ostaggio della democrazia da parte di alcune persone.

Nulla di tutto questo caro Onorevole, semmai il fatto grave per il nostro paese è quello di aver tolto un Sindaco, che forse dava fastidio a qualcuno per la sua democrazia, usando pretesti e motivi che nulla hanno a che fare con la vera democrazia e la vera lealtà.

Grazie, comunque per tutta la bella pubblicità che ci ha fatto!

San Giovanni in Fiore, stia tranquillo, è e rimane un paese democratico. I sangiovannesi non hanno bisogno di poliziotti né di altra forza pubblica, ma di verità, onestà e senso di responsabilità.

Pietro Giovanni Spadafora

Adesso spiegatelo al popolo sangiovannese!!!

155797_170753146289256_107550559276182_403387_4461214_n.jpgAdesso, onestamente,  bisogna spiegare al popolo sangiovannese le vere ragioni di quest’atto. Non vi è dubbio che l’atto di dimissioni dei consiglieri di opposizione, e di conseguenza di sfiducia al Sindaco e alla sua Giunta sia, dal punto di vista formale e normativo, regolare. Ci sono i numeri, e in democrazia contano soprattutto i numeri. Ma! Non un solo ma, ma tanti ma ci sono! Dal punto di vista politico, sociale, economico, finanziario e di bilancio comunale, a mio avviso è un atto scellerato ed irresponsabile che peserà soprattutto sulle spalle di tutti i cittadini. Si era appena iniziato ad amministrare concretamente nell’interesse della collettività, ma si vede che la sete di potere, o meglio, in questo caso, l’assenza di potere, ha avuto il sopravvento sprigionando tutta l’irrazionalità di questo mondo. Vi erano dei progetti avviati concretamente, qualcosa si stava muovendo per risanare il grave dissesto finanziario, c’era un’aria di rinnovamento e cambiamento, anche la cultura, che in questo paese era la grande assente, stava iniziando a risorgere, si stava lavorando seriamente, ma tutto ciò non è forse piaciuto a qualcuno. In questo momento è lecito immaginare qualsiasi scenario. Per i vecchi parrucconi della politica sangiovannese è già iniziata la campagna elettorale; i vecchi furboni sono già in fermento. Ma prima o poi, ancora una volta dovranno essere i cittadini a tracciare la loro strada: cambiamento, rinnovamento o restaurazione! Una cosa è sicura: le lancette di San Giovanni in Fiore, in questo momento, sono tornate indietro. Possiamo solo auspicare, che nel più breve tempo possibile, si rimetta in moto la nuova macchina amministrativa per poter continuare la sua marcia verso un vero sviluppo morale, economico, civile e di benessere per i sangiovannesi tutti, vicini e lontani.

 

Pietro Giovanni Spadafora

Opposizione contro se stessi.

 

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Chiedo scusa, se come cittadino semplice e come elettore di questa comunità parlo ancora, e rinvigorisco le scuse, dell’ospedale di San Giovanni in Fiore. Ho ascoltato la conferenza stampa di alcuni ex assessori alla sanità sangiovannese nonché esponenti di opposizione nell’Amministrazione Barile, e devo dire che è stato uno spettacolo, a dir poco stupefacente, di una sinistra che non riesce a liberarsi da un vecchio modo e sistema di agire politico, con demagogia, strumentalizzazione e teatrini vari, senza saper tradurre in fatti una concezione politica. Come si fa ad affermare pubblicamente in una conferenza stampa che nulla si sapeva di una certa situazione ospedaliera e in modo particolare di strutture specifiche con carenze igienico-strutturali nonché di sicurezza? Ma questa gente con chi parlava quando in questo paese rappresentava la sanità? Chi erano i loro interlocutori se non il Direttore Sanitario e il Manager Generale del nosocomio? Forse i punti di riferimento erano altri. Cosa ancor più strana è che oggi nascono, come funghi, dei comitati che si improvvisano, pretendono e hanno la velleità di rappresentare i cittadini. Ma chi rappresentano? Chi dei cittadini sangiovannesi è stato interpellato? Quali cittadini ne fanno parte? Chi ha scelto i membri di questo fantomatico comitato? Il vero rappresentante dei cittadini sangiovannesi  in questo momento è il Sindaco, che sta lì, se qualcuno l’avesse dimenticato, con più di 7 mila voti, il quale, in modo serio, intelligente e con impegno, sta cercando di salvare il salvabile di questo nostro ospedale. Ora, essendo incominciato un certo tipo di cambiamento e di rinnovamento in questo nostro paese, come cittadino non desidero altro che i programmi di questa nuova amministrazione vengano pian piano messi in atto durante e per tutta la naturale legislatura. Dopo si giudicherà! Inutile preparare trappole con pretesti e polveroni vari.  Se si ha il coraggio, motivi validi e l’onestà intellettuale di farlo, si mandi subito a casa il Sindaco Barile! Ѐ ora di finirla con le chiacchiere! C’è bisogno di amministrare seriamente e serenamente per risollevare le sorti di questa nostra città che, per diversi anni, è stata narcotizzata e sottomessa.

