I parlamentari si tagliano lo stipendio. Ma è un bluff.

parlamentari-spumante-e1327968883720-500x314.jpgDi Paolo Ribichini sul Giornale online “Diritto di critica”.

La sforbiciata alla busta-paga equivale all’aumento percepito nel 2012. Quindi da dicembre ad oggi non è cambiato nulla.

È bastato annunciarlo per far credere che fosse vero: “finalmente anche i politici si tagliano lo stipendio”. Si tratta di 1.300 euro lordi, circa 700 netti al mese. Una magra consolazione per tutti i cittadini che sono chiamati a fare sacrifici, di fronte ad una “casta” che difende l’indifendibile. Una consolazione ancora più magra quando si viene a scoprire che il taglio è un vero e proprio bluff.

Via i vitalizi, più soldi ai parlamentari. Torniamo per un attimo a dicembre: vi ricordate tutta la polemica per l’eliminazione dei vitalizi e sul passaggio dal sistema retributivo e a quello contributivo per i parlamentari? Bene, quella riforma ha da una parte eliminato i privilegi di cui godevano deputati e senatori riguardo al periodo successivo all’incarico parlamentare (riducendo, tra le altre cose la pensione di quasi la metà del valore attuale), ma ha permesso l’emersione di una quota di reddito precedentemente impiegata per il versamento del contributo per il vitalizio. In pratica, i nostri eletti si sarebbero ritrovati con 700 euro in più in busta-paga.

Cambiare tutto per non cambiare niente. Così, per evitare che la notizia dell’aumento dello stipendio venisse alla luce (ma su Facebook è già spuntata la pagina del Movimento Anticasta Italiano), i parlamentari hanno provveduto ad eliminare l’aumento appena percepito. “Si tratta di decisioni definitive e ad effetto immediato”, ha spiegato il vicepresidente Rocco Buttiglione al termine della riunione di ieri a Montecitorio. Il taglio varrà per tutti i deputati, mentre si dovrà aggiungere un ulteriore taglio del 10% per quei deputati che svolgono un ruolo ulteriore, come i presidenti di commissione. Insomma, da dicembre ad oggi, deputati e senatori si ritroveranno con lo stesso stipendio. Cambia solo un aspetto: il rimborso per le spese destinate ai collaboratori parlamentari sarà per metà forfettario (ora lo è al 100%) e per l’altra metà dovrà documentato o con l’assunzione del collaboratore o con la documentazione delle spese sostenute. I soldi risparmiati? Secondo il questore del Pdl, Antonio Mazzocchi, questi 1.300 euro che verranno tagliati saranno accantonati in un fondo a tutela di eventuali ricorsi da parte dei deputati. Dov’è quindi il risparmio per le casse dello Stato?

Fare bella figura, gratis. “Se la notizia degli stipendi aumentati fosse uscita, li avrebbero linciati”, spiega Franco Bechis, vice direttore di Libero, sul suo blog. “Così hanno deciso non di tagliarsi lo stipendio, ma di rinunciare a quell’aumento. Provando a fare bella figura”. Gratis.

I “danni collaterali” del governo tecnico.

untitled.pngDi Gianni Vattimo

Filosofo e deputato europeo nonché ex candidato a sindaco ed ex consigliere presso il Comune di San Giovanni in Fiore.

Dal blog su ilfattoquotidiano.it

Non so se stia davvero crescendo la nostalgia per Berlusconi, certo aumenta vistosamente l’insofferenza verso il governo Monti, e anche verso chi, come il Pd, se ne è fatto sostenitore senza se e senza ma. Il sospetto niente affatto inverosimile è che tutto sia un gioco delle parti, quale che sia la consapevolezza degli attori.

La destra maledice Monti, e proprio per questo la cosiddetta sinistra lo difende. In termini elettorali (prima o poi si dovrà pure andare a votare) chi paga il prezzo di questo governo del rigore bancario-fondomonetarista, è il Pd, che finirà per dissanguarsi e per scoraggiare definitivamente il suo elettorato. Il quale ha sopportato finora solo perché terrorizzato dalla grande stampa “indipendente”: se va male alle banche va malissimo a tutti. E così via.

