Purtroppo, stiamo tornando agli anni Cinquanta. Stiamo regredendo. Negli anni del dopoguerra erano la fame, la miseria, la grave scarsezza, la penuria ad indurre ad andare all’estero i giovani italiani; oggi sono la stagnazione economica, l’immobilismo politico, la confusione, le furberie, i privilegi e gli interessi di casta. Annualmente vanno via dai 60 ai 65 mila giovani, il 75% di loro con una laurea in tasca. Oltre a scappare per motivi economici, scappano soprattutto dalla contraddittorietà di questo sistema politico basato sullo strapotere dei partiti, dal senso di stanchezza di una società e di una classe politica incapaci di rendere le cose più semplici e di investire per il futuro di questo nostro martoriato Paese. Ogni provvedimento e ogni legge sono solo ambiguità e tortuosità. Ogni egoismo è protetto da altisonanti e ampollose dichiarazioni, grandi promesse e astuzie varie.
È semplice! Molti ragazzi tutto ciò non lo tollerano più.
PGS