GOVERNO CENTRODESTRADESTRA

Camera boccia lo scostamento di bilancio - Politica

Ma questi ci sono o ci fanno?

Due sono le cose:

o sono degli incapaci, o sono in malafede.

Comunque sia, la Meloni, non appena rientrerà da Londra, la prima cosa che dovrebbe fare sarebbe quella di salire al Quirinale!

È la prima volta che nella storia del Parlamento Italiano si verifica un fatto del genere.

Purtroppo a rimetterci sono sempre e solo il lavoratori e i pensionati al minimo.

È saltato il taglio del cuneo fiscale che doveva aumentare gli stipendi e le pensioni minime di qualche euro.

Adesso si arrampicano sugli specchi.

Ma tant’è!

LINK:

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/04/27/camera-boccia-lo-scostamento-di-bilancio_e1613f7e-c0a7-4684-b8e5-fc1058b08a13.html?fbclid=IwAR1lViyY5OeHUTSFUYx7ULDthzcJTGV8DapnOKJXIMDMsy_OajS-zopXSEg

VIDEO:

https://www.facebook.com/vittoria.baldino.M5S/videos/1383615399090283

ECONOMIA: eppure per tanti LA POVERTÀ NON ESISTE.

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Mentre si tagliano gli aiuti, come il reddito di cittadinanza, aumenta il numero degli italiani in povertà assoluta. Prospettive in peggioramento nel 2023.
L’incremento dei costi e l’instabilità economica causano un aumento delle differenze sociali: ecco perché i nuclei in difficoltà staranno sempre peggio. Bambini e lavoratori i soggetti più fragili. E la situazione rischia di complicarsi nel 2023.
In Italia quasi due milioni di famiglie in povertà assoluta.
Crescono le diseguaglianze e crollano i salari, solo nel 2022 -6%
L’aumento dell’incidenza della povertà è stato attenuato, nell’emergenza, dagli interventi pubblici di supporto alle famiglie, ma le prospettive di arretramento sono forti alla luce dei fattori correnti di rischio per l’economia italiana.
Le misure di sostegno alle famiglie devono proseguire ed essere indirizzate meglio verso le famiglie in condizioni di maggior bisogno. È inoltre indispensabile abbandonare il regime transitorio del Reddito di cittadinanza per il 2023, riformando l’unica misura strutturale di contrasto alla povertà di cui disponiamo; come pure stimolare nuovi accordi tra le parti sociali volti a ridefinire celermente sistemi più efficaci di indicizzazione dei salari ai prezzi per fornire protezione adeguata ai gruppi sociali meno abbienti e alle forme di lavoro meno tutelate in settori a bassa retribuzione.
Se il dilagare del lavoro povero rappresenta una caratteristica strutturale del mercato italiano, destano preoccupazione le iniziative già messe in campo e le intenzioni del nuovo Governo.
Piuttosto che disincentivare il ricorso a forme di lavoro atipico che intrappolano nella precarietà milioni di lavoratori, il governo allarga le maglie per il lavoro discontinuo e invoca ulteriori interventi di flessibilizzazione.
La previsione di un salario minimo non è all’ordine del giorno e gli incentivi all’occupazione, all’insegna del “più assumi, meno paghi”, non sono valutati sotto la lente della qualità e sostenibilità dell’occupazione promossa, lasciando il ruolo per lo sviluppo di una buona occupazione alle convenienze economiche e fiscali delle imprese.
Bambini, lavoratori e famiglie numerose i soggetti più deboli.
Soprattutto per i bambini e per i lavoratori e la situazione rischia di complicarsi nel 2023. Secondo le tabelle su povertà e disuguaglianza pubblicate da Eurostat, nel 2021 le persone a rischio di povertà erano 11,84 milioni, una percentuale del 20,1 percento della popolazione (in crescita dal 20 percento del 2020).
Se si guarda anche all’esclusione sociale, ovvero non solo alle famiglie con un reddito inferiore al 60 percento di quello medio, ma anche a quelle che hanno difficoltà ad avere beni e servizi essenziali (come ad esempio una casa adeguatamente riscaldata e un pasto proteico ogni due giorni), allora le persone in difficoltà superano i 14,83 milioni (pari al 25,2 percento della popolazione).

La situazione peggiora soprattutto per i bambini: i minori in età prescolare (under 6) a rischio di povertà sono il 26,7 percento del totale, in aumento dal 23,8 percento del 2020 con un dato che è il peggiore dal 1995. Un altro elemento in evidenza, infine, riguarda il peggioramento delle condizioni delle famiglie con maggior numero di componenti. Nel 2021 l’incidenza di povertà assoluta è risultata essere più elevata tra le famiglie più numerose (con disagio più marcato per quelle con figli minori a carico).

FONTE – ANSA

SAN GIOV. IN FIORE – FESTA DELLA LIBERAZIONE 25 APRILE 2023

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Anche il Monumento Storico della nostra STATUA DELLA VITTORIA ALATA era dedicato ai nostri caduti in guerra.

