A differenza delle tecniche tradizionali della propaganda volte a coinvolgere emotivamente, la disinformazione intenzionale tende a manipolare a livello razionale portando a conclusioni false. Una tattica tipica della disinformazione è quella di mescolare un po’ di verità con delle menzogne, ovvero di rivelare solo una parte della verità, spacciando questo come un completo quadro d’insieme.
Quando i canali d’informazione non possono essere completamente chiusi, possono essere resi inutili saturandoli con la disinformazione, riducendo al massimo il rapporto segnale-rumore e screditando l’opposizione attribuendole affermazioni false e facilmente confutabili.
In politica, la disinformazione si manifesta spesso nel tentativo di sviare i sostenitori del proprio avversario diffondendo false dichiarazioni e in generale tirando acqua al proprio mulino con falsità o alterazioni della realtà dei fatti o semplicemente violando le norme basilari dell’informazione oggettiva come il mancato riporto o oscurazione di notizie e fatti ritenuti sconvenienti e inopportuni alla propria causa oppure conferendogli importanza minore rispetto al dovuto negli appositi spazi informativi.
In tale ambito la disinformazione è spesso sfruttata nelle attività di propaganda per mantenere il più possibile il controllo sociale sulle masse garantendo al contempo la sopravvivenza stessa del sistema contro eventuali critici, dissenzienti, idee diverse e altro.