AMBIENTE

L'immagine può contenere: 3 persone, persone che sorridonoSe non saremo disposti a ridimensionare radicalmente l’attuale sistema di produzione e di consumo, obiettivo quasi impossibile da raggiungere, e se non faremo un passo indietro rispetto all’attuale modello di sviluppo, non ci saranno “FRIDAYS FOR FUTURE”, “ONDA VERDE”, “SCIOPERI GLOBALI”, “GREEN NEW DEAL” e “GREEN ECONOMY” che tengano!

Salvare il clima, la Terra e gli uomini che la abitano dall’inquinamento, sarà solo una pia illusione!

MASSIMO FINI, scrittore e giornalista, ne esamina, con il seguente pezzo, la questione con grande e amara lucidità.

SGF IN PIAZZA

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Di Massimo Fini – Il Fatto Quotidiano, 27 settembre 2019

San Francesco, Greta e il nostro sistema di vita.

Solo in un’epoca ipocrita, superficiale, ipnotizzata dai media, attenta al clamore e ignara della sostanza, si poteva creare un fenomeno come quello di Greta Thunberg diventata nel giro di un solo anno una superstar, invitata all’Onu e corteggiata dai grandi della terra e anche da importanti e globalizzanti imprese del mondo. Il problema non è Greta i cui obbiettivi sono sacrosanti anche se incompleti (salvare la Terra e gli uomini che la abitano dall’inquinamento). Il fatto è che Greta e le anime belle che la seguono, credo in buona fede (le grandi imprese sono invece in totale malafede perché sanno benissimo che dal vibrante discorso della ragazza non sortirà nulla) sembrano non rendersi conto che per salvarci non solo ecologicamente, ma per salvare, cosa ancora più importante, la qualità della nostra vita, bisognerebbe sradicare completamente l’attuale modello di sviluppo. Bisognerebbe cioè, come sostengono alcune correnti di pensiero americane, il bioregionalismo e il neocomunitarismo, “ritornare in maniera graduale, limitata e ragionata, a forme di autoproduzione e autoconsumo che passano necessariamente per il recupero della terra e il ridimensionamento drastico dell’apparato industriale e finanziario”. Bisognerebbe tornare a una vita più povera e più semplice. San Francesco che coniuga insieme il rispetto della natura (cioè della terra, dell’aria, dell’acqua, del vento e di tutti i fenomeni che l’accompagnano) con la povertà aveva capito tutto. Il fraticello di Assisi che non a caso era figlio di un mercante capì per primo, con cinque secoli di anticipo, che l’ascesa di quella classe sociale, fino ad allora disprezzata da quasi tutte le culture del mondo, ci avrebbe portato alla situazione in cui ci troviamo oggi. Il problema dell’inquinamento è addirittura di secondo grado, perché l’uomo è un animale molto adattabile, superato in questo solo dal topo. In primo piano c’è la nostra vita che la Rivoluzione industriale, col trionfo progressivo della Scienza tecnologicamente applicata e dell’Economia, ha reso complessa, faticosa e in definitiva disumana. Insomma bisogna tornare a essere più semplici e ragionevolmente più poveri (un accenno a questa consapevolezza nel discorso di Greta Thunberg c’è quando si scaglia contro il mito della crescita infinita). Se Greta e coloro che la seguono sono disposti a fare nella loro vita molti passi all’indietro noi siamo con loro. Sono la produzione e il consumo che vanno radicalmente ridimensionati. Altrimenti tutto si ridurrà alle truffe della green economy e della bio, che non solo sono pannicelli caldi di fronte all’enormità del problema, ma si risolveranno in un ulteriore rilancio dell’attuale modello di sviluppo e per questo sono viste con favore dalla grande imprenditoria internazionale. In quanto ai 500 scienziati che hanno inviato una lettera all’Onu vantando la loro competenza contro l’incompetenza di Greta e dei suoi è un modo di sgravare la propria coscienza sporca perché è proprio l’idolatria della scienza, non messa in discussione da nessuno, mi pare nemmeno da Greta, che ci ha portato al modello disumano in cui oggi viviamo.

