Siamo convinti che qualche cittadino un po’ più avveduto, scaltro e perspicace, insieme, diciamo così, a qualche intellettuale e uomo di cultura della nostra comunità, dovrebbe fare qualcosa per poter arrestare questa continua povertà politica e condotta della nostra Amministrazione.
Tuttavia, in questa nostra comunità, siamo altrettanti convinti, che gli uomini di cultura, ammesso che ne esistano ancora, non contano nulla. Non hanno alcuna influenza, non hanno alcun peso nel sensibilizzare le istituzioni private e pubbliche locali.
Ma qualche decennio fa non era così, immaginiamo.
Vi erano politici, religiosi e intellettuali che con i loro comportamenti, con la loro scuola e la loro composta serietà, dettavano le regole, le categorie, la politica, l’etica, che si trasmettevano, poi, alle future generazioni, ai nuovi politici, alla popolazione.
Oggi invece?
Ma allora chi? Bella domanda!
Possiamo solo constatare che diversi consiglieri di maggioranza insieme ad assessori vari, utilizzando quotidianamente il marketing, le foto, le promesse e i riti dell’Amministrazione comunale, insieme ai suoi membri più rappresentativi, pretenderebbero di dare il trend nel campo dei costumi, non solo politici, ma anche sociali.
Appena qualche membro importante dell’Amministrazione locale, ritenuta dai suoi dipendenti una sorta di Pizia (profetessa dell’antico Oracolo di Delfi), proferisce parola o posta un qualcosa sui social, il tutto viene considerato e accolto come una specie straordinaria di consulto.
Quasi tutti, consiglieri di maggioranza e assessori, senza alcuna autonomia di pensiero, o progettualità o iniziativa personale, ma spesso bravi a consigliare ricette culinarie e dolciarie con qualche passeggiata sulla neve, all’aria aperta e nei boschi, allineati e coperti provvedono a urlare e a diffondere il verbo.
Nessuno bada più se le promesse vengono mantenute o meno.
Sarà anche colpa della tecnologia, ma si può comprendere che un certo tipo di foto sia postata da un nipotino, ma non da una prima istituzione, da un assessore o consigliere comunale.
Che cosa possono fare i sangiovannesi per cambiare questo atteggiamento della loro Amministrazione? Niente!
In una democrazia qual è la nostra puoi fare ben poco. Perché in questo nostro sistema non si comprende mai chi fa o non fa una cosa, chi è o non è responsabile.
Noi cittadini ogni cinque anni andiamo a votare questo o quello, ma in realtà, sotto il punto di vista politico, sociale e amministrativo, ma spesso anche professionale, scegliamo solo chi preferiamo lisciare, da chi preferiamo essere sottomessi.
In realtà la vera scelta di noi cittadini è fra due possibilità: o ci si infeuda in qualche gruppo, partito, oligarchia, promettendo obbedienza in cambio di vantaggi, lo stiamo vedendo in questi giorni, oppure, avendo un minimo di dignità, non accettando tali umilianti infeudamenti, il destino è di vivere ai margini, politici e sociali, rinunciando a realizzare le proprie legittime ambizioni personali sotto diversi punti di vista.
E San Giovanni in Fiore, non certo per colpa della sua sola Amministrazione, ma che ci mette un bel po’ del suo, e che non è stata eletta dai marziani, ma da tanti cittadini senza che la maggior parte, soprattutto giovani, se ne accorga, si trasforma in una comunità in cui diventa difficile vivere, far rispettare i propri diritti o realizzare i propri sogni.