San Giovanni in Fiore – La gretta politica del campanile.

In questi giorni di campagna elettorale per le elezioni calabresi sento ripetere da tanti cittadini sangiovannesi, fino alla noia, che bisogna votare per i candidati paesani, anzi, siamo quasi obbligati a votarli. Se ciò fosse vero, allora, tutte le realtà, comunità e comuni calabresi, che non hanno un candidato del proprio paese nelle liste elettorali, dovrebbero astenersi dal recarsi, il 23 novembre prossimo, ai seggi elettorali per non votare.

Pensavo che la scelta di votare un candidato o un politico fosse dettata, più che dalla sua appartenenza ad un paese o ad una piccola parrocchia, dalla sua onestà, capacità, autorevolezza, programmi, idee, progetti, da quello che ha realizzato se è un politico di lungo corso, o da quello che intenda realizzare per il futuro di un territorio, da quello che intenda fare per i diritti dei cittadini tutti, da come intenda spendere i fondi disponibili rispetto ai servizi, alla sanità, all’ambiente ecc., da come intenda combattere le mafie, i soprusi e le ingiustizie sociali, da come intenda tutelare la libertà di stampa e di opinione, e, oggi, soprattutto, da come intenda ridurre i costi della politica in una regione e in delle province, come quelle calabresi, in cui tutto è stato mangiato, sperperato, dissolto e ridotto al nulla.

Solo individui con una mente limitata, piccola e chiusa, possono pensare, in modo assoluto, che un candidato della propria città, capoluogo, paese, parrocchia ecc., sia sinonimo di buona politica, proposte, progetti ed iniziative varie. Se fosse così, allora San Giovanni in Fiore, dopo tutti i politici che ha espresso, con incarichi istituzionali importanti, dovrebbe essere un paradiso terrestre. Ma così non è! La realtà della nostra San Giovanni in Fiore è sotto gli occhi di tutti, sotto tutti gli aspetti, e, sebbene “repetita iuvant”, non v’è bisogno di ribadire all’infinito che siamo una comunità che, grazie anche a tutti i nostri vecchi compaesani politici, va ripresa da sotto le macerie.

E poi, un candidato paesano che si appresta a governare un’intera regione, come quella calabrese, con tutti i noti gravissimi problemi, di certo non potrà favorire il proprio comune di nascita, trascurando tutte le altre realtà territoriali e a discapito di un’intera regione. Quindi bando alle sciocchezze, chiacchiere e corbellerie varie! La gretta politica campanilistica non serve a nessuno! Qui, in questa nostra regione, a prescindere da chi andrà a governarla, si dovrà attuare una politica seria, aperta e lungimirante  a 360°. Una politica di risposte, proposte, idee, progetti e tante iniziative per il bene di tutti i calabresi, per far fronte alle drammatiche questioni occupazionali, economiche, ambientali, culturali, sociali e turistiche.

Sbagliato è, quindi, diffondere la politica familista, dei campanili, dei paesani, degli amici, delle fazioni, dei clan, dei partiti, delle classi sociali e delle ideologie. Se poi, persino, per questo tipo di politica, si evoca “l’amor patrio”, o peggio ancora, “l’amor patriae nostra lex”, è proprio deleterio!

Pietro Giovanni Spdafora – Attivista Meetup M5S SGF

San Giovanni in Fiore – La gretta politica del campanile.ultima modifica: 2014-11-13T17:34:11+01:00da pietrogiovanni1
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