Tutte, o quasi, le cose di cui si sta anfanando in questi giorni io, senza la pretesa di essere un ‘illuminato’ come Francesco (lui, frate, crede in Dio, io no) le avevo scritte 35 anni fa ne La Ragione aveva Torto?, dove per Ragione va intesa quella illuminista diventata il solo Dio unanimamente riconosciuto, insieme al Dio Quattrino suo stretto congiunto. Ne La Ragione facevo piazza pulita di tutti i luoghi comuni che hanno portato i vincitori illuministi a definire “bui” i secoli del Medioevo europeo, mentre i secoli veramente bui, secondo il mio modo di vedere, sono quelli che abbiamo vissuto a partire dalla Rivoluzione industriale e che ancora stiamo vivendo in forme sempre più oppressive. Comunque non ci sarà lotta che potrà abbattere il mostruoso apparato che abbiamo costruito e in cui ci siamo infognati. Crollerà da solo sotto il suo stesso peso. Ma ai giovani, e non solo a loro, e in questo Greta torna ad avere una ragione piena, bisogna lasciare almeno la speranza: pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà come diceva Antonio Gramsci.

Massimo Fini

I due pesi di Feltri l’azzeccagarbugli

L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali_da_soleDi Massimo Fini

Su Libero del 20 settembre Vittorio Feltri, che ne è il direttore editoriale non il responsabile così le querele se le becca tutte il povero Senaldi, in un articolo intitolato “Giustiziamo i giustizialisti di sinistra” scrive a proposito di Diego Sozzani di cui la magistratura aveva chiesto l’arresto (ai domiciliari naturalmente perché questa detenzione soft è riservata a lorsignori, parlamentari e non, mentre gli altri, nelle stesse condizioni, vengono sbattuti in carcere senza tanti complimenti e anche questa è una discriminazione sociale intollerabile) ha scritto: “Troviamo assurdo privare della libertà un signore, fosse anche colpevole, prima di essere processato e condannato. La gente, di qualunque tipo, non va punita se non dopo sia stata dimostrata con regolare processo la sua partecipazione a un reato…Basta ricevere un avviso di garanzia per essere sputtanato a vita, esposto al pubblico ludibrio”.

Il Feltri si concede qui la parte del Cesare Beccaria del Dei delitti e delle pene (meglio cento colpevoli in libertà che un innocente in galera). Ma il Feltri Beccaria lo deve aver letto abbastanza di recente o forse è uno scambio di persona tanto diverso è dal Feltri che diresse l’Indipendente dal 1992 al 1994. Quell’Indipendente fu il quotidiano più “forcaiolo” della storia del giornalismo italiano. Fu Feltri a sbattere in prima pagina, con goduto compiacimento, una grande foto dell’onorevole Carra in manette. Fu sempre Feltri a coniare per Bettino Craxi, in quel momento raggiunto solo da un avviso di garanzia, il termine “cinghialone” dando a una legittima inchiesta della magistratura il sapore di una caccia sadica che non fu estranea al vergognoso lancio di monetine davanti all’hotel Raphael. Fu ancora Feltri ad attaccare pesantemente i figli di Craxi, Stefania e Bobo, come se i figli avessero le colpe dei padri. Avallò anche i suicidi che avvennero durante la stagione di Mani Pulite: “Craxi ha commesso l’errore…di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti”. Il Feltri diventò “ipergarantista” quando nel 1994 passò alla corte di Silvio Berlusconi. Era stato l’ammiratore più fanatico dei magistrati di Mani Pulite, Di Pietro in testa, ne divenne un altrettanto fanatico accusatore. Da questo “forcaiolo”, poi pentitosi al momento in cui gli conveniva pentirsi, non accettiamo quindi lezioni postume di “garantismo”.

