BOCCIATI E ILLEGITTIMI.

Questo nuovo Governo e il Parlamento sono stati bocciati con il referendum del 4 dicembre scorso, e di conseguenza, almeno sotto il profilo democratico e sostanziale, sono ulteriormente diventati ancora più illegittimi. Sono all’ultimo stadio.

Quando stava per morire, devastato da un cancro che gli provocava sofferenze orribili, Kafka si espresse così al suo medico: “Dottore, se lei non mi uccide subito è un assassino”. Ora parafrasando Kafka si potrebbe dire del nostro Presidente della Repubblica che, non avendo egli sciolto immediatamente il Parlamento dopo il responso popolare del 4 dicembre scorso, è un assassino. Della nostra democrazia, s’intende, ovviamente.

Infatti il nostro Parlamento, come un corpo divorato da un tumore galoppante, sta diventando sempre più simile, ogni giorno che passa, a un malato terminale o, per uscir di metafora, a una istituzione completamente svuotata di ogni legittimità democratica.

È, anzi, proprio il Parlamento (questo “Parlamento”, va da sé, non l’istituzione in quanto tale) il vero tumore, oggi, della democrazia italiana.

Non è legale un Parlamento dove vi sono numerosi rappresentanti che in sostanza non rappresentano più nessuno. Né è legale un Governo che si regge su forze parlamentari che oggi rappresentano, a essere generosi, più o meno un quinto dei cittadini e che ha in alcuni dicasteri-chiave uomini e donne che sono stati bocciati dagli elettori e cittadini italiani. Come alcuni neo ministri che vanno in giro sproloquiando su questioni delicatissime pur sapendo che occupano quei posti non per una competenza che non hanno mai avuta, ma solo in virtù di una spartizione fatta da un potere che si è nel frattempo liquefatto.

Non è legale un Parlamento che ha tantissimi suoi membri inquisiti per gravissimi reati contro la Pubblica Amministrazione e una buona fetta di cui si può ragionevolmente pensare che si troverebbe nella stessa situazione sol che la magistratura avesse avuto il tempo di indagare.

Purtroppo non è legale, non è legittimo, nemmeno un Presidente della Repubblica eletto da un siffatto Parlamento di malfattori o, nel migliore dei casi, come ho già detto, di gente che non rappresenta più nessuno. Eletto da un Parlamento a sua volta illegittimo, in quanto lo stesso, eletto, o meglio, nominato, a causa di una legge elettorale fortemente anticostituzionale: il Porcellum.

Ed è questo, probabilmente, il motivo per cui l’attuale Presidente della Repubblica non ha emanato quel decreto di scioglimento anticipato delle Camere che in qualsiasi altro Paese, che si trovasse nella nostra stessa situazione, sarebbe un atto dovuto. D’altronde come poteva egli, se la fonte della sua stessa elezione è quel tipo di Parlamento?

Allo scioglimento immediato di questo Parlamento inverecondo e in buona parte malavitoso si oppone, si dice, anche il fatto che le Camere e il Governo devono preparare e varare quella riforma elettorale in senso maggioritario che si è resa necessaria col referendum del 4 dicembre. E il partito di maggioranza relativa che parla come se avesse ancora alle spalle il 40 per cento dei voti e non la metà, ha affermato che questa riforma è così complessa che è impensabile di averla pronta in tempi brevi, in modo da andare alle elezioni entro al massimo primavera. Ma è evidente che la riforma elettorale viene usata dai vecchi marpioni di questa classe dirigente, in questo caso, anche da gran parte della vecchia partitocrazia, per prolungare il più possibile una legislatura sostanzialmente illegittima, ponendo, così, un ostacolo sulla strada del vero e provvidenziale rinnovamento che spazzerebbe via la vecchia nomenclatura.

Perché un vero rinnovamento non si ha quando si cambiano le leggi elettorali, che in sé e per sé, a parte la costituzionalità o meno delle stesse, non sono né buone né cattive, ma quando, qualsiasi sia il sistema di votazione, si riesce a sostituire una classe dirigente che ha mal governato con un altra e che si presume, e si spera, si comporti meglio. E invece la vecchia classe dirigente italiana è sempre lì, e detta tuttora legge, stabilisce regole, impone ricatti. Ed è una classe dirigente che ha l’evidente interesse di tirare le cose il più a lungo possibile nella speranza che prima di arrivare a nuove elezioni, qualcosa, magari, possa miracolosamente cambiare.

E infatti, le forze della vecchia nomenclatura, con il celeste e divino aiuto del nostro caro Presidente della Repubblica, inquisiti in testa, si stanno organizzando perché non si facciano le elezioni né in primavera né nella prossima estate cosicché quello che qualcuno definisce protervamente “il migliore dei Parlamenti possibili”, possa portare a termine la legislatura.

Insomma, per liberarci definitivamente di alcuni soggetti e parlamentari, bocciati dal popolo italiano,dovremmo aspettare il 2018. E invece la strada lineare, corretta, democratica sarebbe stata l’opposta: si doveva andare immediatamente a elezioni anticipate con vecchio metodo proporzionale e misto (abbiamo già una legge, guarda caso il Mattarellum, sostituita da due leggi incostituzionali Porcellum e Italicum) in modo da avere un Parlamento che rappresenti effettivamente il Paese, e i nuovi rapporti di forza che si sono creati, e possegga quindi l’autorità giuridica e morale per farsi Assemblea Costituente e varare le necessarie riforme elettorali, istituzionali e costituzionali.

Perché si, vengono i brividi al solo pensiero che regole fondamentali per il futuro assetto della democrazia italiana vengano decise da gente che non ha più rappresentanza nel Paese e che, alla prima verifica elettorale, è destinata a scomparire. Che, anzi, di fatto, è già scomparsa.

Pietro Giovanni Spadafora

BOCCIATI E ILLEGITTIMI.ultima modifica: 2016-12-12T22:47:13+01:00da pietrogiovanni1
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