Non ho nulla contro le manifestazioni di piazza, anzi. Ma quando la piazza prende il sopravvento diventando strumento di un gioco al massacro e non di dissenso democratico, mi preoccupo. Soprattutto se il menù contro cui ci si ribella è bello e scritto da tempo immemore. Tanti colpevoli, nessun vero colpevole, verrebbe da dire. È utile invece un esame di coscienza, da parte di questa opposizione e da parte di chi, negli anni passati, ha avuto compiti importanti per la sanità sangiovannese, che eviti il rimpallo circolare delle responsabilità.

Probabilmente c’è chi è nato per fare opposizione. Anche contro se stesso.

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Un valido assessore alla Cultura.

arton5055.jpgDa “La Voce di Fiore”

Di Vincenzo Tiano

Erano anni che l’abitato di San Giovanni in Fiore non respirava aria di cultura. O meglio: quel poco di cultura, al di fuori delle scuole, lo diffondevano poche associazioni, alcuni giornalisti e il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. I cittadini ricordano poco i passati assessori alla Cultura o non li ricordano affatto. Il relativo assessorato, nella precedente amministrazione, è stato per molto tempo vacante. Oggi, possiamo affermare di avere un assessore alla Cultura: Giovanni Iaquinta. Un uomo giusto, al posto giusto. Un professore in grado di offrire alla città stimolo, decoro, eleganza. Da lui la città è degnamente rappresentata, dentro e fuori i confini. Un giovane che ha avuto il coraggio di rompere gli argini di una corrente politica poco edificante. Un politico che in passato è stato criticato dal sottoscritto per le sue appartenenze e che ora posso in coscienza rivalutare per il suo coraggio, autonomia e diversità. Una persona che la vecchia classe dirigente non ha saputo e voluto valorizzare. Adesso, questa persona riesce ad esprimersi. Coinvolge i giovani con un forum sulle politiche giovanili; stimola la lettura con la presentazione periodica di testi; tiene alta la memoria dei fratelli Bandiera; onora la storia dell’emigrazione; riscopre artisti attraverso il restauro delle opere locali. Allaccia rapporti culturali di ogni genere basati sul dialogo e le idee. Giovanni Iaquinta merita ed è in grado di fare l’assessore alla Cultura. Perché è un uomo colto, un letterato, una persona comunicativa, ma soprattutto coraggiosa. Le persone acculturate a San Giovanni in Fiore sono state emarginate dalla politica. Molte se ne sono allontanate; alcune sono rimaste a guardare, preferendo il quieto vivere. Giovanni, invece, è andato sino in fondo; non ha temuto il giudizio degli altri, accettando persino il rischio di essere isolato, di subire ingiuste ritorsioni personali. Alla fine, però, Giovanni ha vinto la battaglia, dimostrando il suo valore. Ha aperto la strada a gente che, nella sinistra come nella destra, ha voglia di migliorare la città, portandola con le sue ricchezze all’attenzione del mondo intero. I suoi denigratori vivranno solo di piccolezze e gelosie… Giovanni, invece, vola alto! E grazie a lui la città diventa galleria d’arte, teatro antico, museo della storia. La gente non può che essergli grata!

IL TAR DEL LAZIO: NO ALLE CLASSI-POLLAIO.

260x01295630849022classe.jpgEntro 120 giorni il ministero dell’Istruzione e il ministero dell’Economia dovranno emanare il Piano generale di edilizia scolastica. L’ordine arriva dal Tar del Lazio che ha accolto una class action proposta dal Codacons contro le cosiddette ‘classi-pollaio’, ovvero quelle aule scolastiche nelle quali il numero di alunni, attorno ai 35-40, supera i limiti fissati dalla legge.

Care mamme e casalinghe, tornate tranquille!