La carcerazione preventiva certamente dolorosa per qualsiasi indagato, soprattutto se poi risulterà innocente, si rende necessaria in tre casi: quando i magistrati ravvisino il pericolo di fuga o la possibilità di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Ma seguiamo pure l’ultimo Feltri o il Feltri numero 2 o lo pseudo Feltri, che di diritto ne sa quanto la mi zia, nel suo ragionamento e aboliamo quindi la carcerazione preventiva. Non si capisce allora però perché questa immunità dal gabbio lo indigni particolarmente quando di mezzo c’è un parlamentare. Non gli ho sentito emettere simili lai quando in carcere preventivo, e non ai più comodi domiciliari, sono stati sbattuti senza tanti complimenti presunti ladri di galline, presunti rapinatori, presunti stupratori. In questo caso la linea è anzi quella di madama Santanchè che fa parte del suo giro o comunque del movimento politico, la destra, cui si rifà: “In galera subito e buttare via le chiavi”. Cioè in galera senza che nemmeno ci sia un processo. Il Feltri o lo pseudo Feltri appartiene a quella linea politica, sempre la destra, che quando Pietro Valpreda era in galera da quattro anni senza processo voleva che vi rimanesse a vita.

La carcerazione preventiva è una dolorosa necessità che esiste in tutti gli ordinamenti. Ma se si vuole abolirla, come sottintende il Feltri, allora va abolita per tutti e con la stessa indignazione che Feltri riserva al parlamentare di Forza Italia. Insomma, nonostante il lacrimoso e intellettualmente disonesto articolo di Feltri, siamo alle solite: due pesi e due misure, due diritti, uno per lorsignori e gli amici degli amici l’altro per i cittadini comuni.

Mi colpisce l’inerzia di questi ultimi. I privilegi di lorsignori rimangono intatti tant’è che Feltri li difende fingendo di farlo per tutti e noi non ci ribelliamo mai. Qualsiasi partito si sia votato o non si sia votato la cittadinanza intera dovrebbe insorgere. Invece no. Siamo solo pecore da tosare, asini al basto, maiali che si fanno docilmente portare al macello senza emettere nemmeno un grugnito, preda per soprammercato degli azzeccagarbugli alla Vittorio Feltri.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2019

CALABRIA – CONTESTAZIONI A SALVINI

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Fermo restando che ognuno è libero di contestare, senza alcuna violenza, chi meglio desidera, come è altrettanto libero chi vuole aderire a un progetto o a un’idea politica, se la Calabria si trova, dopo decenni, in uno stato particolare di cose, non è certo responsabilità di Salvini o della LEGA.

Possibile che mai a nessuno sia venuta l’idea di contestare la classe politica, la classe dirigente e gli amministratori calabresi che pure hanno ridotto la Calabria in una terra quasi irrimediabilmente perduta?

BLOG SGF IN PIAZZA

SGF – NO BUS, NO SCHOOL!

L'immagine può contenere: 1 personaDi Maria Gabriella Militerno

In questa nostra terra di Calabria siamo destinati a toccare sempre più il fondo!

A distanza di una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico, dopo il successo del 9° Congresso Internazionale Gioachimita e degli eventi collaterali, un problema grande quanto una casa si affaccia a minacciare il diritto allo studio dei giovani della nostra comunità!

Trattasi del problema dei trasporti scolastici, per gli alunni delle scuole superiori di secondo grado, che una sentenza della Corte dei Conti impone che non siano offerti con contributo dell’Amministrazione comunale di tutti i comuni d’Italia, ma siano a totale carico delle famiglie.

Vista l’ubicazione degli istituti superiori, lontana dal centro abitato, a causa di una scellerata politica di edilizia scolastica del passato, come si può chiedere alle famiglie di sostenere il costo del trasporto scolastico per i propri figli, che, viste le cifre che si paventano, sarebbe un vero salasso?

Se non vogliamo assistere ad un ulteriore spopolamento del nostro già spopolato paese, diamoci da fare tutti per chiedere al governo un decreto che cancelli tale sentenza scandalosa!

DEMOCRAZIA

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta

Una vera democrazia è quella in cui la libertà di esprimere le proprie idee e opinioni, per quanto possano essere ritenute aberranti dalla maggioranza, è sacra.

Altrimenti non di democrazia si tratta ma di un totalitarismo democratico. Che non è meno totalitario di ogni altro totalitarismo.

Esempio?

Io voglio potermi dire fascista, anche se non credo di esserlo, è un mio diritto di libertà come è un mio diritto di libertà riconoscere le cose buone che il Fascismo pur fece (“Gli anni del consenso”, De Felice) come è un altrettale diritto di libertà vederne solo il peggio.

