LA POLITICA NELLA COMUNITÀ SANGIOVANNESE: encefalogramma piatto!

L'immagine può contenere: cieloDi Pietro Giovanni Spadafora – 23/06/2020, ore 18,40

Tra misticismo, trasformismo, cattocomunismo, defunto sindacalismo, arrivismo, velleitarismo, individualismo, filosofeggiare, autopromozioni, autocelebrazioni, narcisismi, trionfalismi ed effervescenze, chiacchiere, bugie e frottole, tatticismi e protagonismi;

tra dinosauri, pseudo intellettuali estemporanei e annoiati pensionati d’oro che non sanno più cosa fare, ma che si sentono autorizzati a dire, o a scrivere corbellerie;

tra vegliardi sentenziatori con atteggiamento solenne e tono cattedratico pieni di sussiego, presumendo di dire cose di grande e indiscussa importanza in ogni settore, ma quando potevano fare qualcosa per la comunità non hanno mai fatto nulla, a parte i fatti loro;

tra il passare da adotta un bambino ad adotta una vacca, magari bella grassa, pardon, magra, per contribuire a curarla e ad alimentarla per poi mangiarla;

tra un ospedale e una sanità pubblica drammaticamente portati alla fame e allo sbando grazie, soprattutto, alle politiche locali, in genere attraverso il commissariamento, ma anche grazie, con grave responsabilità pro quota, a personale carrierista, raccomandato, assoldato e arrogante, insieme a politici che promettono, ma non realizzano mai niente;

tra tentativi di delegittimazione della macchina giudiziaria e pseudo lotte all’illegalità (menomale che Gratteri c’è);

tra santi, poeti e navigatori credendo che ogni loro ruttino sia uno scoop giornalistico o una grande opera letteraria;

tra, checché se ne dica, commercio, artigianato, agricoltura, economia, turismo, cultura e centro storico affossati;

tra migliaia e migliaia di euro promessi per la nostra comunità, ma mai visti, causa anche diversi errori amministrativi;

tra lavori pubblici che arrancano, solite promesse irrealizzabili di chiusura della discarica di Vetrano (c’è costantemente un’emergenza rifiuti senza mai una seria programmazione o alternativa), inutili diatribe, dispetti, sorprese, teatrini, disaccordi e irresponsabilità in maggioranza comunale che rischiano di fare implodere la stessa comunità, senza una minima idea, un progetto futuro, o goccia di programma per quello che si potrebbe fare per questa nostra comunità, l’ENCEFALOGRAMMA POLITICO, nonché sociale, di San Giovanni in Fiore, ad oggi, è semplicemente PIATTO!

Una cosa è certa! Tanta vecchia gente, vecchi consiglieri comunali, di opposizione e maggioranza, che non hanno mai combinato nulla, sono lì da quasi un ventennio, credendosi, o pensando di far credere, di essere ancora rinnovatori della politica, della mente, delle idee e della vita sociale sangiovannese, insieme a qualche nuovo bamboccione, con dietro il sostegno di vetusti marpioni della solita logica politica locale, e tanti poveri sognatori, con qualche loro truppa cammellata, aspirano ad essere eletti a Sindaco!

Quando e come ci saranno le elezioni ormai ha poca importanza. Questa è l’offerta storica politica locale!

Non c’è perciò da stupirsi se la politica sangiovannese è sterile, se non produrrà mai nulla.

Si dice che è tutta colpa del COVID-19, sarà anche vero, ma non è che prima del COVID-19 le cose, in questo nostro paese, andassero meglio.

Pensavo, invece, che il dramma del COVID-19 avesse spronato, in qualche modo, le persone a riflettere e ad agire diversamente, ma mi devo ricredere.

Una speranza? Il sussulto di qualche bravo giovane! Uomo o donna che sia!

MA! C’è un ma: constatato che, almeno sino ad oggi, non si intravvedono valide alternative, anche il Sindaco uscente, se lo riterrà opportuno riproporsi, con o senza primarie, insieme alla sua stessa squadra, non sarebbe male, visto e considerato che l’operato politico dell’attuale amministrazione di quest’ultimi cinque anni, a parte qualche fantasma e specchietto per le allodole, insieme a qualche bagattella, e malgrado i risultati non siano stati mai all’altezza delle attese, non è da buttare via.

Questo, almeno, per evitare di cadere, come saggiamente va dichiarando il perspicace “Cetto La Qualunque” nostrano, dalla padella alla brace!

Sarà la politica del “menopeggismo”? Ma tant’è!

Pietro Giovanni Spadafora

Nominata per salvare l’ASP di Cosenza nonché l’Ospedale di San Giovanni in Fiore.

