Al nuovo Governo chiediamo di FARE PIAZZA PULITA!

Chi ha colpe per la tragedia di Genova dovrà essere punito

Troppi sono i manager e i dirigenti pubblici, in tutti i settori, dalla sanità alla scuola, dai trasporti all’ambiente ecc. ecc., pagati a peso d’oro senza fare alcunché e senza raggiungere risultati positivi. E alla fine premiati anche con bonus di migliaia di euro PER LE LORO “INCOMPETENZE” E PER IL LORO “MENEFREGHISMO”.

A partire, in tutti i settori, dagli organismi e VERTICI statali, regionali, ancora provinciali, purtroppo, e anche locali, è tutto un magna magna e spreco di denaro pubblico.

Crediamo sia arrivato il momento di spendere tutta questa massa di denaro per i servizi ai cittadini e per il bene comune.

FARE REALMENTE PULIZIA DI TUTTI I PRIVILEGI E DEGLI STIPENDI D’ORO E METTERE IL CITTADINO AL CENTRO DELLE AMMINISTRAZIONI E DELLE POLITICHE TUTTE!

BASTA STRAGI E BASTA MAGNA MAGNA ALLE SPALLE DELLA POVERA GENTE!

BASTA E BASTA!

Meetup San Giovanni in Fiore in Movimento

https://www.ilblogdellestelle.it/2018/08/chi_

ha_colpe_per_la_tragedia_di_genova_dovra_essere_punito.html

In memoria del nostro giovane Ingegnere concittadino Massimiliano Iaquinta.

Blog SGF in PIazza – Ci associamo in toto alle parole della Prof.ssa Maria Gabriella Militerno.

Serata in memoria di Massimiliano Iaquinta

Ieri sera, 10 agosto, sulle note dei più bei testi delle canzoni di Fabrizio De André, intonate dalla voce, incredibilmente uguale a quella di De André, di Marco Pinto, del Faber Quartet, l’AMI, Associazione Massimiliano Iaquinta, ha consegnato la borsa di studio, del valore di € 1500,00, all’alunna più meritevole del Liceo Classico di San Giovanni in Fiore.

La ragazza è risultata tale dal confronto delle pagelle dell’ultimo triennio. L’ alunna in questione è Lorenza Talarico che, oltre ad aver conseguito la votazione di 100 e lode agli Esami di Stato, ogni anno ha conseguito la media dei voti più alta della classe.

L’ alunna non avrebbe potuto festeggiare meglio il suo onomastico. Da parte mia, come sua insegnante di Italiano dell’ultimo triennio, vanno i complimenti all’alunna e un forte plauso alla famiglia e agli amici di Massimiliano Iaquinta, che hanno voluto fortemente l’istituzione dell’Associazione, finalizzata a mantenere vivo il ricordo di questo gigante, giovane ingegnere dell’Eni, che aveva portato le sue competenze all’estero, ma che un destino amaro ne ha troncato la vita, otto anni fa.

Nel corso della serata è stato consegnato, anche meritatamente, il premio alla carriera, al dott. Daniele Teti, a cui vanno anche i miei complimenti.

Il Procuratore Gratteri vince il Premio Letterario di Caccuri.

Risultati immagini per gratteri fotoDi Maria Gabriella Militerno
Docente presso Liceo Classico SGF

Noi, qui a San Giovanni in Fiore, abbiamo fiuto: prima che approdasse al PREMIO Letterario di CACCURI, Nicola Gratteri, con il suo ultimo libro, “FIUMI D’ORO”, è passato per l’Abbazia Florense, il 17 maggio scorso.

E, forse, l’incontro con i giovani dei Licei di San Giovanni in Fiore gli ha portato fortuna: CONGRATULAZIONI VIVISSIME a Nicola Gratteri e ad Antonio Nicaso!

https://www.facebook.com/premioletterario.caccuri/videos/2146007805655113/

San Giovanni in Fiore – Comune: la mediocrità di tanti consiglieri comunali.

L'immagine può contenere: cieloPremetto che sono sempre stato fortemente critico nei confronti della più che trentennale politica sangiovannese. Tante volte le mie critiche sono state più che condivise e tante altre volte no.

Nelle varie campagne elettorali più che ai partiti ho sempre guardato alle persone, alle persone dei vari candidati sindaci e consiglieri. Qualche volta c’ho azzeccato, ma spesso e volentieri la speranza di una politica migliore mi ha illuso.

