Archivio mensile:ottobre 2023
INTERVISTA A “LA STAMPA”
Quel che rimane della legge di bilancio, consumata dalle varie bozze, «è una pioggia di nuove tasse, con un attacco a pensioni e casa». Secondo Giuseppe Conte, averla blindata con lo stop agli emendamenti di maggioranza è «un segno di debolezza, di timore di una conflittualità interna». Il presidente del Movimento 5 stelle contesta praticamente ogni tassello della manovra, a cominciare dall’intervento sulle pensioni: «L’ennesimo tradimento: persino Fornero si è stupita, perché il trio Meloni-Salvini-Tajani è stato più duro di lei». Poi la sanità, a cui sarà dedicato il primo emendamento M5S, perché «il governo la sta trasformando in un bene di lusso, lisciando il pelo agli imprenditori delle cliniche private». Temi su cui c’è possibilità di convergere con le altre opposizioni: «L’11 novembre andrò nella piazza del Pd e proveremo a fare sinergie nelle Regioni e nei Comuni».
Per l’11 novembre, se non altro, avremo il testo definitivo della manovra, no?
«E pensare che il 16 ottobre, approvando la legge di bilancio in Cdm in un’ora, Giorgia Meloni aveva provato a offrire un’immagine edulcorata di coesione tra le forze di maggioranza. Poi sono passate due settimane, durante le quali sono volati stracci di ogni tipo e su ogni tema. Una conflittualità scatenata dal fatto che ciascun partito è stato costretto a rinunciare alle proprie mirabolanti promesse elettorali».
Ora, per evitare altri problemi, non presenteranno emendamenti di maggioranza.
«La blindatura è un chiaro segno di debolezza, temono di non saper gestire la dialettica parlamentare tra loro, prima ancora che con le opposizioni. Mi stupisco che Salvini e Tajani si facciano mettere i piedi in testa e subiscano il diktat sugli emendamenti per “rassicurare i mercati”, come dice il capogruppo di FdI Foti
Voi, invece, state preparando i vostri emendamenti: quale sarà il primo del Movimento a firma Conte?
«Sulla sanità, che con questo governo diventerà un bene di lusso e non più un diritto garantito dalla Costituzione. Stanno correndo a fari spenti nella notte, la stanno affondando e, intanto, lisciano il pelo agli imprenditori delle cliniche private, a cui regalano 2 miliardi nei prossimi anni. La strada dei tagli in sanità porta alla prospettiva della privatizzazione di tutto, anche delle sale operatorie: una follia. Costerebbe molto meno assumere medici e infermieri, mentre si preferisce puntare su straordinari e “gettonisti”».
Medici penalizzati anche sul fronte delle pensioni, con tagli pesanti ai loro futuri assegni previdenziali…
«Si fa cassa su 700mila dipendenti pubblici, tra cui medici, infermieri e insegnanti, esaltati a parole e puniti nei fatti. Quello che stanno facendo nel comparto pensioni è una vergogna: meno flessibilità in uscita, Opzione donna diventa sempre più “discriminazione donna” e Quota 103 è un fallimento, lo dicono i numeri dell’Inps (poco più di 5mila lavoratori usciti nel 2023). Con il taglio delle rivalutazioni si colpiscono ancora pensioni tutt’altro che d’oro, 4 o 5 volte la minima. Persino Fornero dice che il trio Meloni-Salvini-Tajani è stato più duro di lei».
In compenso, Forza Italia ha salvaguardato i proprietari di casa, limitando l’intervento sulla cedolare secca per gli affitti brevi, no?
«Non direi, quella che va delineandosi sulla casa è una sorta di patrimoniale: c’è un aumento delle tasse sulla vendita di case ristrutturate, quello della cedolare secca sugli affitti brevi, dal secondo in poi, e non c’è nessun intervento sul caro mutui. Senza dimenticare la tassa sulle auto, con il caro benzina e il mancato taglio delle accise, e l’aumento dell’Iva su prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile».
Aggiungo la riduzione delle agevolazioni fiscali per il rientro in Italia dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Che ne pensa?
«Una tassa antipatriottica, un paradosso per un governo nazionalista: hanno fatto raddoppiare gli sbarchi dei migranti, che arrivano più facilmente, e rendono più complicato e penalizzante il ritorno in Italia dei nostri giovani talenti».
