CONSIDERAZIONI DI FINE ANNO: DAL GENERALE AL PARTICOLARE..

Noi Italiani, e non, apprendiamo, dai media, che il Governo italiano attuale, clone di quello passato, ha stanziato 20 MILIARDI DI EURO, per salvare dalla bancarotta, alcune banche in difficoltà, in modo particolare MPS (Monte dei Paschi di Siena).
Allora vi domando e mi domando: se una famiglia benestante (MPS, bancomat di una certa forza politica, e le altre banche in difficoltà) sperperasse tutte le ricchezze che ha, ricorrendo ad un’amministrazione leggera e non oculata delle stesse, avremmo noi pietà di questa famiglia a tal punto da aprire una sottoscrizione, autotassandoci e privandoci del necessario, per supportare la sua scellerata amministrazione, i cui singoli componenti (i vertici di MPS e delle altre banche in difficoltà) nel frattempo hanno accumulato una serie di beni di inestimabile valore, nascosti ai più, e da utilizzare quando la bufera si sarà calmata? La risposta, senza pensarci su, da parte di tutti, sarebbe NEGATIVA!
Ma il Governo non ha nessuna intenzione di farci simili richieste e così DECIDE, d’imperio, di ricapitalizzare MPS e le altre banche! Con quali soldi? Con quelli di noi contribuenti che già lavoriamo per sei mesi l’anno per pagare le tasse e solo per gli altri sei lavoriamo per sopravvivere! E quante famiglie non possono fare neanche questo! E allora il M5S, seguendo una politica diffusa in tutti i Paesi di questa Europa che viene definita Unita, propone un REDDITO DI CITTADINANZA, atto a dare dignità a quelle famiglie, a quei giovani, a quei disoccupati che non sanno come sopravvivere! Quanto sarebbe necessario per realizzare ciò? Circa 17 miliardi di euro. Ma il Governo cosa risponde? Che mancano i fondi! E allora, caro popolo italiano, non vi pare che i componenti di questo Governo, di questo sistema e di questa politica sottovalutino in modo vergognoso le nostre capacità intellettive?
E poi, mentre i fondi per il reddito di cittadinanza potrebbero rappresentare un ritorno economico per tutti noi, quelli per il MPS e le altre banche rappresenterebbero un ritorno economico per quegli stessi che ne hanno consentito la bancarotta, aumentando il già vertiginoso debito pubblico che grava sulle nostre spalle!
Ma non finisce qui! Nella legge di stabilità 2016, l’impegno finanziario per rinnovare i contratti in tutta la Pubblica Amministrazione sarà pari a 5 miliardi nel triennio 2016-18. Attenzione, però, trattasi solo di una promessa fatta dal Governo prima del Referendum Costituzionale per comprarsi i voti di lavoratori pubblici indignati! Ma anche questi 5 miliardi, come i 17 per il Reddito di cittadinanza, non si sa dove prenderli! Questa la situazione generale!

Per quanto riguarda il particolare, poi, ci sarebbe da ridere, ma in realtà si piange soltanto, perché ci sono comuni, come San Giovanni in Fiore, paese di montagna, in cui nelle casse non è dato trovare gli spiccioli per comprare il sale da spargere sulle strade, quando viene giù la neve (come in questi giorni) che non dovrebbe essere considerata un fenomeno eccezionale, ma un evento atmosferico del tutto normale, visti i suoi circa 1100 metri sul livello del mare.
Eppure i soldi per le luminarie, molto belle, ci sono stati, per alcune manifestazioni pure! Ah, dimenticavo! Trattasi di fondi vincolati che devono essere utilizzati solo per quegli scopi. Giovenale parlava di “panem et circenses”. Oggi la crisi ci consente di confidare solo nei “circenses”! Come se in una famiglia i soldi presenti fossero obbligatoriamente finalizzati per acquistare abiti e gioielli e non per beni di prima necessità. Senza acquistare cibo che fine farebbero i membri di quella famiglia?
Ricordate la storia del mitico re Mida? Trasformava in oro tutto quel che toccava, anche il cibo che si portava in bocca! Nonostante avesse tanto oro, morì di fame! La stessa cosa potrebbe succedere ai membri di quella famiglia! Perché, oggi, l’apparenza deve essere salvata anche nella gestione dei fondi! E comunque sia, prepariamoci a versare sangue, sudore e lacrime anche per il 2017 per coprire la dissolutezza di gente senza scrupoli che decide delle nostre vite.

