Governo e M5S – Adesso, però, non esagerate!

m5s-675[1]Si facciano i dovuti distinguo da persone intelligenti!

Un conto è non gradire, o non condividere un accordo, o un contratto, come diavolo lo si vuol chiamare, tra M5S e PD per la formazione di un Governo, un altro conto è denigrare il M5S.

Il M5S a differenza di tutta la vecchia e nuova partitocrazia non ha ancora governato l’Italia. Andando vedendo. Vedremo!

La partitocrazia la conosciamo tutti. I risultati degli ultimi 20 anni di politica partitocratica deleteria è sotto gli occhi di tutti.

Il M5S ha diritto, in questa fase, di governare il Paese, se sarà possibile.

Noi di SGF IN PIAZZA saremmo, o meglio siamo, d’accordo per un’alleanza tra M5S e LEGA.

Ma a parte i tanti punti comuni tra M5S e LEGA, esse sono le due forze politiche che sarebbero state indicate dall’ultimo voto per un reale cambiamento dello stato delle cose in Italia. E il voto degli elettori andrebbe, eticamente e “possibilmente”, rispettato.

Inutile cercare pretesti per denigrare il M5S. Sfogatevi contro la vecchia e nuova partitocrazia che ci ha portato fino a questo punto in cui la situazione economica, sociale, politica, giovanile ed occupazionale è la peggiore in Europa. Per non parlare della legge elettorale, votata dai soliti partiti, e non certo dal M5S, che ci ha fatto ripiombare in un clima di instabilità.

Il M5S è una forza politica nuova! Peggiore, migliore della partitocrazia? Questo lo verificheremo!

Avendo, però, politicamente parlando, toccato il fondo, con la solita partitocrazia, il M5S non potrà che fare meglio.

Per il resto si accettano critiche intelligenti.

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È la corruzione la peggiore malattia della nostra Italia.

31416908_2000726556625230_1336665445389828096_n[1]“Rispettare e garantire la Costituzione significa affermare e diffondere un senso forte della legalità. La lotta alla corruzione è una delle priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello ormai non più accettabile”.

Ricordo questo passaggio, per me il più importante, nel discorso di insediamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2015.

La corruzione infatti, è la peggiore malattia della nostra società.

Spesso e volentieri noi cittadini ci indigniamo per i costi del Quirinale e del Parlamento; ci indigniamo per i costi degli alti stipendi dei parlamentari, per i costi delle auto blu, per i costi dei manager pubblici e per i costi dei privilegi di cui godono nel campo dei trasporti gli amministratori pubblici, ma quasi mai, come contribuenti, ci indigniamo per la corruzione e per tutto quello che ci costa.

Ho sempre pensato, in fondo, che gli amministratori pubblici debbano essere pagati bene, anche per sottrarli alle tentazioni. Ma proprio per questo se sgarrano, se rubano, ci vogliono pene certe.

Altrimenti, come dice Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, il rischio è talmente aleatorio che vale la candela della possibilità di arricchimenti enormi.

Certamente le pensioni d’oro, gli alti stipendi, le auto blu, irritano i cittadini, per la loro evidenza, ma sono una bazzecola rispetto a quanto ci costa la corruzione, i cui danni sono più sotterranei e meno visibili, ma ben più devastanti.

Se oggi l’enorme debito pubblico che abbiamo ci mette in difficoltà per la crescita economica, e ci mette in difficoltà soprattutto nei rapporti con l’Europa, non è certo per il costo delle auto blu, ma a causa dei costi della corruzione che contribuiscono notevolmente ad aumentare il debito pubblico.

(Secondo il report del 2017 di Transparency International , l’Italia è il terzo Paese più corrotto in Europa. Il nostro Paese si trova al 66esimo posto su 176, ma il dato più allarmante è che in Europa solo Grecia e Bulgaria fanno peggio).

È stato calcolato che la corruzione della prima Tangentopoli ci è costata la bellezza di 630 miliardi delle vecchie lire. Il costo della corruzione degli ultimi quasi 25 anni che corrono dal 1994 ad oggi, non è stato ancora calcolato.

Ma il danno non è solo economico. Ancora più grave è quello sociale, ma, soprattutto, quello morale.

La corruzione della classe dirigente, discendendo giù per i rami, è diventata, ormai, un’epidemia che coinvolge l’intera popolazione.