Ma fino a quando durerà questa sopportazione? In giro per l’Italia ci sono scioperi e agitazioni sociali di vario tipo. Non basta stimolare l’odio per i camionisti e i forconi “infiltrati” dalla mafia, o contro i parlamentari e i loro privilegi. Presto o tardi, anzi già ora, la protesta sociale di padroncini, famiglie monoreddito, mamme che devono badare ai bambini cacciati anzitempo dalle scuole, anziani lasciati senza assistenza sociale, pensionati ridotti a rubare nei supermercati, si farà sentire in modi meno soft.

Quando Di Pietro dice, come qualche tempo fa, che prima o poi ci scappa il morto lo si copre di insulti come se fosse un terrorista; ma intanto il morto ai blocchi stradali dei camionisti ci è scappato, e i pacchi esplosivi alle agenzie delle tasse sono arrivati. I sacrifici che Monti (e Napolitano, e  il potere bancario) chiede agli italiani non possono più essere sopportati in nome del governo “tecnico”. O si va a elezioni subito o la situazione sociale non farà che peggiorare. Non è la marcia su Roma, certo; o non ancora. Ma un governo tecnico messo di fronte a tensioni sociali crescenti non diventerà prima o poi, per ragioni puramente “tecniche”, un governo autoritario?

Sono solo ragioni “tecniche” quelle che hanno ispirato l’ondata di arresti di No-Tav ordinata da un magistrato sicuramente democratico come Giancarlo Caselli: non poteva fare diversamente di fronte all’evidenza di azioni violente perpetrate in Val di Susa nell’estate scorsa. Inutile dire che dei gas illegali sparati dalla polizia contro i manifestanti anti-Tav non si sa più nulla; e della illegalità permanente in cui hanno proceduto finora i lavori per la nuova ferrovia – dalla mancata consultazione delle comunità territoriali interessate, alle menzogne spacciate all’Unione Europea per spremerne i fondi, alla militarizzazione della Valle e alla sordità rispetto a tutti i pareri tecnici contrari all’opera – non vi è traccia nei mandati di arresto caselliani. Tutto questo, del resto, è politica, non tecnica, e va tenuto lontano.

Il fatto – non solo questo fatto specifico dei No-Tav, ma del governo tecnico in generale – è che, come si è detto spesso, sbagliando, del fascismo italiano rispetto a quello tedesco, Berlusconi era meglio perché era meno serio. Monti è un rigoroso – anche perché apolitico – esecutore delle regole del sistema. Non per niente il Financial Times lo considera la colonna portante dell’Europa; e Obama lo vede tanto di buon occhio. Miseria, disoccupazione, infelicità crescente in tutti i livelli della società? Danni collaterali.

Politica: Partiti S.p.A. – Nuovo libro inchiesta.

image003.pngSe avete stomaco e fegato leggete questo nuovo libro inchiesta. Il minimo che vi potrà succedere è cambiare idea su molte cose.

I partiti come imperi finanziari?

Soldi, finanziamenti, patrimoni delle organizzazioni politiche in Italia.