Maria Gabriella Militerno, attivista, sempre più convinta, del M5S, quello sano, quello vero, quello puro, non quello di convenienza, però!

SGF – Ecco, come annunciato, il resoconto di fine anno dell’operato dell’Amministrazione Comunale.

San Giovanni in Fiore – Gli annunci in “Pompa Magna”, lo stallo politico e il flop piano neve dell’Amministrazione Comunale.

Con la neve di questa fine d’anno siamo arrivati al paradosso. Molti cittadini  lamentano, per gli innumerevoli disagi, l’inesistente piano neve mai allestito dal Comune. Eppure da quando è nato il mondo, qui a San Giovanni in Fiore, comunità di montagna oltre mille metri s.l.m., è sempre nevicato.

Ma andiamo ad esaminare l’operato di questa Amministrazione.

San Giovanni in Fiore è una comunità in grave difficoltà e di tutto ha bisogno fuorché di una situazione di stallo come quella che da mesi sta vivendo l’attuale Amministrazione Comunale. Non che le precedenti amministrazioni siano state più lungimiranti ed efficaci, ma dopo circa un anno e mezzo di governo dell’attuale non c’è una programmazione e si procede a vista, mentre il “Sistema Comune” perde terreno.

Da mesi le questioni politiche, amministrative e contabili riguardanti il nostro Comune amplificano il divario tra la narrazione dell’attuale classe politica locale e regionale che amministra la Città, e la realtà percepita dai cittadini sangiovannesi. Solo annunci, soppressione di servizi vari, poi qualche ripristino facendolo passare per una grande conquista, ma nulla di nuovo. Le lancette dell’orologio politico-amministrativo sangiovannese sono ormai ferme da anni.

Nella nostra comunità si continua a mantenere una situazione di stallo e di totale incertezza, ma, oltre a non esserci segnali di miglioramento, se non di peggioramento, pare ci siano solo poche idee che galleggiano in un mare di parole. Il livello di vulnerabilità è grande! Se poi vengono bypassate anche le regole fondamentali della democrazia e della trasparenza, allora siamo messi proprio bene!

È vero, San Giovanni in Fiore è una comunità che ha molte potenzialità per salire sotto ogni aspetto, ma, a nostro modesto parere, non ha motivazioni profonde e forse neanche le capacità perché possa realmente risalire la china. Ѐ chiaro che la responsabilità, oggi come ieri, è della consolidata rancida politica nonché della solita obsoleta partitocrazia, insieme al sindacato dei due pesi e due misure che pensa solo ai suoi privilegi, a cui oggi, fortunatamente, la Corte dei Conti sta ponendo un freno, con tutti i loro adepti, accoliti e riciclati di ogni sorta. Ormai i vari cambi di amministrazione, perennemente pieni di promesse non mantenute, sembrano inefficaci, e l’unico obiettivo è quello di tirare a campare.

Ma andiamo per ordine.

SANITÀ – La sanità qui a SGF è in una situazione quasi inesistente, checché ne dica qualche dirigente medico politicizzato insieme agli amministratori locali con i loro annunci, proclami e promesse.

Allo stato attuale non sono garantiti i cosiddetti LEA, negando, di fatto, ai cittadini, il diritto costituzionalmente previsto per la tutela della salute. Il servizio urgenza-emergenza non esiste. Non vi sono le condizioni per dare risposte sanitarie efficienti ed efficaci in tempo utile. Il pronto soccorso, più che prestare le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza (traumi, infarti ecc.), è semplicemente ridotto ad un ufficio di smistamento utenti e pazienti di qua e di là. Se qualche vota qualcosa va bene dobbiamo davvero dire che siamo fortunati.

