San Giovanni in Fiore – Divieto di transito a veicoli e pedoni sull’antico “Ponte della Cona”.

PonteCona.jpgIl Comandante di Polizia Locale, considerata la comunicazione delle condizioni di pericolo  del ponte da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale, considerato un intervento urgente volto al ripristino delle condizioni di sicurezza dello stesso, sentito il parere dell’Amministrazione Comunale, ha ordinato, con atto del 27 marzo scorso, la chiusura al traffico veicolare e pedonale del “Ponte della Cona” situato sul fiume Neto.

Il “Ponte della Cona“, realizzato sul finire del 1700, è una struttura a due arcate con le due volte a pietra incastrate fra di loro e saldate da un leggero strato di malta a base di calce. Un tempo unico accesso tra il centro urbano sangiovannese e le prime strade di collegamento fra gli altri paesi, il “Ponte della Cona” fu poi soppiantato dalla costruzione di nuovi passaggi stradali  e relativi ponti. Ѐ un ponte storico in quanto su di esso transitarono i “Fratelli Bandiera” dopo la loro cattura avvenuta in località “Stragola“, a circa dieci chilometri dal centro abitato.

San Giovanni in Fiore – Atti vandalici al Museo della Biodiversità.

biodiv1.jpgQuello degli atti vandalici è un costo sociale con cifre importanti che ricadono poi su tutta la collettività. I fondi al nostro Comune sono già esigui, se a questo aggiungiamo i costi per risanare i danni apportati al patrimonio comunale da bravate notturne, è evidente che poi avremo sempre meno fondi per migliorare il nostro paese.

Per questi motivi condanniamo questi atti, a dir poco, vili e incivili, rivolgendo un appello alle istituzioni preposte al controllo del territorio, affinché si possa mettere fine a quella che potrebbe diventare una vera e propria piaga per la nostra comunità.

Redazionale

Cultura – Ricordando Antonio Tabucchi.

Antonio_Tabucchi_280xFree.jpgDa tempo malato, lo scrittore è morto a 68 anni nella ‘sua’ Lisbona. L’autore era noto al pubblico per i suoi libri, tra cui Notturno indiano, Sostiene Pereira e Requiem. Era nato a Pisa nel 1943.

Essendo un uomo libero e temuto dai politici, sia di destra, ma soprattutto di sinistra, non era ben visto ed era isolato dagli intellettuali italiani. Col suo esempio mostrava loro ciò che avrebbero dovuto essere e invece non erano. Per viltà, conformismo, sciatteria, convenienza, opportunismo e quieto vivere.

Il Blog “SAN GIOVANNI IN FIORE IN PIAZZA” lo vuole ricordare con una parte di un suo articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano del 31 luglio scorso, in cui commentava l’escalation degli scandali all’ombra dei palazzi del potere: “Viviamo in un enorme buco nero, siamo sommersi da leggi incostituzionali”.

Sistema infetto, questi politici ladri ci hanno rubato tutto.

La classe politica italiana nella stagione del terrorismo tramava con servizi segreti interni ed esteri. Una volta finite le stragi, quella di oggi è passata al furto. Agli Italiani ha rubato tutto. Ha rubato il paesaggio. Ha rubato la libera scelta e la libera concorrenza. Ha rubato il futuro dei nostri giovani. Ha rubato loro il democratico diritto di dissentire, di protestare e di manifestare e quando ha potuto li ha massacrati e perfino assassinati. Ha rubato la Carta costituzionale. Ha rubato la libera informazione, la televisione pubblica, la scuola, l’università.

Ha rubato la Resistenza, da cui la nostra repubblica è nata, e l’antifascismo su cui si fonda. Ha rubato il principio di ripudio della guerra, che è costitutivo della repubblica. Ha rubato la convivenza civile, il rispetto dovuto ai cittadini, i fondamenti del patto sociale di ogni vera democrazia. Ha rubato le più belle parole della nostra lingua, come “libertà”, facendone un uso perverso. Ha rubato la fiducia nella democrazia (era fragile e incerta, ed è stato facile) e nelle istituzioni. Ci ha rubato perfino il diritto di morire in pace. Ha trasformato il parlamento in un rifugio di corrotti, di mafiosi, di indagati, di condannati. Ha stretto patti scellerati con la mafia. Ha sigillato tutti i suoi malaffari sotto il segreto di Stato: la storia del nostro passato recente è un enorme buco nero. Infine ha rotto gli equilibri istituzionali: il potere legislativo, che in Italia coincide con quello esecutivo, come un fiume in piena ha sommerso il paese con una pletora di leggi incostituzionali.