1280568256_4.jpgCon una sentenza urgente della Cassazione,  gli «avvelenatori»  adesso si possono punire di nuovo. E’ di nuovo valida la legge del 1962 che punisce chi mette in commercio alimenti scaduti, tossici o avariati. Insomma una legge salvata. Quella sulla tutela della salute pubblica rispetto agli alimenti scaduti, avariati, contaminati, tossici e quant’altro. Una sentenza urgente della Cassazione riconosce di nuovo gli effetti della legge 283 del 1962 sulla tutela di quanto finisce nei piatti sulle nostre tavole.

San Giovanni in Fiore – Sindaco Barile: per l’Ospedale proteste dannose.

165345_180427025321868_107550559276182_469835_6519762_s.jpg“Ritengo strumentali e perfino dannose le proteste, i sit-in e le manifestazioni del centro sinistra, che ha governato fino a otto messi addietro e che è l’artefice di questo stato comatoso dell’ospedale nella sua interezza, nonché delle associazioni cittadine e dei sindacati che, pur nella legittimità delle loro posizioni, continuano a deprecare il fatto che il sindaco non si sia messo alla testa di questo movimento di protesta. Ribadisco – dice il Sindaco Barile – che al momento, come amministrazione comunale, non abbiamo nulla da protestare, perché non ne condividiamo i princìpi, visto che noi siamo impegnati tutti i giorni a tessere rapporti di dialogo con le varie strutture regionali e con l’azienda sanitaria in un clima della ricerca della collaborazione attraverso proposte tecniche vere e utili alla causa,  e che consideriamo unicamente positivo per il nostro ospedale locale che, al di là delle denominazioni che tanto piacciono al centro-sinistra, viene salvato, pur se con gli adeguamenti dettati dalle esigenze di un piano di rientro. Noi siamo convinti che l’ospedale cittadino – dice Barile – va rianimato e lo si deve fare in fretta, per recuperare tutto ciò che non è stato fatto negli anni passati. Per questo stiamo lavorando in modo indefesso con l’ausilio di tecnici e professionisti del settore per redigere una proposta per riempire di contenuti questa struttura, da presentare al momento in cui sarà redatto il Piano Aziendale. Questi sono atteggiamenti seri e consoni ad un sindaco – dice ancora Barile – che deve cercare sempre il bene della sua città, e su questa strada continuerò, gli altri continuino pure a nascondere i loro fallimenti politici, cercando pretesti di fronte all’abisso e al vuoto decennale di seria programmazione sanitaria, attraverso le manifestazioni ad effetto”.

Dove stiamo andando?

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Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando?  Penso che in questo momento della vita di tutti noi ci dobbiamo porre queste tre tradizionali domande, in modo particolare l’ultima, e con molta preoccupazione.

Forse la rivolta tunisina, la rivolta algerina, ormai “rivolte del pane”, la questione Fiat, il precariato, la disoccupazione giovanile, l’ambiente, l’inquinamento, il veleno nei nostri mari, la politica, i politici, il Dio denaro ecc., sono prodotti di un progresso che produce solo rabbia e anche miseria. Probabilmente il perché di tutto questo si chiama anche globalizzazione, cioè un modello di sviluppo che non fa altro che portare a una bestiale competizione fra Stati. In una competizione c’è sempre una parte che perde, che non riesce a reggere. Ma anche la parte che vince può conseguire la vittoria solo massacrando la propria popolazione, i propri cittadini, smantellando il “welfare”, i diritti sociali, i diritti della persona, il diritto a una degna attività lavorativa, il diritto alla salute, il diritto ad avere delle buone scuole e università, e di conseguenza il diritto allo studio. Tutte cose queste che, in aperto disprezzo di tante norme costituzionali e internazionali, minano alla radice la stessa convivenza democratica di tanti Paesi.

Tra l’altro in Italia, e non solo in Italia, la politica si è caratterizzata dalla presenza di personaggi politici mediocri, che hanno distrutto il concetto e l’ideale di fare politica di un certo livello. La selezione, o presunta tale, che oggi avviene della classe dirigente a tutti i livelli, non è altro che una scelta di comodo o di convenienza che non tiene conto delle esigenze della gente, del popolo, della giustizia, della solidarietà e della democrazia. L’amaro risultato è che nei vari consigli comunali, provinciali, regionali e quindi anche in Parlamento, ci ritroviamo una pletora di semi-ignoranti che si vantano di poter garantire un futuro politico roseo a un’Italia ormai in ginocchio. Basti guardare l’età media di coloro che ricoprono posti di potere (manager, professori universitari, banchieri, politici, e simili), età media che nelle altre nazioni d’Europa è di gran lunga più bassa.

Allora, quale futuro!!!???