Certo, l’Amministrazione Comunale, lo sappiamo, non è che abbia molte competenze in merito, ma la si smetta di prendere in giro la cittadinanza con proclami e annunci roboanti di chissà quali servizi sanitari. E poi, si sa, una rondine non fa primavera. Quello che si è visto sinora e di cui si annunciano servizi sanitari in “Pompa Magna”, sono semplicemente incarichi politici senza alcun servizio reale per i cittadini con ulteriori costi per i contribuenti tutti, in previsione, ahinoi!, anche di ulteriori tagli.

Se l’attuale situazione della sanità sangiovannese, grazie alla vecchia politica e ai suoi assessori che si sono avvicendati nel tempo, viene raffrontata con quella di qualche decennio fa, emerge chiaramente che il rapporto è di uno a dieci.

AMBIENTE – La situazione ambientale, in generale, sul territorio comunale peggiora quotidianamente e nessun provvedimento è stato, finora, intrapreso. Della raccolta differenziata, sebbene diversi cittadini siano stati forniti dei relativi kit da oltre un anno, ancora non se ne intravvede nemmeno l’ombra.

A proposito di regole e di ambiente, siamo sicuri che sotto l’aspetto igienico, sanitario e di profilassi in questo nostro territorio vada tutto bene? Il rispetto delle regole non è un optional, e non può essere usato con due pesi e due misure!

URBANISTICA, TURISMO ECC. – A parte qualche addobbo natalizio, per carità, molto belli, nessuna crescita e rilancio del territorio sotto l’aspetto turistico, nessuna rivalutazione e recupero di alcuni immobili storici abbandonati e inutilizzati. Non si capisce perché ci sia un’incapacità innata ad utilizzare fondi europei che pure esistono. Nessun progetto o idea per l’agricoltura e la forestazione sul demanio comunale, checché ne dicano i soliti epigoni delle vecchie salme ancora al potere regionale e nazionale.

CULTURA, COMMERCIO E ATTIVITÀ PRODUTTIVE – La cultura, intesa innanzitutto come elemento identitario del territorio, non è stata messa fino ad oggi, al centro del suo processo di trasformazione e di rivalutazione dei beni culturali, delle tradizioni, della tipicità dei beni e prodotti eno-gastronomici locali, nonché delle peculiarità naturali che il territorio comunale possiede.

La cultura dovrebbe essere la forza motrice di ogni attrazione sotto diversi aspetti.

La cultura dovrebbe essere, soprattutto per SGF, un elemento costitutivo di un modello di sviluppo territoriale. In questi 18 mesi di governo si è appena assistito a qualche blanda manifestazione su cui è stato spruzzato sopra semplicemente un velato senso di cultura.

Riteniamo che la cultura sia il perno attorno al quale si dovrebbe costruire l’identità della Città. Per essere elemento costitutivo, la cultura deve permeare tutti gli strati della città, così da essere leva di crescita economica, da determinare creazione di ricchezza, creazione di lavoro, applicazione di tecnologie.

La cultura è identità, ed un comune, insieme all’assessore delegato, dovrebbe fungere da regista della politica culturale della propria città.

Infine con le nuove norme sul commercio ambulante e grazie ai nuovi spazi fissi concessi, che di certo non migliorano la situazione, il decoro urbano sarà sempre più deturpato e quindi inesistente, soprattutto nelle ore di punta del traffico e del trasporto pubblico.

PATRIMONIO, TASSE E POLITICHE DEL BILANCIO – Che dire? In questi 18 mesi non sono diminuite le tasse che i contribuenti sangiovannesi pagano. San Giovanni in Fiore ha i tributi e le tasse al massimo, ma i servizi, almeno sino ad oggi, sono quasi al minimo, raso terra. Il risanamento del dissesto finanziario, checché ne dicano gli attuali amministratori, è ancora molto lontano. E le stesse forze politiche e partitiche che nei decenni hanno creato questo enorme buco finanziario, responsabili pro quota di questo disastro, oggi, annunciano e proclamano che a breve non ci sarà più. Speriamo! Comunque sia, i danni per i sangiovannesi continuano.