Politica estera: a quando l’addio all’Afghanistan?

afghanistan_soldato_italiano_xinhua-400x300-300x225.jpgUna cosa buona di un governo tecnico come quello del Prof. Monti è che, non essendo molto dipendente dai partiti politici e dalla preoccupazione del consenso dell’elettorato, ha le mani libere dalla demagogia. Così questo governo ha potuto dire un no secco alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Chi conosce bene lo sport ha detto che è stato evitato un vero massacro economico. Sarebbe stata una follia spendere, solo per un orgoglio nazionale, 800milioni di euro l’anno, da qui al 2019, in una situazione di crisi come questa e senza nessuna garanzia di un ritorno economico adeguato. Se la Grecia si trova in una certa situazione, è perché il colpo di grazia lo hanno dato le Olimpiadi di Atene del 2004.

Sempre per le stesse ragioni  il governo dei cosiddetti bocconiani ha potuto prendere delle iniziative che nessun governo italiano aveva mai osato prendere: il ridimensionamento delle nostre Forze Armate. 180mila uomini sono troppi per un esercito moderno che si base soprattutto sull’efficienza tecnologica, 425 generali di cui molti sono anziani, hanno superato i 70 anni sfiorando il ridicolo. Ma anche gli armamenti subiranno una consistente diminuzione. Dei 131 cacciabombardieri americani F35, giocattoli di morte che costano 80 milioni di euro l’uno, se ne acquisteranno, per ora, solo quattro.

Ci sarebbe piaciuto, però, e crediamo sarebbe piaciuto a tantissimi cittadini e famiglie italiani, che il governo Monti eliminasse anche qualche “missione di pace” che di pace, secondo molti esperti, non è, come quella in Afghanistan dove gli occidentali conducono una guerra per soprammercato squisitamente ideologico. Si veda anche l’ultima strage di bambini, anziani e donne afghani da parte del soldato americano, che adesso gli Usa vorrebbero pagare 50 mila dollari a vittima, come se la vita degli altri avesse un prezzo. Ma un ritiro delle nostre truppe spetta solo al Parlamento. Resta il fatto, secondo altri esperti, che in Afghanistan noi siamo inutili. Sempre secondo alcuni osservatori internazionali, nonché secondo alcuni giornalisti reporter di guerra, non solo si pagano i Talebani perché non attacchino i militari italiani ma anche, in alcune zone, paradosso dei paradossi, perché li difendano. Per questo, grazie a Dio, si sono avuti relativamente pochi caduti nei soldati italiani, mentre quelli americani sono più di 1500, quelli inglesi più di 400. In ogni caso gli olandesi, che si sono battuti bene in Helmand, se ne sono già andati, i canadesi, i francesi e i polacchi lo faranno entro la fine del 2012. E persino gli americani, che non possono più reggere una “guerra che non si può vincere” anche perché, in un momento di crisi economica, non possono permettersi di spendervi 40 miliardi di dollari l’anno, stanno trattando col Mullah Omar, avendo finalmente capito, dopo tanti tentativi inutili e a volte farseschi, che, come capo indiscusso degli insorti, è l’unico che, a certe condizioni, può fermare la guerriglia. Solo i militari italiani debbono rimanere lì; come degli allocchi?

La missione ci costa un miliardo di euro l’anno. Con un miliardo non si risana certo l’economia, ma almeno qualche buco, particolarmente doloroso, lo si potrebbe tappare, ma soprattutto, ne siamo certi, si risparmierebbero molte altre vite di nostri ragazzi militari che operano in quelle zone.

Redazionale

SGF – Un militare sangiovannese ferito in attacco Afghanistan.

soldati-italiani-afghanistan.jpgAppartengono al Primo Reggimento Bersaglieri di Cosenza tre dei cinque militari rimasti feriti nell’attacco avvenuto ieri in Afghanistan. I tre militari, di cui uno sangiovannese, secondo quanto si è appreso a Cosenza e a San Giovanni in Fiore,  non sono in ”imminente pericolo di vita”.

Nell’attentato è stato ucciso il sergente Michele Silvestri, 33 anni di Napoli, in servizio nel Genio Guastatori di Caserta.

Sono rimasti feriti anche altri due militari, le cui condizioni sono molto serie.

Tra le vittime dell’attentato in Afghanistan il giovane militare di San Giovanni in Fiore, il Caporalmaggiore scelto, Salvatore De Luca, ha riportato solo ferite lievi.