Idrovore che assorbono finanziamenti, possiedono centinaia di immobili, spendono milioni in modo misterioso, creano società per scopi distanti dalla politica (dal gioco d’azzardo alla vendita di biciclette), i partiti sono i veri padroni della cosa pubblica, non solo perché decidono leggi e nomine, ma perché costituiscono imperi economici, la cui ricchezza viene alimentata dalle istituzioni a loro volta controllate dai partiti, in un circolo molto vizioso. Dal 1994 a oggi hanno ingoiato 3 miliardi di euro solo di rimborsi elettorali: li chiamano così ma non sono affatto tali, perché le spese elettorali dichiarate ammontano a 579 milioni di euro, meno di un quarto. Il resto? Mancia. Ma questo è solo uno degli aspetti indagati da Paolo Bracalini: si spazia dalle imperscrutabili fondazioni dei politici alle generose donazioni private da parte di gruppi industriali e lobby, alla presenza capillare di politici nei CdA delle fondazioni bancarie, ai finanziamenti dei giornali più improbabili, ai milioni per partiti sconosciuti, ai trucchi per non pagare debiti, affitti e persino cene elettorali, fino all’enorme zona grigia della corruzione, fenomeno in cui il lucro individuale e l’interesse di partito si confondono inestricabilmente. Quadro allarmante, completo e perfettamente bipartisan della vita economica dei partiti, dal PDL al PD, dalla Lega a Italia dei Valori, Partiti S.p.A. è una lettura bruciante, ricca di documenti e interviste inedite, che non mancherà di suscitare ancora una volta l’indignazione dei lettori.

UN ASSAGGIO

Le cifre dei “rimborsi” elettorali:

 

500 milioni di euro: i rimborsi ai partiti per ogni legislatura.

2700 milioni di euro: rimborsi elettorali dal 1994 a oggi.

70 milioni di euro all’anno: rimborsi dei gruppi parlamentari

80 milioni di euro all’anno: donazioni dei privati ai partiti.

600 milioni di euro (dal 2008 ai prossimi due anni): soldi ai maggiori partiti, PDL e PD.

PDL (regionali 2010): 20 milioni spesi per campagna elettorale; 53 milioni di rimborsi.

PD (regionali 2010): 14 milioni spesi; 51 milioni rimborsati.

Lega (regionali 2010): 8 milioni spesi; 25 milioni di rimborsi.

UDC (regionali 2010): 6 milioni spesi; 11 milioni ricevuti.

Non occorre essere eletti per avere i finanziamenti pubblici: basta la soglia dell’uno per cento, ben al di sotto di quella per entrare in Parlamento.

L’AUTORE

Paolo Bracalini, nato nel 1974, milanese trapiantato a Roma, laureato in Fi­losofia, è giornalista professionista. Si occupa di politica italiana, con parti­colare attenzione alla vita interna dei partiti politici.

San Giovanni in Fiore – Perché qui nel nostro paese la sanità divide?

Comunicato del Circolo Culturale IMPEGNOCIVILE.

Il Blog a gentile richiesta riceve e pubblica.

1526867823.jpgCIRCOLO CULTURALE IMPEGNOCIVILE

SAN GIOVANNI IN FIORE    Comunicato n°7     N.  E.     18.01.12         

 Perché, i grandi temi, come il dolore per la terribile tragedia di Natale e le preoccupazioni per le azioni delinquenziali a danno del Sindaco, a S. Giovanni in Fiore  uniscono mentre la sanità divide?

Proviamo a capirne il perché e, se è possibile, ad avanzare qualche suggerimento.

Dopo la effettuazione della iniziativa La Carovana della Salute del 14 gennaio a Cosenza, se si escludono la grossolana messa in scena e l’inopportuna sfuriata del rappresentante della CGIL per le presunte difficoltà frapposte alla realizzazione della manifestazione medesima (l’ingresso nella superstrada è avvenuto nel modo più tranquillo possibile al bivio del Germano) che hanno comunque rischiato di annegare le formidabili istanze portate davanti al Prefetto ed al Commissario Scarpelli, in una desolante bega paesana (le puntualizzazioni, ove fossero ritenute proprio necessarie, potevano tranquillamente essere fatte successivamente e in una sede più opportuna),  si può dire che  il percorso messo a punto dal Comitato per l’Ospedale abbia registrato, come era negli intenti, il raggiungimento di una importante tappa: quella che ha visto la possibilità di  rappresentare ancora una volta alle autorità sanitarie provinciali e regionali le insopprimibili ragioni del nostro territorio e le sincere inquietudini dei nostri concittadini, la possibilità di far conoscere quelle medesime ragioni ed inquietudini alle autorità politiche Nazionali per mezzo di una lettera inviata, tramite il Prefetto di Cosenza, al Presidente della Repubblica  e la possibilità di un ulteriore sviluppo dell’azione mediante l’incontro con la massima carica del Governo Regionale.