INFRASTRUTTURE E LAVORI PUBBLICI – Oltre ad annunci, messe in cantiere, riparazione di qualche buca, stesura di qualche metro di bitume per alcune strade e stradine, semplici e ordinarie cose, che qualcuno vorrebbe far passare come un’efficiente e adeguata azione politica per quanto riguarda i lavori pubblici, per il resto la viabilità è a zero, per non parlare del periodo invernale quando la neve, più che una risorsa diventa un incubo (vedasi la nevicata di oggi) insieme, come abbiamo già detto, alla sempre più caotica situazione del traffico, della regolamentazione dei parcheggi e del trasporto pubblico (vedasi gli autobus).

Certo fra qualche tempo, dopo anni, chissà perché, di ritardo, (ma non sappiamo ancora quando!) ci sarà l’inaugurazione del Palazzo Comunale messo a nuovo. Poi intorno ad esso nelle vie adiacenti, centro città a ridosso del Palazzo, e non in zone periferiche, si nasconde la polvere come la si nasconde sotto al tappeto (vedasi i nostri filmati di qualche tempo fa: oggi la situazione è di gran lunga peggiore!). A parte qualche fiore secco sul suolo dove giaceva il vecchio baraccone a ridosso dell’Abbazia Florense e dove si potrebbe realizzare qualcosa di diverso, il verde comunale attrezzato anch’esso è quasi a zero. Non parliamo dell’Abbazia e di tutto il patrimonio immobiliare comunale, come abbiamo già ribadito, abbandonato a se stesso e lasciato a marcire.

Infine vogliamo sperare, per quanto riguarda la revoca, comunque tardiva e votata in un Consiglio Comunale in seduta straordinaria, probabilmente illegittimo, senza la partecipazione delle opposizioni, di alcuni lotti del PIP, che sia avvenuta tutelando coloro che avevano già investito in tali suoli, ma soprattutto, che la nuova assegnazione con nuovo bando, avverrà con la dovuta onestà e con la dovuta trasparenza, senza favoritismi alcuni.

SERVIZI SOCIALI – Apprezziamo, nonostante tutte le difficoltà, l’impegno profuso verso i più bisognosi, ma i voucher non sono altro che dei palliativi che non risolvono i problemi della povertà. Ci sarebbe bisogno, in particolare in una comunità montana come la nostra, del reddito di cittadinanza, in modo tale che nessuno rimanga indietro, ma possa essere formato e avere una qualche chance in più di lavoro. Quasi in tutti i Paesi europei esiste già, lo sta sperimentando anche il Canada, ma anche tanti comuni italiani. Perché non potremmo farlo anche noi? Lo si dica alla Regione, visto e considerato lo stretto rapporto che questa amministrazione ha con essa!

Insomma non ci resta che piangere! Nessuna programmazione, pianificazione, investimenti e progettazione a largo respiro per quanto riguarda ogni settore di questa nostra comunità da parte dell’attuale governance. Nessuna strategia, non diciamo per bloccare, ma almeno per diminuire lo spopolamento del paese. Nessun progetto serio per poter minimamente rilanciare il tessuto imprenditoriale sotto ogni profilo. Già, ma c’è il dissesto! Vero! Ma allora non prendiamoci più in giro!

Inutile tirare fuori la consueta, retorica e contrapposta domanda: soluzioni?

No! Non abbiamo soluzioni né palliativi né “panem et circenses” da proporre! Non spetta a noi! Per il momento. Ma ciò non ci impedisce, come cittadini di questa comunità, di denunciare la realtà dei fatti.

Basta panzane, annunci e proclami in “Pompa Magna” e si realizzi di più!

Basta cazzari!

Meetup M5S SGF

Video allegati:

SGF – Cinque anni fa la tragedia di Natale.

Sull’onda della commozione e dell’emozione si promettono e si dicono tante cose. Poi, in fretta, si lascia tutto nell’oblio.

Popolo, istituzioni comunali e provinciali che piangevano e promettevano mare e monti in ricordo di quei ragazzi. Persino una piazza e un monumento.

A 5 anni esatti di distanza il tempo ha già assopito tutto.

Nessuno che abbia fatto più un cenno nei confronti di quei ragazzi.

Gli uomini, la nostra comunità e le nostre istituzioni locali sono anche questo.