Il Sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Barile:

“Esprimo, a nome dell’intera Comunità, la nostra vicinanza alla famiglia di Salvatore, che abbiamo lasciato, con una delegazione della Giunta comunale, soltanto dopo averlo sentito al telefono. Pur nell’ennesima tragedia di militari, accogliamo con sollievo la notizia per il nostro giovane, sperando anche nella pronta guarigione degli altri feriti del Reggimento Bersaglieri di Cosenza, impegnati in una missione di pace, che troppo spesso ha visto esiti a cui non vorremmo più assistere”.

Lavoro – No a meno diritti!

morti-sul-lavoro.jpgMeno tutele per i lavoratori, per le donne e per i pensionati non equivale a più posti di lavoro, né a più crescita. Sentir dire a Monti e alla Fornero che togliendo i diritti ai lavoratori ritorneranno gli investimenti stranieri in Italia è solo una presa per i fondelli. Questo governo vuole cambiare per non cambiare. Se la DC era concertazione tra partiti, qui siamo alla concertazione tra interessi corporativi. Un governo senza partito serve solo al vantaggio delle corporazioni. È in balia della lobby e dei gruppi. Non riesce a riformare nulla che colpisca interessi costituiti, e si rivale solo sul popolo, i lavoratori, pensionati, giovani e donne. Oggi siamo con la Camusso, con Bersani, con il PD, con Di Pietro, con la Cei, con Vendola e chi contrasta questa riforma, a meno che anche questi ci prendano per i fondelli dicendo, poi, pian pianino, si a tutto quanto. Ci aspettavamo che Monti inaugurasse la Terza Repubblica, invece sta spartendo solo il potere corporativo del post-Berlusconi.

Redazionale

Lavoro – Articolo 18.

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Eliminare l’art. 18 o ristrutturarlo come lo si vuole, potrà succedere che potresti essere licenziato se:

1. Sciopererai;

 2. Sei donna e vuoi fare più di un figlio (ricordiamoci dei licenziamenti in bianco fatti firmare dalle giovani donne contro i quali la nostra “ELSA FORNERO”, dalle lacrime facili, non ha detto ancora un tubo!);

 3. Ti ammali di una patologia invalidante e hai ridotto le tue capacità lavorative;

 4. Passi un periodo di vita difficile e non dai il massimo;

 5. Hai acciacchi ad una certa età che riducono le tue prestazioni (ed è molto probabile con l’allungamento dell’età lavorativa voluta da questo governo);

 6. Sei “antipatico” al proprietario o ad un capo che ti mettono a fare lavori meno qualificati e umilianti (mobbing);

 7. Chiedi il rispetto delle norme sulla sicurezza (nei luoghi di lavoro dove non esiste l’articolo 18 gli infortuni gravi e i casi mortali sono molti di più);

 8. Rivendichi la dignità di lavoratore, di uomo e donna;

 9. Sei politicamente scomodo (ricordiamoci dei licenziamenti e dei reparti confine degli anni 50 e sessanta);

 10. Non ci stai con i superiori;

 11. Contesti l’aumento del ritmo di lavoro;

 12. T’iscrivi ad un sindacato vero (su 1000 lavoratori richiamati alla FIAT di Pomigliano non uno è iscritto alla FIOM);

 13. Appoggi una rivendicazione salariale o di miglioramento delle condizioni di lavoro;

 14. Fai ombra al superiore e se pensa che sei più bravo di lui e puoi prenderne il posto (a volte comandano più del proprietario);

 15. Hai parenti stretti con gravi malattie e hai bisogno di lunghi permessi;

 16. Non sei più funzionale alle strategie aziendali;

 17. Reagisci male ad un’offesa di un superiore;

 18. Dimostri anche allusivamente una mancanza di stima verso il capo e il proprietario;

 19. Sei mamma ed hai un bimbo che si ammala spesso;

 20. L’ente/azienda per cui hai dato una vita di lavoro non ha più bisogno di te.

 L’abolizione o la “ristrutturazione” dell’articolo 18 renderà più facili i licenziamenti. Se ne discute con così tanto ardore che sembra che il destino del Paese dipenda da questo articolo dello Statuto dei Lavoratori. E poi, licenziare chi? Il lavoratore dipendente è diventato raro come il Panda gigante. L’Italia sta diventando un popolo di disoccupati, emigranti e precari. E’ un paradosso che in un momento di mancanza di lavoro ci si scanni sui licenziamenti facili. Il costo del lavoro in Italia è tra i più alti del mondo e lo stipendio in busta paga tra i più bassi dell’Occidente. Invece di discutere, ad esempio, sulla defiscalizzazione degli utili se reinvestiti in azienda, sulla riduzione del peso fiscale sul lavoro e sull’abolizione di tanti altri balzelli sula busta paga dei lavoratori per rilanciare i consumi, si pensa a licenziare. E’ il mondo all’incontrario.

