Di San Giovanni in Fiore in Movimento
Da leggere sino in fondo per comprendere meglio la manovra economica dell’attuale Governo.
Presidente Conte, per lei tutto quello che fa Meloni è senza coraggio. Per la premier invece la legge di Bilancio è «seria e realistica».
«Non è così purtroppo. È una manovra che ignora i problemi reali, il caro-vita, il caro-benzina e l’impennata delle rate dei mutui».
Non è un problema di soldi, più che di coraggio?
«È proprio il coraggio che manca, perché l’Italia era in corsa e questo governo ha ingranato la retromarcia. La situazione è aggravata dagli slogan con cui Meloni prende in giro gli italiani su sanità, cuneo fiscale, asili e pensioni».
In un quadro internazionale drammatico, con le guerre e l’inflazione, è proprio sicuro che lei avrebbe fatto meglio?
«La mia prima manovra era pari a 47 miliardi, nessuno ha fatto altrettanto. Poi mi sono trovato a operare in condizioni di eccezionalità assoluta, con una pandemia che ha provocato la più grande crisi dal Dopoguerra. Ma anche in quel contesto abbiamo messo in campo misure dirompenti e coraggiose, dai ristori al blocco dei licenziamenti, alle garanzie statali alle imprese».
Ma c’era la pandemia…
«Grazie anche al Superbonus, che Meloni usa come alibi, abbiamo risollevato l’Italia con un più 12% di Pil in due anni. Durante la nostra crisi più buia sono andato in Europa e ho riportato 209 miliardi, invece Meloni va in giro per il mondo ad accreditare se stessa nei consessi internazionali e a dire “signorsì” a chi vuole armi a oltranza in Ucraina».
Non si è accorto che la linea è cambiata? Anche Crosetto ha detto che gli aiuti a Kiev non sono illimitati.
«Crosetto avrebbe dovuto da tempo convincere Meloni a imprimere una svolta per i negoziati di pace, visto che la strategia dell’escalation militare non offriva vie d’uscita. Anzi, il fallimento di questa strategia sta comportando un diffuso disimpegno militare del fronte occidentale e il prezzo più grande lo pagherà la popolazione ucraina».
La strage all’ospedale di Gaza rischia di innescare un’escalation?
«Una strage che ci lascia senza parole. La comunità internazionale non può restare a guardare, nessuno può pensare di sospendere il diritto umanitario. Giù le mani da bambini, civili e ospedali».
Il sostegno del M5S a Israele è senza se e senza ma, o la vostra posizione sul conflitto è ambigua?
«È chiarissima, non ci sono ambiguità. Abbiamo condannato senza se e senza ma l’attacco di Hamas. Però abbiamo anche da subito chiarito che la reazione di Israele, che pure ha diritto a difendersi, non può calpestare le norme del diritto internazionale umanitario».
Per mettere fine al conflitto innescato dagli orribili attacchi di Hamas, l’Italia può giocare un ruolo?
«L’Italia ha le carte in regola e la sensibilità diplomatica per esprimere la sua tradizionale capacità di dialogo. Purtroppo è questo governo che non la rende all’altezza del compito, come ha già dimostrato in Tunisia e sui negoziati Ue per l’immigrazione».
La battaglia per il salario minimo l’ha vinta la destra, grazie allo stop di Brunetta?
«No, la battaglia non finisce qui. Noi continueremo a portare in Aula e fuori la voce dei cittadini e di quei 3,6 milioni di lavoratori con stipendi da fame. Ma è avvilente che una premier non abbia il coraggio di metterci la faccia fino in fondo e debba fuggire a nascondersi dietro un altro ente, come ha fatto la Meloni con il Cnel».
Sbaglia la premier anche quando vi accusa di «bugie» sui fondi alla sanità?
«Meloni opera come il baro del gioco delle tre carte, la verità è che la quota di investimenti va misurata in base al Pil, non in valore assoluto, quindi questo governo sottrae 18 miliardi. Con il mio arrivammo oltre il 7% in linea con la Ue, mentre Meloni ci vuole riportare al 6,4% nel 2024, ai livelli pre-pandemia. Anche l’annuncio sulle liste d’attesa è un bluff. Per il sindacato dei medici, non si abbattono le liste chiedendo gli straordinari a un personale stremato».
In Parlamento la manovra sarà blindata. Che ne pensa?
«Stanno brutalizzando le prerogative del Parlamento. E così, dopo la crescita zero e dopo zero euro in più ai lavoratori, abbiamo anche il Parlamento zero».
Zero euro? Meloni dice «100 euro in busta paga».
«È stata costretta a prorogare il taglio del cuneo fiscale programmato da me e poi da Draghi, ma non lo ha reso strutturale. Ha fatto credere che i lavoratori avranno 100 euro in busta paga e questo è un altro bluff. Per non parlare dello spot sugli asili nido».
Parliamone. Perché spot?
«Hanno dato una notizia falsa e sono stati costretti a smentirla. Un metodo che si rivelerà un boomerang».
La stretta sulle pensioni a quota 104 è la sconfitta di Salvini, che voleva il superamento della legge Fornero?
«Vengono meno a tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Per le pensioni minime, che volevano portare a mille euro, non c’è quasi nulla. Opzione donna è cancellata, l’Ape sociale diventa più restrittiva e quota 103 sparisce sostituita da quota 104».
Fino a quando il campo largo con il Pd le farà venire l’orticaria?
«Al M5S non interessano campi larghi, ma progetti seri e utili per i cittadini. Preferiamo parlare di campo giusto».