MAGISTRATURA: le espressioni, i termini e le varie filosofie per delegittimarla.

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Diversi sono i termini truffaldini, nonché narrazioni e filosofie varie usati da certo giornalismo, mass media, politici e soggetti vari con campagne stampa mirate a delegittimare la Magistratura.

Una sorta di linguaggio viene usato di continuo con espressioni prive di senso e deformi tendenti a travisare la realtà dei fatti che ossessivamente ripetute infiltrano la mente dei cittadini come se fossero logiche e vere.

Così facendo, ovvio, si crea un certo clima di ostilità nei confronti dei giudici e della Magistratura.

In sintesi, qui di seguito, abbiamo voluto elencare, per spiegarci meglio, alcuni termini ed espressioni truffaldini usati volutamente dagli addetti ai lavori che, il più delle volte, influenzano la collettività perché spesso, involontariamente, distratta o inconsapevole.

(L’enorme potere dei giudici)

Applicare la legge, costituzionalmente prevista, non è un enorme potere dei giudici, ma è un loro dovere, è la loro funzione. Comunque sia, definire un enorme potere solo quello dei giudici, della Magistratura, rispetto agli altri due previsti: legislativo ed esecutivo, fa sempre un certo effetto, e fa comodo, certamente, ad un certo tipo di persone.

( Abuso distorto della custodia cautelare)

Secondo diversi politicanti, corrotti, giornalisti e mass media pennivendoli, i giudici utilizzerebbero la custodia cautelare, nelle diverse forme, per rovinare carriere politiche, far confessare gli indagati e accusare altri. Falso, non è cosi! Qualcuno ricorderà un qualche giudice che disse : “Noi non li arrestiamo perché confessino. Noi li arrestiamo e molti confessano”. È chiaro che la differenza è fortemente sostanziale. Certo, poi se uno, dopo essere stato arrestato confessa e viene liberato, è perché non c’è più pericolo di fuga, o di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Questo, però, non significa che è innocente, come tanti vorrebbero far capire accusando di cattiveria i giudici, e il giusto processo, previsto dalla legge, nei suoi confronti continua. Magari per tutti i tre gradi di giudizio previsti fino a sentenza definitiva.

(Giustizia ad orologeria)

Altra espressione truffaldina. La giustizia ad orologeria non esiste. La Magistratura non fa politica o sceglie i tempi della giustizia che ad essa fanno comodo. Esistono i tempi della giustizia in base alla legge ed alle procedure. Questa espressione, se si ci fa caso, è anche socialmente iniqua, fuorviante e razzista.

Quando la giustizia arriva per certuni si grida subito alla giustizia ad orologeria.

Da questa espressione si ricava, infatti, che politici, dirigenti, potentati e ricchi vanno lasciati in pace, anche se farabutti e ladroni, mentre dei poveri cittadini si può fare ciò che si vuole in ogni momento. Nessuno dice mai niente. Ma per fortuna la Magistratura, in ogni caso, applica semplicemente la legge.

(Urgente riforma della giustizia)

Di sicuro, nessuno lo nega, anche la Magistratura non lo nega, e per ciò andrebbe aiutata dalle istituzioni preposte e dalla stessa politica, esiste un’aberrante lentezza delle procedure penali e civili, con conseguenti varie distorsioni. Esiste una certa mancanza di tutela del segreto istruttorio e quindi di tutela dell’onorabilità di tanti cittadini che vengono coinvolti a qualsiasi titolo in delle indagini, ma non è in questo senso che tale espressione viene usata.

Oggi, sfruttando una certa ambiguità e giocando sull’equivoco per confondere la gente, la “riforma della giustizia” viene attribuita all’attività della Magistratura, dei giudici, i quali strariperebbero ed eccederebbero dai compiti che la legge assegna loro. Ma, sempre oggi, tale attribuzione, è normale, in quanto fino a qualche tempo fa la giustizia era tenuta a bada dai potenti, era soffocata dai potenti, per proteggere loro stessi. La giustizia doveva esistere solo per i poveracci. Non necessitava di alcuna riforma. Per fortuna, da qualche decennio, grazie all’apprezzamento e alla fiducia dei cittadini nei suoi confronti, la Magistratura ha preso più coraggio ad applicare la legge com’è suo dovere.

