SGF- In nome della libertà di espressione.

Di Maria Gabriella Militerno

Ieri, la città di S.G.F. ha vissuto un momento di alta democrazia durante l’incontro dibattito che si è tenuto presso il Nuovo Bar Modernissimo dal titolo “Cinghiali e Bavagli: l’arroganza del potere e il coraggio di informare”, sull’inesistente libertà di stampa in questa nostra martoriata Calabria. L’incontro, moderato dal bravissimo Carlo Diana, ha visto la partecipazione del giornalista Emiliano Morrone, organizzatore dell’evento, dell’avv. Domenico Monteleone, di Luciano Regolo, direttore del giornale “L’ora della Calabria”, del Senatore del M5S Nicola Morra, e si è svolto in un contesto di serena partecipazione da parte della cittadinanza intervenuta numerosa, nonostante l’ennesimo diniego del Sindaco della città alla chiusura del traffico nel pezzo di strada in cui l’evento stesso si è svolto. Il Senatore Nicola Morra, così come anche gli altri relatori, si sono presentati come comuni cittadini, senza auto blu, scorta al seguito o presidi di forze dell’ordine. Ciò a dimostrazione del fatto che non avendo nulla da temere possono circolare come cittadini semplici tra i semplici cittadini. Nel corso del dibattito è emerso come “I Cinghiali” di tutte le razze, non si guardino dall’attaccare furiosamente chi tenti di occupare il loro territorio facendo venire allo scoperto tutti i loro abusi. Un modo come tanti per sollecitare le coscienze dei cittadini a svegliarsi dallo stato di torpore in cui sono stati costretti a vivere e prendere parte attiva alla difesa della propria libertà e del bene comune.

Calabria – Iniziate le promesse dei partiti politici e loro esponenti.

In Calabria, de facto, è già iniziata la campagna elettorale. Per i vecchi partiti si moltiplicano incontri di ogni genere, convegni, presentazioni, progetti e manifestazioni varie. I milioni di euro vengono fuori come i funghi e si finanziano iniziative di qua e di là. Però, ahinoi, i numerosi problemi e questioni di questa martoriata regione calabrese sono tutti lì, da decenni ,ad aspettare per essere risolti.

Ma cosa unisce la campagna elettorale di oggi con quelle del passato? Cosa accomuna i soliti partiti di ieri, oggi e domani? Una sola cosa: le promesse. Non c’è campagna elettorale senza promesse e anche questa non fa strappi alla regola, anzi. Non c’è partito che con i loro uomini più rappresentativi  non faccia promesse e grandi annunci: lavoro ai giovani, diminuzione delle tasse, progetti vari, giustizia per tutti ecc. ecc.

Tante promesse, forse troppe, e nella testa dei cittadini ricordarle tutte è davvero impossibile. Ce n’è davvero per tutti i gusti, e da qui alle elezioni chissà quante altre ne verranno fatte.

Ma cosa fanno e cosa sono, in definitiva, questi partiti politici?

Essi sono come delle iene che una volta saliti al potere straziano il cadavere dell’istituzione, dell’ente che andranno a governare, in questo caso, visti gli ultimi dati economici e sociali, la Regione Calabria. Possiamo dire che i partiti politici rappresentano gruppi limitati della società civile, i quali, una volta saliti al potere, non fanno altro che soddisfare i bisogni economico-sociali di questa classe. Non fanno altro che auto-conservarsi attraverso il controllo della Costituzione, delle leggi elettorali (soglie persino del 15%), delle forme di governo regionali, comunali, nonché attraverso l’onnipresenza nelle televisioni di stato, in quelle dei privati, nella stampa e negli altri media.

Ieri come oggi quella dei partiti non è la sana politica per il bene comune, per i servizi e per i diritti dei cittadini tutti sanciti dalla nostra Costituzione, ma nel senso più classico del termine, è semplicemente opportunismo. Tutti, adepti, seguaci, famigli e via discorrendo, cercano di inserirsi, di posizionarsi per poter poi arrivare ai loro obiettivi personali e familiari, e continuare a fare le solite cose. Si tratta poi della stessa gente, della solita poltiglia che conosciamo da trent’anni e più.  Si ripresentano con casacche cambiate, giovani maschere e false nuove idee, programmi da sogno ecc.,  ma sono gli stessi che sono responsabili della situazione in cui sono arrivati la nostra Calabria e i vari comuni calabresi oggi, e ripetiamo non solo negli ultimi vent’anni, ma anche negli ultimi trent’anni, per cui la responsabilità pro quota è di tutti quelli che hanno avuto posizioni di potere in questi trent’anni.

Non facciamoci più abbindolare e raggirare da questa gente, dalle loro false promesse e annunci vari che ad ogni tornata elettorale vengono fuori copiosamente, ma quando sarà il momento, mandiamoli, COPIOSAMENTE, tutti a casa!

Altrimenti non ne usciremo mai!

Meetup M5S SGF

Questo signore è al capolinea!

Oltre alle porcate costituzionali che vorrebbe propinarci, in 5 mesi, questo signore, non ha combinato nulla!