L'immagine può contenere: 1 persona, primo pianoAcquisita l’intesa del presidente della Giunta regionale Jole Santelli, il commissario ad acta Saverio Cotticelli, con decreto n. 86 dell’11 giugno scorso, ha nominato la dottoressa Simonetta Cinzia Bettelini commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

La Dott.ssa Simonetta Cinzia Bettelini, prima di essere nominata, ricopriva la carica di direttore sanitario presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Auspichiamo una vera nuova politica sanitaria per il bene della comunità sangiovannese!

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SAN GIOVANNI IN FIORE e i lavori pubblici.

L'immagine può contenere: spazio all'apertoSaremo ripetitivi, saremo noiosi, e non si tratta solo di questo luogo, in quanto il nostro centro urbano è disseminato di tali situazioni incresciose, ma non possiamo pensare di migliorare questa nostra comunità se non si riesce a completare un semplice lavoro di manutenzione in modo corretto e nei giusti tempi.

In centro paese, alla Via Verazzano, nei pressi dell’Ospedale, ci dicono i residenti del luogo, da circa due mesi non è possibile, nonostante le lamentele presso il Palazzo comunale, far riuscire a completare i semplici lavori di bitumazione, post intervento alla rete idrica, della strada, ormai disastrata, con rischio di inciampo per i residenti e danni ai magazzini sottostanti delle abitazioni.

Sarà stata anche colpa del cosiddetto lockdown, magari anche dei preparativi per i festeggiamenti di Sant’Antonio e del Corpus Domini, ma auspichiamo, nell’immediato, un intervento da parte dell’assessore addetto.

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SGF – APPELLO A TUTTE LE DONNE SANGIOVANNESI.

Nessuna descrizione della foto disponibile.Finalmente un’ottima iniziativa per tutte le donne sangiovannesi, di età tra i 50 e 69 anni, per poter effettuare una mammografia e per giunta in modo gratuito.

Grazie all’ASSOCIAZIONE DONNE E DIRITTI, in collaborazione con l’ASP CS, si effettuerà una campagna di screening mammario nel nostro Comune.

Resta inteso che nei prossimi giorni, l’ASSOCIAZIONE DONNE E DIRITTI, associazione sangiovannese, a nostro avviso, rivoluzionaria e libera, comunicherà data e luogo dove avverrà l’evento.

COMPLIMENTI!

Ancora una volta è il caso di dire: “RES NON VERBA!”. Anche se a qualcuno può sempre dare fastidio.

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LO SIAMO ANCHE NOI! – BLOG SGF IN PIAZZA

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta, vestito elegante, primo piano e spazio al chiusoGRAZIE GRATTERI! SIAMO CON TE!

La forza non viene dal potere, dal vincere. Sono le lotte a sviluppare la forza. Quando si passa attraverso delle avversità e si decide di non arrendersi, è quella la forza!

L’importante è come si resiste ai colpi, come si incassa! E se si finisce al tappeto è importante avere la forza di rialzarsi!

Le giuste lotte creano la forza!

Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza!

Grazie Gratteri! Siamo con te!

Meetup San Giovanni in Fiore in MoVimento

Nessuna descrizione della foto disponibile.

I MIGLIORISSIMI

L'immagine può contenere: 1 persona, primo pianoIl grande MARCO TRAVAGLIO!
Come non essere d’accordo?

I MIGLIORISSIMI

(di Marco Travaglio) 4 Giugno 2020
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Non bastando quella dell’Innominabile, un’altra catastrofe letteraria sta per abbattersi sulle librerie italiane (e di riflesso sulla foresta amazzonica): quella di Beppe Sala, lubrificata a edicole unificate dai giornaloni. Il Corriere l’ha affidata alla lingua vellutata di Aldo Cazzullo, Repubblica l’ha fatta turibolare da tal Enrico Letta (giovane pubblicista di belle speranze soltanto omonimo dell’ex presidente del Consiglio), La Stampa ne ha pubblicato il brano più pregnante dal titolo “Non dobbiamo più temere di governare” (sottinteso: sono i cittadini a dover temere di essere governati da noi). Ne emerge un Sala di estrema sinistra, che votava già Pci e mai tradì “gli antenati del Pd” (infatti fu scelto in Pirelli come manager dal ramo trotzkista della famiglia, dove alla grisaglia del cumenda preferiva l’eskimo, e poi come city manager e commissario di Expo da Letizia Moratti, celebre reincarnazione di Anna Kuliscioff), insomma il filosofo anzi il teologo di “una sinistra spirituale” (parole sue) che ora “parla a chi continua a cercare in politica la formula magica per unire il sogno con la realtà”, a mezzadria fra Moro, Dossetti e Prodi (parola di Letta jr.).