Massimo Fini

Fonte: estratto di un suo articolo (Il totalitarismo democratico non è democrazia) pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, 17 settembre 2019.

CALABRIA – CORRUZIONE: la responsabilità non è dei corrotti e dei corruttori, ma, quasi quasi, dei giudici.

L'immagine può contenere: una o più personeEditoriale – SGF IN PIAZZA, 21 settembre 2019, ore 12,16

Proviamo ad immaginare che un giudice extraterrestre si fosse trovato, così per caso, all’improvviso, questa mattina, nella nostra terra di Calabria e decidesse di rimanerci per qualche giorno. Che cosa vedrebbe?

Vedrebbe che la magistratura calabrese sta scoperchiando una devastante e diffusa corruzione che riguarda i più alti livelli di tantissimi organismi e istituzioni vitali della società; che, anche grazie all’abilità degli inquirenti e dei giudicanti, l’accertamento di tale corruzione sarebbe al di là di ogni ragionevole dubbio; che stanno finendo sotto processo esponenti politici, amministratori pubblici, dirigenti di aziende pubbliche insieme a tanti responsabili delle principali imprese calabresi pubbliche.

Constaterebbe che le inchieste della magistratura incontrano il favore di tanti cittadini calabresi esasperati, da decenni, a causa di un regime corrotto che impone loro ogni sorta di vessazioni, tangenti e ricatti a tutti i livelli insieme alle più umilianti, degradanti e mortificanti compromissioni della propria dignità.

Cosa noterebbe, ancora, questo giudice extraterrestre giunto qui in Calabria? Noterebbe una classe dirigente quasi interamente preoccupata del lavoro della magistratura e dell’applicazione della legge, e, forse, non se ne stupirebbe.

Sì, perché anche un giudice extraterrestre, possedendo un minimo di logica e senso comune umani, troverebbe del tutto normale che una terra, qual è la regione calabra, sconvolta dalla scoperta di una dilagante corruzione della propria classe dirigente, si rimboccasse le maniche e cercasse di porvi rimedio.

Tuttavia, il nostro giudice extraterrestre, sempre che lo si doti di un minimo di logica umana terrestre, si meraviglierebbe tantissimo nell’apprendere che le questioni che più preoccupano le classi dirigenti calabresi non sono quelle dei reati, non sono quelle che riguardano i corrotti e corruttori bensì i giudici che le contrastano; che non si pensa a rendere la giustizia più forte, potenziandola di uomini e mezzi per contrastare corruzione e criminalità, ma, al contrario, si opera per rendere l’organizzazione giudiziaria meno efficace, anche depennando alcuni reati.

Qualcuno provvederà, certamente, a spiegare al nostro giudice extraterrestre che le cose non stanno realmente così, che la corruzione è più dilagante che mai e che spesso ha per protagonisti vecchi soggetti indagati, nessuno dei quali si è ancora acchetato.

E il giudice extraterrestre si meraviglierà ancora di più, rimanendo sbalordito, quando scoprirà che diversi mass media locali e non, che parlano di “abnormità del nostro sistema giudiziario”, non si riferiscono ai corrotti e ai corruttori, ma sempre ai giudici.

Capirà allora che in Calabria il mondo si è capovolto: gli indagati e gli imputati non sono più i corrotti e corruttori, ma gli stessi giudici. Capirà che oltre ai mass media, anche certa politica si è lanciata contro i magistrati, accusandoli genericamente di metodi poco ortodossi. Capirà che tanti corrotti e corruttori, pur non essendo più presentabili, coltivano ancora l’inaudita pretesa di esercitare il potere su una terra che hanno contribuito a sfasciare, spopolare e mortificare.

Infine scoprirà, il nostro giudice extraterrestre, che lo sport principale in questa nostra terra chiamata Calabria, in cui per caso si è venuto a trovare, non è la caccia al criminale, ai corrotti e corruttori, ma ai giudici. Pertanto rientrerà al più presto sul suo pianeta, per non correre il rischio di diventare un po’ terrestre e di essere accusato, poi, come un giudice “manettaro”.

