SPORT – CICLISMO E INGIUSTIZIE.

Di Pietro Giovanni Spadafora

Oggi ho seguito, ovvio in TV, la 14^ tappa del Tour de France ed è stato, almeno per me, ma penso per tantissimi appassionati di ciclismo, uno spettacolo davvero straordinario.

A parte i paesaggi bellissimi della campagna francese, l’agonismo, la passione, gli attacchi e i duelli tra i corridori, quello che mi ha colpito di più sono stati i volti di questi ragazzi professionisti e campioni di ciclismo.

Nei loro volti si leggeva la dura fatica, l’enorme sacrificio, gli sforzi intensi e prolungati, la stanchezza, la sofferenza, il patimento, ma anche la determinazione, l’entusiasmo, la voglia di essere protagonisti, la voglia di vincere e primeggiare che in uno sport sono gli elementi, i fattori, le qualità e le caratteristiche necessari per il successo.

Per certi aspetti, direi, con sacrifici e sforzi sovrumani.

Eppure questi ragazzi, a parte qualche ottimo ingaggio di qualche super campione, guadagnano, rispetto alla dura fatica a cui vanno incontro, delle bazzecole.

Rispetto ai calciatori, ma anche rispetto ai giocatori di basket e di altri sport, il rapporto è, a mio avviso, da uno a cento. Se un ciclista guadagna mille euro, un calciatore ne guadagna centomila di euro.

Ho fatto una piccola ricerca e nel ciclismo, al termine di ogni tappa la miglior formazione porta a casa 2.800 euro mentre il team vincitore nella graduatoria finale, per esempio al Tour de France a Parigi, incassa 50.000 euro, 30.000 euro alla seconda squadra in classifica, 20.000 euro per il terzo gradino del podio.

Invece al Giro d’Italia chi vince una tappa si porta a casa 11.010 euro, chi indossa la maglia rosa prende 2000 euro a giornata. Il vincitore del Giro d’Italia conquisterà invece, tra premi ordinari e speciali, la bellezza di 265.668 euro. Se poi si è fortunati si racimola qualcosa in più con gli sponsor.

Ecco, per me, questa, È UNA GRANDE INGIUSTIZIA!

Pietro Giovanni Spadafora