Dalle tasse alla sanità, i motivi di protesta non mancano: parteciperete alla piazza del Pd dell’11 novembre?
«Lo scorso giugno Elly Schlein ha portato il saluto suo e del Pd al nostro corteo contro la precarietà, nonostante tra i dem ci siano ancora alcuni nostalgici del Jobs Act di Renzi. Mi farà piacere ricambiare questo sostegno, andando nella loro piazza l’11 novembre, per contestare insieme le politiche di questo governo».
Dopo la bella vittoria del campo progressista a Foggia, dove saranno le prossime alleanze elettorali? In Sardegna?
«In Sardegna il lavoro è già ben avviato, anche in Abruzzo c’è un laboratorio in corso, ma proveremo a fare sinergia in quante più realtà territoriali sarà possibile. Purché ci sia l’obiettivo di realizzare un chiaro programma politico, restituendo Regioni e Comuni ad amministratori onesti e virtuosi».
Con Schlein avete discusso a distanza sulla differenza tra chiedere una “pausa umanitaria” o un “cessate il fuoco” a Gaza. La segretaria Pd dice che sono sottigliezze. Lei?
«Io porrei la domanda alle famiglie palestinesi, che non hanno nulla a che vedere con Hamas e sono sotto le bombe, private di acqua e corrente elettrica, costrette a scappare. Ricordo che il M5S è stata l’unica forza politica che al Parlamento europeo ha votato compattamente per un cessate il fuoco immediato a Gaza»
Il governo italiano è stato troppo timido? Voi avete molto criticato la scelta di astenersi sulla risoluzione Onu per una tregua umanitaria…
«Guardi, dal primo giorno che si è insediata a Palazzo Chigi, Meloni ha abbandonato il patriottismo nazionalista, per abbracciare un turbo atlantismo del tutto acritico, prima sull’Ucraina e ora su Gaza. La stessa Unione europea ha mostrato una carenza di leadership politica, mentre avrebbe bisogno di leader coraggiosi, che spingano per il cessate il fuoco e convincano Israele a interrompere questa catastrofe umanitaria e a ripiegare su azioni mirate contro Hamas».
C’è la guerra di Gaza, c’è la legge di bilancio, ma il governo fa riunioni sulla riforma Costituzionale della ministra Casellati.
«È incredibile che il governo usi quest’arma di distrazione di massa, rispetto a una manovra di tagli e tasse. Ma, più del metodo, preoccupa il merito: si preannuncia un accrocco costituzionale, con interventi a cuor leggero su equilibri delicati, spacciando l’avventurismo per riformismo».
CALABRIA E DINTORNI: la positività di una risposta politica che non c’è. Anzi!
Premettiamo che governare un territorio, una regione, nonché un comune, non è cosa facile.
Narrare, oggi, però, a partire da San Giovanni in Fiore, passando per Cosenza, Catanzaro e Reggio, che in questi due ultimi anni la politica abbia dato delle risposte, che si sia invertita la tendenza, riportando risultati positivi e tangibili in tutti i settori, significa essere fuori dalla realtà, o mistificare, o anche sottovalutare l’intelligenza dei cittadini calabresi come se avessero tutti l’anello al naso.
La realtà che si tocca, che si vede, che si discute, insomma che è tangibile, è una realtà aggravata, una realtà diversa da quella che si narra e, forse, da quella che si vorrebbe i cittadini calabresi percepissero!
Basta dare un’occhiata alla sanità, agli inesistenti ospedali nei territori (Ci mancava pure la messa al bando della terapia intensiva pediatrica all’Ospedale di Cosenza, fatto gravissimo!), alla scuola (Vedasi dimensionamento con tutti i danni relativi!), alle infrastrutture, alla viabilità cittadine, provinciali e regionale, al trasporto, al lavoro che per tanti giovani, e non solo, è inesistente, all’ambiente (Vedasi discariche, depuratori, fiumi e mare!), per non parlare di una serie di tanti altri diritti che ai cittadini calabresi, sebbene garantiti dalla nostra Carta Costituzionale, vengono, ogni giorno, negati!
