La POMPOSITÀ della RESISTENZA.

L'immagine può contenere: nuvola e cieloMino Maccari scriveva: “I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti”.

Sia chiaro! Non nutro alcun disprezzo per la Resistenza, ma ho il massimo rispetto della Resistenza e dei suoi veri e reali protagonisti; per quei pochi che sono ancora vivi e per i tanti che sono morti.

Fatta questa premessa vorrei ricordare un episodio della Resistenza. Ce ne sono tanti simili, da una parte e dall’altra. E chi conosce la nostra storia più recente lo sa.

Il 30 aprile del 1945, in un paesino in provincia di Vicenza, se non sbaglio di nome Pedescala, a guerra ormai finita, i partigiani assaltarono una colonna di tedeschi in ritirata, ammazzandone 7. I tedeschi tornarono indietro e, per rappresaglia, uccisero 63 abitanti del paesino.

In un episodio del genere, sono convinto, non vi sia nulla di eroico se non il fatto di essere stati tutti ammazzati senza neanche sapere perché. E la vera grandezza d’animo degli uomini penso che consista nel saper riconoscere gli errori commessi e non nel volere apparire eroi a tutti i costi.

Ma il fatto è che, oggi, a quasi 75 anni dalla fine della guerra, la retorica del resistenzialismo e la demonizzazione del fascismo sono ancora due costanti della vita e della politica italiane.

La retorica della Resistenza (non la Resistenza che comunque è stato un movimento ben più limitato di quanto alcuni vorrebbero farci credere) e la demonizzazione del fascismo (non i pareri negativi sul periodo fascista) sono due questioni che ormai dal lontano 1945 vanno di pari passo, e che sono giovate ad alcune operazioni tutt’altro che sincere di cui ne paghiamo le conseguenze ancora oggi.

Grazie all’ampollosità della Resistenza e alla demonizzazione del fascismo, noi italiani abbiamo fatto finta di aver vinto una guerra che abbiamo perso, evitando con ciò di fare un vero esame di coscienza che forse allora sarebbe stato tanto utile.

Dal 25 aprile 1945 in poi, all’improvviso, il 90% degli italiani che erano fascisti, sono diventati tutti antifascisti, ed il fascismo è diventato, ad un tratto, un fatto con il quale né il popolo italiano né la storia di questo nostro Paese avessero qualcosa da vedere.

Dal punto di vista politico, invece, il mito della Resistenza e la demonizzazione del fascismo sono serviti ai due più grandi partiti politici storici del dopoguerra: al PCI che si è appropriato in toto della Resistenza, e alla DC che, per decenni, l’antifascismo e la paura del ritorno al fascismo, sono serviti ad accalappiare voti a proprio vantaggio.

E cosi la pomposità della Resistenza e la demonizzazione del fascismo hanno contribuito, e ancora oggi contribuiscono, ad incancrenire il dibattito politico italiano con polemiche, che dovrebbero essere ormai superate, che a nulla sono servite, e che a nulla servono, facendoci bloccare su problemi vecchi e non facendoci capire ed affrontare, con efficacia, quelli nuovi, ostacolandone la comprensione e seminando di qua e di là una serie di equivoci.

Sarebbe ora di smetterla con questa ampollosità e questa retorica della Resistenza, con il fascismo, l’antifascismo, ritorno del fascismo, demonizzazioni varie e chi più ne ha più ne metta! Perché abbiamo tutti il dovere, e il sacrosanto diritto, di guardare avanti, al nostro futuro, all’avvenire di questa nostra Italia, senza più la zavorra di una eccessiva reverenza verso un periodo, comunque buio, della nostra recente storia.

Pietro Giovanni Spadafora

La POMPOSITÀ della RESISTENZA.ultima modifica: 2019-04-24T19:05:16+02:00da pietrogiovanni1
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