Con le balle da pifferaio non si va da nessuna parte!

Questi i dati e le previsioni incontrovertibili:

Di Elio Lannutti

“Il Governo Renzi, impegnato al braccio di ferro sulle riforme costituzionali care alla P2, nasconde la testa sotto la sabbia negando l’evidenza di dati ed indicatori economici sempre più preoccupanti ed allarmanti, che necessitano di una robusta ed inevitabile manovra autunnale di aggiustamento, evidente anche agli studenti ai primi anni dei corsi di economia per corrispondenza, da 24 a 36 miliardi di euro.

Debito-Pil: in Italia nel primo trimestre 2014, il rapporto tra debito pubblico e Pil, che secondo i parametri europei dovrebbe attestarsi al 60%, è salito al 135,6% dal 132,6% del trimestre precedente. Con un aumento del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando si attestava al 130,2%. A maggio 2014 il debito è cresciuto a 2.166,3 miliardi di euro, con un incremento di 92 mld di euro rispetto a 12 mesi prima. Nell’UE e nella zona euro in rapporto al Pil, il debito italiano è secondo solo a quello greco, che alla fine del primo trimestre era al 174,1%.

Crescita economica: Il Def del Governo aveva stabilito un rapporto Debito/Pil al 134,9%, basato sulla proiezione di crescita del Pil per il 2014, pari allo 0,8% ed un rapporto di indebitamento netto del 2,6% sul Pil. Sia Bankitalia (+0,2%) che FMI (+0,3%), nel prevedere una crescita più bassa, ritengono inevitabile un buco nei conti che dovrà essere ripianato.

Spesa pubblica: invece di diminuire è aumentata nei primi 5 mesi del 2014, passando da 181,9 miliardi di euro a 206,7 con un incremento di 25 miliardi di euro.

Privatizzazioni: il Def, che dava conto di esborsi al Fondo Salvastati o Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) per 92,552 miliardi di euro nel biennio 2012 (36,932 mld euro) e 2013 (55,620), aveva stabilito proventi da privatizzazioni pari allo 0,7% del Pil (quindi per 10,9 miliardi di euro), diventati una chimera.

Disoccupazione: a maggio (Istat) sale ancora il tasso di disoccupazione che si porta al 12,6% rispetto al 12,5% del mese precedente. I giovani senza lavoro sono il 43%, con 2,3 milioni di occupati in meno sotto i 35 anni dal 2004.

Fisco: la pressione fiscale, pari al 43,8%,per le imprese arriva al 68,6 % sui profitti, dati che non hanno eguali in tutta Europa e non sono riscontrabili neppure tra i grandi paesi industriali extra Ue.

Consumi: Prosegue il tracollo delle vendite al dettaglio calate del 3,5% su base annua. L’andamento nell’indicare una fase recessiva, conferma che la voce “Consumi interni privati” costituisce circa il 60% del PIL Italiano, per cui se non si riprende questo indicatore, difficilmente il PIL si “riprende”.

Sofferenze bancarie: 168,5 miliardi di euro a maggio, con un apporto sofferenze impieghi pari all’8,9%;

Conti Correnti: i costi di gestione dei conti correnti, più elevati della media Ue di un +225%, dove sono attestati a 114 euro, 257 euro in più su ogni conto fissato in Italia a 371 euro contro 114 (+225%), che si traduce in costi complessivi di 6,7 miliardi di euro in più l’anno a carico di famiglie ed imprese.

Tassi mutui: la presunta maggiore solidità delle banche italiane, è stata pagata da correntisti ed utenti dei servizi bancari, che continuano a pagare su ogni mutuo trentennale di 100.000 euro (fissato oggi al tasso del 5,11% in Italia contro 3,79% dell’area euro), uno spread di circa 30.000 euro in più alla scadenza dei mutuatari europei.

RCAuto: dal 1994 (ultimi 20 anni), i costi delle polizze (per una cilindrata media) sono aumentati di oltre il 254%, non giustificati dall’andamento dell’incidentalità’. Tra il 2008 e il 2013 in Italia gli automobilisti hanno pagato 231 euro annui in più rispetto alla media Ue (con un aggravio di circa 8,5 miliardi di euro l’anno a carico dei cittadini)”.

Corruzione: Corruption Perceptions Index 2013, la lista dei 177 Paesi più corrotti al mondo, redatta dalla Ong Trasparency International, assegna all’Italia il 69esimo posto nella classifica, tra il Montenegro e il Kwait. Tra gli indici presi come riferimento, attraverso un punteggio che va da 0 (molto corrotto) a 100 (non corrotto), nella percezione della corruzione, c’è l’analisi del settore pubblico, seguita dall’abuso di potere, dagli scarsi livelli di integrità e gli accordi segreti. Fattori che non solo opacizzano la governance di un Paese, ma che lo indeboliscono anche dal punto di vista economico e sociale.

Per queste ragioni in autunno, arriverà una manovra lacrime e sangue, da 24 a 30 miliardi di euro per tappare il dissesto dei conti pubblici, sui quali incombono fiscal compact e pareggio di bilancio”.