TSUNAMI ALLA REGIONE | L’Anticorruzione: inibizione di tre mesi per Oliverio.

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CATANZARO La nomina di Santo Gioffrè alla guida dell’Asp di Reggio Calabria non poteva essere formalizzata perché mancavano i requisiti previsti dalla legge. È uno stop pesante quello che arriva dall’Autorità nazionale per l’anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone. E che rischia di rivelarsi uno tsunami per la legislatura in corso. Già, perché il parere formalizzato nella giornata di venerdì al responsabile per l’anticorruzione della Regione Calabria contiene sanzioni anche per i vertici politici. Non solo la rimozione del manager sanitario, ma anche l’inibizione per 3 mesi di chi quella nomina l’ha voluta e votata ovvero della giunta regionale (prima versione) guidata da Mario Oliverio. Tradotto: per i prossimi 90 giorni il governatore – e solo lui, visto che nel frattempo i vari Ciconte, Guccione e De Gaetano sono stati estromessi dall’esecutivo – non potrà procedere ad alcun tipo di scelta. Un bel guaio se si considera che da qui a qualche settimana la giunta avrebbe dovuto procedere alla designazione dei nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi.

IL PROVVEDIMENTO Il parere ufficiale che reca la firma di Cantone è datato 2 settembre ma è stato notificato nella giornata di venerdì al dirigente regionale delegato all’anticorruzione Gabriella Rizzo. Il provvedimento è l’ultimo tassello di un iter avviato nei mesi scorsi, dopo le denunce presentate dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Secondo i pentastellati Gioffrè guida l’Asp di Reggio illegittimamente perché nel 2013 si è candidato a sindaco di Seminara, comune che ricade nel territorio della stessa Azienda sanitaria. «Il decreto legislativo 39/2013 – sostengono gli esponenti del M5S – prevede che un ex candidato a primo cittadino non può dirigere un’azienda sanitaria, se non a distanza di cinque anni dalle elezioni». Alla nomina, ufficializzata dalla giunta a marzo scorso, seguono settimane di polemiche. Da Palazzo Alemanni, comunque, non arriva nessun passo indietro: per Oliverio e per gli altri assessori tutto è stato compiuto seguendo le previsioni di legge, come conferma anche un parere del ministro Madia, secondo la quale le regole sull’inconferibilità sono applicabili ai direttori generali ma non ai commissari come Gioffrè. Ciò non serve a far desistere i rappresentanti del M5S dai loro propositi. E così della questione viene investita l’Anac guidata da Cantone. Che spinge per la rimozione di Gioffrè ma soprattutto preme per attivare meccanismi sanzionatori nei confronti dei vertici della Regione, facendo leva su quanto previsto dall’articolo 18 del decreto legislativo 39/2013: «I componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli non possono per tre mesi conferire gli incarichi di loro competenza».

GLI SCENARI La decisione dell’Anac rischia di provocare un terremoto. L’inibizione per 3 mesi invocata per Oliverio e per i suoi ormai ex assessori pone, infatti, un problema politico non di poco conto. Contro il provvedimento amministrativo la Regione potrà presentare ricorso davanti al Tar ma ciò non ferma il processo che adesso il responsabile regionale dell’anticorruzione sarà chiamato ad attivare. Resta, in ogni caso, da capire quando inizieranno a decorrere i 3 mesi di sospensione delle attività. E ciò anche per la non chiara formulazione della norma specifica.

Ma tra i corridoi della Cittadella di Germaneto i dubbi che serpeggiano sono diversi e riguardano i poteri che resteranno in capo alla giunta dopo l’intervento dell’Anac. Sul punto, sostanzialmente convivono due scuole di pensiero. La prima, più “restrittiva”, spinge per un divieto assoluto per l’intera giunta, anche quella attuale, a procedere ogni tipo di nomina e non solo nel campo della sanità. Tale interpretazione, tuttavia, appare poco coerente con il testo della legge. L’altra fa ricadere l’inibizione solo in capo alla giunta che ha proceduto alla nomina di Gioffrè al vertice dell’Asp. Messa in questo modo, e posto che nel frattempo l’esecutivo ha cambiato totalmente faccia, a pagare dazio sarebbe solo Oliverio e non gli altri assessori nominati successivamente all’affidamento dell’incarico contestato. Se tale tesi dovesse prevalere per il governatore sarebbe una beffa nella beffa.

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

TSUNAMI ALLA REGIONE | L’Anticorruzione: inibizione di tre mesi per Oliverio.ultima modifica: 2015-09-05T01:12:01+02:00da pietrogiovanni1
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