Nessun accenno, ci mancherebbe, ai buchi e alle retate di Expo2015. Né a quella quisquilia della condanna a 6 mesi per falso in atto pubblico. Né alle vaccate dette e fatte sul Coronavirus, quando invitava i milanesi ad ammassarsi negli apericena, contribuendo alla diffusione del virus, come se non bastassero quegli altri geni di Fontana&Gallera. Altrimenti non potrebbe distribuire patenti di competenza al governo. Che sì, per carità, fa quel che può, ma ora ci vuole un bel rimpasto per “mettere in campo i migliori”, “persone che abbiano una storia alle spalle, che abbiano gestito organizzazioni complesse”. Tipo lui. Chi ha letto qualche libro sa che il governo dei migliori si chiama da parecchi millenni aristocrazia ed è lievemente incompatibile con la democrazia. Ma noi, gente semplice, quando sentiamo “governo dei migliori”, ci domandiamo subito chi sarebbero costoro e chi dovrebbe deciderli. Nel 2011, quando B. ci fece la grazia di defungere politicamente, speravamo di votare. Ma un anziano monarca seduto al Quirinale decise che non fosse il caso di farci scegliere chi dovesse governarci: temeva che scegliessimo i peggiori. E ci pensò lui: dal suo cilindro uscirono Monti, Fornero, Passera e altri migliori che in un anno e mezzo riuscirono a far rimpiangere i peggiori. Tant’è che nel 2013 il M5S passò da 0 al 25,5%, pareggiando col Pd: Re Giorgio dovette farsi rieleggere per ricacciarli indietro e piazzare Letta jr., B., Alfano e altri migliorissimi.

Poi vennero l’Innominabile&famiglia con Verdini incorporato. Che si convinsero di essere talmente migliori da non accorgersi che gli elettori li schifavano come peggiori, almeno finché non lo scoprirono dalle urne del 2018. Lì vinsero i peggiorissimi, che espressero un premier degno di loro: quello che ci ha portati fuori dalla pandemia e gode di vasti consensi (diversamente dal migliore Macron, praticamente estinto), ma è ovviamente inviso ai migliori. Che passano i giorni ad architettare governi dei migliori. Non c’è solo Sala: c’è pure Calenda, cioè la prova vivente del fatto che “democrazia significa governo degli incolti, mentre aristocrazia significa governo dei maleducati” (G. K. Chesterton). L’altra sera quell’anima in pena di Carletto, che vanta più ospitate in tv che voti, parlando del governo scuoteva la capa e il doppio mento con l’aria di chi la sa lunga: eh no, signora mia, così non va, “ci vuole un governo dei migliori”. Via Conte, “troppo trasformista”: meglio uno lineare come Calenda, che stava in Confindustria, in Ferrari, in Italia Futura con Montezemolo, nella Lista Monti, nei governi Renzi e Gentiloni, nel Pd da renziano e poi da antirenziano e ora è in Azione (di cui è fondatore e unico esponente).

E i ministri migliori? Risatina di sufficienza, come a dire: ci ho la fila sotto casa, basta chiedere. Anzitutto Giorgetti, quello che due anni fa aveva già capito tutto della sanità pubblica (“Ma chi ci va più dal medico di base?”). Poi Zaia (che però fa il presidente del Veneto, sta per essere rieletto e non parrebbe proprio interessato). Ma anche Bonaccini (appena rieletto presidente dell’Emilia-Romagna e dunque anche lui ansioso di entrare nel governo Calenda che, ove mai nascesse, crollerebbe in giornata). E altri due nomi che ti vengono in mente appena pensi ai migliori: il meloniano Crosetto, passato da sottosegretario alla Difesa alla presidenza Aiad (aziende del ramo difesa); e la forzista Gelmini che, non paga di aver tentato di abbattere la scuola pubblica riuscendoci solo in parte, sta ancora cercando i neutrini nel tunnel Gran Sasso-Cern. Chi dovrebbe sostenere in Parlamento questo governo dei migliori, né Sala né Calenda lo spiegano, anche perché in Parlamento non siede né l’uno né l’altro. Però ne parlano, col mignolino alzato all’ora del tè. E tutti gli vanno dietro, più per noia che per convinzione. Poi, quando si arriverà al dunque e si vedranno le carte, si scoprirà che i migliori sono dei peggiori che non ne hanno mai azzeccata una e nessuno si filerebbe se non si spacciassero per migliori. Con una sola eccezione, come diceva Montanelli: “L’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto è il bordello”.