Non scrivo queste cose con l’intento di pormi in contrapposizione ad altri cittadini o a qualcuno in particolare. La guerra tra poveri, tra cittadini, tra giovani, tra lavoratori, tra disoccupati non mi piace, è controproducente, e poi sarebbe anche da stupidi. Se si vuole guardare il dito o la luna, ognuno è libero di farlo, ma la questione è un’altra: il rispetto dei diritti va chiesto con forza e determinazione, senza timori. Credo sia giusto ribellarsi per i diritti, a meno che non si sia succubi di qualcuno o di qualcosa. Ѐ indispensabile, se si vuole veramente cambiare questo stato di cose e sperare in un futuro migliore, avere un’altra visione e concetto della politica e dei politici: coloro che sono a capo delle istituzioni pubbliche sono nostri dipendenti, e non noi loro sudditi. Appena possibile questa gente va mandata via, in pensione! Spazio ai giovani, alle nuove idee, alle nuove capacità. Alle persone oneste, con più titoli, con più lungimiranza e più entusiasmo!
Basta con questa gente pagata a 20 mila euro al mese! Uno stipendio, più che sufficiente come tanti altri, di 3 mila euro, basta e soverchia! La politica dovrà farsi nell’interesse del bene comune con passione e come una missione, e non nell’interesse del proprio egoistico arricchimento!
La nostra Calabria potrà risorgere se lo vorremo noi! Dipenderà solo da noi cittadini tutti, giovani, donne, anziani, pensionati, lavoratori, studenti e operai tutti! Non potrà risorgere con questa vecchia classe dirigente e con questi vecchi partiti politici!
Le vie del Signore sono infinite!
Pietro Giovanni Spadafora
Cittadino calabrese