SGF IN PIAZZA

ELEZIONI CALABRIA: il M5S rispetti valori, spirito e principi con cui è nato!

Nessuna descrizione della foto disponibile.Di Meetiup San Giovanni in Fiore in MoVimento

BASTA ARRABATTARSI con autoendorsement, petizioni, autocandidature autorilanci, con candidati calati dall’alto, con intese, preaccordi e “preaccordicchi” politici di ogni sorta, e con spinte di qua e di là per le prossime elezioni regionali calabresi!

Si discuta e si impieghi il tempo, invece, a favore di progetti, idee e buona politica, per il futuro bene comune dei calabresi!

Tuttavia, a scanso di equivoci, il candidato a presidente e i candidati a consiglieri del M5S, per le prossime elezioni regionali calabresi, nonché eventuali programmi ed alleanze, dovranno essere scelti con voto degli iscritti certificati, da almeno sei mesi, attraverso le ormai consolidate regionarie sulla piattaforma ROUSSEAU (condivisibile o meno), come prevede lo STATUTO e le regole che il M5S si è dato.

Evitiamo di commettere gli errori del passato con i quali abbiamo mandato in parlamento, e oggi al governo nazionale, soggetti che non hanno, e mai hanno avuto, a che fare con il M5S e il suo progetto politico. Soggetti che, calati dall’alto a causa di determinate scelte e spinte di alcuni responsabili, con errori e nefandezze, oltre a riscaldare le poltrone, senza fare alcunché per il bene comune dei calabresi, incassano solo e semplicemente i loro lauti stipendi.

Il M5S calabrese è costituito da attivisti e attiviste preparati, onesti, capaci, volenterosi e con la voglia di cambiare realmente lo stato delle cose in questa nostra martoriata terra calabra.

Ai portavoce parlamentari calabresi diciamo di impegnarsi, almeno, con la dovuta abnegazione nei ruoli che oggi ricoprono, per far migliorare, con progetti e proposte serie, le condizioni dei cittadini calabresi sotto i diversi aspetti occupazionali, sanitari, culturali, economici, di giustizia, di sviluppo e di tutti i diritti della persona.

Si evitino, per il futuro, ad ogni livello, forzature di ogni genere che contrastino con le regole, lo STATUTO e lo spirito del M5S!

Si rispettino valori, spirito e principi con cui il M5S è nato!

Si rispetti il progetto politico originario per il quale il M5S è nato!

Se così non sarà ogni attivista, simpatizzante ed elettore liberi, in base alle proprie sensibilità, ne trarranno le dovute e future conseguenze, e i fautori di determinati e ULTERIORI deleteri comportamenti, se ne assumeranno le responsabilità.

BASTA MERCIMONIO DEI VALORI DEL M5S!

SI, INVECE, A PROGRAMMI E IDEE PER IL BENE COMUNE CALABRESE!

Meetup San Giovanni in Fiore in MoVimento

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SGF – Colpa del malessere o del benessere?

Nessuna descrizione della foto disponibile.L’altro ieri sera sabato 14 settembre 2019 intorno alle ore 23,00 all’improvviso un gran bel botto in Via G. D’Annunzio mette paura a un intero quartiere del centro Città.

Non si è trattato del solito petardo o della cosiddetta “cipolla” esplosiva, ma, ad avviso di alcuni abitanti della zona, è stato qualcosa di più pesante. Qualcosa che poteva veramente far male in considerazione del fatto che tantissime schegge di legno, come dei dardi, si sono diramate dal luogo dello scoppio per un raggio di circa 7-8 metri. Fortunatamente nessun passante né abitante della zona, in quel momento, era presente sul luogo.

Un qualche rudimentale ordigno esplosivo ha provocato lo sfondamento della porta in lamiera del vecchio forno di Via D’annunzio.

Avvisata la locale Stazione dei Carabinieri, e di conseguenza anche i Vigili del Fuoco, i quali sono intervenuti tempestivamente per fare i dovuti rilievi, adesso è tutto in mano agli inquirenti.

Detto questo, però, vorremmo soffermarci sull’episodio sotto l’aspetto sociale, culturale e civile di questa nostra comunità.