“Il sonno, che è riposo e quiete per i miseri mortali col dolce oblio, assopì i suoi sensi e le sue pene.”
(Torquato Tasso)

Una San Giovanni in Fiore gelida rende omaggio ai suoi cinque ragazzi.

BUON(A) riflessione a tutti! / *English

Il Natale, le Sante Feste, gli auguri, le speranze, gli auspici… per carità, come non sentire e rispettare le nostre tradizioni, i nostri costumi, il nostro stile di vita, le nostre sensibilità, le nostre libertà?

Contestualmente, però, dovremmo percepire e capire che tutto ciò, probabilmente, contribuisce solo ad amplificare la tristezza di chi non ha nulla, forse neanche il diritto alla vita. E questo dovrebbe riguardarci TUTTI!

I bambini che quotidianamente subiscono le atrocità delle guerre non sono meno bambini degli altri!

Cari Capi di Stato, cari Capi di Governo, cari cittadini ed Istituzioni del mondo:
basta con queste maledette guerre! Basta terrorismo, basta morti innocenti!

BASTA!

*English

Merry Meditation to everybody!

Christmas, Holydays, wishes, hopes… all nice and beautiful things. Of course, how couldn’t we respect our traditions, our customs, our lifestyle, our feelings, our freedoms?

At the same time, however, we should perceive and understand that all this, probably, helps to amplify the sadness of those who have nothing, perhaps not even the right to life. And this should concern ALL OF US!

Children who suffer daily atrocities of wars are no less children than others!

Dear leaders of State, dear Government heads, dear citizens and all Institutions of the world:

It’s enough with these damned wars! Stop with terrorism, stop with innocent death!

IT IS ENOUGH!

BRINDISI ITALIANI

Qualche settimana fa avevamo un governo con a capo il cialtrone dei più cialtroni.

Oggi, con il beneplacito dell’ex Capo dello Stato e dell’attuale, abbiamo un governo fantoccio di bocciati, rinominati e sgangherati.

Intanto 20 miliardi di euro per le banche, ma non per i risparmiatori truffati, non per la povertà o lo stato sociale o per le tante persone che scappano via da questo Paese, vengono spalmati sulle spalle di tutto il popolo italiano.

Per non parlare delle bufale e degli slogan sull’inaugurazione dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, sulla sanità, sul piano dei rifiuti e sulla formazione professionale dei giovani qui in Calabria.

Poi, con l’aiuto di tanti mass media intruppati nel sistema, si sparla e si butta fango sugli altri.

SIAMO SERI !!!!!

BILANCI DI FINE ANNO.

San Giovanni in Fiore – Politica

AVVISO

Per fine anno pubblicheremo, come Meetup M5S SGF, il resoconto politico-amministrativo, in base alle nostre valutazioni, di questi 18 mesi di governo da parte della giunta di centro-sinistra del Sindaco Belcastro.

Meetup M5S SGF

Se il M5S sbaglia bisogna cambiare qualcosa, ma il mal comune non è mezzo gaudio.

PREMESSA

Quello che sta accadendo a Roma sta scuotendo le coscienze di tutti noi attivisti del M5S, ossia la base, nonché minando alle fondamenta la credibilità e lo spirito del progetto politico stesso del Movimento.

Tante sono le domande che in ognuno di noi attivisti sorgono spontanee. Ma ad alcune domande vorrei che si desse una risposta: come si è potuto dare corda al Sindaco di Roma nel suo agire dopo una serie di concrete avvisaglie nello scegliere il suo staff? Perché il suo aut aut nei confronti di alcuni personaggi è stato più forte degli stessi principi del Movimento stesso e dei suoi garanti?

Adesso non si venga a dire che si toglie il simbolo al Sindaco di Roma, o chiedere l’autosospensione dello stesso, o espellere lo stesso Sindaco dal Movimento stesso, o chiedere le sue dimissioni, o anche, in ultimo, far finta di niente, perché ormai a queste prese per i fondelli non crede più nessuno. Ma poi, così facendo, dove si vuole andare a parare?

