San Giovanni in Fiore – Amministrazione Comunale: come intende affrontare alcune questioni fondamentali per la comunità?

Com’è consuetudine, la conclusione della “Fiera Tradizionale” sangiovannese del 26, 27 e 28 agosto, decreta la quasi fine dell’estate florense.

Va preso atto, comunque, che, nonostante la crisi e tutto il resto, l’estate sangiovannese è stata, tutto sommato, abbastanza piacevole, e, fatto positivo, è che il primo cittadino abbia presenziato, tra la gente, quasi tutte le manifestazioni che si sono svolte.

Adesso però, per il prossimo autunno dovrebbero essere affrontati una serie di problemi  importanti  per il paese. Questioni che riguardano molto da vicino la vita di tutta la comunità e non solo.

Senza voler discutere quale politica, quali amministrazioni e quali uomini politici locali abbiano fatto piombare San Giovanni in Fiore nel baratro, e a parte l’ibernazione e l’ingessamento generali a causa del noto dissesto finanziario, visto e considerato che nulla di nuovo è emerso dall’ultimo consiglio comunale del 21 agosto scorso, a parte la ratifica del tutto con la Delibera Cons. n. 16, a questo riguardo alcune domande mi sorgono spontanee.

Domande che voglio iniziare a porre, sin da ora, all’Amministrazione Comunale:

1. Come si intende affrontare la questione della R.S.A. sita in un’ala del nostro più importante monumento, ossia, l’Abbazia Florense, e quali iniziative si intende porre in essere per salvaguardarlo e rilanciarlo dal punto di vista culturale e turistico?

 2. Come si intende gestire alcuni importantissimi immobili e strutture comunali,        fatiscenti e non, di proprietà del Comune, per il loro recupero, utilizzo e rilancio?

3. Considerato il randagismo imperante e i costi del Comune per il recupero di tanti cani randagi presso altre strutture, che fine farà il canile comunale, opera già iniziata e mai ultimata?

4. Quali provvedimenti si intendono prendere contro il parcheggio selvaggio di tante auto, in particolar modo nel centro storico?

5. Quando si porrà mano alla disastrata viabilità di tante zone e quartieri della città?

6. Come si intende affrontare la questione di una serie di furti  che quasi quotidianamente avvengono in abitazioni, soprattutto di anziani cittadini che vivono da soli, mettendo a repentaglio anche la loro incolumità fisica?

7. Che cosa si vuole iniziare a fare per la tanto decantata raccolta differenziata dei rifiuti urbani e per l’ambiente in genere?

8. Quale sarà realmente il destino dell’Ospedale dopo l’inutile sopralluogo del Commissario alla Sanità calabrese, Scura?

9. Oltre a qualche bazzecola, che sarebbe solo una goccia d’acqua in un oceano di debiti, tra cui aree cimiteriali in concessione, e alla già nota alta pressione fiscale (un massacro per i cittadini), in attesa dei dati ufficiali rispetto a quelli ballerini sul debito comunale, quali atti amministrativi si intende porre in essere, concretamente, per risanare il dissesto finanziario?

10. In ultimo, quali e quanti saranno, se vi saranno, i nuovi progetti, per il bene comune, da mettere in cantiere?

Da come si affronteranno queste fondamentali questioni, dipenderà il futuro sociale, economico, culturale e ambientale per lo sviluppo della Città di San Giovanni in Fiore.

Il dovere precipuo di un’amministrazione comunale è quello di affrontare e risolvere i problemi di tutti i cittadini. I sangiovannesi hanno tutto il diritto di sapere ed essere informati sulla situazione, in tutti gli aspetti, della loro comunità! Senza scuse!

Pietro Giovanni Spadafora

DEMOCRAZIA: il grande imbroglio dei partiti politici, dei movimenti, dei suoi capibastone, adepti, affiliati e codazzi vari.

Molti cittadini sostengono che i partiti politici e i movimenti siano il sale della democrazia. Nulla di più falso. Anzi! I partiti politici e tutti i movimenti hanno ucciso la democrazia.

Ma che cos’è, realmente, la democrazia?

Dal libro “Sudditi” di Massimo Fini

Democrazia significa, etimologicamente, “governo del popolo”. Scordiamoci che il popolo abbia mai governato alcunché, almeno da quando esiste la democrazia liberale. Se c’è qualcosa che fa sorgere nell’animo di un liberale un puro sentimento di orrore è il governo del popolo.