MA LICENZIAMO TUTTA QUESTA GENTE!!!

PGS

SGF – Realizzazione di un IMPIANTO IDROELETTRICO FLORENSE sul fiume Neto nel nostro comune.

opera%20di%20presa%20sul%20torrente%20artanavaz2.jpgSaranno realizzati un impianto idroelettrico sul fiume Neto denominato Neto II e opere connesse ed infrastrutture nel Comune di San Giovanni in Fiore in località Lopez Olivaro, per una potenza di concessione pari a 1.126 kWh.

Da parte della Regione Calabria, nella qualità di Autorità Espropriante delle aree occorrenti alla realizzazione dei lavori, attraverso il Dipartimento delle Attività Produttive, Settore 2 e Servizio 3, Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, Attività Estrattive e Risorse Geotermiche, è stata già inviata, e ricevuta dal nostro Comune, giorno 16 marzo scorso, la comunicazione di avvio del procedimento per l‘apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sui terreni interessati dal progetto. La società proponente è la S.r.l. IDROELETTRICA FLORENSE con sede legale in Roma.

Inoltre la Regione Calabria, in qualità di Autorità Espropriante,  vista l’istanza presentata dalla società idroelettrica Florense S.r.l., avvisa dell’avvio del procedimento ai fini “dell’approvazione del Progetto definitivo”, della “dichiarazione di pubblica utilità” e dell’attivazione della procedura per “l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio” sui terreni occorrenti per la realizzazione dell’impianto.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche dell’impianto, esso si svilupperà lungo il Fiume Neto, da una quota di 977 m. s. l. m. fino alla restituzione, sullo stesso fiume, a quota 822 m.s.l.m.  L’impianto avrà una potenza di concessione pari a 1.126 kWh e il collegamento alla rete pubblica avverrà mediante cabina di consegna, inserita in entra-esci sulla linea MT “Junture” di Enel Distribuzione.

Si auspica, per aiutare le famiglie di San Giovanni in Fiore nonché l’economia locale, che tutte le istituzioni e i soggetti pubblici del territorio sangiovannese, per la costruzione e la gestione dell’impianto, nei limiti delle possibilità e delle competenze professionali, facciano pressione affinché vengano impiegate imprese, personale e manodopera del luogo.

PGS

San Giovanni in Fiore – Non si strumentalizzi la discarica di Vetrano!

DSC04045_2.jpgLo smaltimento dei rifiuti è un problema epocale. Un passo per la ottimale risoluzione del problema è quello di limitare al massimo la produzione di rifiuti, compito che spetta alle imprese ed aziende, ma singolarmente anche ad ognuno di noi e di cui ognuno di noi deve prendere coscienza.

La preoccupazione di come sono stati gestiti in passato e di come oggi vengono gestiti i rifiuti in provincia di Cosenza e più in generale in Calabria è legittima, ma non si possono non condannare con assoluta fermezza i tentativi di strumentalizzare la discarica di Vetrano dando solo la colpa ad altri, soprattutto quando vengono condotti da parti politiche, da associazioni e da esponenti che nulla hanno fatto negli anni scorsi per indirizzare lo smaltimento dei rifiuti secondo modelli più virtuosi del conferimento in discarica. Anzi! Tutti ormai sono a conoscenza di alcuni tentativi di patti scellerati nel recente passato.

Alle proteste, giuste e sacrosante, dovrebbero essere accompagnate proposte alternative e credibili. Già si è perso tempo prezioso con la politica dei rifiuti negli anni passati, ma strumentalizzare la discarica di Vetrano, oggi, non è che una perdita di altro tempo. Ognuno si assuma le proprie responsabilità collaborando in tutti i modi per scelte alternative allo smaltimento dei rifiuti. Si faccia in modo che la discarica di Vetrano possa essere un’occasione per creare sul serio un nuovo ciclo più innovativo e sostenibile per la gestione dei rifiuti qui a San Giovanni in Fiore come in tutta la provincia di Cosenza e anche nella regione Calabria. Non la si faccia diventare scontro politico-elelttorale a discapito dei cittadini sangiovannesi e non solo. La Calabria e soprattutto la provincia di Cosenza hanno uno dei più bassi indici di raccolta differenziata. Questa è l’unica sacrosanta verità ed emergenza, altro che storie e strumentalizzazioni varie. Ognuno reciti il mea culpa, si assuma le proprie responsabilità e lasci stare il territorio del comune di San Giovanni in Fiore i cui cittadini non hanno bisogno di essere, in modo becero, strumentalizzati, ma hanno bisogno di essere rispettati.

PGS