Fermo restando che il progetto del M5S è, e rimane ancora valido, per essere una vera alternativa al sistema vigente, alla sua politica e alla sua partitocrazia, è necessario, nel più breve tempo possibile, che ci si diano delle regole ben precise e rigorose sotto tutti i profili, un’organizzazione come si deve con le dovute ramificazione e organismi (come i meetup, veri conoscitori delle realtà locali) nei territori e in tutte le propaggini del Paese.

Una minoranza organizzata, metodica, ordinata e precisa, è molto più incisiva e decisiva di una maggioranza disgregata, caotica, confusa e disordinata. Vedasi in Calabria dove nelle realtà territoriali, regionali e locali, e dove ogni portavoce parlamentare, con i propri impegni e senza unità d’intenti, senza alcuna collaborazione con i meetup, va a ruota libera, per fatti suoi, il M5S è quasi inesistente. Se ancora il M5S esiste in Calabria, è grazie alla buona volontà di tanti attivisti che ci credono ancora.

Tanti fatti hanno dimostrato che le regole attuali non bastano.

Non si venga a dire che organizzarsi significa diventare come i partiti politici, perché questo non è vero! Una efficiente, trasparente, democratica, civile e condivisa organizzazione all’interno del M5S, non significa necessariamente diventare come i partiti e condividerne la loro azione politica. Il progetto politico del M5S si può e si deve portare avanti con regole ben precise e con una organizzazione capillare che investa tutti, senza che nessuno ne venga escluso.

Questa è la cosa fondamentale se si vuole essere alternativa politica nel Paese, se si vuole creare una vera classe dirigente nuova, se si vogliono portare avanti lo spirito e il progetto stesso del Movimento. In caso contrario ci scioglieremo, pian pianino, come neve al sole.

Detto questo, i tanti corifei, insieme ai tanti ringalluzziti adepti del sistema, dovrebbero tacere e guardare altrove come a Milano e alla stessa Roma con tutte le macerie lasciate al suolo.

Il M5S è una forza politica nuova e come tale è soggetta ad errori, anche gravi, alcune volte, ma i veri ladroni stanno da tutt’altra parte.

Sì, perché il mal comune non è mezzo gaudio!

Oggi in tanti, inclusa la gran parte dei mass media, affermano che il nostro “è un sistema marcito, da buttare via in fretta”, che la distrazione di denaro pubblico… coinvolge tutti e tutti sono sullo stesso piano. Prima si bacchetta, secondo loro, la retorica ipocrita nei confronti dei partiti politici invadenti e ladroni, poi, oggi, si ammette, invece, l’esistenza dei partiti e del M5S invadenti e ladroni.

È evidente che adesso, alla luce dei fatti di Roma, si piroetta e si compie ogni sorta di capriola intellettuale. È chiaro che questa è la tesi di fondo, quella che sta a cuore ai partiti, e cioè che siamo tutti corrotti, i partiti che hanno creato questo sistema e “la società civile che lo ha tollerato e accudito”, per esprimere la linea di difesa di tutta questa politica marcia e del malaffare che tutta la vecchia e nuova partitocrazia hanno prodotto. È un vecchio trucco, vecchio come il mondo, così logoro e scoperto che si prova vergogna per coloro che hanno ancora la spudoratezza di ricorrervi: se tutti sono colpevoli nessuno lo è.

E invece, con buona pace dei politicanti tutti, le cose non stanno così: non tutti sono colpevoli e non tutti lo sono nella stessa misura. Non risulta, almeno fino ad ora, che il M5S abbia rubato. Certo esiste una graduatoria tra la partitocrazia, ma è ovvio che i partiti sono i più ladroni di tutti in rapporto alla loro consistenza.

Rispetto alla cosiddetta “società civile” ce n’è una gran parte che è compromessa con questo regime, ma ce n’è un’altra che non lo è affatto. Ci sono imprenditori che hanno accettato il ricatto delle tangenti e altri che non ci sono stati e hanno quindi rinunciato ai loro guadagni. Ci sono cittadini, giornalisti ed intellettuali che hanno “accudito” questo sistema, che si sono arrampicati sulle spalle dei partiti per le loro carriere, e ci sono altri che non lo hanno fatto.

