Quando le Poste non erano ancora una società per azioni la cosa non mi è mai capitata, anche risalendo alla mia infanzia. Forse la parziale privatizzazione non c’entra, ma è indubbio che vi è stata una formidabile associazione temporale tra essa e un deciso aumento dei costi e un evidentissimo peggioramento dei servizi. Adesso alle Poste è possibile comprare un Gratta e vinci, un libro, un disco video o musicale, ma pagare un bollettino sta diventando sempre di più un’impresa eroica.
Mentre all’Ufficio Postale attendevo di capire se avrei potuto pagare i miei bollettini, un anziano signore, piuttosto adirato, protestava dicendo che negli ultimi tre giorni aveva perso buona parte della mattinata nella speranza di poter pagare i suoi bollettini senza riuscirvi, e chiedeva chi gli avrebbe pagato la mora. La risposta era ovvia: poteva rivolgersi a un avvocato. Se ne è quindi dovuto andare ancora una volta, l’ennesima, con un nulla di fatto. Così ho fatto anch’io.
Questo è il servizio offerto oggi da Poste Italiane. Bisogna confidare nella buona sorte facendosi il segno della croce. Forse questo sarà un periodo sfortunato, i problemi saranno destinati a risolversi (quasi a tutto si rimedia), certo è che l’impressione complessiva non è delle migliori e, passata l’arrabbiatura, subentra la perplessità. Che siano i primi segni di cedimento del sistema? In passato certi dubbi neppure ci sfioravano, ma evidentemente i tempi stanno cambiando.
Pietro Giovanni Spadafora