Oggi, PURTROPPO, anch’essa è diventata NERA senza alcuna dedica.

Il suo basamento, OGGI DISTRUTTO, era stato realizzato con piastre bocciardate e decorate sul frontale da triangoli isosceli e dalla dedica: “ AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE”.

VIVA LA LIBERAZIONE!

SGF IN PIAZZA

PENSIERINO DELLA DOMENICA

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Se per anni critichi e combatti la cattiva politica e poi all’improvviso abbracci la cattiva politica, NON È UN INTELLIGENTE CAMBIO DI IDEA, ma è un diventare UN CATTIVO POLITICO anche tu.

È VERO: di male in peggio non c’è fine mai!

Buon pranzo e buona domenica!

SGF IN PIAZZA

Il vino è economia? No: è cultura!

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Di Massimo Fini

Il Foglio, per la penna di Paola Peduzzi, ha fatto un lungo e interessante reportage su Vinitaly, la fiera del vino che si svolge in questi giorni. Il Foglio però si occupa soprattutto dell’aspetto economico, che ovviamente c’è perché il vino è un prodotto, anche se molto particolare. Io penso invece che quella del vino sia soprattutto una questione culturale più importante di quella economica. Di quest’ultima mi preme solo sottolineare che noi italiani siamo incapaci di promuovere i nostri prodotti. I francesi hanno degli ottimi vini, beaujolais, bordeaux, borgogna. Ma noi ne abbiamo di altrettanto validi, e forse più validi e soprattutto molto diversificati. Penso che sia una questione orografica perché la Francia è in buona parte piatta mentre noi con gli Appennini e 8300 chilometri di coste, peraltro autorovinate, abbiamo regioni diversissime e quindi anche vini molto diversi poiché l’Umbria non è la Toscana, la Toscana non è l’Abruzzo, l’Abruzzo è lontanissimo dalle Puglie e dalla Sicilia. Siamo poi continuamente vittime di appropriazioni indebite. Il Prosecco croato (Prošek) non ha nulla a che vedere col nostro.

Per noi italiani, dicevo, il vino è soprattutto una cultura ed un fatto sociale. Lo si è sempre bevuto dappertutto e non mi riferisco tanto ai grandi ristoranti (anzi questa storia degli chef stellati comincia a dare sui nervi, indice di una bulimia che riguarda il cibo) ma alle bettole, alle taverne, ai trani di cui parla Gaber (dove ci sono “il finto pittore e il finto scrittore che parlan di sé, tra sé e sé”). E’ nei trani che si incontrava la clientela più disparata, ubriaconi dei bei tempi andati, dirigenti che venivano a consolarsi di un amore perduto, piccola mala. E’ lì che si facevano degli incontri interessanti e a volte delle amicizie, non certamente nei bar trendy di Corso Como dove ogni coppia davanti a un malinconio e immalinconito spritz sta con la sua solitudine.

A tavola, nelle famiglie, si è sempre pasteggiato col vino, l’acqua era impensabile, la Coca cola una bestemmia.

Però adesso il vino conosce un rapido declassamento. Intanto per ragioni, diciamo così, tecniche: oggi il classico tappo di sughero è spesso sostituito da tappi di plastica. Ora è vero che a volte il sughero può contaminare il vino (il classico “sapore di tappo”) ma lo si può bere lo stesso. se succede con la plastica il vino diventa imbevibile.

I ragazzi oggi preferiscono bere birra, le ragazze i bianchi con le bollicine che sono vini per “chi tiene alla salute” come sono gli astemi, cresciuti in modo esponenziale, a cominciare dal direttore di questo giornale, tipi pericolosissimi gli astemi, come, i vegani e vegetariani, in cui si nasconde un serial killer.

C’è poi da considerare che proprio la commercializzazione del vino ha prodotto gravi storture e speculazioni. Il Chianti è coltivato, appunto, nella zona del Chianti. Oggi ce n’è in giro una quantità mostruosa, in Italia e soprattutto negli Stati Uniti (che cosa vogliono sapere di vino quegli zotici degli americani, la loro bevanda nazionale è il whisky, un superalcolico che meriterebbe tutto un altro discorso) è chiaro che si tratta di un Chianti taroccato. Il Pigato viene coltivato in una ristrettissima zona della Liguria, nell’imperiese, inoltre, essendo un vino molto delicato, non sopporta il passaggio degli Appennini, quindi se vi offrono un Pigato a Milano non è un Pigato o comunque non ha le qualità del Pigato. Il Pigato, insieme al “Nostralino” un suo sottoprodotto, io lo bevevo, con il mio amico Giagi d’estate (è un classico vino estivo) sulle bancarelle di Savona al costo di 20 o 30 lire. Adesso pur tenendo conto delle successive e inevitabili inflazioni (problema del momento) te lo servono ad un prezzo proibitivo ( a Milano un Pigato quasi autentico lo puoi trovare solo a le Cinque Terre),

Oggi per portarsi avanti si comincia a vendemmiare a Giugno, una vera bestemmia ( è come quando si ingrassano i polli tenendoli ventiquattro ore su ventiquattro sotto la luce dei riflettori, perché ingrassino prima, portando sulle nostre tavole, come abbiamo già scritto, una carne malata) perché la vendemmia la si fa a Settembre ed era quindi occasione di grandi feste contadine quando i contadini esistevano ancora.