Se l’esempio che viene dall’alto è questo, potrebbe dire una persona normale, perché proprio io dovrei essere l’unico cretino? E questo rompe la fiducia fra di noi e, con essa, quel senso della comunità cui giustamente, quanto illusoriamente, il Presidente della Repubblica si richiamò nel suo discorso di insediamento.

Che senso della comunità posso avere quando non so mai se chi mi sta di fronte è una persona perbene o un mascalzone, o un furbacchione?

Si, perché, oggi, le Istituzioni, quelle che, secondo il Presidente Mattarella, dovremmo rispettare, sono piene di mascalzoni e furbacchioni, e molti di essi vengono addirittura premiati.

È l’apoteosi delle mascalzonate e della furbizia, due dei mali endemici, insieme alla retorica, di questa nostra povera Italia. E non ci potrà mai essere di consolazione il fatto che anche il più furbo dei furbi alla fine trova uno più furbo di lui, che lo gabba, che lo frega, che lo beffa.

Perché la sostanza, alla fine, non cambia. Anzi peggiora.

Pietro Giovanni Spadafora

GOVERNO: “Dialogo avviato”.

31351446_1999278500103369_5643833158634831872_n[1]Di Maio propone un “contratto” al Pd dimenticando Banca Etruria, Mafia Capitale, Consip, il Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016, Jobs Act, Abrogazione art. 18 sul lavoro, la riformaccia della Scuola, ecc, ecc.

Ah, dimenticavamo, la legge Fornero!

Con la legge Fornero, in Italia si va in pensione in media 4 anni più tardi del resto d’Europa (66 anni e 7 mesi) e dal 2019 scatterà quota 67, contro i 65 della Germania (che a 67 arriverà nel 2030, 11 anni dopo di noi) e i 60 della Francia.

Ricordiamo che a gennaio scorso Di Maio diceva sulla legge Fornero: “Va abolita non solo per chi deve andare in pensione, ma per tutti i giovani”.

Oggi non esiste più traccia nei 10 punti programmatici del M5S.

Ma ritorniamo al “contratto”. Un contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, in questo caso, un governo. O no?

Allora se è un contratto le parti possono essere chiunque, non ha importanza chi esse siano, di quale colore politico esse siano e da chi esse siano rappresentate. Hanno importanza gli elementi che si scrivono nel contratto, cosa si vuole fare e quali programmi si vogliono realizzare. O no?

Quindi potrebbe andare bene anche un contratto con il Centrodestra. Sì, perché un contratto è un contratto. In un contratto per un governo non si guardano le parti in modo discriminatorio ma gli elementi che lo costituiscono. O no?

Allora perché sì con il PD e no con il Centrodestra?

Ricordiamo che il Centrodestra è stato votato dalla maggioranza degli italiani , mentre il PD, la sua politica e i suoi provvedimenti legislativi, sono stati bocciati dagli italiani.

C’è qualcosa che non ci quadra!

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DURA LEX, SED LEX, ma la lentezza della giustizia arreca non pochi danni ai cittadini.

31301585_1998333380197881_7347444679761199104_n[1]Dura lex, sed lex “La legge è dura, ma è legge”, diceva Socrate, un invito a rispettare la legge anche nei casi in cui è più rigida e rigorosa.

Cicerone diceva, invece: “Summum ius, summa iniuria” il cui significato letterale è “Somma giustizia è somma ingiustizia”, volendo dire che spesso l’uso rigoroso e indiscriminato di un diritto o l’applicazione rigida di una norma può diventare anche un’ingiustizia.

Ma in Italia, quello se la giustizia debba essere rapida, col rischio però d’esser a volte ingiusta, o se debba procedere con i piedi di piombo cercando di ridurre al minimo i margini di errore, è un vecchio dilemma.

I romani, che erano pragmatici, lo risolsero nel primo senso ed ebbero un diritto veloce ed efficiente che costituisce, ancora oggi, per la sua praticità, l’ossatura dei sistemi giuridici del mondo occidentale.

I bizantini, invece, erano di diverso avviso e costruirono un sistema teoricamente perfetto, con un meccanismo di garanzie e di correzioni tale da rendere l’errore quasi impossibile, ma così lento, faticoso, minuzioso, da essere inservibile.