Premetto ancora, che spesse volte, politicamente parlando, ho criticato il Sindaco Giuseppe Belcastro, ma, ritengo al 100%, in modo costruttivo e civile.

Il Sindaco Belcastro è una persona perbene: in quest’ultimi tre anni di amministrazione, in lui, con tutte le difficoltà note e arcinote, ho sempre ravvisato umanità, educazione, disponibilità, competenza, gentilezza, tempestività, rispetto, onestà, semplicità, ascolto, comprensione e immedesimazione in tutte le cose.

Il Sindaco Belcastro ha un passato di lotte per i diritti delle persone, dei lavoratori e della nostra comunità. E questo dice tutto.

Spero che questa vicenda delle sue dimissioni finisca nel migliore dei modi, soprattutto per la nostra comunità che proprio in questi momenti ha bisogno di serenità e di tranquillità per portare avanti un minimo di soluzione ai tantissimi problemi.

Quello che mi meraviglia in questa vicenda è che si vuole colpire il Sindaco per interessi personali e non per una politica a favore del bene comune. Anche perché non mi risulta che coloro che sono contro il Sindaco abbiano un qualche programma nuovo, o una proposta politica alternativa.

Il consesso civico di una comunità, sbagliato o meno che sia, ha il sacrosanto diritto di sfiduciare e mandare a casa un sindaco. Punto! Potevano farlo stamattina: secondo consiglio comunale saltato per mancanza di numero legale. Ma il ricatto, le minacce e la coazione morale, sempre politicamente parlando, sono i peggiori e i più beceri comportamenti. Spero che la persona di Giuseppe Belcastro sappia resistere e gestire nel migliore dei modi le false, teatrali e ipocrite pantomime con la dovuta dignità!

Ma, soprattutto, quello che mi colpisce di più in tanti consiglieri comunali, sia di maggioranza che d’opposizione, sia del passato che del presente, tranne qualcuno, è la loro forma mentis, la loro assoluta mediocrità umana ed esistenziale. Se si sono trovati e si trovano nel consesso civico non è certo perché si siano distinti in precedenza per qualche merito, ma solo ed esclusivamente per la loro appartenenza politica.

È gente priva di ogni passione, anche politica, perché per loro la politica, come viene fuori in modo evidentissimo da questa vicenda, è solo lo strumento per conquistare una qualche poltroncina, ignorando tutte le criticità e il bene della comunità.

Li conosciamo questi signori, li conosciamo bene, il paese è piccolo. Non erano né i migliori né i peggiori della classe, stavano in una zona grigia, quella della mediocrità. Non c’è in questi personaggi nessun appeal, nessuna grandezza, nessuna scintilla.

Forse l’unico che ha la stazza del vero politico è proprio il Sindaco Giuseppe Belcastro, che perlomeno ci ha messo la faccia, ci ha messo tutte le virtù e le qualità sopra descritte, e si è giocato la partita in grande stile. Gli altri si vendono davvero per poco. Probabilmente non possono fare altrimenti.

Pietro Giovanni Spadafora

Cittadino sangiovannese

Politica – Comune San Giovanni in Fiore: si dimette il Sindaco Giuseppe Belcastro.

L'immagine può contenere: 1 persona, occhialiCon una lettera consegnata al Presidente del Consiglio Comunale Dott. Domenico Lacava e al Segretario Generale Dott.ssa Maria Greco, il Sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro ha rassegnato le dimissioni.

Una decisione, anche se molti screzi nella sua maggioranza, e soprattutto tra i consiglieri del PD, erano evidenti già da qualche settimana, a sorpresa.

Ci sono 20 giorni di tempo, previsti dalla legge, per rendere le dimissioni definitive o meno.

Vedremo.

Qui la lettera:

“Con la presente, in considerazione delle assenze dei consiglieri comunali che sostengono la maggioranza, alla seduta del consiglio comunale per la data odierna, dopo attenta riflessione e nel rispetto del ruolo istituzionale che ricopro e dei cittadini che mi hanno conferito il mandato, rassegno le mie dimissioni, nell’esclusivo perseguimento dell’interesse pubblico ed a favore della comunità amministrata“.

San Giovanni in Fiore, 7 agosto 2018

RAI – In realtà è molto difficile.