(Giustizialismo)

Il giustizialismo si ha quando si verifica una rivoluzione o altro sommovimento in cui si generalizza eccessivamente facendo di ogni erba un fascio, ed il popolo, o altro potere costituitosi non democraticamente, infligge le pene a suo piacimento ed arbitrio a coloro che considera responsabili. Ma in un Paese civile e democratico qual è il nostro, l’applicazione della legge, per la contraddizione che non consente, non può mai essere “giustizialismo”. È semplicemente giustizia. In diversi casi i giustizialisti non sono i giudici come si vuol fare credere, ma semmai sono una certa stampa e tanti giornali che si accaniscono sulle persone indagate, e magari, poi, cambiando idea, per convenienza, spesso, sono la stessa stampa e gli stessi giornali che gridano al giustizialismo della Magistratura.

(Garantismo)

È il massimo, o se preferite, il “Top”, di tutte le parole truffa. Con tale termine si intende un’applicazione della legge che non violi i diritti dell’indagato. Ma non esiste un’applicazione della legge garantista e una non garantista. Esiste l’applicazione della legge. Punto! E se si violano i diritti di un indagato, non si viola il “garantismo”, che non esiste, ma la legge. Ed è per questo che nel nostro ordinamento giudiziario e in un Paese civile qual è sempre l’Italia, esistono tre gradi di giudizio ed altri organismi di controllo. E anche e proprio perché l’errore, nonché la corruzione, sono insiti nell’uomo. Tuttavia è chiaro che ognuno è libero di non condividere una sentenza in base alla propria coscienza, conoscenze dei fatti e sensibilità, ma essa va rispettata, almeno in una democrazia qual è quella, sempre, italiana.

Infine è altrettanto chiaro che con certe narrazioni e filosofie varie, si vorrebbe far credere che esista un’applicazione della legge diversa da quella a cui sono obbligati e si devono attenere i giudici.
Tutto ciò, ovvio, per gettare discredito e creare profondi sentimenti di avversione nei confronti della Magistratura rendendola invisa alla popolazione.

SGF IN PIAZZA

FONTE – MASSIMO FINI (Scrittore e giornalista)

IL CLIMA DI INTIMIDAZIONE.

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Di Pietro Giovanni Spadafora

Quando nella storia politica, sociale, amministrativa, culturale, di informazione ed economica di una comunità non vi è ricordo alcuno di clima intimidatorio, minatorio e di prepotenza, nonostante non siano mai mancati la dura dialettica e gli aspri scontri, significa che la dialettica politica, in quella comunità, ha rispettato i canoni della civiltà e della democrazia.

Quando, invece, ad un certo punto il clima di intimidazione lo si promuove ed instaura, utilizzandolo come strategia aggressiva nei confronti di tanti cittadini e cittadine della comunità che hanno la sola colpa di esprimere, democraticamente e civilmente, le loro opinioni, significa che qualcosa in quella comunità è sostanzialmente cambiato. Ed è qualcosa di brutto!

Contro il dissenso e la discordanza di giudizi c’è stata in questi ultimi anni, in diverse comunità, e perdura ancora oggi, una forte concentrazione di denunce, querele e richieste di spropositati risarcimenti danni da parte del potere politico nonché da parte di tanti soggetti pubblici e privati nei confronti di tanti altri cittadini e cittadine da far accapponare la pelle.

Si usa la cosiddetta strategia SLAPP “Strategic Lawsuits against Public Participation”, ossia l’uso della legge ed il ricorso a querele per diffamazione per mettere a tacere voci critiche con la minaccia di ingenti risarcimenti.

Nessun margine di confronto politico, culturale, sociale democratico e civile pare esista più in queste nostre comunità. Comunità, queste nostre, sempre tolleranti, civili, rispettose, dialoganti e democratiche anche nei momenti più duri di lotta politica e sociale, di dissenso, di divergenza, di diatribe, di contese e di dispute anche intestine.