A molti miei conoscenti, di buona cultura, quando ho posto la domanda quale fosse la caratteristica essenziale della democrazia, essi mi hanno dato le risposte più disparate: “il consenso”, “la libertà”, “l’uguaglianza”, “la rappresentanza”, “le elezioni”, “il criterio della maggioranza”, “il controllo sull’attività dei governati”. Si potrebbe andare avanti, per pagine e per decenni, ma non si troverebbe la regola base della democrazia liberale.

Anche fra gli addetti ai lavori, gli studiosi delle dottrine politiche, circolano svariate e quasi infinite definizioni. Però nessun elemento, preso di per sé, sembra esclusivo della democrazia e quindi abile a definirla.

Ma allora potrebbe essere il pluripartitismo la caratteristica essenziale della democrazia in quanto esso sarebbe il sale della democrazia? Niente affatto! Già negli anni Venti del Novecento, come sostengono illustri economisti, sociologi e filosofi, l’esistenza dei partiti non è contemplata da nessuna Costituzione democratica e liberale.

Oggi, pur avendo i partiti occupato ogni ambito del settore pubblico e anche parte di quello privato, la Costituzione italiana ne fa cenno in un solo, scarno, articolo per dire che: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Cost.). Ma questa possibilità di associarsi è diventata un obbligo cui non ci si può sottrarre senza condannarsi a una vita al margine. I partiti non sono l’essenza della democrazia, ne sono la fine.

In realtà nessuna democrazia rappresentativa è una democrazia, ma un sistema di minoranze organizzate che prevalgono sulla maggioranza dei cittadini singolarmente presi, soffocandoli, limitandone gravemente la libertà e tenendoli in una condizione di minorità. È un sistema di oligarchie come preferiscono chiamarle diversi studiosi e costituzionalisti.

Chi appartiene a queste oligarchie non ha qualità specifiche. La classe politica democratica è formata da persone che hanno come elemento di distinzione unicamente, e tautologicamente, quello di fare politica. La loro legittimazione  è tutta interna al meccanismo politico che le ha prodotte. Sono i professionisti della politica, che vivono di politica e sulla politica.

La democrazia è innanzitutto e soprattutto un metodo per determinare la scelta dei governanti.

Infatti il voto del cittadino singolo, libero, non intruppato in gruppi, si diversifica e si disperde, proprio perché libero, laddove gli apparati dei partiti, facendo blocco, sono quelli che effettivamente decidono chi deve essere eletto. Il voto di opinione, cioè il voto veramente libero, non ha alcun peso rispetto al voto organizzato, facendolo diventare, in sostanza, un voto non più libero con il consenso truccato. Noi non scegliamo i candidati alle elezioni. Li scelgono i partiti, cioè le oligarchie. Il popolo che teoricamente e formalmente detiene la sovranità subisce quindi una serie di espropriazioni.

In mancanza di vere alternative* questo enorme ceto medio si divide fra destra e sinistra con la stessa razionalità con cui si tifa Roma invece che Lazio, Milan o Inter.  E quando il cosiddetto “popolo della sinistra” (o della destra) scende in piazza per festeggiare qualche vittoria elettorale, ballando, cantando, saltando, agitandosi, è particolarmente patetico perché i vantaggi che trae da quella vittoria sono puramente immaginari, o, nella migliore delle ipotesi, sentimentali, mentre i ricavi reali vanno non a quegli spettatori illusi ma a chi sta giocando la partita del potere.

Ad ogni tornata elettorale c’è un solo sconfitto sicuro, che non è la fazione che l’ha perduta ma proprio quel popolo festante insieme a quell’altro che è rimasto a casa a masticare amaro per le stesse ragionevoli ragioni per cui l’altro è sceso in piazza. Vinca il Milan o l’Inter è sempre lo spettatore a pagare lo spettacolo. Quanto ai giocatori, ai vincitori andrà certamente la parte più consistente del bottino, ma anche ai perdenti non mancheranno i premi di consolazione. Fra le oligarchie politiche esiste infatti, checché gridino il contrario, un tacito patto per non portare il gioco alle estreme conseguenze. Non conviene a nessuno. C’è tutta la vasta area del sottogoverno e del parastato che consente di ritagliare le giuste prebende per i perdenti, garantendosi così che alla tornata successiva, a parti invertite, sia ricambiato il favore. Per quanto in competizione per il potere le oligarchie politiche sono unite da un interesse comune che prevale su tutti gli altri: l’interesse di classe.

