San Giovanni in Fiore – Sanità e politica: teniamoci pure le nostre pie illusioni.

Lodevole è l’iniziativa di chi, a cui va comunque e sempre il riconoscimento ed il merito di prodigarsi ed impegnarsi per il bene della comunità sangiovannese, organizza dibatti e discussioni pubblici, in particolar modo quando si tratta della salute dei cittadini e dei diritti irrinunciabili all’assistenza sanitaria.

Va subito detto, però, senza alcuni giri di parole, non certamente per colpa dei cittadini, ma per colpa delle istituzioni locali, che quando un’iniziativa pubblica o un dibattito pubblico sono in ritardo, nel senso che ormai i giochi sono fatti, raramente potrà servire a qualcosa. Certo, è meglio tardi che mai, ma quando c’è il rischio che una discussione pubblica possa essere inefficace, senza produrre alcuna reale soluzione, può solo servire a far sfogare l’indignazione di una comunità, o di qualche cittadino, per non aver ottenuto il riconoscimento di alcuni diritti, come è la quasi totale negazione del diritto, costituzionalmente previsto, all’assistenza sanitaria.

Dico questo perché ormai, nonostante qualche finta opposizione da parte della Regione Calabria, è passata la linea del commissario e del sub commissario, uomini nominati dal sistema partitocratico, approvata dal governo centrale e dallo stesso ministro alla salute, circa il piano di rientro per quanto riguarda la sanità calabrese e di conseguenza quella sangiovannese.

Va detto anche, senza altri giri di parole, che la stessa cosa sarebbe avvenuta anche se la gestione del debito della sanità calabrese fosse stata affidata al nuovo governatore della Calabria sin dall’inizio del suo mandato. Ciò si evince dal fatto che il nuovo governatore nulla fa, o ha fatto finora, per contestare o impugnare tutto l’impianto del piano di rientro per la sanità calabrese, pur avendone tutto il potere e, soprattutto, gli strumenti politici, giuridici, legali e normativi. Le finte schermaglie tra i commissari e il governatore lasciano il tempo che trovano. Solo i gonzi e gli sprovveduti possono credere a tali atteggiamenti.

Altra cosa che va detta è il fatto che chi si prende il lusso di parlare e discutere di sanità, dovrebbe esserne perlomeno in grado ed in regola, e cioè: dovrebbe possedere le dovute competenze in materia, dovrebbe essere a posto con la coscienza e dovrebbe avere una certa credibilità politica e sociale.

Dico anche questo perché chi appartiene alla cosiddetta partitocrazia, facendo da reggicoda ai partiti, partiti responsabili in toto del disastro e della mala sanità portandola al punto in cui si trova oggi; perché chi ha sguazzato nel sistema sanitario per anni con diversi incarichi, godendo di tanti benefici; perché chi assume atteggiamenti corporativistici difendendo esclusivamente medici e dirigenti e non tutta la sanità, perché la sanità è fatta anche di infermieri, capisala, impiegati e personale vario, su cui cade la maggior parte dell’assistenza; e in special modo perché quando chi è un bravo professionista del trasformismo avendo fornicato con tutti i partiti e con quel potere economico che dai partiti ha sempre ricevuto ricambiando favori, non può essere credibile.

Inutile sarebbe, poi, sentir parlare di sanità vecchi e nuovi amministratori, vecchi e nuovi consiglieri comunali, vecchi e nuovi politici con tutto il loro fallimento politico e amministrativo sulle spalle, essendo essi, insieme ai loro partiti, responsabili pro quota di tutta la disastrosa sanità sangiovannese che oggi ci ritroviamo.

Fino a quando si continuerà a votare questi partiti, fino a quando si continuerà a fare i tirapiedi della partitocrazia, fino a quando i partiti occupano, spartendoseli, tutti gli enti pubblici, nazionali e locali, ma soprattutto la sanità, con propri uomini che formalmente vengono nominati dal governo o dalle amministrazioni periferiche, ma che in realtà sono imposti dagli stessi partiti, non ci sarà mai una sanità regolare.

Ma l’occupazione degli enti pubblici da parte dei partiti politici ha anche un altro risvolto non meno grave. Gestendo e manovrando la sanità pubblica, e anche privata, estorcono un consenso che altrimenti essi non avrebbero. La partitocrazia, i partiti, procacciano voti e appoggi in cambio di assunzioni clientelari e obbligano chiunque voglia fare carriera nella sanità a infeudarsi loro.

Per uscire da questa situazione e da questa disastrata sanità non bastano più i dibattiti e le pubbliche discussioni. Basterebbe studiare un meccanismo che disancori completamente le nomine degli amministratori pubblici, dei direttori generali della sanità dai partiti.

Non sarebbe, poi, così difficile. Quello che è difficile è che questi partiti non saranno mai capaci di riformare se stessi, questa politica. Ma stiamo pur tranquilli e sogniamo, perché passata l’indignazione generale, la sanità pubblica sarà ancora spremuta fino all’ultimo centesimo di euro. Nostro, naturalmente. Tenendoci le nostre pie illusioni di una sanità migliore.

Infine, per quanto riguarda la politica decennale fallimentare della partitocrazia locale, finalmente abbiamo la massa debitoria ufficiale del dissesto finanziario del nostro Comune che ammonta a circa 12 milioni di euro (circa 24 miliardi delle vecchie lire). Finalmente nessuno lo può più negare. Anche il rientro da questa massa debitoria potrebbe essere solo una pia illusione. Intanto si continua a ignorare tutto e a sostenere questa partitocrazia, a sostenere e ad applaudire i suoi vecchi e nuovi esponenti.

Auguri San Giovanni in Fiore, e che Dio ce la mandi buona!!!

Pietro Giovanni Spadafora

San Giovanni in Fiore – Sanità e politica: teniamoci pure le nostre pie illusioni.ultima modifica: 2016-04-22T23:48:28+02:00da pietrogiovanni1
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