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San Giovanni in Fiore – Elezioni comunali: e se si presentasse davvero un solo candidato sindaco?

È difficile che possa succedere! Ad oggi, comunque, sebbene sia stato calato dall’alto in fretta e furia e con i tradizionali metodi partitocratici, questo il parere di tanti cittadini sangiovannesi, e in ogni modo non è questo il punto, abbiamo, ufficialmente, un solo candidato sindaco, quello del centrosinistra. Certo, ancora c’è tempo per poter presentare eventuali altre candidature, ma se si dovesse confermare, anche qui a San Giovanni in Fiore, l’astensionismo dell’ultima tornata elettorale regionale, oltre il 50%, e se nessun’altra forza politica, cosa che sembrerebbe respirarsi nell’aria, presentasse alcuna lista con altro candidato sindaco, il rischio che si possano inficiare e rendere nulle le prossime elezioni amministrative potrebbe diventare un atto e un fatto concreti. D’altra parte la giurisprudenza e le norme vigenti in materia elettorale non sono chiare , e non prevedono, al momento, la regolamentazione di  casi specifici di un unico candidato sindaco con lista o coalizione unica.

L’unico riferimento potrebbe essere l’Art. 60. (T.U. 5 aprile 1951, n. 203, art. 50, e Legge 23 marzo 1956, n. 136, art. 33), il quale recita:

“Ove sia stata ammessa e votata una sola lista, nei Comuni con popolazione sino a 10.000 (1a) abitanti, si intendono eletti i candidati che abbiano riportato un numero di voti validi non inferiore al 20 per cento dei votanti, purché il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune: nei Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti si intendono eletti i candidati compresi nella lista purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiori al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune.

Qualora il numero dei votanti non abbia raggiunto la percentuale di cui al comma precedente, la elezione è nulla; è parimenti nulla la elezione nei Comuni con popolazione sino a 10.000 (1a) abitanti, qualora non sia risultata eletta più della metà dei consiglieri assegnati.”

Forse l’accordo già fatto, più per il “particulare” che per un obiettivo politico-programmatico, tra PD, PSI, UDC e PDCI sangiovannesi, realizzato con  molto anticipo rispetto alla data delle elezioni e con una fretta insolita, potrebbe rivelarsi deleterio. Si, perché, se nessuna altra forza politica dovesse presentare alcuna lista, questi dovrebbero inventarsi un’altra lista finta, civetta, con altro candidato sindaco fantoccio,  o una lista come specchietto per le allodole, o anche far sganciare una forza politica dall’accordo già fatto, e correre da sola con altro candidato sindaco, sempre fantoccio, per evitare di inficiare e rendere nulla questa tornata elettorale.  Ma a quel punto, i partiti, autori di tale accordo, non sarebbero più credibili agli occhi di tanti sangiovannesi e forse anche dell’elettorato tutto.

E poi chi sarebbe propenso o disposto a giocare in un ruolo del genere? Chi sarebbe propenso a bruciarsi politicamente e a mettersi la propria dignità sotto i piedi presentando una lista fasulla e ridicola?

Mentre in questi giorni parlo con diversi cittadini, molti di loro danno ad intendere che auspicherebbero una sorta di “prorogatio” del Commissario Prefettizio nel nostro Comune. Almeno, dicono in tanti, senza un’amministrazione politica, visto che le casse comunali, in una difficilissima situazione di crack finanziario, sono nel più profondo rosso dell’inferno, si risparmierebbero le spese (circa 150 mila euro l’anno, equivalenti a circa 300 milioni delle vecchie lire) per i compensi al sindaco, al suo staff, agli assessori e i gettoni di presenza ai consiglieri, per poter far fronte, quindi, a una qualche altra delle tante esigenze di questo Comune.

In effetti, anche se ciò dovesse verificarsi, vista la situazione economica, sociale e finanziaria in cui la classe dirigente di questa nostra comunità e il sistema partitocratico ci hanno fatto piombare in questi ultimi decenni, non avere un’amministrazione politica, qui nel Comune di San Giovanni in Fiore, non sarebbe, poi, la fine del mondo.

E, infine, con una situazione debitoria da far paura, cosa, un nuova amministrazione, che poi nuova non sarebbe visti i soliti personaggi in campo, dovrebbe andare ad amministrare?

L’unica cosa su cui puntare  potrebbero essere i fondi comunitari europei, non dico quelli strutturali, mai sfruttati adeguatamente da nessuna precedente nostra amministrazione comunale, ma quelli gestititi direttamente dalla Commissione Europea, e lo si potrebbe fare anche senza alcun bisogno che ci fosse una giunta, un consiglio comunale e un sindaco.

Potrebbero farlo,  presentando proposte e progetti validi, adeguandoli, sotto il profilo turistico, culturale, sociale ed economico, ad esigenze ed obiettivi per il bene della collettività, le persone giuridiche (es. università, centri di ricerca, enti pubblici, enti privati, ONG, imprese,  associazioni ecc…), e talvolta anche le persone fisiche, ossia i privati cittadini.

Pietro Giovanni Spadafora