C’è poi la vendemmia meccanica che sta sostituendo quella manuale. Perché? Elementare Watson: perché la vendemmia manuale vuole molta più manodopera (poi ci lamentiamo perché ci sono i percettori del Reddito di Cittadinanza). Inoltre la vendemmia meccanica non può sostituire, per qualità, quella fatta con le manine sante di un uomo o di una donna (avrei dovuto scrivere, secondo le imposizioni attuali che hanno fatto della donna non più “la seconda metà del cielo com’era e come doveva rimanere, ma la prima: ”le manine sante di una donna e di un uomo”). E’ la questione dei tombini. A Milano che oltretutto non ha un fiume decente non potendosi considerare tali il Seveso e il Lambro, vere fogne a cielo aperto, basta un onesto temporale che la città si allaga. Perché i tombini non vengono più sturati dagli spazzini diventati “operatori ecologici” quando esistono ancora, ma dalle macchine che sono ovviamente più veloci ma non hanno la cura che lo spazzino mette, metteva, nel suo mestiere. Inoltre gli stessi tombini sono cambiati. Una volta erano un’opera d’arte tanto che l’artigiano ci teneva a metterci sopra il suo nome anche se solo con le iniziali. Ma questo ha che vedere con un’altra questione, anch’essa all’ ordine del giorno, la semi-scomparsa dell’artigianato che si può trovare ancora solo in qualche piccolo centro o comunità, altrimenti sono imprese con la voracità delle imprese e l’anonimato delle imprese.

Io comunque rimango fedele al vino, in qualsiasi forma, anche annacquato: “Ma che ce frega, ma che ce ‘nporta se l’oste ar vino ci ha messo l’acqua,e noi je dimo, e noi je famo, ci hai messo l’aqua e nun te pagamo “.

Il Fatto Quotidiano, 7 aprile 2023

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

A SCANSO DI EQUIVOCI: dove si dovrebbe costruire IL PONTE la zona NON È A RISCHIO SISMICO!

Scossa di terremoto avvertita, oggi alle ore 14,06, a CATANIA con una magnitudo stimata di 4.5.

L’evento è stato localizzato in mare, a circa 6 chilometri dalla costa ionica all’altezza di Aci Castello, a una profondità di circa 20 km.

Oltre a città vicine alla scossa come Acireale, Ragusa, Reggio Calabria, vi è vicinissima anche Messina.

MA DELLA VICINANZA DI MESSINA NESSUNO NE PARLA.

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CALABRIA – PNRR: la Calabria rischia di perdere 1 Miliardo e 400 Milioni di euro.

Pnrr, Baldino (M5s): «Il Consiglio regionale ha bocciato la nostra proposta, così la Calabria rischia di perdere 1,4 mld»SOPRATTUTTO PER LA MEDICINA TERRITORIALE.

Baldino (M5s): «Il Consiglio regionale ha bocciato la nostra proposta, così la Calabria rischia di perdere 1,4 mld»

Link:

https://www.lacnews24.it/politica/pnrr-baldino-consiglio-regionale-boccia-commissione-speciale-calabria-rischia-perdere-fondi_170218/?fbclid=IwAR2xmdSIRYu4cBrLOof64XzQIhMCtDcN-LJCU1l6My75M1i92rRkSp_oDF4

SGF – IL GENERALE DEI CARABINIERI GALLETTA IN VISITA AL CISG.

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Il Generale Riccardo Galletta, Comandante Interregionale dei Carabinieri, nella serata di ieri 19 aprile, ha visitato il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti.

Insieme a lui erano presenti anche il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Agatino Saverio Spoto, il Comandante dei Carabinieri della Città di Cosenza, Maggiore Antonio Quarta, e il Comandante dei Carabinieri di San Giovanni in Fiore, Luogotenente Francesco Tamburello.

Il Presidente del Centro Studi Prof. Dott. Riccardo Succurro ha illustrato all’Alto Ufficiale alcune opere conservate nel Centro discutendo di Gioacchino da Fiore, della sua opera, del suo pensiero, nonché della pluridecennale attività del Centro.

Il Generale ha apprezzato tantissimo rimanendo entusiasta ed ha espresso ammirazione per il lavoro che il CISG svolge per la divulgazione del pensiero e delle opere del “calavrese Abate Giovacchino, di spirito profetico dotato”.

Infine, il Generale Riccardo Galletta si è complimentato con il Presidente Succurro per la missione che tutto il Centro Gioachimita porta avanti con dedizione ed impegno.

SGF IN PIAZZA