Quella politica, con i suoi adentellati, è in pratica la sola classe rimasta in piazza. Presa nel complesso è una nomenklatura, non molto diversa da quella sovietica, il cui obiettivo primario è l’autoconservazione, il mantenimento del potere e dei vantaggi che vi sono connessi. E il nemico mortale di un oligarca non è tanto un altro oligarca, col quale si può sempre trovare un accordo, perché si fa parte della stessa classe, si partecipa allo stesso gioco, ci si sbertuccia di giorno davanti agli schermi TV e si va a cena la sera, strizzandosi l’occhio, quasi increduli per aver fatto colpo alla ruota della Fortuna, ma è proprio il popolo di cui va vampirizzato e magari, una volta ogni cinque anni, anche pietito il consenso, ma che va tenuto a bada e a debita distanza dagli arcana del potere democratico, perché continui a credere, o almeno a fingere di credere, al gioco.

Niente di nuovo sotto il sole. La democrazia non è un regime diverso da altri. È solo una delle tante forme, forse la più subdola, che nella Storia ha preso il potere oligarchico. Quelli del mondo feudale si erano inventati i diritti di sangue, questi il consenso democratico.

FARISEI O SAMARITANI?

Di Maria Gabriella Militerno

In questa fase della mia vita, in cui numerose sono le esperienze e grande la voglia di migliorare il mondo, sono arrivata a classificare gli uomini e le donne in due importanti categorie. Alla prima appartengono quelle persone che si professano timorate di Dio, che si recano a messa tutte le domeniche e le feste comandate, che fanno celebrare le messe per i loro cari defunti, che mettono l’obolo nel cestino delle offerte, che vestono firmato, che occupano ruoli di rilievo in ambito lavorativo, che percepiscono stipendi di tutto rispetto, che guardano dall’alto in basso chi non si trova nella loro stessa posizione sociale, indossando sempre la maschera del perbenismo: queste sono quelle stesse persone che, se hanno qualche problema con un loro fratello o sorella, non solo considerati tali in senso figurato, ma anche di sangue, non solo fanno in modo che da parte loro possa arrivare tutto il male del mondo facendo appello al principio della vendetta, ma cercano di coinvolgere anche parenti e amici in questa spirale di odio, a tal punto che, se questi dovessero fare del bene ai fratelli e alle sorelle a loro in odio, gli stessi vengono scomunicati a vita! Secondo il mio modesto modo di vedere, questi soggetti possono essere definiti “sepolcri imbiancati”, come Gesù amava definire i Farisei!

Alla seconda, poi, appartengono quelle persone che pur credendo in un’entità superiore che determina la vita di ognuno di noi, non vanno a messa né di domenica, né durante le feste comandate, che offrono parole di conforto a chi vive qualche momento di difficoltà, che offrono anche un aiuto materiale a chi è privo di qualcosa di necessario, che brillano in abiti modesti, che usano parte delle loro modeste risorse economiche per chi ha bisogno, che colgono l’essenziale con il cuore e non con gli occhi, che amano in modo incondizionato, che fanno del bene senza aspettarsi nulla in cambio, che mostrano sempre il loro volto: queste sono quelle stesse persone che riescono a creare intorno a sé un’aura di amore e di bene, che, a prescindere dall’entità superiore a cui si è devoti, Gesù, Buddha, Allah, Geova o altre, sono gli obbiettivi a cui tutti dovrebbero tendere! Sono proprio queste le persone che operano concretamente, che non si fermano all’apparenza e che si comportano come il buon Samaritano!

A quale di queste due categorie pensiamo di appartenere?

San Giovanni in Fiore – Una favoletta.

Il Blog riceve e pubblica.

Vi racconto una favoletta!

Circa una anno fa, il Meetup MoVimento 5 Stelle di San Giovanni in Fiore aveva pensato ad un progetto per tentare di rilanciare il centro storico.