Di per sé un accadimento di questa natura non dovrebbe vedere alcuno in atteggiamento contrario. Viceversa la posizione contraria c’è e l’ha rappresentata il Sindaco nel corso del Consiglio Comunale aperto del 13 gennaio.

Può essere utile, allora, ricordare come è nata  e come si è alimentata questa contrapposizione a partire dal dicembre 2010.

Riteniamo che si possa dare per assodato il fatto che  in quel tempo abbia preso il via il tentativo di ribaltare gli esiti elettorali della primavera precedente utilizzando le difficoltà derivanti dai tagli alla sanità (riconosciuti necessari sia da Scopelliti che da Loiero), come strumento di battaglia politica  e vi si stato allora chi si sia assunta la responsabilità di scagliare furbescamente sul tappeto politico cittadino un argomento che avrebbe potuto o dovuto confondere e intorbidare  il dibattito elettorale  ai cui esiti era legata una scelta di straordinaria importanza: decidere se ripristinare l’equilibrio politico rotto con l’elezione di Barile o confermare la volontà di procedere verso nuove ed inesplorate prospettive.

Nasce, a nostro avviso, da qui, e non senza ragione, la convinzione di Antonio Barile (il quale aveva legittimamente individuato un suo percorso per la tutela dell’offerta sanitaria a S. Giovanni in Fiore basato su un rapporto di fiducia con il Governatore Scopelliti) che le iniziative messe in piedi dai soggetti politico sindacali del cosiddetto centrosinistra avessero come fondamento appunto la pregiudiziale contrapposizione  nei confronti della sua azione.  

E’ a nostro avviso questo il peccato originale che ha connotato quasi per intero la battaglia per la sanità. Al punto che è stata dagli avversari individuata nel sindaco Barile la posizione di controparte rispetto alle rivendicazioni relative alla sanità. La responsabilità delle scelte è stata attribuita in malafede non alle autorità sanitarie provinciali o regionali delle due diverse maggioranze politiche e prima ancora agli amministratori comunali che negli anni hanno lasciato crescere le difficoltà del Presidio Ospedaliero bensì al nuovo Sindaco reo, per i suoi avversari,oltretutto, di avere troppa cura per le Cooperative. Come se, nelle condizioni economiche in cui versa oggi la Calabria, l’Italia, il Mondo, la sopravvivenza di 400 famiglie sangiovannesi o le ricadute di un possibile utilizzo a vantaggio della Città di una forza lavoro così importante, fosse un problema che non avesse né le dimensioni né la dignità necessarie  per entrare nelle preoccupazioni del Sindaco.  E come se l’incessante lavoro che questi e la sua Giunta stanno con grande abnegazione e spirito di sacrificio profondendo per rimettere intanto in ordine il bilancio comunale e recuperare ingenti risorse finanziarie a vantaggio di tutti non significhi avere cura per ognuno degli abitanti di questa Città.

Ed è stata alimentata questa contrapposizione dal rifiuto, registrato in molta parte dei suoi avversari, di riconoscere la vittoria di Antonio Barile nella competizione elettorale.  E temiamo possa trovarsi in questo atteggiamento la spiegazione della rinuncia da parte delle frange più radicali del mondo politico – associativo cittadino a partecipare perfino alla riflessione sui rischi derivanti dalle azioni delinquenziali o criminali poste in essere a danno del Sindaco e sulla ricerca delle azioni più efficaci per la difesa delle istituzioni democratiche..

Si è però fortunatamente fatta, in qualche modo, strada, nelle ultime settimane, la consapevolezza che fosse necessario tentare di affrancare la battaglia per la sanità dal sospetto dell’appartenenza politica di parte (si è riconosciuto infatti che fosse necessario tenere fuori da essa i partiti) perché potesse  assumere i connotati di una battaglia della Città per la Città.