Noi italiani che dovevamo essere gli eredi naturali del diritto romano, abbiamo preso invece da quello bizantino e lo abbiamo aggravato con la solita inefficienza all’italiana.

In Italia, tutto il sistema di garanzie e controgaranzie di infiniti gradi di giudizio e di revisioni, messo in piedi per tutelare il cittadino da possibili errori giudiziari, il quale senza dubbio è un sistema positivo, finisce poi, a causa di una serie di problemi di inefficienza, lentezza e mancanza di uomini e mezzi, per abbattersi su di lui come una mannaia, economica, sociale e morale, perché lo costringe ad aspettare per anni, spesso in stato di detenzione, un verdetto che non arriva mai.

Tutto ciò, fa emergere, grottescamente, quello che è il problema di fondo, di sempre, della giustizia italiana, la sua esasperante e inammissibile lentezza.

Certo, i palazzi di giustizia, i tribunali, e i magistrati non hanno nessuna particolare colpa o responsabilità. Ma è colpa dell’endemica lentezza della Giustizia italiana, civile e penale, dovuta alla farraginosità e al bizantinismo delle leggi e alle “SCARSISSIME RISORSE RISERVATE” a questo settore fondamentale per il convivere civile.

È assolutamente necessario, quando sarà, che il nuovo governo destini i fondi, gli uomini e i mezzi necessari al settore giustizia italiano, attuando, contestualmente, una vera riforma che svincoli i codici di procedura dal formalismo di diritto bizantino e torni alla efficacia, alla rapidità di quello romano. Per il bene di tutti i cittadini.

Pietro Giovanni Spadafora

Un premio e una manifestazione prestigiosi.

31250690_6091177683005_5568825514770038784_n.png[1]De Bortoli, Ferrario e Gratteri finalisti al Premio “Caccuri”

L’evento si terrà il 10 agosto nella località della Sila crotonese. I tre saggi saranno votati da una giuria popolare e da una nazionale.

Ferruccio de Bortoli con “Poteri forti (o quasi)” (La nave di Teseo), Tiziana Ferrario con “Orgoglio e pregiudizi” (Chiarelettere) e Nicola Gratteri e Antonio Nicaso con “Fiumi d’oro. Come la ‘ndrangheta investe i soldi della cocaina nell’economia legale” (Mondadori) sono i finalisti del Premio Letterario Caccuri che sarà consegnato il 10 agosto in Calabria a Caccuri, località della Sila crotonese.
Il prestigioso riconoscimento, promosso dall’accademia dei Caccuriani, consiste in un premio in danaro (anche per gli altri due finalisti) oltre che nella Torre d’argento forgiata dal maestro orafo Michele Affidato. Il coraggio delle donne e la battaglia contro la discriminazione, i retroscena del potere e il giornalismo come strumento di analisi sociale e la legalità sono i temi principali dell’edizione 2018.
I tre i saggi, selezionati da un comitato scientifico presieduto dallo storico Giordano Bruno Guerri, saranno votati da una giuria popolare e da una nazionale, composte in totale da 110 giurati (30 i nazionali e 80 gli accademici).
Il palmares delle precedenti edizioni annovera Pino Aprile, Roberto Napoletano, Barbara Serra, Claudio Martelli, Gianluigi Nuzzi e Antonio Padellaro. Si attribuiscono inoltre riconoscimenti speciali per la
narrativa, il giornalismo, la musica, l’economia e, più in generale, l’entertainment. Non soggetto a voto delle due Giurie il Premio speciale Alessandro Salem attribuito ai talenti del Paese e assegnato nelle precedenti edizioni a Paolo Mieli, Carmen Lasorella, Antonio Azzalini e Michele Placido.

Fonte www.corrieredellacalabria.it

Governo

31369630_1997396523624900_3614117767294222336_n[1]Chiamatelo come volete: contratto, accordo, inciucio, alleanza, intesa, compromesso, patto, concordanza, consonanza, sinfonia, armonia e così via, la sostanza non cambia. Non prendiamoci in giro! Non facciamo finta di niente!

Ma il punto, per intenderci, è un altro.

Come è possibile che due soggetti politici, che fino a ieri si sono solo scannati per opposte visioni del futuro del Paese, con un’idea di programma e provvedimenti diversissimi, possano realizzare una politica per il bene comune e di cambiamento?