Ma, soprattutto, ci sono milioni di cittadini, che inascoltati e irrisi, hanno rispettato, nella loro vita e in questi ultimi anni, le regole del gioco, e che hanno adesso il diritto di pretendere la resa dei conti nei confronti di coloro che le hanno sistematicamente violate. E questa resa dei conti sarà, probabilmente, inevitabile, dura e sgradevole.

Pietro Giovanni Spadafora

BOCCIATI E ILLEGITTIMI.

Questo nuovo Governo e il Parlamento sono stati bocciati con il referendum del 4 dicembre scorso, e di conseguenza, almeno sotto il profilo democratico e sostanziale, sono ulteriormente diventati ancora più illegittimi. Sono all’ultimo stadio.

Quando stava per morire, devastato da un cancro che gli provocava sofferenze orribili, Kafka si espresse così al suo medico: “Dottore, se lei non mi uccide subito è un assassino”. Ora parafrasando Kafka si potrebbe dire del nostro Presidente della Repubblica che, non avendo egli sciolto immediatamente il Parlamento dopo il responso popolare del 4 dicembre scorso, è un assassino. Della nostra democrazia, s’intende, ovviamente.

Infatti il nostro Parlamento, come un corpo divorato da un tumore galoppante, sta diventando sempre più simile, ogni giorno che passa, a un malato terminale o, per uscir di metafora, a una istituzione completamente svuotata di ogni legittimità democratica.

È, anzi, proprio il Parlamento (questo “Parlamento”, va da sé, non l’istituzione in quanto tale) il vero tumore, oggi, della democrazia italiana.

Non è legale un Parlamento dove vi sono numerosi rappresentanti che in sostanza non rappresentano più nessuno. Né è legale un Governo che si regge su forze parlamentari che oggi rappresentano, a essere generosi, più o meno un quinto dei cittadini e che ha in alcuni dicasteri-chiave uomini e donne che sono stati bocciati dagli elettori e cittadini italiani. Come alcuni neo ministri che vanno in giro sproloquiando su questioni delicatissime pur sapendo che occupano quei posti non per una competenza che non hanno mai avuta, ma solo in virtù di una spartizione fatta da un potere che si è nel frattempo liquefatto.

Non è legale un Parlamento che ha tantissimi suoi membri inquisiti per gravissimi reati contro la Pubblica Amministrazione e una buona fetta di cui si può ragionevolmente pensare che si troverebbe nella stessa situazione sol che la magistratura avesse avuto il tempo di indagare.

Purtroppo non è legale, non è legittimo, nemmeno un Presidente della Repubblica eletto da un siffatto Parlamento di malfattori o, nel migliore dei casi, come ho già detto, di gente che non rappresenta più nessuno. Eletto da un Parlamento a sua volta illegittimo, in quanto lo stesso, eletto, o meglio, nominato, a causa di una legge elettorale fortemente anticostituzionale: il Porcellum.

Ed è questo, probabilmente, il motivo per cui l’attuale Presidente della Repubblica non ha emanato quel decreto di scioglimento anticipato delle Camere che in qualsiasi altro Paese, che si trovasse nella nostra stessa situazione, sarebbe un atto dovuto. D’altronde come poteva egli, se la fonte della sua stessa elezione è quel tipo di Parlamento?

Allo scioglimento immediato di questo Parlamento inverecondo e in buona parte malavitoso si oppone, si dice, anche il fatto che le Camere e il Governo devono preparare e varare quella riforma elettorale in senso maggioritario che si è resa necessaria col referendum del 4 dicembre. E il partito di maggioranza relativa che parla come se avesse ancora alle spalle il 40 per cento dei voti e non la metà, ha affermato che questa riforma è così complessa che è impensabile di averla pronta in tempi brevi, in modo da andare alle elezioni entro al massimo primavera. Ma è evidente che la riforma elettorale viene usata dai vecchi marpioni di questa classe dirigente, in questo caso, anche da gran parte della vecchia partitocrazia, per prolungare il più possibile una legislatura sostanzialmente illegittima, ponendo, così, un ostacolo sulla strada del vero e provvidenziale rinnovamento che spazzerebbe via la vecchia nomenclatura.