E allora, come dice il Presidente del M5S, Giuseppe Conte, al Governo nazionale,
USCITE DALLA PROPAGANDA ED ENTRATE NELLA REALTÀ!
TUTTE LE GUERRE FANNO SEMPRE E SEMPRE PIÙ SCHIFO!
SGF – UNA STORIELLA SEMPLICE.
Di Pietro Giovanni Spadafora
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Questa mattina, verso le ore 11,30, mi sono dovuto recare presso la pubblica scuola superiore del Liceo Classico di San Giovanni in Fiore per eseguire una commissione.
Con mia imprevista e inaspettata sorpresa mi sono trovato, tutto d’un colpo, nel bel mezzo del parcheggio e dell’ingresso principale di tale pubblica scuola disseminati di enormi crateri. (Vedasi foto fresche fresche allegate!)
Un serio pericolo per dirigenti, docenti, studenti e cittadini, nonché un’assoluta e sfacciata mancanza di decoro e di rispetto nei confronti della comunità tutta!
Informandomi da altro cittadino che si stava recando anche lui presso tale pubblico istituto scolastico, ha asserito che tali indecorose “fosse” sono lì da tantissimi mesi.
Com’è possibile che nessuno li abbia mai segnalate?
Auspico che chi di competenza, ad ogni livello, intervenga immediatamente per porre fine a tale pubblico inconveniente!
È un’INDECENZA!
Eppure in questa nostra comunità arrivano, quotidianamente, migliaia e milioni di euro, ora per questo, ora per quell’altro.
Adesso qualcuno dica pure che sono un ODIATORE!
SGF – LAVORATORI PRECARI LEGGE 15: al momento nulla di concreto sotto il sole!
ETICA E MORALE: gli avversari politici non sono ODIATORI!
LA POLITICA DELETERIA DEL GOVERNO MELONI.
LINK:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/11/inflazione
Psi San Giovanni in fiore
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
PSI SAN GIOVANNI IN FIORE
D I S O C C U P A Z I O N E: una BRUTTA BESTIA!
Per chi un lavoro non ce l’ha diventa tutto negativo.
Per chi non ha un minimo di reddito, per chi non ha nulla, la disoccupazione diventa una BRUTTA BESTIA.
La disoccupazione oltre ad essere deleteria per una comunità sotto gli aspetti economici e dei servizi, è, soprattutto, deleteria per l’individuo, la sua famiglia, i suoi figli, amici e parenti.
La disoccupazione colpisce non solo la dimensione professionale ma anche quella psicologica ed esistenziale dell’individuo. Senza lavoro infatti la persona perde non solo la possibilità di fare progetti per il futuro, grazie alla sicurezza di un reddito, ma anche e soprattutto, perde il proprio ruolo sociale e la propria identità.
La relazione tra lavoro e dignità è riconosciuta da tempo.
La disoccupazione infatti può essere intesa come una vera esperienza di deprivazione e come tale può comportare serie conseguenze nell’individuo: dall’aumento del senso di inferiorità ed impotenza, alla perdita dell’autostima. I DISOCCUPATI, I DIMENTICATI a poco a poco perdono la fiducia in primis in sé stessi e successivamente anche negli altri, nella società e nel futuro.
Sentimenti di frustrazione, senso di colpa e inutilità possono combinarsi con vissuti di vergogna e rassegnazione, determinando sintomi depressivi di varia intensità fino ad arrivare a una depressione vera e propria.
È necessario dunque fornire innanzitutto uno spazio psicologico e relazionale di ascolto, DA PARTE DELLE VARIE PUBBLICHE ISTITUZIONI, in cui le persone possano scoprire di non essere sole a sperimentare un certo malessere, aiutandole quindi a superare gli stereotipi legati all’essere disoccupati. È inoltre fondamentale attivare la proattività; ossia favorire il recupero delle risorse personali e un livello di motivazione sufficiente per far ripartire la persona nella ricerca o nella creazione di un nuovo spazio lavorativo.
Pertanto è fondamentale che il lavoro venga considerato non semplicemente come strumento di sopravvivenza ma bensì come una modalità in grado di assolvere a tutta una serie di funzioni di stampo psicologico come l’autoaffermazione, il riconoscimento e la gratificazione personale, poiché quando il lavoro manca si impoverisce l’identità della persona.