A chi servirebbe un cosiddetto contratto del genere?

Non certo ai tanti milioni di elettori e ai cittadini italiani tutti che auspicano un vero cambiamento!

BLOG SGF IN PIAZZA

Formazione Governo: diteci che è una barzelletta!

31172303_1996447807053105_6740368687607316480_n[1]A parte che non si possono tarpare le ali ad un confronto in corso, anche se estenuante, tra più soggetti politici per la formazione di un governo (in Germania hanno impiegato 6 mesi), questo mandato mirato, che ha il sapore di un’ispirazione, di un suggerimento, di un’indicazione ben precisa, non è altro che un’indebita forzatura.

Addirittura quelli del PD fanno anche i preziosi. Questo ovviamente per alzare la posta.

La necessità di dare un governo agli italiani non significa dargli per forza un pessimo governo.

Ma come si fa a mettersi nelle mani di un determinato soggetto politico?

Un’ intesa fra M5S e PD, che per altro in 5 anni il movimento ha combattuto in ogni modo, sarebbe l’inizio, secondo noi, della fine del M5S.

Bisogna tenere conto, soprattutto, dell’indicazione dell’elettorato. E certamente non è stata quella di un’intesa M5S-PD.

Una tale intesa sarebbe un tradimento nei confronti di tanti elettori italiani; un tradimento nei confronti di imprenditori, pensionati, professionisti, giovani, famiglie ecc.; significherebbe stravolgere il programma del M5S; non sarebbe il vero cambiamento richiesto dalla gente; significherebbe rinnegare lo spirito e i principi fondanti del M5S; significherebbe incistarsi ed omologarsi nel sistema che il M5S, da quando è nato, ha sempre combattuto; significherebbe… tante altre cose.

Se non va bene il centrodestra, perché dovrebbe andare bene il PD? Cosa è cambiato nel PD rispetto all’altro ieri?

È proprio necessario fare un governo?

A questo punto che se lo facciano gli altri, insieme a Mattarella!

Il M5S potrebbe sempre fare un’ottima opposizione.

Non possiamo non pensare più!

Grillooo! Dove sei?

Redazionale – BLOG SGF IN PIAZZA

Sanità – M5S e Ospedale di San Giovanni in Fiore

1416466215312.JPG--[1]Un grande plauso va ai portavoce parlamentari calabresi del M5S Francesco Sapia, Elisa Scutellà, Francesco Forciniti e Rosa Silvana Abate, per l’impegno profuso per gli Ospedali di Trebisacce e Praia a Mare, ottenendo, da parte del Commissario Scura la garanzia della riapertura, entro quest’anno, degli stessi, come “Ospedali Generali”.

Questo è quanto si verifica quando un territorio è adeguatamente coperto con la rappresentanza politica per poter lottare contro ogni ingiustizia sociale.

Mi auguro che i suddetti portavoce, appena possibile, profondano lo stesso impegno per l’Ospedale di San Giovanni in Fiore il quale, ormai, non garantisce più i cosiddetti LEA.

Ricordo che la popolazione della mia Città, quella di San Giovanni in Fiore, è maggiore delle popolazioni di Trebisacce e Praia a Mare messe insieme.

Inoltre ribadisco che il territorio della Città di San Giovanni in Fiore è un territorio montano, con inverni nevosi, lunghi e rigidi, e situato ad una altitudine di oltre mille metri slm, caratteristiche queste, che arrecano non pochi disagi a tutta la popolazione.

Voglio ricordare, altresì, che l’elettorato di San Giovanni in Fiore ha contribuito alla vittoria, nonché alla elezione di tanti portavoce calabresi del M5S, con circa cinquemila voti, facendo diventare, contestualmente, lo stesso M5S, prima forza politica della comunità sangiovannese.

A prescindere, comunque, da quest’ultima considerazione, sono convinto che i portavoce del M5S calabrese sapranno rappresentare e portare avanti tutte le istanze e le esigenze dell’intero territorio calabro, con la stessa tenacia e determinazione.

Buon lavoro!

Pietro Giovanni Spadafora

Attivista Meetup San Giovanni in Fiore in MoVimento

https://www.corrieredellacalabria.it/…/137949-scura-al-m5s…/