Ebbene, questi poveri illusi cercarono di parlare con la precedente Amministrazione Comunale pur sapendo la risposta. Ma, non si demoralizzarono! Infatti, dopo la risposta, ovviamente negativa, dell’amministrazione, decisero di andare a parlare con un noto personaggio di San Giovanni in Fiore.

L’illustre personaggio a cui mi riferisco, per non fare nomi e cognomi, è il Sig. Francois Xavier Nicoletti.

Costui, è originario di questo favoloso paesello, ma emigrato in Svizzera ( per dedicarsi all’alta finanza).

Ritornando alla favola, dicevo, che i populisti grillini andarono da questo soggetto per chiedere un aiuto nel realizzare questa “ambiziosa” iniziativa, ma, dopo una lunga chiacchierata, nulla di fatto.

A distanza di un anno, il Sig. Nicoletti, noto avversario del “Governatore della Calabria”, decide di organizzare una manifestazione in pompa magna in suo onore dedicandogli un premio come “Uomo dell’anno”.

La domanda sorge spontanea:

“ Ma quando il Nicoletti parla di voler contribuire alla rinascita del paese, cosa intende?”

Perché inizio ad avere seri dubbi!

Isabella Cimino

San Giovanni in Fiore – Spettacolo teatrale di grande valore.

 

vecchio cinama eden

Ieri sera, presso il Teatro dell’Abbazia Florense, è andato in scena lo spettacolo “Lei contro Lei”, con la regia e drammaturgia di Maria Teresa Guzzo, con Maria Teresa Guzzo e Maria Teresa Caputo, due grandissime artiste sangiovannesi di rara bravura, e con l’audio di Paolo Venturini, previsto nel programma  amministrativo “Estate in Fiore”.

Lo spettacolo, molto divertente e denso di significati e insegnamenti, è stato molto apprezzato ed applaudito. Il pubblico sangiovannese, accorso numeroso, ha gradito molto, e alla fine ha applaudito le due bravissime artiste con una standing ovation commovente.

Diversi, oggi , sono gli artisti e compagnie teatrali sangiovannesi, che sono in giro per tutta la Calabria e non solo, bravissimi, richiestissimi e con opere di grande valore culturale.

Di qui la necessità di una residenza teatrale nella nostra città.

“Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia”. Cosi diceva Goethe.

In un periodo di vacche magre e di crisi, come quello che noi stiamo vivendo, parlare di teatro e di cultura, qui nel nostro paese, può sembrare fuori luogo e paradossale. Ma da qualche parte bisogna pur incominciare! La cultura non è accessoria, ma necessaria!

San Giovanni in Fiore non può rimanere solo un paese/monastero!  Credo sia giunto il momento di parlare anche di una struttura di importanza fondamentale per lo sviluppo socio-culturale, di una struttura capace di assumere un importante ruolo  di sviluppo e di crescita culturale  per il territorio. Questa struttura non può che essere il Teatro Comunale della città.

Costruire un teatro con finanziamenti pubblici, non dico stanziati dal nostro Comune, ma dalla Provincia, dalla Regione, dal Ministero dei Beni Culturali  e soprattutto dalla Comunità Europea, è possibile.  Si può elaborare, studiare e presentare  un progetto pilota in sinergia tra Comune, Provincia e Regione per dare vita al Teatro Comunale sangiovannese  e, contemporaneamente,  al contenitore culturale del nostro territorio.

Esso, magari, e qui faccio la mia proposta, potrebbe nascere dalla ristrutturazione di qualche vecchio locale di proprietà privata o comunale, malandato, magari come IL VECCHIO CINEMA EDEN, o LA VECCHIA CASA MANDAMENTALE  sotto Via Vallone, in centro paese, a ridosso della Chiesetta di San Francesco di Paola, da anni inutilizzata, prevedendo la creazione di un teatro con funzioni polivalenti.

La ristrutturazione potrebbe essere finanziata, come dicevo prima, con fondi europei, regionali e provinciali, e perché no, anche con la concessione di un mutuo pluriennale da parte delle istituzioni creditizie pubbliche e private.