Ed è a questo punto che il Circolo Impegnocivile ha ritenuto di convergere su quel percorso.

Avendo per prima, questa Associazione, denunciato le incoerenze che la condivisibile filosofia posta alla base dell’Atto Aziendale elaborato dal dott. Scarpelli presentava rispetto alle scelte riguardanti il territorio di S. Giovanni in Fiore, sia per quanto riguarda la sanità territoriale (con la innaturale aggregazione del nostro territorio al distretto di Rossano) sia relativamente alla sanità ospedaliera (dal momento che non è dato capire se nel presidio ospedaliero di S. Giovanni in Fiore, ubicato in una realtà di cui conosciamo tutti le grandi e gravi limitazioni imposte dalla natura) sarà possibile fronteggiare patologie comuni ma potenzialmente mortali se non trattate tempestivamente come infarti, appendiciti acute ecc., e dopo che questa Associazione ha inutilmente cercato di coinvolgere tutti gli altri soggetti politici, sindacali, economici ed associativi nella iniziativa, non poteva, il Circolo Impegnocivile non cogliere la opportunità offerta dal cambiamento del clima nel quale si muoveva il Comitato per l’ospedale.

Esattamente a questo punto Impegnocivile ha ritenuto di contribuire a rafforzare questo percorso valutando che potesse essere molto importante la messa a punto di quelle iniziative che potessero rivelarsi utili partendo da una profonda convinzione: che cioè il percorso individuato dal Sindaco e quello condotto dal Comitato non dovessero essere visti come necessariamente in conflitto o alternativi ma potessero essere guardati entrambi con rispetto e positivamente perchè costituenti due facce della stessa medaglia: non una gara per individuare chi riesca ad apparire più determinato nella contesa con la Regione ma come un sana competizione a chi riesca a spingere disinteressatamente di più per la tutela della sanità nella nostra Città.  

Ed è esattamente questa l’aspirazione che ha coltivato e coltiva Impegnocivile affinché nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi del tempo delle decisioni irrevocabili, la contrapposizione si trasformi in volontà comune che si muove lungo un binario con due distinti elementi di sostegno (l’azione del Sindaco e l’azione del Comitato) ma con una sola direzione di marcia ed una sola, unica meta:

l’efficacia e l’appropriatezza dell’offerta sanitaria nel nostro particolarissimo territorio.

Avviso – Concorso ufficiali nella Guardia di Finanza: 53 Allievi Ufficiali Ruolo Normale.

mfront_guardia_di_finanza(19).jpgConcorso ufficiali – 53 Allievi Ufficiali Ruolo Normale.
Pubblicato il concorso pubblico, per esami, per l’ammissione di 53 allievi ufficiali del ruolo normale al primo anno del 112° corso dell’Accademia della Guardia di finanza, per l’anno accademico 2012/2013.
Attivata anche la procedura per la compilazione della domanda online di partecipazione ai concorsi della Guardia di finanza.

Al concorso possono partecipare i cittadini italiani che abbiano compiuto, alla data del 1° gennaio 2012, il diciassettesimo anno di età e non superato il ventiduesimo (siano nati, cioè, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1990 e il 1° gennaio 1995 – estremi inclusi) e siano in possesso del diploma di istruzione secondaria che consenta l’iscrizione alle facoltà universitarie previste dal decreto ministeriale 12 aprile 2001. Possono partecipare anche coloro che, pur non essendo in possesso del previsto diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2011/2012.

Scadenza del bando in data 2 febbraio 2012.
Qui sotto il link della Guardia di Finanza:

Guardia di Finanza – Concorso ufficiali – 53 Allievi Ufficiali Ruolo Normale

www.gdf.gov.it

San Giovanni in Fiore – Un Sindaco sempre più forte.

