La vittoria del PD: euforia per il Sistema e la casta.

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La casta esulta, il Sistema è salvo: il Partito Democratico con oltre quaranta punti percentuali ha vinto le elezioni europee, doppiando nei numeri l’alternativa M5S.  E’ un’affermazione netta del Sistema ai danni del cambiamento: la reazione particolarmente positiva della partitocrazia e dei giornali pennivendoli conferma il teorema. Un pagherò di ottanta euro e una televendita automobilistica sono stati sufficienti: il popolo italiano si è lasciato incantare per l’ennesima volta. La famigerata pillola di Maalox probabilmente sarà più utile a noi cittadini italiani per meglio digerire la prossima manovra finanziaria: i grandi numeri ottenuti dal PD permetteranno al Governo di procedere senza alcun timore del giudizio elettorale. Intanto l’astensionismo in Italia è in aumento rispetto al trend europeo, tuttavia il Premier ha evidenziato come il nostro Paese abbia la percentuale d’elettorato attivo più alta d’Europa; una mezza verità tesa a legittimare il suo successo. Il cambiamento e il programma del Movimento 5 Stelle sono stati per il momento bloccati: l’unica arma contro privilegi, prebende e nicchie d’oro è stata, per il momento, disinnescata. I Democratici detteranno i tempi della politica italiana e questa volta dovranno assumersi tutte le responsabilità del caso. Non sarà più possibile scaricare l’onere del dissesto economico sul poco credibile leader politico di turno; la favola è finita, ora bisognerà fare i conti con la realtà e con i fatti. Ai festeggiamenti si unisce paradossalmente anche il centrodestra: la sopravvivenza del Sistema era più importante della pesante sconfitta subita dai loro partiti. La politica italiana può finalmente rilasciare un sospiro di sollievo: i movimenti anti-casta sono battuti e la loro funzione di controllo drasticamente ridimensionata. Adesso c’è un uomo solo al comando e tutta la casta dei politici sembra pronta ad acclamarlo nella speranza di accedere al carro dei vincitori. Il Premier afferma che la “rottamazione” inizia adesso, con l’auspicio che non rimanga solo uno slogan a testimonianza delle sue intenzioni; come per il Presidente USA l’affascinante quanto sterile suggestione di un “Yes we can”.

F. VINCI

La disinformazione italiana ha raggiunto livelli inimmaginabili.

Nelle scienze della comunicazione la disinformazione è l’attività che mira a fornire e diffondere deliberatamente informazioni false, fuorvianti o non oggettive, distorcendo o alterando la realtà dei fatti allo scopo di ingannare, confondere o modificare le opinioni di qualcuno verso una persona, un argomento, una situazione, traendone spesso vantaggio. Si tratta dunque di un’azione ingannevole che mira a convincere o persuadere qualcuno della menzogna o occultare la verità. In senso lato il termine indica una cattiva forma di informazione senza cioè il rispetto dei suoi principi cardini (obiettività, completezza, trasparenza, precisione, citazione delle fonti ecc…) a prescindere dall’intenzionalità o meno di alterazione della realtà dei fatti e relativo vantaggio. Quando invece è manifesta l’intenzionalità malevola in opposizione ad una prima informazione si parla di controinformazione.

A differenza delle tecniche tradizionali della propaganda volte a coinvolgere emotivamente, la disinformazione intenzionale tende a manipolare a livello razionale portando a conclusioni false. Una tattica tipica della disinformazione è quella di mescolare un po’ di verità con delle menzogne, ovvero di rivelare solo una parte della verità, spacciando questo come un completo quadro d’insieme.

Quando i canali d’informazione non possono essere completamente chiusi, possono essere resi inutili saturandoli con la disinformazione, riducendo al massimo il rapporto segnale-rumore e screditando l’opposizione attribuendole affermazioni false e facilmente confutabili.

In politica, la disinformazione si manifesta spesso nel tentativo di sviare i sostenitori del proprio avversario  diffondendo false dichiarazioni e in generale tirando acqua al proprio mulino con falsità o alterazioni della realtà dei fatti o semplicemente violando le norme basilari dell’informazione oggettiva come il mancato riporto o oscurazione di notizie e fatti ritenuti sconvenienti e inopportuni alla propria causa oppure conferendogli importanza minore rispetto al dovuto negli appositi spazi informativi.

In tale ambito la disinformazione è spesso sfruttata nelle attività di propaganda per mantenere il più possibile il controllo sociale sulle masse garantendo al contempo la sopravvivenza stessa del sistema contro eventuali critici, dissenzienti, idee diverse e altro.