Magari non sarebbe  il Teatro Rendano di Cosenza, ma qualcosa di dignitoso credo si possa fare. C’è la necessità di  raggruppare energie sociali e civili presenti in città.  Il Teatro Comunale è una struttura  su cui puntare anche a livello economico e turistico e può diventare centro propulsore di progetti di sviluppo culturale ed economico per la città, un punto di riferimento per molte associazioni culturali cittadine, un’ occasione per portare a conoscenza, oltre i confini del nostro territorio, anche i numerosi artisti dilettanti che vivono nel nostro Comune. Un teatro a funzione pubblica, al servizio dei cittadini e di ogni fascia sociale, spazio culturale e civile, potrebbe  valorizzare le risorse culturali cittadine.

Come Amministrazione Comunale, come forze politiche, sociali e culturali  locali, ma soprattutto come cittadini sangiovannesi, impegniamoci e assumiamo delle iniziative per realizzare quest’importante opera!

Allora sì che si potrà parlare di stagione teatrale anche qui a San Giovanni in Fiore!

Pietro Giovanni Spadafora.

San Giovanni in Fiore – Turismo: la mancanza dei turisti raramente è colpa del disinteresse delle compagnie telefoniche.

Ho apprezzato molto la lettera del nostro primo cittadino piena di bellissime e splendide descrizioni del nostro territorio, nonché le richieste di un maggiore impegno e interesse per le tante infrastrutture, presenti in esso, ai vari gestori della telefonia mobile, ma credo che la mancanza dei visitatori in un determinato territorio raramente possa essere solo colpa del disinteresse delle compagnie telefoniche.

Ma quali potrebbero essere le possibili cause del numero modesto, o quasi zero, di visitatori in un piccolo paese o territorio? Anche se, spesso, non mancano lodevoli iniziative?

Va da sé che l’importanza di un territorio non può essere giudicata solo in base al numero dei visitatori. Certo essi sono indispensabili perché si possa parlare davvero di un certo turismo, e un numero importante di visitatori dovrebbe essere uno degli obiettivi di un territorio.

Se un territorio è caratterizzato da formidabili luoghi paesaggistici, naturalistici e beni culturali straordinari, è davvero difficile che non abbia contenuti interessanti, non solo per una visita, ma anche per più lunghi soggiorni.

Forse più spesso è colpa del modello gestionale del territorio e delle politiche per il turismo, o forse anche l’assenza di una sanità e servizi poco adeguati. Ad esempio, se un luogo o un servizio, o un museo non sono facilmente raggiungibili, o non sono visibili, o costringe i visitatori a percorsi faticosi, tutto questo finisce per influire negativamente sul numero dei visitatori.

Allo stesso modo se vi è poca collaborazione tra i soggetti del territorio (Ente locale, Associazionismo, Biblioteche, esperti, imprenditori ecc.), o se vi è una carenza cronica di progetti per una politica del turismo, se la progettualità per il territorio è debole, è ovvio che i risultati saranno al di sotto delle potenzialità.

E naturalmente anche una comunicazione sbagliata, o inesistente, può essere una delle cause.

Modello gestionale inadeguato può significare inoltre che il territorio ha personale insufficiente o demotivato, o propone “politiche di prezzi” sbagliate, una organizzazione degli spazi “fredda”, asettica, poco curata e non accogliente, o adotta modelli espositivi, di propaganda e marketing di scarsa efficacia.

Oppure ancora i problemi possono essere nell’assenza di nuove competenze professionali oggi assolutamente necessarie (web, accoglienza, narrazione, ecc.).

In sostanza credo si possa affermare che qui a San Giovanni in Fiore, nella nostra Città, non esistano luoghi e monumenti privi di interesse o paesaggi privi di richiami turistici, esistono invece problemi di gestione, di amministrazioni di beni culturali inadeguate, di mancanza di passione, di conoscenze, di competenze, di visione, di risorse, di servizi, di umiltà.

Bisogna spingere su determinati progetti per far conoscere di più e meglio la storia, le radici di un territorio, per approfondire, o semplicemente per curiosare, per passare il tempo in un “luogo vero” e così imparare qualcosa, o più semplicemente rilassarsi.

E vorrei anche sottolineare che nessun luogo calabrese, né tanto meno la nostra Città di Gioacchino, il nostro territorio silano, sono fuori dalle “rotte turistiche”, come invece qualcuno sostiene, visto che i trend della domanda turistica oggi sono: ricerca dell’autenticità, desiderio di andare fuori dai sentieri battuti, di fare esperienze, di andare alla scoperta di cose nuove sotto ogni aspetto,di curiosare intorno e all’interno dei territori con straordinarie peculiarità.