1883704042_4.jpgPiù forte Barile, più forte la coalizione, più forte la città. La primavera sangiovannese è solo agli inizi. Anzi, si rafforza! Lo hanno dimostrato la maggior parte del popolo di San Giovanni in Fiore, le istituzioni, la Chiesa, l’intellighenzia, la politica  nonché il Sindaco Antonio Barile, la sua Giunta e la sua maggioranza. Gli ultimi episodi che hanno segnato la vita di questa comunità, di questa gente e di questa amministrazione sembrano ormai alle spalle. Tanto che il Sindaco e gli Assessori, dopo il Consiglio Straordinario,  credo, ormai, potranno rilanciare l’azione di risanamento, di cambiamento, di sviluppo  e di crescita, fattori di cui questo nostro paese non potrà più fare a meno per il prossimo futuro.  

La coalizione, adesso, sembra essere diventata più forte con l’intenzione di lavorare in sinergia e voglia di cambiamento concreto. Si è dimostrato che la vigilanza civile tra i cittadini è forte e sarà ancora più forte per sconfiggere ogni subdolo tentativo di destabilizzazione. Quando ci sono istituzioni credibili, i sangiovannesi sanno da che parte stare. Grazie a questo nostro Sindaco si stanno ponendo le basi per una “rinascita” del tessuto sociale che spetta a tutti noi cittadini compiere.

Noi cittadini dovremo essere protagonisti, dovremo sentire il peso e la responsabilità del futuro di questa nostra comunità. Non possiamo lasciare i sindaci da soli, ma tutti possiamo fare la nostra parte e dare un contributo importante per difendere San Giovanni in Fiore.

Nessuno si deve sentire escluso ed ognuno deve rivendicare il diritto ad essere un uomo o una donna con la dignità di cittadino sangiovannese, sia in Italia che nel modo.

PGS

Che cosa è la mafia?

ITALICI EQUILIBRISMI.jpgNon sono un esperto di mafia. Sinceramente non so cosa sia la mafia, non so definirla. Non so chi siano i mafiosi. Ma se per mafia si intendono molte cose, allora per me la mafia è:

          Il non rispetto delle regole.

          Non far decidere e partecipare i cittadini nelle scelte per una comunità.

          Quando la legge non è uguale per tutti.

          Quando si evadono le tasse a danno degli altri.

          L’arricchimento illecito.

          Non rispettare i programmi elettorali.

          L’assenza di onestà, di trasparenza  ed etica nella politica.

          Mantenere in pompa magna politici incompetenti ed inefficienti.

          Non essere eletto dai cittadini, per le cariche pubbliche, ma nominato dall’oligarchia dei partiti politici.

          Prendere in giro i cittadini con false promesse.

          L’informazione fasulla.

          Non poter esprimere liberamente le proprie opinioni.

          Privilegi solo ad alcune categorie, corporazioni e caste di cittadini.

          Mortificare nello studio e nel lavoro i giovani preparati a vantaggio dei protetti.

          Non creare le condizioni di lavoro per tutti.

          La raccomandazione a danno degli altri sotto tanti aspetti, appalti, lavoro ecc. .

          Non far funzionare i servizi pubblici.

          Fornire treni sporchi, affollati e perennemente in ritardo ai pendolari.

          Incontrare funzionari pubblici che digrignano i denti al di là degli sportelli.

          Favorire i propri figli nell’inserimento del lavoro senza dare possibilità agli altri.

          Favorire le carriere dei propri adepti a discapito degli altri cittadini.

          Non dare risposte, da parte degli organi pubblici competenti, alle giuste istanze prodotte dai cittadini.

          Far passare i diritti spettanti ai cittadini come favori.

          Assoggettare i cittadini e le famiglie per ottenere consensi e voti politici.

–           Infangare le persone.

–           Attentare alla vita degli altri.

          Consentire l’aumento indiscriminato dei prezzi.

          Non concedere credito alle imprese e ai cittadini, ma solo a pochi amici.

          Quando il fisco vessa indiscriminatamente anziani, pensionati, ammalati, cittadini e famiglie riducendoli addirittura sul lastrico.

