Nella sanità, servizio essenziale per la popolazione e garantito dalla Carta Costituzionale, non dovrebbe esistere nessuna lotta di categorie e corporazioni varie. Dal punto di vista contrattuale e non solo, dovrebbe esserci una lotta unita di tutto il personale medico, paramedico, tecnico e di tutte le professioni sanitarie, ovviamente con le dovute differenze professionali, contrattuali ed economiche.
In tanti reparti e unità complesse degli ospedali di tutta Italia, in particolare nei turni di mattina, si vedono in giro dieci medici e solo due infermieri, più un oss e un inserviente. Non solo, tutto il personale non medico è come se fosse figlio di un Dio minore. È come se fosse al servizio dei medici e non al servizio degli utenti.
Se la categoria non medica si lamenta sotto tanti punti di vista, magari per la cronica carenza di personale, i medici rispondono che non sono capaci di lottare con la dovuta capacità e compattezza come fanno loro. Sarà pur vero. Ma la vera differenza nelle lotte contrattuali la fa il sindacato: debole e incapace con il personale infermieristico, tecnico e paramedico, e forte con il personale medico.
Il personale non medico è indispensabile tanto quanto lo è il personale medico. Ma in Italia è noto che in tutti i settori e in tutte le categorie, oltre alle differenze di livelli e profili professionali, vi è personale di seria A, di serie B, di serie C ecc, ecc.
Questa è anche la sanità italiana!
TRATTAMENTI ECONOMICI DIVERSI SI, MA CON PARI DIGNITÀ!
PGS