Questo naturalmente non significa che portare visitatori in un particolare territorio, qual è il nostro, sia cosa che possa essere fatta solo dalle compagnie telefoniche.

Ma tutto questo chiede che i piccoli comuni e territori adottino una cultura gestionale diversa da quella fatta in questi ultimi anni per spingere a “ripensare” il nostro territorio, i nostri luoghi, monumenti, servizi ecc., e a vederli come qualcosa di diverso dagli altri luoghi.

Ma tutto questo richiede, soprattutto, anche tanti fondi, tanti progetti, e le casse del nostro comune …

PIetro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Cultura: “Repetita iuvant”!

Senza voler assumere alcun atteggiamento da insegnante, o come si è solito dire, da professore, vorrei fare alcune precisazioni circa l’abuso e l’uso, parlato e scritto, dei termini anfiteatro e teatro, soprattutto da parte di istituzioni pubbliche, giornalisti e assessori vari, riportandoli anche su manifesti e avvisi pubblici scritti, affissi in ogni parte del paese.

A San Giovanni in Fiore non esistono anfiteatri!

L’anfiteatro è un edificio di forma ellittica o circolare (una specie di “doppio teatro”, più o meno della forma di un attuale stadio sportivo), adibito a giochi vari, come lotte di gladiatori, corse di cavalli o cani, battaglie navali, come nell’ antica Roma. A differenza del teatro, i sedili sono disposti intorno all’intera area di spettacolo. Il teatro, invece, è la metà dell’anfiteatro, con la scena disposta di fronte.

Sono anfiteatri Il Colosseo, originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio o semplicemente come Amphitheatrum, che è il più famoso anfiteatro romano, o anche l’Arena di Verona altro famoso anfiteatro romano.

Sono teatri il Teatro di Siracusa, o quello di Taormina in Sicilia, o anche quello di Marcello, altro teatro di Roma antica.

A San Giovanni in Fiore abbiamo due teatri, se cosi si possono chiamare, e cioè: quello vicino all’ex Scuola Alberghiera Florens, ruvido, grezzo, sporco e mai completato, e quello vicino alla nostra Abbazia, anch’esso non molto curato.

“anfi- , amfi-, primo elemento di composti di origine greca o di formazione moderna, dal gr. amphí; vale ‘intorno, da entrambe le parti, doppio’ ( anfiteatro, anfibio) e sim.”

Cinque anni fa feci un esposto per tale errato uso del termine “anfiteatro” a varie istituzioni, al quale mi rispose l’allora assessore regionale alla cultura, Prof. Mario Caligiuri:

 http://blogsgfinpiazza.myblog.it/2010/09/15/risposta/

PGS

Calabria – TERRA PROMESSA!

Con  “L’Alta Velocità, detta TAV, con nuove strade interne anch’esse ad alta velocità, con aeroporti,  porti e autostrade potenziati,  con nuovi metro cittadini, centri storici rivalutati, e, soprattutto con nuovi ospedali, la Calabria, da ultima regione d’Europa, grazie sempre alla vecchia partitocrazia e ai suoi accoliti che hanno affossato scuola, sanità, informazione, cultura, occupazione, trasporti, turismo, ambiente ecc., diventerà la “TERRA PROMESSA”!

Peccato che la cosiddetta “ANNUNCITE” sia una brutta,  pericolosa e contagiosa PATOLOGIA, contro la quale ancora non è stata scoperta alcuna medicina.

Oggi esprimo la mia solidarietà alle popolazioni e ai comuni della costa ionica calabra colpiti dall’alluvione, con la speranza che la burocrazia, il conteggio dei danni, dichiarazione di stati di emergenze e intoppi vari, non facciano ritardare i fondi per una rapida ripresa e per gli aiuti concreti sotto ogni aspetto per la popolazione tutta!

Non si verifichi quello che sta avvenendo a Genova per l’alluvione dell’ottobre scorso 2014, per la quale,  nonostante le promesse, ancora non è arrivato un centesimo di euro!

Ecco gli annunci:

Dal Blog di Beppe Grillo

Oggi: il governo dovrebbe stanziare 100 miliardi di euro per creare una macchina nazionale che possa investire nel Sud. Un’operazione che per il Sud vale quattro miliardi l’anno per il periodo 2014-2020, dunque 28 miliardi nei sette anni.