Perché un vero rinnovamento non si ha quando si cambiano le leggi elettorali, che in sé e per sé, a parte la costituzionalità o meno delle stesse, non sono né buone né cattive, ma quando, qualsiasi sia il sistema di votazione, si riesce a sostituire una classe dirigente che ha mal governato con un altra e che si presume, e si spera, si comporti meglio. E invece la vecchia classe dirigente italiana è sempre lì, e detta tuttora legge, stabilisce regole, impone ricatti. Ed è una classe dirigente che ha l’evidente interesse di tirare le cose il più a lungo possibile nella speranza che prima di arrivare a nuove elezioni, qualcosa, magari, possa miracolosamente cambiare.

E infatti, le forze della vecchia nomenclatura, con il celeste e divino aiuto del nostro caro Presidente della Repubblica, inquisiti in testa, si stanno organizzando perché non si facciano le elezioni né in primavera né nella prossima estate cosicché quello che qualcuno definisce protervamente “il migliore dei Parlamenti possibili”, possa portare a termine la legislatura.

Insomma, per liberarci definitivamente di alcuni soggetti e parlamentari, bocciati dal popolo italiano,dovremmo aspettare il 2018. E invece la strada lineare, corretta, democratica sarebbe stata l’opposta: si doveva andare immediatamente a elezioni anticipate con vecchio metodo proporzionale e misto (abbiamo già una legge, guarda caso il Mattarellum, sostituita da due leggi incostituzionali Porcellum e Italicum) in modo da avere un Parlamento che rappresenti effettivamente il Paese, e i nuovi rapporti di forza che si sono creati, e possegga quindi l’autorità giuridica e morale per farsi Assemblea Costituente e varare le necessarie riforme elettorali, istituzionali e costituzionali.

Perché si, vengono i brividi al solo pensiero che regole fondamentali per il futuro assetto della democrazia italiana vengano decise da gente che non ha più rappresentanza nel Paese e che, alla prima verifica elettorale, è destinata a scomparire. Che, anzi, di fatto, è già scomparsa.

Pietro Giovanni Spadafora

PARLANO DA SOLI. *English – They talk to themselves.

In questi 4 giorni dopo il referendum ho notato, facendo un giro sui social network, che  molti di coloro che si erano battuti per il SI, scrivono le loro impressioni, fanno le loro analisi e poi si commentano da soli. Ѐ chiaro che non riescono a capacitarsi di come abbia fatto, il popolo italiano, ma soprattutto i giovani, a bocciare le false tesi del SI. Non riescono a smaltire la loro amarezza. Tutto il santo giorno ad autocommentarsi.

Ma cosa significa parlare da soli?

In genere significa che si sta vivendo una situazione molto stressante e ansiogena, capace di causare turbamenti interiori che spingono a ricercare una continua rassicurazione attraverso il dialogo ripetuto e frequente con se stessi o addirittura mediante la fuga in una dimensione diversa, quella del sogno a occhi aperti, che diventa così reale da favorire anche dialoghi con fantomatici interlocutori.

Ehi gente, sveglia!!! In fondo il No vi ha salvato dalla caduta in un burrone!

La vita continua!

Suvvia,  smettetela!

PGS

*English

THEY TALK TO THEMSELVES.

In these four days after the constitutional referendum I noticed,  looking around on social networks, that many of those who had fought for the YES, write their impressions, they do their analysis and then they talk and comment to  themselves. It is clear that they cannot understand how  did the Italian people, but especially young people, to reject the false arguments of  the YES. They cannot dispose of their bitterness. All day to write and talk to themselves.

But what does it mean to talk to themselves?

It usually means that you are living a very stressful and anxiety-provoking situation, which could cause inner disturbances leading people to seek continual reassurance through the repeated and frequent dialogue with themselves or even by the escaping into a different dimension, that one where  a person dreams with open eyes, it becomes so real to promote also dialogues with imaginary interlocutors.

Hey folks, Wake Up !!! At least the victory of the No saved  you from falling into a ravine!

Life goes on!

Come on, stop it!

PGS