Dove stiamo andando?

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Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando?  Penso che in questo momento della vita di tutti noi ci dobbiamo porre queste tre tradizionali domande, in modo particolare l’ultima, e con molta preoccupazione.

Forse la rivolta tunisina, la rivolta algerina, ormai “rivolte del pane”, la questione Fiat, il precariato, la disoccupazione giovanile, l’ambiente, l’inquinamento, il veleno nei nostri mari, la politica, i politici, il Dio denaro ecc., sono prodotti di un progresso che produce solo rabbia e anche miseria. Probabilmente il perché di tutto questo si chiama anche globalizzazione, cioè un modello di sviluppo che non fa altro che portare a una bestiale competizione fra Stati. In una competizione c’è sempre una parte che perde, che non riesce a reggere. Ma anche la parte che vince può conseguire la vittoria solo massacrando la propria popolazione, i propri cittadini, smantellando il “welfare”, i diritti sociali, i diritti della persona, il diritto a una degna attività lavorativa, il diritto alla salute, il diritto ad avere delle buone scuole e università, e di conseguenza il diritto allo studio. Tutte cose queste che, in aperto disprezzo di tante norme costituzionali e internazionali, minano alla radice la stessa convivenza democratica di tanti Paesi.

Tra l’altro in Italia, e non solo in Italia, la politica si è caratterizzata dalla presenza di personaggi politici mediocri, che hanno distrutto il concetto e l’ideale di fare politica di un certo livello. La selezione, o presunta tale, che oggi avviene della classe dirigente a tutti i livelli, non è altro che una scelta di comodo o di convenienza che non tiene conto delle esigenze della gente, del popolo, della giustizia, della solidarietà e della democrazia. L’amaro risultato è che nei vari consigli comunali, provinciali, regionali e quindi anche in Parlamento, ci ritroviamo una pletora di semi-ignoranti che si vantano di poter garantire un futuro politico roseo a un’Italia ormai in ginocchio. Basti guardare l’età media di coloro che ricoprono posti di potere (manager, professori universitari, banchieri, politici, e simili), età media che nelle altre nazioni d’Europa è di gran lunga più bassa.

Allora, quale futuro!!!???

Dove stiamo andando?ultima modifica: 2011-01-18T19:41:00+01:00da pietrogiovanni1
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