Oggi, nello scontro politico, in queste nostre comunità, in queste nostre realtà, solo le intimidazioni, le minacce di azioni legali, di querele, di denunce, di aggressioni e denigrazioni di ogni sorta, anche con profili falsi sui social, la fanno da padrone.

Ritengo ci sia, ormai, un brutto clima di compressione della libertà di espressione in queste nostre comunità che solo danni potrà apportare ad esse, limitandone la crescita economica, sociale, culturale e politica.

Penso, altresì, che tanti cittadini vivano un clima irrespirabile di cupezza politica e sociale, di limitazione della libertà di espressione, ma anche di propagazione della paura.

Tanti cittadini non proferiscono più parola né esternano critica o dissenso alcuni per il semplice timore di uno sviluppo deleterio del confronto o di una qualche conseguenza sfavorevole, costringendosi, relegandosi e chiudendosi così nel più assoluto, forzato e dannoso mutismo.

Un clima davvero intimidatorio che puzza di autoritarismo e di cesarismo.

Spesso mi chiedo se in queste nostre comunità tutti abbiano, ancora, oggi, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero!

Spero vivamente si reagisca, quando sarà il momento opportuno, a tale disastroso clima e nociva atmosfera per liberare, una volta per tutte, queste nostre comunità, riportandole al loro splendore democratico e di dialettica civile!

Pietro Giovanni Spadafora

P.S.
Nel momento in cui rappresentanti delle pubbliche istituzioni adoperano nei loro pubblici comunicati istituzionali aggettivi ed epiteti come invidioso, livoroso, astioso ecc. nei confronti di cittadini che esprimono semplicemente dissenso per una determinata gestione della “res publica”, o per la mancanza di pubblici servizi indispensabili, o per la non tutela di tanti disoccupati e loro famiglie, significa che siamo proprio alla frutta, ma anche al frutto del “Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura”!

SGF – SICUREZZA, VIABILITÀ E CREDIBILITÀ.

La credibilità, la trasparenza e l’informazione istituzionale di un’amministrazione comunale si misurano soprattutto nel rispondere alla cittadinanza su cose annunciate, approvate e mai eseguite, come il finanziamento (Con Milioni di euro del PNRR) e la realizzazione di alcuni importanti progetti di lavori pubblici, alimentando maggiore interesse turistico e quindi occasioni di lavoro vero.

SPORT – CICLISMO: UN EXTRATERRESTRE AL GIRO D’ITALIA 2024.

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In questo Giro d’Italia vi sono dei bravissimi e fortissimi ciclisti tra cui i nostri giovani italiani Antonio Tiberi, Lorenzo Fortunato, Filippo Ganna, Jonathan Milan e altri, ma ce n’è uno che, al momento, è UN EXTRATERRESTRE: Tadej Pogačar, un ragazzo sloveno di 25 anni.

COMPLIMENTI!

CULTURA – PREMIO STREGA: LETTERATURA E PIAZZA.

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“CREDO NELLE PIAZZE E NEL POTERE DELLA GENTE DI CAMBIARE IL DESTINO”

(Valentina Mira, giovane scrittrice e finalista premio Strega 2024)

P.S.
La votazione definitiva che proclama l’opera vincitrice avviene tradizionalmente il primo giovedì del mese di luglio nel ninfeo del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

SGF – TOPONOMASTICA, STRAVOLGIMENTI, “CANCEL CULTURE” E “DAMNATIO MEMORIAE”.

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BENE, BRAVI, BIS! GRANDI!

Finalmente è stato cambiato il nome allo slargo dove era situata la nostra cara e bellissima “STATUA DELL’ANGELO”, monumento storico e principe della nostra San Giovanni in Fiore dedicato a tutti i caduti di guerra!

ADESSO…, a quando una NUOVA INTITOLAZIONE della nostra cara e splendida PIAZZA ABATE GIOACCHINO?

Noi qualche idea ce l’avremmo:

PIAZZA SINNER;

PIAZZA CUCINOTTA;

PIAZZA SGARBI O ANCHE PIAZZA GIOACCHINO DA FELTRE.

Per il resto chiediamo a tutti voi il vostro contributo di idee e di nomi…

GRAZIE!

SGF IN PIAZZA