Annunci precedenti:

Il Governo: “In cinque anni taglierò le tasse di 50 miliardi“. Il premier ha in mente “uno shock fiscale che rottama l’idea del PD come partito delle tasse. Via Irap, Imu e Tasi sulla prima casa, giù Ires e Irpef.

Dissesto idrogeologico, Governo stanzia 1,2 miliardi di euro. “Questa è una giornata importante per il Paese perché presentiamo un piano da 1,2 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico“. Così il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha iniziato la conferenza stampa dopo il disastro del Cadore a Palazzo Chigi di presentazione del piano per la messa in sicurezza delle principali città contro il dissesto idrogeologico.

Governo: piano da 12 miliardi per la banda ultralarga. Già stanziati dal Cipe 2,2 miliardi.

L’annuncio del Governo per rilanciare il Sud (dopo i dati catastrofici del rapporto Svimez): “Piano Marshall da 80 miliardi“. Il ministro Guidi: “Serve un piano da almeno 70, 80 miliardi di euro sulle nuove infrastrutture

Governo: quattro miliardi di euro per l’edilizia scolastica! Ministro Delrio: ‘Le risorse serviranno per nuove scuole, manutenzioni, efficientamento energetico e monitoraggio degli edifici’

Genova ai tempi dell’alluvione, il Governo: ”Pronti due miliardi da spendere
Promesso lo sblocco della cifra che da tempo è ferma per ritardi burocratici. Soldi che serviranno a tamponare un po’ l’emergenza e che dovranno essere spesi entro i prossimi due mesi (sic)

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Notte in fiore: il grande BLUFF sul nome di Noemi.

Senza nulla togliere alla giovane cantante Noemi che si è esibita durante la notte in fiore, molto brava, ma nulla a che vedere con la più famosa cantautrice Noemi; senza nulla togliere alla serata che è stata piacevolissima e divertente, bisogna dire che è stato posto in essere un BLUFF, con voluta furbizia.

L’inganno è stato proprio sul manifesto che annunciava gli spettacoli della notte in fiore. Infatti il raggiro nei confronti dei cittadini, che in massa attendevano la famosa cantautrice Noemi, è stato quello di ritrovarsi alla fine, davanti alla giovane e diversa Noemi, che tuttavia ha ben allietato la serata con la sua bravura.

Che il BLUFF sia stato costruito ad arte, si evince dal fatto che, a parte la lacunosa informazione sull’evento e sull’identità dell’artista, accanto al nome di Noemi in concerto, scritto sul manifesto che annunciava la notte in fiore, non è stata posta alcuna foto della stessa, come invece è avvenuto per il cantante Fabio Curto. Altra conferma, sempre del BLUFF, si evince anche dal tardivo comunicato del primo cittadino scritto su Facebook qualche ora prima, con il quale specificava che la Noemi che si sarebbe esibita non era la Noemi più famosa, ma un’altra giovane Noemi. Ormai la frittata era fatta, e la sera, durante l’esibizione della cantante, sono partite tantissime lamentele da parte di tanti cittadini, i quali, comunque, si sono sì divertiti, ma contestualmente si sono sentiti presi in giro rimanendo increduli per l’accaduto.

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Nuova amministrazione comunale: buone iniziative per l’estate in città.

Va preso atto con onestà intellettuale, che sebbene le note ristrettezze di bilancio comunale, e il poco tempo avuto a disposizione, il programma estivo è un buon programma ricco di momenti culturali e musicali, di spettacoli, di sport, di mostre, di tradizioni e di giochi vari. È un’ottima occasione di condivisione di momenti di svago e di amicizia tra la cittadinanza tutta.

Ottimo anche l’attivismo di privati cittadini ed associazioni varie nel segno della collaborazione e del principio che “se non ci si muove da soli nessuno regala niente”.

Importantissima anche l’inversione di tendenza rispetto a politiche di sacrifici e risparmio sulle bazzecole, che avevano contribuito a deprimere la comunità.

Certo, i problemi più importanti e scottanti della città rimangono tutti sul tappeto, ma questo è un buon momento per poter riprendere fiato, riflettere e ripartire.

Buona continuazione di una bella estate sangiovannese a tutti!

Pietro Giovanni Spadafora