San Giovanni in Fiore – L’incomprensibile e deleteria staticità della società sangiovannese.

Sebbene in mezzo secolo tante fandonie siano state raccontate ai sangiovannesi da parte della classe politica e dirigente locali, essi hanno continuato a votare e a pensare sempre allo stesso modo, per vivere sempre allo stesso modo, per mantenere sempre le stesse condizioni di vita, ma anche per peggiorare sempre allo stesso modo. E oggi i disastri, di una comunità come quella sangiovannese, sono sotto gli occhi di tutti. (Vedasi sanità, dissesto finanziario, cultura ecc. ecc.)

Sono convinto che i sangiovannesi non votano mai a caso, ma scelgono chi li deve rappresentare, e le ultime elezioni regionali e amministrative locali lo hanno ribadito.

Qualcuno dirà che ho scoperto l’acqua calda, ma con un po’ più di attenzione si scopre che i sangiovannesi votano consapevolmente per non cambiare mai un tubo, ma inconsapevolmente per peggiorare la loro situazione.

A San Giovanni in Fiore esistono due blocchi sociali. Un blocco, il primo, è costituito da tantissimi giovani, senza un futuro, magari con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati o diplomati, che sentono di vivere soffocati con un cappio al collo, sotto un cielo pieno di nubi nere. Va detto che questi ragazzi cercano spesso una via d’uscita, vorrebbero diventare loro stessi politici, istituzioni, insomma vorrebbero cambiare qualcosa, rovesciare il tavolo, costruire una nuova San Giovanni in Fiore sulle macerie. A questo blocco sociale appartengono diverse famiglie con tanti problemi, soprattutto economici, coloro che percepiscono una pensione da fame, piccoli commercianti, artigiani, e persone che ancora hanno qualche piccolo mestiere, ma che vivendo sotto un regime di polizia fiscale, per paura chiudono bottega. Questi, se presi dalla disperazione, scappano, tutti.

Va anche detto che spesso ai genitori, quelli più benestanti, non importa nulla del futuro dei propri ragazzi, essendo convinti che con la solita umiliante paghetta, o anche con qualche dono più consistente, tipo una piccola auto, e poi più in là con una buona eredità, riescono a sopperire alla loro inesistente prospettiva di un futuro dignitoso.

L’altro blocco sociale, il secondo, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, la maggior parte dei sangiovannesi, i benestanti e i ricchi, ossia da tutti coloro che hanno attraversato diverse crisi negli anni passati e anche la crisi iniziata dal 2008, più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d’acquisto; da una gran parte di dipendenti di enti pubblici, ma anche di dipendenti delle cosiddette Enel, Telecom poste, banche ecc.; da chi ha una pensione superiore ai 2.500-3.000 euro lordi mensili; dalla grande cerchia di chi vive di politica, di sindacato, di partiti vari e chi più ne ha più ne metta.

L’esistenza di questi due blocchi sta creando, nella nostra comunità, una certa asimmetria sociale. Abbiamo due società sangiovannesi che convivono senza comunicare tra loro. Il primo blocco vorrebbe un rinnovamento, sotto tanti aspetti, il secondo blocco vuole, e lo fa con tutte le forze, la continuità, anche a costo di perdere una serie di servizi sociali, sanitari, culturali e tanti altri. Il primo blocco non ha nulla da perdere, non ha un futuro, e non avrà mai una pensione, può solo lasciare questo paese. Il secondo blocco non vuole mollare nulla, ha un discreto conto corrente, una buona pensione e la sicurezza di un posto di lavoro pubblico.

Ma vista e considerata la situazione politica, sociale, economica e, soprattutto, occupazionale, sta iniziando a profilarsi a grandi linee uno scontro generazionale sotto tanti profili. Chi fa parte del primo blocco vota in generale per il cambiamento, per i nuovi movimenti ecc., ma è una minima parte. Chi invece fa parte del secondo blocco vota per i partiti tradizionali.

Certo tutto è legittimo e democratico, non vi è nessuno scandalo in questo modo di votare. Ma facendo un discorso un po’ più generale, queste giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro. Non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Il fatto è che questo peso è insostenibile, lo status quo è insostenibile.

Cosa succederà in futuro? Non lo so! Spero solo bene!

Una cosa, però, va detta con molta franchezza!

Se non ci sarà un’inversione di tendenza, spariti gli anziani, la Città di San Giovanni in Fiore potrebbe essere destinata, veramente, anch’essa a sparire.

Non ce lo possiamo permettere!!!

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – L’incomprensibile e deleteria staticità della società sangiovannese.ultima modifica: 2015-07-26T18:22:37+02:00da pietrogiovanni1
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