Senza voler puntare il dito contro qualcuno in particolare, e senza voler esagerare né creare inutili allarmismi, questi episodi, a nostro avviso, non vanno sottovalutati.

L’accaduto dell’altro ieri notte dimostra che nella nostra comunità vi sono una serie di condizioni precarie e di problematicità , sotto diversi aspetti, e che c’è la necessità di intervenire ed invertire la tendenza delle diverse, e sostanziali, croniche criticità.

Ma ritornando all’episodio dell’altro ieri notte una domanda ci sorge spontanea: quale potrebbe essere stato il fattore scatenante di un tale comportamento? La noia? La mancanza di valori? La mancanza di cultura? La mancanza di lavoro? Del senso civico? Del benessere? O del malessere?

Di sicuro il malessere racchiude in sé tutte le precedenti domande. Ma è anche il benessere, probabilmente, a fare male. Il benessere fornisce certamente un maggior numero di beni materiali, ma non migliora la qualità della vita, anzi la peggiora, non dà valori, non dà la felicità, ma incrementa la sensazione di infelicità, la noia.

Qui nella nostra comunità, di sicuro, c’è anche il fatto che il disagio sociale, lo spopolamento, l’assenza di sbocchi occupazionali, insieme a tutte le altre criticità, conferma una situazione che si avvicina, quasi pericolosamente, ad una vera e propria emergenza.

Se a ciò si aggiunge la ormai dilagante insoddisfazione della società sangiovannese circa l’assenza di determinati necessari servizi e la banalizzazione dei disagi emotivi di tanti cittadini, è facile comprendere le motivazioni per le quali alcuni episodi si diffondono nella popolazione, sia in quella più disagiata e problematica che in quella benestante.

Una delle cause più frequenti che probabilmente spingono a commettere illegalità è legata alle difficoltà economiche personali e famigliari, ovvero allo status di povertà che limitano e, talvolta, isolano ed emarginano. Spesso è difficile, per tanti motivi, per le persone, avere la capacità e la forza di andare altrove per cambiare le condizioni sociali ed economiche personali e della famiglia.

E allora che si può fare per cambiare qualcosa, sempre qui nella nostra comunità?

Una volta erano la filosofia, la cultura e l’arte ad influenzare largamente la società e le popolazioni. I veri valori ad influenzare i comportamenti.

E oggi?

Sono forse lo star system, i social network, la globalizzazione, la vasta gamma di beni materiali, le nuove tecnologie ad influenzare la gente? Difficile dirsi!

Una cosa è certa: le famiglie, la scuola, insieme a tutte le PUBBLICHE ISTITUZIONI dovranno tirare fuori le antenne dell’attenzione e della sensibilità nei confronti delle croniche criticità che attanagliano la società sangiovannese. Perché alcuni atteggiamenti prosperano anche grazie ai silenzi e all’indifferenza generali.

È arrivato anche qui il momento, crediamo, di una forte presa di coscienza, da parte di ognuno, per poter migliorare le cose in questa nostra San Giovanni in Fiore!

BUON ANNO SCOLASTICO!

A TUTTI VOI STUDENTI ED OPERATORI!

BLOG SGF IN PIAZZA

SAN GIOVANNI IN FIORE, ESPLOSIONE NELLA NOTTE IN UN ANTICO FORNO.

Mancano pochi minuti a mezzanotte quando una deflagrazione ed un boato svegliano Via D’Annunzio, a pochi metri dalla centralissima Via Roma, meta della “movida” florense. Ad esplodere con molta probabilità un ordigno all’interno di un vecchio forno in disuso. L’esplosione ha provocato lo sfondamento della porta in lamiera che è finita sulla strada, mentre la cornice di legno, si è deflagrata in centinaia di schegge, che per fortuna non hanno colpito nessuno. L’arteria cittadina serve a collegare Via Roma, alla parte sud della cittadina ed è spesso molto trafficata. A dare l’allarme i residenti della zona, che svegliati dal boato, hanno avvertito gli uomini della locale stazione dei carabinieri. Sul grave episodio ora indagano gli uomini dell’Arma. 

Fonte ESPERIA. TV

[Foto M.G.Militerno]