L’ipocrisia occidentale e il modello Riace.

L'immagine può contenere: oceano, spazio all'aperto e acquaOltre alle provocazioni incrociate, alle tifoserie, alle varie strumentalizzazioni politiche e non solo, per quanto riguarda il cosiddetto modello Riace, e su cui, in questo periodo, politici, giornalisti, scrittori e opinionisti vari stanno dibattendo, vi è un’ipocrisia di fondo che la maggior parte di noi dimentica, non so se volutamente o ignorantemente.

Nessuno di noi, sono convinto, disconosce l’umanità, la solidarietà, la fratellanza, l’altruismo, la carità, la tolleranza e così via, dell’ex Sindaco di Riace. Senza entrare nel merito delle indagini in corso da parte della magistratura, egli ha compiuto un’operazione che merita stima e rispetto da parte di tutti. Ma non per questo, però, gli altri sono tutti razzisti, fascisti, nazisti e xenofobi.
In fondo il vero dibattito non è su questo, ma, appunto, sul modello di accoglienza.

Modello, questo di Riace, che ci siamo dovuti inventare, o meglio, se vogliamo dire, il Sindaco di Riace si è inventato con tutte le buone intenzioni di questo mondo.

Poi ci siamo inventati gli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che molti guai stanno creando.

Detto questo, ora, inviterei tutti noi ad allargare un pochino l’orizzonte, a riflettere sulle cause, concause, ma soprattutto sulle azioni politiche ed economiche dell’Occidente per quanto riguarda questo, ormai, immane flusso di popolazioni di immigrati.

Tutta la questione scaturisce dalla pretesa totalizzante dell’Occidente di omologare l’intero mondo al proprio modello politico, forse religioso, economico, sociale e valoriale. Ed in questa pretesa di integrazione planetaria sta l’intrinseca fragilità di tantissimi modelli, poi, strumentalizzati per fini diversi.

A parte lo sfruttamento e il depauperamento continui di tanti Paesi dell’Africa e dell’Asia, iniziati massicciamente dal secondo dopoguerra in poi, caduto il Muro di Berlino, l’Occidente, Stati Uniti in testa, ha compiuto, nel giro di vent’anni, cinque guerre di aggressione: primo conflitto del Golfo (1991), attacco alla Serbia (1999), invasione e occupazione dell’Afghanistan (2001), invasione e occupazione dell’Iraq (2003) e infine attacco alla Libia (2011).

Questa aggressività dell’Occidente ha due facce.

La prima, forse in buona fede, ma più pericolosa, è che l’Occidente si percepisce, ci percepiamo, come “cultura superiore” (che altro non è che una declinazione del razzismo classico) credendo di possedere valori assoluti e credendo quindi di avere non solo il diritto, ma il dovere di insegnare la buona educazione, nonché di dare lezioni di democrazia, a popoli con storie, tradizioni, costumi, senso della famiglia e dei legami, concezioni di vita e di morte diversi dalle nostre.

L’altra faccia è quella economica. Quella che, principalmente, causa i flussi emigratori verso di noi per poi essere costretti, per ragioni umanitarie, a creare i vari modelli alla Riace con gli SPRAR.

Per poter crescere ancora di più, chissà per quanto ancora e fino a quando, noi occidentali abbiamo urgenza di appropriarci delle fonti di energia e delle risorse altrui e di conquistare nuovi mercati, per quanto miseri essi siano, perché i nostri sono saturi.

L’Occidente ormai non è più in grado di concepire e di tollerare il diverso che, in un modo o nell’altro, deve essere piegato al suo modello basato sul mercato e la crescita infinita, diventando così, senza rendersene conto, totalitario.

Ecco da dove scaturisce il modello Riace!

Ecco perché in tutto questo dibattito vi è un’enorme ipocrisia di fondo!

Ecco perché è tutto una falsa accoglienza e una falsa solidarietà!

È come dire che io ti costringo, bombardandoti, derubandoti e facendoti scappare da casa tua, e poi ti accolgo, umanamente, nel mio garage o nel mio sottoscala.

Questa è la verità!

Ma in fondo l’Italia è sempre stata un Paese-laboratorio.

Pietro Giovanni Spadafora

L’ipocrisia occidentale e il modello Riace.ultima modifica: 2018-10-20T03:22:30+02:00da pietrogiovanni1
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