          Quando lo Stato non protegge i suoi cittadini e si comporta forte con i deboli e debole con i forti.

          Quando vengono sperperati soldi pubblici o quando vengono finanziati, sempre con soldi pubblici, solo alcune categorie.

          Quando non si garantisce il diritto alla salute a tutti i cittadini.

          Quando non si rispetta l’ambiente.

          Quando a pagare per le varie crisi, prodotte da poche persone incompetenti, sono i soliti noti.

          Chi più ne ha più ne metta!

 

PGS

L’asino che vola.

asino_che-vola.jpgFoto da LIFE

Di Beppe Grillo

L’italiano è facile da governare, basta dargli in pasto una categoria sociale al giorno e la sua fame si sazia. E’ la strategia della disattenzione. Gli gridi “Guarda un asino che vola!” e lui punta il naso verso il cielo. Monti ha, giustamente, detto che “Le mani in tasca agli italiani le mettono gli evasori“. Non ha spiegato però chi ha generato il debito pubblico di 1.900 miliardi di euro e a cosa sono serviti quei denari. Ce lo dica Monti! Ci dica chi e come ha messo le mani sulla ricchezza dell’Italia per mantenere la partitocrazia e le lobby e ci spieghi anche dov’era lui in questi lunghi vent’anni di silenzio. Ci vuole un pubblico processo per questa gentaglia che ha rovinato l’Italia. Rigor Montis non ha ritenuto di ricordare i 98 miliardi di euro di presunto danno erariale da parte delle concessionarie di slot machine. E neppure perché i contribuenti hanno sul groppone un miliardo di euro dato come finanziamento ai partiti nonostante un referendum, e non ha menzionato gli evasori totali condonati con lo Scudo Fiscale con un 5%. Chi sono questi signori? I contribuenti onesti vorrebbero saperlo, hanno il diritto di saperlo. FUORI I NOMI!
Le grandi manovre sulle piste da sci e nei bar di Cortina sono l’asino che vola. Come se non fosse sufficiente, ad esempio, incrociare i dati dei contribuenti con quelli della proprietà di un Suv al computer senza trasformare i finanzieri in uomini delle nevi. Ma chi volete prendere per il culo? Il gioco è palese. Mettere le categorie sociali una contro l’altra. I ricchi contro i poveri, i giovani contro i pensionati, i disoccupati contro i dipendenti statali. E mentre gli italiani guardano le nuvole, gli imprenditori e gli operai si suicidano in silenzio. A cosa sono serviti i soldi versati all’INPS? Dove sono finiti i versamenti degli italiani che in pensione non ci andranno mai? A coprire le perdite della Fiat attraverso la cassa integrazione? Il boccalone italiano si deve dimenticare dei politici, dei partiti, delle loro ruberie (ricordo che i condannati in via definitiva sono ANCORA in Parlamento a percepire un grosso stipendio), della corruzione, delle mafie che controllano metà del Paese, del pesce che puzza dalla testa. E di banche non parla nessuno, sono gigli di campo, non hanno responsabilità dello sfascio, di decine di migliaia di investitori sul lastrico. Meglio accanirsi sull’albergatore e sul barista. I concessionari di beni pubblici, come Benetton per le autostrade, vengono invece lodati e ingrassati con gli aumenti di Capodanno a spese di chi lavora. Le concessioni statali, tutte le concessioni, devono tornare a essere gestite dallo Stato, a produrre utili per i cittadini italiani che le hanno strapagate in decenni di tasse, non vanno regalate ai privati. Ma Monti, questo, come Alice, non lo sa.
Ehi! “Guardate l’asino che vola“, non disturbate il manovratore. E conservate lo scontrino all’uscita del bar e il pagamento del bollo dell’auto di dieci anni fa, con le mani bene in tasca, mi raccomando!

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Sempre che avremo salute, ecco come lavoreremo per versare i contributi degli ultimi anni e raggiungere l’agognata pensione.

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