L'immagine può contenere: 1 persona, primo pianoRai: ‘mission impossible’ anche per i 5stelle

Di Massimo Fini

Anche se ci mettessero tutto il loro migliore impegno e la più buona e onesta volontà, il tentativo dei 5stelle di riformare la Rai in senso meritocratico e non partitocratico è una ‘mission impossible’. Parlo dei 5stelle perché sono nuovi, tutti gli altri hanno alle spalle una lunghissima pratica spartitoria e la Rai è una stratificazione geologica, a tutti i livelli, di berlusconiani, di leghisti, di dem, di renziani e, prima di loro, di democristiani, di socialisti, di comunisti o pdessini che dir si voglia. Il presidente della Rai è nominato dal Consiglio di amministrazione che è frutto di un accordo tra i partiti, come vediamo bene in questi giorni e abbiamo visto sempre da quando siamo entrati nell’età della ragione. E anche la nomina dell’Amministratore delegato, che formalmente spetterebbe al ministro dell’Economia, è frutto di un accordo fra i partiti sia attraverso i membri che siedono nel Consiglio di amministrazione sia fuori da quelle stanze. La Commissione di Vigilanza è formata da esponenti di partito che quindi dovrebbero vigilare su se stessi. Quis custodiet custodes? Se per caso capita in Rai un corpo estraneo, non legato a nessuno se non alla propria capacità e professionalità, ne viene estromesso al più presto com’è stato il caso di Carlo Verdelli. Sfido chiunque a trovare in Rai un direttore di rete o di testata ma anche un redattore semplice e persino un bidello che non sia in qualche modo legato a un partito. Del resto anche decidere del merito è difficilissimo. Ci sono in Rai ottimi giornalisti che non smettono di esser tali perché sono legati a questo o a quel partito, a questa o a quell’area politica. Cosa facciamo, eliminiamo anche costoro? Eppoi qual è il criterio decisionale? L’audience? Ci sono programmi di qualità che, spesso proprio per questo, hanno una bassa audience. Eliminiamo anche questi?

In realtà una soluzione ci sarebbe. Mantenere una sola rete pubblica sotto il controllo del governo –perché anche il governo, che ci rappresenta tutti, ha il diritto e il dovere di fare ‘lato sensu’ una sua politica soprattutto culturale- com’è il caso della Bbc inglese che pur è considerata una delle migliori, se non la migliore, del mondo. Le altre due Reti dovrebbero essere messe sul mercato e vendute a soggetti diversi. Ma questo comporterebbe che anche Mediaset vendesse due delle sue tre Reti. È quello che un tempo si chiamava “disarmo bilaterale”. Ma anche questo è pura utopia.

In realtà la Rai è solo l’emblema, il più evidente e conosciuto perché la vediamo tutti da quando siamo nati, della situazione di un Paese divorato dalla partitocrazia, cioè dall’occupazione ad opera dei partiti di tutto il settore pubblico e spesso anche di parti di quello privato. Di questa stortura, diciamo pure di questo cancro, ci si era accorti, anche ad alto livello, già più di mezzo secolo fa. Nel 1960 il Presidente del Senato Cesare Merzagora, eletto come indipendente, fece un vibrante discorso, proprio in quella Camera, cioè nella sede più autorevole (Twitter non esisteva ancora e dubito che se mai fosse esistito uomini come Merzagora o Fanfani o Nenni o Saragat o Togliatti o Almirante lo avrebbero usato) contro il dilagare dei partiti che previsti in un solo articolo della nostra Costituzione (art. 49: tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale) tendevano a mettere le mani anche sugli altri 138. Sempre nello stesso anno un grande giurista, Amedeo Giannini, che proprio di questioni costituzionali si era occupato e si occupava, diede lo stesso allarme. Associarsi a un partito è una libertà non un obbligo. Ma fu tutto inutile. I politici fecero orecchie da mercante. E così, passo dopo passo, siamo arrivati alla situazione attuale.

Per scardinare un simile sistema, questa mafia che non osa dirsi tale ma che tutti noi, qualsiasi sia il posto che occupiamo nella società, conosciamo sin troppo bene, ci vorrebbe un’autentica rivoluzione. Non credo proprio che il buon Di Maio, ma neanche il più focoso Alessandro Di Battista, che peraltro se ne è andato prudentemente in Sud America, possano riuscire in questa impresa ciclopica.

Il Fatto Quotiìdiano, 4 agosto 2018