Premetto che con questa mia analisi non voglio polemizzare gratuitamente con nessuno, né voglio pormi contro qualcuno in particolare, spero, anzi, che questa mia analisi, condivisibile o meno, possa essere da stimolo per poter fare meglio, sotto tanti aspetti, nei confronti della nostra comunità. Sono anche consapevole del rischio, come mi è già capitato altre volte, che possa farmi dei nemici, si perché, come diceva Martin Luther King, per farsi dei nemici non è necessario dichiarar guerra, ma basta dire quel che si pensa. Tuttavia questi tipi di rischi non mi preoccupano.
Detto questo i furboni, ovvero le forze politiche calabresi e anche sindacali, hanno improvvisamente riscoperto che San Giovanni in Fiore è un paese con tanti problemi, soprattutto quello del lavoro, e che il gap con l’Italia e la Calabria, regione sempre più disastrata, è sempre maggiore. Sono molto sorpreso di questo improvviso interesse da parte di questi politici per il nostro paese. Tutti noi sappiamo perfettamente quanto a cuore stia la nostra comunità a questi politici, quanto siano stati attenti ai nostri problemi in tutti questi anni, quante iniziative abbiano assunto per salvaguardare il territorio e l’economia della nostra comunità.
Ci vuole davvero una enorme faccia di bronzo per organizzare un’inutile passerella di certi politici, complice anche il sindacato, con un consiglio comunale aperto presso il Polifunzionale, inventandosi un dibattito pubblico sul reddito di cittadinanza, dopo aver ridotto la nostra città in uno stato comatoso che è sotto gli occhi di tutti.
Proprio questa gente della vecchia politica, che non rappresenta più i sangiovannesi, gente eletta dalle segreterie dei partiti, e che ha fatto sì che in tutti questi anni San Giovanni in Fiore fosse dimenticata, abbandonata e lasciata sola, ora finge di discutere su come salvarla o aiutarla.
Ma dove erano questi politici e sindacalisti vari quando molti sangiovannesi lottavano per avere riconosciuta la loro dignità di lavoratori calpestata da tanti anni mortificando intere famiglie e facendo andare via tantissimi giovani?
Dov’erano quando la sanità pubblica sangiovannese veniva saccheggiata e derubata ai tanti cittadini sangiovannesi?
Dov’erano quando venivano distrutti l’agricoltura, l’artigianato, il commercio insieme a quelle poche imprese presenti nel nostro paese e che hanno dovuto chiudere, aumentando, così, nell’indifferenza generale, il numero dei disoccupati e degli inoccupati?
Dov’erano quando il nostro territorio e il nostro ambiente venivano violentati e stuprati?
La passerella falsa e strumentale di questi vecchi politici e sindacalisti, come quella avvenuta il 24 maggio scorso, non serve a niente, così come le loro dichiarazioni con le quali facevano a gara per avere una qualche visibilità, non servono a nulla. La realtà, quella vera, è che del futuro di San Giovanni in Fiore poco interessa a questa classe dirigente nonché alla politica calabresi e nazionali, né qualcuno si fa carico dei suoi annosi problemi.
Il nostro paese non ha bisogno di passerelle di questi politici, né di convegni, né di promesse con lo scopo di allargare il proprio terreno di futuri consensi elettorali. È, invece, tempo di azioni politiche concrete e realistiche se vogliamo tirar fuori da una situazione, a dir poco drammatica, il nostro paese.
Non si può dar retta alle chiacchiere di questi politici che, se oggi sono in maggioranza, ieri erano comunque in opposizione e viceversa. Essi non possono essere più credibili!
Come poco risoluti e poco intraprendenti sono i nostri amministratori locali sangiovannesi, i nostri vecchi partiti locali sangiovannesi.
Qui nel nostro Comune abbiamo un’opposizione assente, tanto incapace quanto demagogica. D’altro canto la maggioranza, sono ormai complessivamente quasi tre anni che amministra questa nostra comunità, non ha prodotto, nei fatti, alcun cambiamento né miglioramento in questo nostro paese. Anzi, come ho già detto, la gente tende a scappar via.
Un’amministrazione non può concentrarsi solo sui numeri e sul bilancio estraniandosi spesso, senza rendersene conto, da altre realtà e problematiche che affliggono la nostra città. Lo so è difficile amministrare. Abbiamo un enorme debito comunale, ma esiste anche l’Europa, la quale viene poco sfruttata per mancanza di validi e seri progetti. (L’Europa rappresenta il maggior donatore al mondo di finanziamento di progetti di cooperazione. Con i fondi strutturali si promuove lo sviluppo per la coesione economica e sociale. Il periodo di programmazione è di solito di 7 anni; l’attuale periodo concluso quest’anno è riferito al 2007-2013, il prossimo sarà riferito alla programmazione europea 2014-2020. Vi saranno molti progetti per le cosiddette smart cities, e la Calabria è inserita in tutto questo).L’alibi del passato e delle passate amministrazioni ormai non regge più. E poi una nuova amministrazione deve amministrare e guardare avanti.
A parte la volontà e l’impegno concreto di qualche assessore si è fatto poco o niente in questa nostra comunità.
L’ambiente è a pezzi e della raccolta differenziata nemmeno l’ombra. Se un comune come quello di Saracena è il più virtuoso della Calabria come raccolta differenziata, qui a San Giovanni in Fiore nemmeno un piccolo depliant per iniziare a sensibilizzare la popolazione su un fatto di civiltà e di ritorno economico per tutti. Come anche il patrimonio dei terreni e degli immobili comunali non viene adeguatamente sfruttato sia sotto l’aspetto agricolo che turistico.
Il centro storico poi, nonché tante strade e gradinate del centro cittadino, sono nel più cupo e triste degrado. Lo stato del nostro monumento più importante è quello che è. I lavori del Palazzo Comunale, che già doveva essere consegnato ai cittadini circa otto mesi fa, non si sa quando finiranno, e del Palasport ancora il popolo sangiovannese non ne può usufruire. Il paese in questi ultimi anni, pare, si stia imbruttendo. Spero comunque che i fondi che arriveranno per la viabilità, se arriveranno, saranno spesi nel migliore dei modi e per quei punti del paese e del centro storico che necessitano più di altri una manutenzione speciale ed urgente.
E la cultura qui a san Giovanni in Fiore?
Con un’informazione locale poco aggressiva e poco decisa, ma paurosa e inefficace, anche se va detto che qualche tentativo di un’informazione più veritiera e coraggiosa, pare, stia venendo fuori, la cultura non può essere solo ed esclusivamente presentazione di libri, per carità cosa lodevole, convegni e seminari per cercare solo visibilità. E poi a chi non piacciono i libri? Se potessi, leggerei tutto il giorno, e forse anche la notte. La cultura non può essere come un corpo morto che nulla produce sotto l’aspetto della crescita e dello sviluppo in generale. Pensavo che la cultura fosse anche arte, istituzioni, musica, dialogo, partecipazione, crescita, aggregazione, comunicazione, teatro. Pensavo che la cultura fosse idee e progetti innovativi. Immaginavo un paese, il nostro, capace di promuovere e incentivare le tante eccellenze culturali del nostro territorio, e anche capace di farle fiorire, crescere anche nei tessuti più fragili della nostra società.
Camilleri dice:
“La cultura non è una cosa sacrale, una cosa da colti, per pochi, è di tutti! E poi che cosa è la cultura? Non è solo la letteratura, ma la cultura è lavoro dell’operaio, è come lavora un impiegato, è come la pensa il capo condominio. La cultura siamo noi! Perché noi siamo cultura, l’uomo è cultura.”
PGS